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Migrant crisis: Why Syrians do not flee to Gulf states
By Amira Fathalla
As the crisis brews over Syrian refugees trying to enter European countries, questions have been raised over why they are not heading to wealthy Gulf states closer to home.
Although those fleeing the Syrian crisis have for several years been crossing into Lebanon, Jordan and Turkey in huge numbers, entering other Arab states - especially in the Gulf - is far less straightforward.
Officially, Syrians can apply for a tourist visa or work permit in order to enter a Gulf state.
But the process is costly, and there is a widespread perception that many Gulf states have unwritten restrictions in place that make it hard for Syrians to be granted a visa in practice.

Most successful cases are Syrians already in Gulf states extending their stays, or those entering because they have family there.
For those with limited means, there is the added matter of the sheer physical distance between Syria and the Gulf.
Not welcome?
This comes as part of wider obstacles facing Syrians, who are required to obtain rarely granted visas to enter almost all Arab countries.
Without a visa, Syrians are not currently allowed to enter Arab countries except for Algeria, Mauritania, Sudan and Yemen.
The relative wealth and proximity to Syria of the states has led many - in both social and as well as traditional media - to question whether these states have more of a duty than Europe towards Syrians suffering from over four years of conflict and the emergence of jihadist groups in the country.

The Arabic hashtag #Welcoming_Syria's_refugees_is_a_Gulf_duty has been used more than 33,000 times on Twitter in the past week.
Users have posted powerful images to illustrate the plight of Syrian refugees, with photos of people drowned at sea, children being carried over barbed wire, or families sleeping rough.
A Facebook page called The Syrian Community in Denmark has shared a video showing migrants being allowed to enter Austria from Hungary, prompting one user to ask: "How did we flee from the region of our Muslim brethren, which should take more responsibility for us than a country they describe as infidels?"
Another user replied: "I swear to the Almighty God, it's the Arabs who are the infidels."
'Let them in!'
The story has also attracted the attention of regional press and political actors.

Cartoon originally published in Saudi Makkah newspaper, seen here onTwitter



The Saudi daily Makkah Newspaper published a cartoon - widely shared on social media - that showed a man in traditional Gulf clothing looking out of a door with barbed wire around it and pointing at door with the EU flag on it.
"Why don't you let them in, you discourteous people?!" he says.
The commander of the opposition Free Syrian Army (FSA), Riyad al-Asaad, retweeted an image of refugees posted by a former Kuwaiti MP, Faisal al-Muslim, who had added the comment: "Oh countries of the Gulf Cooperation Council, these are innocent people and I swear they are most deserving of billions in aid and donations."
But despite the appeals from social media, Gulf states' position seems unlikely to shift in favour of Syrian refugees.

In terms of employment, the trend in most Gulf states, such as Kuwait, Saudi Arabia, Qatar and the UAE is towards relying on migrant workers from South-East Asia and the Indian subcontinent, particularly for unskilled labour.
While non-Gulf Arabs do occupy positions in skilled mid-ranking jobs, for example in education and health, they are up against a "nationalisation" drive whereby the Saudi and Kuwaiti governments in particular are seeking to prioritise the employment of locals.
Non-native residents may also struggle to create stable lives in these countries as it is near impossible to gain nationality.
In 2012, Kuwait even announced an official strategy to reduce the number of foreign workers in the emirate by a million over 10 years.



Natalino Balasso: «La satira non esiste più da millenni»

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 6/09/2015
Natalino Balasso: «La satira non esiste più da millenni»
Il comico veneto, lontano dalle scene televisive da più di dieci anni, ha trovato una nuova via grazie al web, ma per vivere continua a fare teatro
Intervista di Andrea Coccia


 
Parole chiave: NATALINO BALASSO / SATIRA / COMICITÀ / CORRADO GUZZANTI / BEPPE GRILLO / DARIO FO / NON STOP / MATTEO RENZI / SILVIO BERLUSCONI
Argomenti: TELEVISIONE
Se gli chiedete cosa ne pensa della satira, Natalino Balasso ha le idee molto chiare: «non esiste da millenni, o se esiste è completamente ininfluente, non cambia una coscienza che sia una». Ormai sono più di dieci anni che il comico veneto non partecipa non frequenta studi televisivi — gli ultimi sono stati quelli di Zelig e di Mai dire gol, all'inizio degli anni Duemila. La sua carriera l'ha fatta in teatro, ed è di quello che vive. Negli ultimi anni però ha provato una strada nuova — più per divertimento, che altro — è la strada del web. Ha aperto un canale YouTube, rigorosamente senza pubblicità, e anima ogni giorno il proprio profilo di Facebook con una cosa che neanche lui chiama satira, ma che forse, in fondo, lo è. «Prendersela con i politici non serve a niente», dice lui, «anche perché non mi sembra che la satira abbia mandato in pensione Berlusconi, anzi, forse è quasi vero il contrario».
Partiamo dalla televisione: Zelig è in declino da anni, la banda Guzzanti non si vede quasi più, così come la Gialappa's e Luttazzi. Soltanto Crozza resiste. È un problema della comicità italiana o della televisione?
Non valuterei i periodi della comicità dal numero dei comici che ci sono in circolazione, anche perché puoi avere quanti comici vuoi, ma se fanno tutti lo stesso tipo di comicità, quella resta una. Dopodiché in televisione è vero che c'è e c'è sempre stata poca varietà comica. In fin dei conti tutta la comicità che si fa in Italia negli ultimi trent'anni è figlia di quella dei Grillo, dei Verdone, di Non Stop; e a sua volta questo tipo di comicità attinge a piene mani a Dario Fo, già loro erano figli di una comicità precedente.
È il bisogno di novità continua che ha abbassato il livello, anche perché poi di vera novità non si tratta quasi mai, si tratta di sempre di variazioni sul tema della battuta secca
Ma perché in televisione ci sono sempre meno programmi comici ?
Perché la televisione ha puntato sulla quantità, sparando decine di comici a sera, tutti nuovi, senza troppa selezione. Ed è impossibile che in una generazione emergano cento comici nuovi di vero talento, tuttalpiù ne possono emergere tre o quattro ed è già tanto. È questo bisogno di novità continua che ha abbassato il livello, anche perché poi di vera novità non si tratta quasi mai, si tratta di sempre di variazioni sul tema della battuta secca.
Cosa ha portato a questo appiattimento?
Io credo che una parte della responsabilità sia stato l'aderire anche da parte della Rai alla logica della pubblicità per inseguire Mediaset. Perché quando devi imbottire un programma di pubblicità, i tempi per i contenuti diminuiscono e ti servono comici veloci, che lavorino su tempi stretti, e quindi che facciano battute o al massimo sketch. E questo ha portato la comicità in una direzione sola. Le poche trasmissioni che hanno potuto permettersi di approfondire, di provare tempi diversi, di concentrare l'attenzione del pubblico su pochi autori sono state quelle dei Guzzanti e, per certi versi, quello che fa Crozza. È lì che abbiamo visto qualche prova di comicità diversa dal solito format della battuta istantanea.
L'avvento del web ha aperto spazi nuovi anche per i comici. Si è formato una nuova scena?
È difficile inquadrare una vera scena comica sul web. E io credo che a questo riguardo si debba stare molto attenti nel parlare di comicità “via web”. Perché è un discorso che si fa complesso. Prima di tutto perché anche la comicità televisiva viene fruita dal pubblico — sempre di più tra l'altro — via web, che siano i canali stessi a diffonderla o che sia youtube. Ma in seconda battuta c'è un altro elemento decisivo: la gran parte della comicità via web che vedo è in realtà comicità televisiva messa sul web. Non vedo la differenza: non usa un altro linguaggio o altri tempi comici, è semplicemente il tentativo di autori sconosciuti o autori giovani che stanno crescendo di farsi notare dalla televisione. Per finirci, in televisione.
Uno dei cambiamenti che ha portato il web, soprattutto YouTube, è l'aver dato la possibilità a gente sconosciuta di accedere a un pubblico anche molto vasto senza dover passare da intermediari, quindi senza passare dai casting o dal meccanismo televisivo
Non c'è niente di nuovo quindi?
Uno dei cambiamenti che ha portato il web, soprattutto YouTube, è l'aver dato la possibilità a gente sconosciuta di accedere a un pubblico anche molto vasto senza dover passare da intermediari, quindi senza passare dai casting o dal meccanismo televisivo. Questa nuova dinamica ha portato qualche piccola novità, però mi sembra che si tratti sempre di tecniche per arrivare al mainstream, per farsi notare, e non tanto per cambiare o proporre qualcosa di nuovo dal punto di vista del prodotto, del tipo di comicità e dal punto di vista del linguaggio. È così che spesso internet sembra essere una variante della televisione generalista, piuttosto che un contenitore aperto a tutto.
E dal punto di vista del pubblico?
Dal punto di vista del pubblico il web ha avuto sicuramente effetti benefici, soprattutto perché ha fatto scoprire a una parte degli italiani i comici americani, che prima ci erano assolutamente preclusi dalla televisione, perché sono portatori di un pensiero non comune che tende a ribaltare il pensiero dominante. Non dimentichiamo però che quando parliamo di internet e di televisione stiamo escludendo una parte molto viva e forte della comicità italiana, quella sì con un linguaggio e dei tempi peculiari: la comicità dal vivo, quella nei teatri. Quella non la puoi vedere su internet, non la puoi filmare e mettere in televisione. In teatro è un'altra cosa, e ha un grande seguito in Italia.
Quel che faccio su Youtube non si può fare in televisione, non si può usare il linguaggio che uso e nemmeno questo tipo di scorrettezza
Tu da anni sei molto attivo sul web, sia su YouTube che su Facebook. Cosa ti dà il web che non ti dà la televisione?
Premettendo che di lavoro io faccio il teatro, per quanto mi riguarda pubblicare le mie cose su Facebook e Youtube, per il tipo di contenuti che produco è un obbligo. Perché quel che faccio su Youtube non si può fare in televisione, non si può usare il linguaggio che uso e nemmeno questo tipo di scorrettezza.
Perché?
Semplice, perché in televisione non si può ribaltare la realtà, la comicità televisiva serve al più per farci il solletico, per fare il clown o il giullare. Mentre sul web c'è spazio anche per i comici vagabondi, quelli che la realtà la ribaltano. Anche in teatro è la stessa cosa, e infatti c'è tanta gente — e c'era anche 10-12 anni fa — che veniva a vedere i miei spettacoli in teatro e poi si stupiva perché non erano le stesse cose che facevo in televisione.
Che differenze ci sono?
Sono molto diverse. Se dovessi tornare in televisione dovrei riadattare il mio linguaggio e i miei tempi ai loro, e francamente non mi interessa, a me interessa il contenuto e la forma di quello che faccio. Per questo Youtube e Facebook mi sono congeniali, perché non ci sono intermediari che non siano i lettori/spettatori. Senza dover interfacciarsi con dirigenti, produttori, presentatori eccetera. Ma non dimentichiamoci una cosa: su Youtube le cose che hanno fatto più successo sono state le scoreggie in faccia alla gente. Come a dire che la libertà e la democraticità del web alla fine vengono macchiate con ciò che il pubblico ha imparato dalla televisione.
La satira non esiste più da decenni. Quella cosa che in Italia si chiama satira non so esattamente cosa sia e a cosa serva
E dal punto di vista della satira? Cosa è cambiato negli ultimi anni, diciamo dal declino di Berlusconi in poi?
Secondo me la satira non esiste più da decenni. Quella cosa che in Italia si chiama satira non so esattamente cosa sia e a cosa serva. Anche perché, se è vero che il declino di Berlusconi ha mandato in crisi quel tipo di satira, non è mai stato vero che quel tipo di satira abbia infastidito o accelerato il declino di Berlusconi. Quella satira era ininfluente, non ha mai svegliato una coscienza. Perché se vuoi risvegliare le coscienze o fare della controinformazione e ti rivolgi a gente che le cose che dici le sa già stai facendo un lavoro abbastanza inutile . Li diverti, sei anche tu un giullare, a tuo modo. Io questa definizione di satira non la considero molto.
È difficile parlare male del pubblico che ti sta ascoltando. Bisogna inventarsi una satira sociale più sottile, capace di parlare dei vizi della gente facendo finta di non parlare dei vizi della gente
Qual è la vera satira per te?
Non credo che parlare male di Berlusconi o di Renzi abbia qualche valore di sommovimento delle coscienze. Se questo è lo scopo e l'intendimento della satira allora è proprio vero che la satira non esiste più da millenni. La satira vera, oggi, è quella contro la gente, quella che ha come obiettivi i lettori e gli spettatori. E non i potenti, che poi alla fine sono osannati da quella stessa gente. Niente come la democrazia ci fa capire quanto il popolo abbia bisogno di leader. E se hai bisogno di un leader per me hai uno spirito poco democratico. Il fenomeno di Beppe Grillo, che non è stato compreso fino in fondo, tant'è che anche in molti aderenti al Movimento 5 Stelle non hanno capito qual era il discorso e infatti anche loro adesso cominciano ad avere dei leader. Eppure lo stesso Grillo diceva tempo che fa che se fai politica e parli ancora di leader sei morto. Questo secondo me dimostra che quando la gente diventa massa va naturalmente a cercarsi delle guide, sempre con dei criteri abbastanza confusi. Su queste dinamiche bisognerebbe fare satira, che poi è quello che faccio io anche se non la chiamo satira. Anche perché è difficile parlare male del pubblico che ti sta ascoltando. Bisogna inventarsi cuna satira sociale più sottile, capace di parlare dei vizi della gente facendo finta di non parlare dei vizi della gente, ma è complesso.

Nel passato era diverso?
In realtà non molto. Ricordo che Dario Fo lo ascoltava anche la gente di destra, che si divertiva, anche se lo odiava perché lui si definiva di sinistra. Però, a parte qualcuno, la maggior parte della gente che seguiva Dario Fo era di sinistra, era gente che le cose che lui diceva le sapeva già. E torniamo a quel che dicevamo prima, ovvero che se la satira conferma e non ribalta è un lavoro un po' inutile. Comunque, dopo Dario Fo — che è la vera fonte di tutta la comicità italiana degli ultimi decenni, anche per chi non ci è cresciuto e magari non l'ha mai visto — e dopo Beppe Grillo non credo che ci siano stati più dei momenti di grande satira in Italia.
E i Guzzanti?
Li adoro, li ho sempre trovati geniali, da Corrado a Sabina a Caterina, ma dobbiamo ammettere che tutto il loro lavoro, per quanto di altissima qualità, non è servito a nulla. Grillo — quando faceva ancora il comico — è l'ultimo che ha provato e che forse ha trovato un modo per fare vera satira attaccando i produttori di merce, le industrie. E lui lo faceva sull'onda di quel che succedeva in America, sull'esempio degli stand up comedian americani.
Il Male lo compravamo andando a scuola, alle superiori, e lo amavamo perché era un giornale molto scorretto
Per quanto riguarda la satira scritta, come le avventure del Male e di Cuore non hanno lasciato una vera e propria eredità in altre riviste?
Ricordo che Il Male lo compravamo andando a scuola, alle superiori, e lo amavamo perché era un giornale molto scorretto. Però eravamo negli anni Settanta, e c'era molto attrazione per quel tipo di scrittura e comicità, perché il mainstream era molto più dominante di ora. Pensa alla politica: c'erano soltanto due fronti, la DC e il PCI. E allora si faceva strada questo nuovo pensiero che diceva «attenzione, perché non vi accorgete che vi stanno raccontando entrambi la stessa favola». Cuore è stato un fenomeno molto particolare, perché era nato come inserto e poi si è staccato con polemica, avendo una vita propria. Da quel che mi è sembrato di capire con le chiacchierate che ho avuto nel tempo con Michele Serra e Claudio Sabelli Fioretti, che sono stati i due direttori di Cuore, in realtà il boom di Cuore c'è stato quando hanno iniziato a parlare male di Craxi e il giornale lo hanno cominciato a comprare i leghisti. Perché all'epoca la Lega stava nascendo ed era contro il potere dominante del PSI. Finita l'epoca di Craxi, ovvero quando Cuore non aveva un nemico chiaro e preciso, ha cominciato a vendere meno, anche facendo numeri di qualità. Quindi, se dobbiamo tirarne fuori una lezione, direi che la satira funziona sul grande pubblico, ovvero vende, quando ha un nemico chiaro. Ecco perché quando c'è Berlusconi la satira funzionava. Adesso potrebbe essere Renzi, ma per me è passato ancora troppo poco tempo per parlare di un'epoca renziana, anche se in molti lo dicono.

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Natalino Balassoè un attore, comico e scrittore italiano. Autore e attore di teatro, cinema, radio e televisione, ha debuttato in teatro nel 1991, in televisione a fine anni novanta, al cinema nel 2007 e ha scritto alcuni libri di narrativa. Wikipedia
Data di nascita: 2 dicembre 1960, Porto Tolle
Libri: Livello di guardia: romanzo umido, Il figlio rubato: romanzo, altri

Firenze Teatro Puccini: JE SUIS CHARLIE omaggio a Wolinski

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lunedì 28 settembre ore 21.00
Comune di Firenze, Institut Français e Teatro Puccini Associazione Culturale presentano

JE SUIS CHARLIE omaggio a Wolinski

a cura di Sergio Staino e Daria Galateria
interviene Maryse Wolinski
Mostra di disegni originali di Wolinski e conferenza spettacolo con Goffredo Fofi, Luca Raffaelli, Claudio Bisio, Milo Manara, Altan, Gianni Coscia e tanti altri.
Ingresso libero

Cari amici,
lunedì 28 settembre alle 21 al Teatro Puccini di Firenze è organizzata una serata in ricordo di Georges Wolinski, il grande disegnatore morto durante l'eccidio di Parigi del 7 gennaio. Saranno presento la vedova Maryse e alcuni dei suoi amici italiani più cari, da Milo Manara ad Altan, al sottoscritto; inoltre Goffredo Fofi, Luca Raffaelli, Daria Galateria. Claudio Bisio reciterà alcuni testi di alcune strisce e Gianni Coscia alla fisarmonica con Cocco Cantini al sax e Michele Staino al basso sottolineeranno i momenti più salienti con la loro musica. Tenetevi liberi per quella data, mi raccomando che vorrei che fossimo in tanti a salutare Georges attraverso Maryse, con affetto e commozione.
In allegato trovate un articolo scritto da Roberto Incerti per Repubblica con una bellissima intervista a Maryse. Cercate di leggerlo perché merita.
Un grande abbraccio
Sergio




Maryse Wolinski: "Mio marito il genio"
Iniziative per il vignettista ucciso con i colleghi di "Charlie Hébdo"

di ROBERTO INCERTI

PARIGI - ALLE pareti tanti post-it con scritto: "Buona notte cara" e "Bentornata, nel frigo trovi caviale e champagne". Poi decine di vignette con quel segno veloce, apparentemente tirato via che ha caratterizzato l'umorismo di uno dei grandi vignettisti del Novecento, Georges Wolinski. Ancora: foto di lui con l'affascinante moglie Maryse e foto di lui giovane, che sembra un attore della Nouvelle Vague. Poi le matite, i sigari, le penne stilografiche. Un pezzo di pavé, di pietra che "ha fatto" il Maggio francese.

INTORNO a noi, fotografie che raccontano l'amore di Wolinski per Cuba, statuette bizzarre e naturalmente disegni, disegni, disegni. Siamo a Parigi, in Boulevard St. Germain, ospiti della scrittrice Maryse Wolinski, moglie del grande vignettista assassinato assieme ad altri colleghi di "Charlie Hebdo" nel tragico attentato terroristico dello scorso gennaio. La satira di Wolinski è conosciuta per i suoi sberleffi erotici. Assieme a Cabu, Siné, Reiser, faceva parte di un gruppo di vignettisti dal segno brut, frettoloso, dall'humour crudele: stiamo parlando di uno che ha fatto scuola, il suo segno ha mandato in pensione la vecchia caricatura. Il Teatro Puccini di Firenze lo ricorderà con una serata voluta da Sergio Staino, in collaborazione con l'Istituto Francese di Firenze e col Comune. Ci sarà una mostra di una quarantina di disegni del maestro. Alla serata ( 28 settembre) interverrà proprio la vedova.

Come è cambiata la sua vita dopo la morte di Georges?
"È stata completamente sconvolta: mi sento una naufraga. Ho vissuto 47 anni con Georges, un percorso molto lungo: di vita e professionale, perché abbiamo lavorato molto insieme. Come pubblicazioni, abbiamo realizzato libri per ragazzi. Ma quello che intendo dire è l'aiuto che ci siamo dati reciprocamente. Avevamo due studi separati. Lui veniva a chiedermi cosa ne pensavo di un disegno ed io gli chiedevo di giudicare ciò che avevo appena scritto".
Litigavate mai? Fra coniugi artisti di solito capita.
"Per fortuna sì. Eravamo due esseri contrari: condividevamo gli stessi valori ma non avevamo sempre le stesse idee. Eravamo l'uno il contrario dell'altra: per questo forse siamo andati avanti così tanto. Due persone che vivono insieme non devono guardare nella stessa direzione: questo per potersi nutrire l'uno dell'altro. Certo che adesso tutto è diverso, non vado quasi più a teatro. Che senso ha vedere uno spettacolo e poi non poterne discutere con Georges? Adesso mi sento sola, lo sguardo che aveva su di me sapeva darmi fiducia. A proposito di teatro: al Théatre Déjazet a due passi da Place de la République sta andando in scena uno spettacolo in suo omaggio, saranno esposti anche dei disegni. Ho poi donato il suo studio al Centro internazionale di Disegno e umorismo di St-Just-le Martell, inaugura il 24 di questo mese".
La cosa più bella che Wolinski le abbia mai detto.
"È qui, scritta su un bigliettino alla
parete: "Sei la donna della mia vita. Peccato che la vita è corta"".
Wolinski era un dandy: aveva una Jaguar; adorava i buoni sigari, era un cultore della bellezza soprattutto femminile. Questo era in contraddizione col suo segno essenziale?
"Nel suo tratto c'è stata un'evoluzione. Da giovane illustrò un Victor Hugo con grandi "fioriture". Poi qualcosa cambiò: durante le riunioni di redazione su un quadernetto faceva schizzi fluidi, di getto. Fu Francois Cavanna (1923 - 2014) a dirgli: ma perché non usi sempre questo stile? E quello stile lo ha caratterizzato su riviste satiriche che hanno fatto epoca: L'Enragé, Hara Kiri, Charlie Hebdo".
Qual era la giornata tipo di Wolinski?
"Lavorava sempre in casa. Aveva molte collaborazioni. Per esempio ogni mercoledì c'era la riunione di redazione di Charlie Hebdo. La mattina andava a comprare i giornali vicino a casa, poi iniziava a leggerli al Café de Flore in St. Germain. Non leggeva tutto, cercava idee. Faceva dei cerchietti intorno ai titoli, agli articoli: per ricordare ciò che gli interessava, che poteva dare spunto alle sue vignette".
Perché quell'attentato a Charlie?
"È la guerra dell'ignoranza contro la cultura. I fratelli Kouachi che hanno compiuto la strage non sapevano cosa fosse Charlie, non sapevano chi era Wolinski. Io adesso ho paura, mi chiudo in casa".
Che tipo di francese era suo marito?
"Lui diceva sempre che i francesi si dividono in due categorie, quelli che amano l'olio e quelli che preferiscono il burro. Georges apparteneva ai primi".
Parliamo del vostro rapporto con Firenze e la Toscana.
"È legato all'amicizia con Sergio Staino, siamo stati molte volte suoi ospiti. Una volta venne da noi anche Milo Manara. Grazie a Sergio abbiamo scoperto la campagna toscana, l'incanto del verde a San Martino alla Palma. Georges poi adorava la pittura di Botticelli. Una volta andammo agli Uffizi, era tardi e il museo era vuoto. Lui osservò "La Primavera" in silenzio, poi si mise a sedere davanti e pianse di commozione".
Parliamo della mostra di Firenze.
"Il titolo potrebbe essere: Wolinski dall'inizio alla fine. Ci sono tavole colorate, in bianco e nero. Diverse fra loro. Illustrazioni di Garcia Lorca, di un "Re Lear" visto ad Avignone, un omaggio a Tati, la fine di Mitterrand, una satira sull'arte contemporanea".
Sta per uscire un suo libro sulla strage di Charlie: come si intitolerà?
"Come l'ultima frase di Georges: Cherie, io vado a Charlie".




Wolinski e Staino a Cuba, in un disegno dell’autore francese

Messico, Ayotzinapa : i 43 studenti non vennero bruciati. Dove sono finiti?

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#Ayotzinapa
Latuff



Esperti indipendenti: «tutte menzogne sui 43»
Una commissione di esperti indipendenti smentisce Peña Nieto: i 43 studenti messicani non sono stati bruciati in una discarica di Cucuta. Secondo la versione ufficiale, la polizia di Iguala ha consegnato gli alunni della scuola Normal Rural di Ayotzinapa (nel Guerrero) ai narcotrafficanti dei Guerreros Unidos, che li avrebbero uccisi e bruciati. La ricostruzione ha preso piede qualche giorno dopo la scomparsa degli studenti, vittime dell’attacco congiunto di polizia e narcotrafficanti, il 26 settembre 2014. Secondo il governo, i fatti sarebbero emersi dalla confessione di alcuni narcotrafficanti, confermata dai poliziotti arrestati.
Una versione subito contestata dagli antropologi forensi argentini, nominati dai famigliari degli scomparsi e dai movimenti, che da allora denunciano nelle piazze di tutto il mondo il “crimine di stato”. Ora, un gruppo di esperti indipendenti designato dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidu) riprende gli argomenti avanzati dagli specialisti argentini e sostenuti da alcune coraggiose inchieste giornalistiche, e contesta la verità ufficiale. Tre gli elementi principali messi in causa: il presunto incenerimento dei corpi, i motivi dei crimine e il ruolo della polizia militare e federale.
Nel corso di 550 pagine, il Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Giei) afferma che non esiste alcuna evidenza che un numero così elevato di cadaveri abbia potuto essere ridotto in cenere in una discarica senza essere notato nella zona. Per farlo, ci sarebbero volute 30 tonnellate di legna e il fuoco sarebbe divampato per 60 ore e non per circa 12 come hanno sostenuto i presunti pentiti. Le fiamme si sarebbero alzate per almeno sette metri e il fumo sarebbe stato notato nel raggio di 300 metri. E nei pressi della discarica non c’era combustibile sufficiente per bruciare neanche un corpo.
Uno dei sospetti emersi dalle indagini alternative è che i ragazzi siano stati portati in qualche caserma militare, dove si ritiene esistano prigioni sotterranee per le torture e forni crematori. Per questo, nel corso dei mesi i movimenti hanno manifestato davanti alle caserme, scontrandosi con la polizia e chiedendo inutilmente di poterle ispezionare.
Il Giei ricostruisce diversamente anche il motivo dell’aggressione. In quei giorni, gli studenti si erano recati a Iguala per raccogliere fondi e preparare la commemorazione di un massacro avvenuto nel ’68. Secondo una loro modalità di lotta, avevano preso “in prestito” alcuni autobus per recarsi sul posto. Avrebbero così dirottato senza saperlo anche un autobus usato dai narcotrafficanti per il mercato dell’eroina che va verso gli Stati uniti. Un mezzo di proprietà dell’impresa Costa Line.
Esercito e polizia federale — dicono poi gli esperti sulla base di testimonianze dirette — hanno costantemente seguito e controllato gli studenti fin da quando hanno lasciato la scuola. Un gruppo di soldati ha anche interrogato i ragazzi che stavano trasportando in ospedale uno dei loro compagni, ferito durante l’attacco armato. Il Giei ha cercato di interpellare il 27mo battaglione di fanteria, il gruppo militare competente per Iguala e dintorni, ma il governo non lo ha permesso. Sulla base di questi elementi, il rapporto degli esperti indipendenti conclude inviando al governo federale «20 raccomandazioni» e l’invito a riprendere le indagini.
I famigliari degli scomparsi hanno chiesto una riunione urgente con Peña Nieto, e alla presenza della commissione di esperti indipendenti: il Giei — hanno auspicato — dovrebbe rimanere nel paese fino al ritrovamento dei 43. Per il 23 settembre, famigliari e movimenti hanno annunciato uno sciopero della fame e per il 26 hanno indetto una marcia nella capitale. Con unTwitter, Nieto ha ringraziato gli esperti Giei e ha sostenuto di aver esortato gli inquirenti a tener conto delle loro conclusioni.
Intanto, un gruppo di organizzazioni, riunite nel Congresso nazionale cittadino, dal 29 agosto sta raccogliendo le firme per denunciare Nieto e i membri del suo gabinetto per appropriazione illecita di fondi pubblici. I deputati federali di Morena, il partito di Lopez Obrador, presenteranno un progetto di legge perché possa essere processato: come Otto Pérez Molina in Guatemala.
di Geraldina Colotti – Il Manifesto – 07/09/2015 http://ilmanifesto.info/espertiindipendentituttemenzognesui43/
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Conferenza stampa dei genitori dei genitori dei 43:https://www.youtube.com/watch?v=aeGimeraoUc
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Corriere della Sera – 07/09/2015
di Guido Olimpo
Il governo messicano è stato smentito. I 43 studenti scomparsi a Iguala, stato di Guerrero, quasi un anno fa, non sono mai stati bruciati. E ad oggi non si hanno informazioni sicure su dove siano finiti i loro resti. Questa la conclusione dell’indagine condotta dalla Commissione inter-americana per i diritti umani, un organismo chiamato a far luce su una vicenda angosciante e dove le sorprese non sono ancora finite.
I giovani sono spariti il 26 settembre del 2014 nei pressi di Iguala. Erano a bordo di alcuni veicoli bloccati da uomini armati: agenti e criminali della gang Guerreros Unidos. Secondo la versione ufficiale i ragazzi sono stati catturati dai banditi – probabilmente su ordine del sindaco di Iguala – e poi trasferiti vicino ad un torrente dove li hanno assassinati. Successivamente tre narcos – che hanno confessato il crimine – li hanno distrutti con il fuoco. Ma le successive ricerche non hanno permesso di trovare riscontri e le verifiche del DNA hanno dato esito negativo. Solo un corpo è stato riconosciuto come quello di uno dei ragazzi scomparsi.
Falsa la versione del governo
La Commissione ora ha stabilito che la storia raccontata dai «rei confessi» è probabilmente falsa, così come versione fatta circolare all’epoca. Il governo ha sempre parlato di 3 attacchi mentre in realtà sono stati 9 e sempre più violenti. Non solo. Il vero movente dell’assalto ai bus – ipotizzano gli inquirenti internazionali – sarebbe stato un tentativo di recuperare un carico di droga che era su uno dei mezzi. Stupefacenti diretti al mercato statunitense. Nel rapporto ufficiale si è sempre parlato di 4 veicoli mentre quella notte ve ne erano 5. In precedenza le autorità avevano sostenuto che la gang era entrata in azione perché temeva che gli studenti potessero disturbare un comizio organizzato dal sindaco di Iguala insieme alla moglie, donna imparentata con un noto clan locale. Una contestazione fomentata da un clan rivale. Scenario che non appare credibile.
Proteste popolari in Messico
La sparizione dei 43 ha provocato proteste popolari in Messico e all’estero, le autorità sono state più accusate di mentire e di nascondere la verità. Uno scandalo che ha coinvolto anche l’esercito: secondo alcune ricostruzioni – confermate dalla Commissione – unità erano presenti quando i banditi hanno teso l’agguato ai giovani. La vicenda, infine, ha fatto emergere altri massacri. I militari hanno recuperato, sempre nell’area di Iguala, i resti di 120 persone, vittime di regolamenti di conti o omicidi eseguiti da formazioni criminali spesso in combutta con la polizia.

Norway, Children in War International Cartoon Exhibition

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Children in War
The Norwegian Cartoonist Gallery presents the exhibition «Children in War» to focus on the suffering of children in war- and conflict areas. Through media we are witnesses to children´s situation in Iraq, Syria, Ukraine, Gaza and Yemen among other places. We see children as refugees, terrified, wounded and murdered. They have lost their safety, their homes, schools and are even taken as hostages and soldiers.
The exhibition is produced in cooperation with the cartoonists Fadi Abou Hassan from Syria and Arifur Rahman from Bangladesh. They both live in Norway as political refugees under the protection of ICORN and Norwegian PEN.
We are deeply grateful to all participating cartoonists from 51 different countries. Their positive response and high quality of cartooning have made this exhibition possible.
With compliments
Fadi Abou Hassan
Arifur Rahman
Vigdis Wolden

Participants list of Children in war exhibition 2015 http://www.toonsmag.com/2015/04/participants-list-of-children-in-war.html

Facebook event https://www.facebook.com/events/405766029623806/
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Oggi, alle ore 14:30, è stata inaugurata la mostra "Children in War" ("Bambini in guerra") alla galleria d'arte "Avistegnernes Hus" di Drøbak, in Norvegia. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Arifur Rahman del Bangladesh e Fadi Abu Hassan della Siria, entrambi rifugiati politici, e vanta i contributi di 67 vignettisti di 51 paesi.

Gli italiani che espongono sono:

Enrico Bertuccioli
Fulvio Fontana 
Tomas 
lebiro 
Pietro Vanessi 
Paolo Morelli 
Agim Sulaj 
Valeriano Cappello 
Paolo Lombardi
Alcuni disegni in mostra:





"Childlike Innocence" - Nigeria
Paolo Morelli


di Paolo Lombardi



tOOns MaG
fadiabouhassan@Yahoo.com

Buduàr 28

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In attesa del numero di settembre ...
per chi se lo fosse perso troppo impegnato in vacanze esotiche o semplicemente casalinghe eccovi

Buduàr 28




Buon Ferragosto da Buduàr 28

Un'estate d'arte leggera. 

COPERTINA DI EUGENIO SAINT-PIERRE
Ormai Buduàr è completamente autonomo, abbiamo la certezza che si crei senza alcuna possibilità di intervento da parte nostra.
Avevamo in mente un numero tipicamente estivo, leggero e disimpegnato.
Ci ritroviamo un malloppo da record con 150 pagine farcite di tutto e di più. Alla faccia di chi dice che di umorismo c'è ormai poco da scrivere.
Buon Ferragosto, buone ferie, buoni bagni. Ci si rilegge a settembre, con qualche piccola novità.
Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.


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Interessantissimo numero a partire  dalla mostra "Il pisello di Ugo Sajini", lo scandalo del Reno e alle altre
150 pagine di Humour

Buona lettura! 



People di Doriano Solinas


THE BALLAD OF THE HOMELESS (La ballata dei senzatetto) vince al LOS ANGELES SHORT FILM FESTIVAL

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Scrive sulla sua Pagina di Social Network Monica Manganelli piena di gioia:


WINNER BEST ANIMATED SHORT AL LOS ANGELES FILM FESTIVAL
Oggi con Chiara FerianiMassimo Moretti  Francesca De Angelis, Franco Tassi, Shibata VJ, Anna Sbarrai e Jacopo Chiari presso Los AngelesTHE BALLAD OF THE HOMELESS ha vinto THE BEST ANIMATED SHORT al LOS ANGELES SHORT FILM FESTIVAL
abbiamo così ottenuto la eligiblità ufficiale per partecipare agli OSCAR E AI BAFTA..
ragazzi sto tremandoooooo
gli americani sono pazzi!
Italiaaaaaaaaaa prrrrrrrrrrrrrrrrr 
eh scusate! quando ce vo' ce vo'GRAZIE alla EMILIA ROMAGNA FILM COMMISSION, l'unica e prima istituzione che continuo a dire ha sempre creduto in noi!





«La ballata dei senzatetto», cortometraggio d’animazione prodotto da Independent REvolution e da Emilia-Romagna Film Commission, si è aggiudicato il Los Angeles Short Film Festival, valido per concorrere agli Oscar e ai 'Bafta and Canadian Screen Award’.
La Regione fa sapere che è tutto emiliano e operativo nel parmense il gruppo che ha realizzato il corto vincitore, già presentato con successo in 11 festival internazionali tra cui il Berlino Short, Cannes e Toronto. A capeggiare il team la giovane Monica Manganelli che, dopo importanti esperienze con grandi produzioni estere, ha deciso di rientrare in Emilia-Romagna, sua terra d’origine.
«La ballata dei senzatetto» racconta in otto minuti, attraverso gli occhi del piccolo Tommy, il dramma dell’Emilia colpita dal terremoto: la gente, il dolore, il coraggio, la rinascita. Ad accompagnarlo nel viaggio, una lumaca simbolo di tenacia e di progresso. I personaggi sono stati interamente costruiti e animati in 3D in sette mesi di lavorazione. Tanti i simboli di omaggio alla cultura e alla storia della regione: ad esempio le mongolfiere che scoperchiano i tetti, ispirate dalla manifestazione di Ferrara, territorio tra i più colpiti dal sisma; o le tonalità di marrone della terra emiliana che richiamano le scene dei campi di grano e le rive del Po di "Novecento» di Bernardo Bertolucci.
«Nel corto - commenta l’assessore regionale alla cultura, Massimo Mezzetti - viene posta la domanda: che cosa faresti se non avessi paura? Il risultato di questo fantastico gruppo è la migliore risposta. La Regione ha creduto da subito in questo progetto, finanziandone la realizzazione con un contributo pari al 30% del costo. Un prodotto interamente 'made in Emilia Romagna' che ci sta facendo conoscere in tutto il mondo e che non può non incoraggiare i nostri creativi a investire sul territorio».
da Gazzetta di Parma



The Ballad of the Homeless 

Animation / Italy / 9 min.

The Ballad of the Homeless is a poetic and surreal journey into the lands devastated by the earthquake in Emilia (2012), through the eyes of a child (Tommy, the protagonist) and his friend, a snail. Together they face and discover the values of solidarity, hope and will see the rebirth of the land.

Director: Monica Manganelli
Producer: Monica Manganelli, Emilia Romagna Film Commission
Writer: Monica Manganelli

Cast:





Pubblicato il 14 gen 2015
director & creative designer : Monica Manganelli
vfx creative supervisor & motion graphic artist: Stefano Stefani
vfx creative supervisor & 3D and compositing artist: Chiara Feriani
vfx supervisor: Franco Tassi
Executive Producer: Monica Manganelli by INDEPENDENT REVOLUTION
screenplay: Monica Manganelli

WEBSITE: http://ballatadeisenzatetto-film.net/

soundtrack TRAILER: “Spiegel im Spiegel” by Arvo Pärt

Voice over narration: Francesca De Angelis
Audio Recording: Gian Maria Pacchiani

Compositor: Andrea Zimbaro
Compositor: Riccardo Cia
Compositor: Stefano Tigre
Compositor: Valentino Strada

Animator: Raffeale Cantucci
Animator: Michela Martinelli
Animator: Francesco Sale
Animator: Pasquale Santi

Motion Graphic artist: Michela Serra
Motion Graphic artist: Andrea Benvenuti

Opening Title: Stefano Stefani, Monica Manganelli

Editing: Monica Lo Stefano

uno speciale ringraziamento ad
Andrea Mareschi, Federica Gambetta
Zuleika Munizza, Stefano Menion Ferrari
with the contribution of EMILIA ROMAGNA FILM COMMISSION





Lo sgomento ungherese

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THE DISMAY Gianfranco Uber
I confess that the kick of the Hungarian photojournalist has caused me dismay. An act so stupid as to even make credible his repentance. Now Petra Lazlo could continue to inform us about the fate of the man and her child.
11 Sep 2015
[Lo sgomento
A me lo sgambetto della fotoreporter ungherese ha causato un grande sgomento.
Un atto talmente stupido da rendere persino credibile il suo pentimento.
Ora Petra Lazlo potrebbe occuparsi della sorte di quell'uomo in fuga e del suo bambino.]


Tripping Refugee  Mike Flugennock
The really sad thing about that Hungarian camerawoman's action is that it pretty much encapsulates the current attitude of EU member governments.
10 Sep 2015


HUNGARIAN JOURNALISM   Marian Kamensky
HUNGARIAN JOURNALISM
09 Sep 2015

Hungarian camerawoman and the migrants
BY OSMANI SIMANCA, BRAZIL, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  9/10/2015 1


La notizia:

Il gesto dello sgambetto, ha fatto il giro del mondo: la videoreporter Petra László - della tv ungherese N1TV legata al partito di estrema destra Jobbik - che fa lo sgambetto ad un migrante con il figlio in braccio mentre tenta di scappare dalla polizia nei pressi del villaggio di Roszke in Ungheria, non smette di far discutere. E l’operatrice licenziata dall’emittente per cui lavorava e inseguita da una inchiesta penale della procura della città ungherese di Szeged, tenta - dalle pagine del Guardian - una estrema difesa: «Non sono una razzista senza scrupoli - dice László - Sono andata nel panico quando il cordone della polizia è saltato e le persone hanno cominciato a correre». fonte


Kountoris

Buona scuola a tutti

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IL TETTO CHE SCOTTA
E' partito il nuovo anno scolastico e contemporaneamente entra in vigore la riforma della Buona Scuola.
Dalle classi troppo numerose a quelle con tutti alunni stranieri, alle insegnanti mancanti, dagli immobili cadenti alle supplenze che dovevano sparire ed invece sembra salveranno ancora per un po' la situazione, da chi dipinge la riforma come una manna a chi non perde l'occasione per prendersela con gli immigrati.
Apparentemente sembrano apparire gli stessi problemi di sempre, ma forse è presto.
UBER




Mario Airaghi




La donna è mobile


Quasi il 90% dei 7.000 insegnanti che -in questa prima tornata di 38.000-  dal sud emigrerà verso nord è donnauna su due supera i 40 anni. Il posto fisso e tutto ciò che ne consegue le renderà circa 1.300 euro mensili con cui affronterà la nuova vita finalmente non più precaria.  Vedrete che a breve sarà pure protagonista   nelle colonne  che trattano moda/costume/turismo/curiosità/viversano sempre più glamour a mo’ di factory warholianacosì fashion anche nelle istituzioni.
La donna che invece è parte integrante della  fattoria orwelliana abbandonerà figli e marito al sud e con quei 1300 euro mensili si pagherà al nord affitto alimenti e sporadici viaggi pendolari compatibilmente con guasti e ritardi. Per mandare un po’ di soldi ai familiari rimasti in terra matrigna dovrebbe trasformarsi dal Mimì metallurgico della Wertmüller  alla Mimì della Boheme e cioè condurre l’esistenza dei nostri stranieri raccoglitori/manovali in nero, altrimenti chiamati spregiativamente clandestini (napuli/terun di precedenti tornate migratorie).  Ma siccome è cittadina italiana ancorché europea, oggi è dichiarata ufficialmente “donna in carriera” dunque (naturalmente) soggetta a mobilità…
Il Belpaese sta sereno: eliminato il ministero delle pari opportunità si sono estinti i parametri identificativi di “pari” e di “opportunità”. Sono succeduti selfie e tweet  distribuiti senza sosta  in parti uguali nel sud sempre più discarica, nel nord in stato di decozione e nel centro dei carrozzoni funebri e circensi.
3 settembre 2015




Tiziano Riverso



Natangelo



che emozione
ho accompagnato il gatto al suo primo giorno di scuola, con la crostata di ribes e ortica, per merenda, nel cestino, preparata con le mie mani

ho vinto
Magnasciutti Fabio


Matematica
Mauro Biani


Scuolabusivo

MASSIMO GRAMELLINI
A San Pellegrino c’è un istituto alberghiero servito malissimo dai pullman, che hanno ulteriormente ridotto le corse dopo gli ultimi tagli della Regione, conseguenza inevitabile di quelli del governo. Potendoselo permettere, le famiglie dei milleduecento studenti affittano un paio di automezzi e organizzano un servizio alternativo di scuolabus. Lo spirito è quello di Alessandro Gassmann che prende la scopetta per pulire il marciapiede sotto casa. Il privato che subentra al pubblico e supplisce alle sue carenze, riconoscendo un’amara verità: certi servizi, un tempo finanziati dalle tasse, oggi per funzionare richiedono un contributo supplementare - in tempo e in denaro - da parte di chi ne fruisce. Quand’ecco la sorpresa. La Provincia di Bergamo (ma non erano state abolite, le province?) blocca il progetto dei genitori degli alunni, tacciandolo di concorrenza sleale.

A riprendere in mano i fili della storia, sembra di impazzire. Un’istituzione che non dovrebbe più neppure esistere mette i bastoni tra le ruote (è il caso di dirlo) a un’iniziativa privata sorta per garantire un servizio che gli enti locali non sono più in grado di fornire. Bollandola come concorrenza sleale. Ma concorrenza sleale a chi? A qualcosa che non c’è o comunque non funziona. Per il burocrate di casa nostra, evidentemente spalleggiato dalle leggi, il cittadino è costretto ad accontentarsi della sbobba sempre più scadente passatagli di mala grazia dal convento pubblico. Se pretende un piatto di spaghetti al dente ed è persino disposto a pagarselo, deve rinunciare perché trattasi di concorrenza sleale. Alla sbobba.


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Ti potrebbe interessare il fumetto di Moise : Le birbe dello spazio tornano a scuola

43° Premio Satira Politica Forte dei Marmi

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" La satira assomiglia all'uovo di Pasqua, ha la sorpresa dentro."
Serena Dandini
e che sorpresa!! aggiungo io.

Dédié aux victimes dE Charlie Hebdo -  

IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL TEATRO A :
 ENRICO BRIGNANO
 Esordì bravo muratore, divenne grande attore di teatro. Comico. Con rari blitz nella satira politica «per non dare ai politici un ulteriore palcoscenico. Tanto loro non cambiano», dice, «privi come sono di ironia e autoironia». Poche incursioni, dunque, però illuminanti. Eccone due, la prima parafrasando Voltaire: «Io non sono disposto a morire per un’idea di Razzi»; la seconda sui boss della Casta e le loro belle famiglie: «I figli so’ piezz’ ‘e Rolex». Perle che ci restituiscono il tempo che viviamo. E che meritano un Premio.

IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO AL LIBRO:
 “Essere #matteorenzi” di CLAUDIO GIUNTA (Il Mulino Editore)
 Saggio di intelligente, disperata allegria sul linguaggio del leader indiscusso e post berlusconiano della nuova democrazia social pop italiana, Matteo Renzi, il “quasi nulla che piace”, detestato e anche molto ammirato, massimo giocoliere di parole di gomma, annunci senza strafare con il seguito, buone intenzioni senza mai troppe conseguenze, che a forza di entusiasmo, ottimismo, buon senso, ha fatto dei labirinti concentrici di Palazzo Chigi la semplice Ruota della sua fortuna. E un po’ meno della nostra.


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL GIORNALISMO A:
MICHELE MASNERI
L'eleganza è cattiva, quando ci vuole; e la buona prosa, all'occorrenza, sa e deve essere perfida con gli arroganti, i vanitosi, i capricciosi che la cronaca le offre a getto continuo. Quindi cerimonie all'insegna dell'ipocrisia, carriere e successi fondati sull'equivoco, spiagge inutilmente vip, economisti in ghingheri, stilisti in manette, politici ormai prigionieri del vino che producono. Michele Masneri rianima l'antica tradizione del reportage; lo piega nel verso di un sadismo allegro e colto; lo nutre con i bocconcini di un tempo tornato ad essere sudicio e sfarzoso. 


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER L’ATTUALITÀ È STATO ASSEGNATO A:
DADO  - GABRIELE PELLEGRINI
 Il Dado è tratto, come diceva Giulio Cesare. Il bacio dei Casamonica, colpiti al cuore dalla parodia del funerale del loro capofamiglia, ha trasfigurato Gabriele Pellegrini, in arte Dado, in una star del web politico, in una icona della libertà di satira, nel simbolo della società civile, nell’arcinemico di Mafia Capitale, in un opinion maker dell’attualità… . Per questo, per la parodia, insieme ai suoi versificatori, Terenzi e Lucisano, lo premiamo. Senza dimenticare il suo cursus honorum: inventore delle Canzoni Cihuahua, leader del gruppo Dado e le Pastine in brothers, autore di commedie musicali dai titoli insuperabili (la prima: La vita è fatta a scale, c'è chi le stona e chi le sale) coprotagonista di Zelig o di Servizio pubblico. Insomma: non sono solo canzonette…


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO INTERNAZIONALE A:
 FECO FRANCE
Nell’anno nero di “Charlie Hebdo” la satira francese ha pagato un prezzo esorbitante e disumano al diritto di espressione. E, se sotto i colpi ha barcollato per qualche istante, ha saputo reagire orgogliosamente con la maestria di una tradizione ironica e satirica che affonda nella storia della République. Lì, da molti anni, opera FECO France, Associazione che riunisce un’ottantina di disegnatori satirici d’Oltralpe e che ha tra i suoi fini non solo quello di aiutare i disegnatori a superare le difficoltà della professione, ma soprattutto di promuovere lo scambio di esperienze con i colleghi di tutto il Mondo.
Ambasciatori universali della vignetta e della satira, anche quando il dolore secca l’inchiostro nel calamaio.


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL WEB A:
 EDOARDO FERRARIO
 Giovane romano di bellissime speranze,  si è  fatto notare per una serie di personaggi irresistibili nella più pura tradizione comica che parte da Alberto Sordi, passa da Carlo Verdone e attraverso Corrado Guzzanti, arriva fino a lui giovane interprete di professori universitari fancazzisti, giovani studenti 2.0 e all’occorrenza imitazioni  che nulla hanno da invidiare ai più smaliziati autori di satira. E’ pure mezzo-bello, mezzo-simpatico e mezzo-intelligente come lo definirebbe il Pips, suo cavallo di battaglia ormai già un must nella rete e non solo.  
L’ex aequo ovvero un mezzo-premio va a Edoardo Ferrario.


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO A:
FABIO MAGNASCIUTTI
La battuta spiazzante ed ironica si veste di una grande illustrazione, ed è subito satira. Autentica, cattiva e definitiva dal segno inconfondibile. Belli da sfogliare, i disegni di Fabio Magnasciutti non ammettono replica. Animazioni ad un sol quadro, eppure dinamiche ed argute, sottolineano le assurdità della nostra politica e della nostra società. Satira solo in apparenza sintetica e immediata, con un fascino da pensiero laterale che si svela sorprendentemente quando si cerca di decifrarne diversamente la cifra satirica e umoristica.


IL PREMIO SPECIALE "PINO ZAC 2015"È STATO ASSEGNATO AL LIBRO:
“LA SATIRA IN VERSI - STORIA DI UN GENERE LETTERARIO EUROPEO”
a cura di GIANCARLO ALFANO (Carocci editore)
 A dispetto di chi crede ostinatamente che la satira sia un genere in perenne declino e di chi ignora che da sempre l’uomo elabora sentimenti universali come la rabbia e la vergogna, la presa in giro e il senso del ridicolo come forme elaborate di disapprovazione. Giancarlo Alfano, coordinando un gruppo di docenti universitari, ha raccolto in questo saggio la storia di un genere letterario europeo lungo duemila anni di storia, dimostrando come la satira per qualità e quantità di esperienze significative occupi un ruolo fondamentale nello spazio poetico e nell’organizzazione sociale di ogni epoca e di ogni lingua e letteratura. Con una ricerca curiosa e stimolante che va dalle “Saturae” di Ennio fino all’ironia di Elio e le Storie Tese.

Ai suoi albori negli anni ’50  la televisione,  per  arricchire i suoi primi programmi  di varietà,  saccheggiava a più  non posso il mondo del  teatro e in particolare   dell’avanspettacolo,  ricco dei personaggi più amati dal pubblico. Ora la fa ugualmente ma con il web, che è diventato l’unica fonte di sperimentazione e fucina di nuovi talenti.  Perché solo dove c’è libertà e meritocrazia nascono le novità e i canali generalisti sono ormai così soffocati dal perbenismo e lottizzati dalla politica da aver perso  completamente  ogni ispirazione.
È per questo che IL PREMIO  SATIRA POLITICA FORTE DEI MARMI ha da tempo una sezione web, luogo dove nascono le promesse del futuro , un mare magnum talmente ricco di  stimoli e personaggi che quest’anno la giuria ha aggiudicato  un ex-aequo. Ambedue i premiati   avranno un grande futuro.
 IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL WEB A:
 TG LERCIO
 La satira ha degli strumenti consolidati e dei meccanismi che si tramandano di generazione in generazione. Il finto telegiornale è uno di questi. Molti si cimentano  ma pochi riescono a superare le forche caudine del già visto e già sentito. Specialmente di questi tempi che la realtà non solo ha superato la fantasia ma l’ha proprio fatta secca. Ecco perché merita sicuramente questo premio la redazione al completo del Tg Lercio, organo di contro-informazione del web,  che in poco tempo si è trasformato nell’unica fonte di notizie attendibili, autorevoli e veritiere. Un esempio per tutte questa news di politica interna:
«Salvini contro gli uccelli migratori: Facciano il nido a casa loro”»


 IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL CINEMA AL FILM:
“FINO A QUI TUTTO BENE”
 Humor acidissimo per “Fino a qui tutto bene”, commedia giovanile di Roan Johnson che miscela la comicità toscana di Pieraccioni alla satira sociale di Virzì. Battute fulminanti e sketch spassosi, per un’opera che trova il tono migliore proprio quando riesce a ridere di temi delicati e che ha i suoi perni narrativi nella mancanza di certezze di una generazione privata di gran parte delle opportunità concesse a quelle precedenti. Johnson firma così un film pregevole attraverso il quale ci restituisce uno spaccato della società contemporanea, critico e intriso di disillusione. Sdrammatizzato in certi momenti dalle canzoni dei Gatti Mézzi, che meritano una citazione, il film sottolinea le capacità di questo regista, che già aveva dato buona prova di sé con il grottesco “I primi della lista” al cinema e con gli spassosi vecchietti del Bar Lume in TV.


IL PREMIO SPECIALE "CITTA’ DELLA SATIRA 2015"È STATO ASSEGNATO A:
 FEDERICO MARIA SARDELLI
 Parafrasando Oscar Wilde si potrebbe dire che Federico Maria Sardelli nella vita ha messo a frutto la sua genialità, nelle sue opere un purissimo talento. Un’opera sinfonica multimediale –quella di questo toscanaccio incline alla musica e alla satira – sempre pronta alla battuta finale in un crescendo che spiazza. Firma storica del mensile satirico “Il Vernacoliere” su cui ha debuttato dodicenne, Sardelli è l’autore di numerose opere satiriche che spaziano dal fumetto, alla spassosa parodia letteraria, fino alla poesia.  Come si fa a dire che è solo bravo?


IL 43° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA TESI DI LUAREA A
FEDERICO BERNARDI
“L’unica vera grande libertà che nessuno può togliere all’uomo è la libertà di sorridere, di ridere della realtà che lo circonda”. È la conclusione a cui approda la tesi di laurea  in giurisprudenza di Federico Bernardi. “Castigat ridendo mores: il diritto di satira nell’ordinamento italiano” è uno studio meritevole di plauso poiché dopo un’attenta analisi  del concetto di satira e  la presentazione delle maggiori pubblicazioni satiriche nel Novecento italiano, descrive i profili di tutela costituzionale che la satira ha nel nostro ordinamento, fino a stabilirne le differenze, come tertius genus distinto da cronaca e critica, per concludere attraverso un’attenta disamina della dottrina e della giurisprudenza più recenti.


La GiuriaRoberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Serena Dandini, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti.
Ai Vincitori verranno consegnate le sculture: 
"L'Ape" di Pietro Cascella,  “Cavallo e cavaliere” di Ugo Guidi, "Omaggio a Pino Zac" di Emanuele Giannelli. “La Città della Satira” di Rinaldo Bigi



Complimenti a Tutti!!


Papa Francesco a Cuba, ed incontra Fidel!

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Propaganda Fidel
di Franco Portinari

Papa Francesco ha incontrato all'Avana l'anziano leader della rivoluzione cubana Fidel Castro. Lo ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. L'incontro, durato circa 30-40 minuti, è avvenuto nella residenza di Fidel Castro, alla presenza dei familiari dell'anziano leader - una quindicina di persone -, mentre il Papa era accompagnato dal nunzio apostolico a Cuba, mons. Giorgio Lingua, e da altre persone del seguito.






La foto dell'incontro è stata scattata dal figlio di Fidel Castro, poi seguono i cartoons.




Papa Francesco parte per Cuba
Paolo Lombardi

El papa en la Habana
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  9/20/2015

Que Cuba se abra al mundo
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  9/19/2015

pope, francis, cuba, raoul castro, che guevara
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  5/16/2015



Raul Castro T-Shirts 
BY OSMANI SIMANCA, BRAZIL, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  5/12/2015


Viaggio Cuba-Usa di Papa Francesco
ARES


di Pillinini

The Flying Radio.

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La radio che vola su internet. Con il cuore e la mente rivolti al passato, ed un orecchio al presente, quando ne vale la pena. 



The Flying Radio.
La radio che vola su internet. Con il cuore e la mente rivolti al passato, ed un orecchio al presente, quando ne vale la pena.
Come dice il nostro slogan, sicuramente affondiamo le nostre radici nella musica (rock, per usare un termine omnicomprensivo) degli anni ’60, ’70 ed ’80.
Veniamo poi anche più in qua, ma al momento il limite al numero di canzoni caricabili ci ha imposto delle scelte di campo abbastanza nette: abbiamo dovuto sacrificare la musica italiana, per esempio, e quanto alla contemporanea abbiamo dovuto ridurre moltissimo la scelta.
Presto questo limite verrà meno, potremo caricare molte più canzoni, diversificando così la proposta.
Attualmente programmiamo musica 24 ore al giorno, tutti i giorni della settimana. All’interno della programmazione abbiamo poi quattro spazi giornalieri di un’ora, alle 7, alle 13, alle 18 e alle 21. Questi spazi sono dedicati, a turno, ai Beatles, ai Genesis, ai Pink Floyd ed alle voci femminili.
Da questa settimana aggiungeremo in questa turnazione anche uno speciale dedicato di volta in volta ad argomenti diversi.
Più in là avremo spazi dedicati, appunto, alla musica italiana, al trip-hop, al blues e forse, se potremo proseguire, anche alla musica classica.
Sarà difficile proseguire perché, dopo nove mesi di attività, dovremo assicurare a chi ci ospita 120 ore di ascolto al giorno….. e non è davvero facile. E’ per questo che abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, di avere quanti più fans possibile, di piacere al maggior numero di persone.
Ma vogliamo provare a vincere questa sfida.
Chi resterà collegato su The Flying Radio… ne sentirà delle belle!




per collegarsi cliccare QUI

Lady Gaga - Til It Happens To You

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La cantante Lady Gaga ha rilasciato il video del brano “Til it happens to you”. La canzone è stata scritta per il documentario “The Hunting Ground” e una parte del ricavato delle vendite del pezzo verrà devoluta alle organizzazioni che aiutano persone vittime di abusi sessuali.

Gaga ha dichiarato: “Diane Warren e io abbiamo fatto ‘Til it happens to you’ per tutte le persone al mondo che hanno subito esperienze dolorose nella vita. Speriamo possiate sentire il nostro amore e la solidarietà attraverso questo brano e sapere grazie a questa clip che non siete soli”.





Break the Silence Sofia Mamalinga
If you don’t talk about sex, how will you end sexual violence?
10 Sep 2013


Battered Woman
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  1/9/2008


Stop violence
Marilena Nardi

“Questa canzone speciale scritta da Diane Warren & Lady Gaga fa parte di un importante film chiamato The Hunting Ground che documenta il grave problema delle violenze sessuali che accade nei campus in tutto il Paese.
Una parte del ricavato della vendita della canzone sarà donato a organizzazioni che aiutano i sopravvissuti di aggressioni sessuali”.

Storie di abusi ai minori taciute in Afghanistan

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Inchiesta del New York Times. Marines americani hanno l'ordine di ignorare le violenze sessuali che vengono compiute regolarmente dagli alti ufficiali della polizia del Paese, in alcuni casi anche quando avvengono nelle stesse basi militari



Destroy    Michel Moro Gómez (MORO)
The positition of women in Afghanistan. This cartoon is selected for Peace & Justice 2015-2016. The cartoon is based on an idea by Fatima Khalil-ul-Allah from Marefat Primary and High School in Kabul, Afghanistan.
22 Sep 2015




Libertà duratura per carnefici d’ogni specie


«Il motivo per cui eravamo lì era per le terribili cose che sapevamo i talebani facevano contro la popolazione, abusando dei diritti umani» E’ ciò che riferisce al NYT un marine statunitense impiegato nell’Enduring Freedom  in Afghanistan.
Ma è anche ciò che ufficialmente e istituzionalmente è stato riferito all’intero pianeta da tutte le forze  alleate in quella missione.
Il New York Times oggi  rivela che i soldati Usa erano (ora come ISAF non lo sono più?)obbligati a ignorare gli stupri sui bambini perpetrati dagli alleati locali perché il comando impediva ogni intervento contro quei crimini sostenendo che  è  cultura locale abusare dei piccoli schiavi per sesso pedofilo e in tal senso sfruttabili dai loro padroni con potere di vita e morte:  è normalità  (bacha bazi cfr. wikipedia) diffusa in tutto il paese, apertamente praticata e praticamente non perseguibile.
Più testimonianze raccolte dal NYT -dirette dai sopravvissuti e indirette dai genitori custodi delle terrificanti confessioni dei loro figli ammazzati laggiù- affermano: «…durante la notte li sentivamo urlare, ma non potevano far nulla. Non ci era permesso»…
I carnefici di quei bambini sono soldati, famigli, ruffiani locali che noi, tra alleati e artefici dell’Enduring Freedom, abbiamo arruolato per a)sconfiggere il male b)restituire la libertà dei diritti umani al popolo oppresso.
Al momento abbiamo raggiunto giusto la libertà d’essere carnefici tutti. I tempi e i fatti  purtroppo dimostrano che questa libertà sarà anche duratura.
22 settembre 2015


The Afghan Box Factory    Matteo Bertelli
The war in Afghanistan is taking a tremendous toll on human life, but the conflict shows no sign of ending any time soon.
21 Jan 2011


Links:
U.S. Soldiers Told to Ignore Sexual Abuse of Boys by Afghan Allies
Afghanistan, soldati Usa costretti al silenzio per abusi su minori. Gli ordini: "È la loro cultura"

In memoria di Akram Raslan

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Akram Raslan, 41 anni, era un vignettista arrestato tre anni fa per i suoi disegni non apprezzati dalle autorità al potere in Siria. Solo adesso i suoi familiari hanno potuto confermare il decesso del loro caro, avvenuto in una cella della Sicurezza generale, una delle agenzie di controllo del Paese.  Raslan era finito dietro le sbarre nell'ottobre del 2012, ed è morto dopo mesi di tortura .

Abbiamo avuto di recente dai colleghi siriani, la conferma ufficiale della morte di Akran Raslan. E due anni dopo la sua morte, la famiglia viene solo per ottenere la conferma della sua morte. Vedere l'articolo di Slate
http://www.slate.fr/.../mort-caricaturiste-syrien-akram-raslan
Pierre Ballouhey




Akram Raslan   Mohammad Saba'aneh
21 Sep 2015



To Akram Raslan    Emad Hajjaj
To Akram Raslan
23 Sep 2015



Cartoons for peace in Syria    Ramses Morales Izquierdo
another artist dead for his art
21 Sep 2015




TO AKRAM RESLAN   Hassan Bleibel
21 Sep 2015



R.I.P Syrian cartoonist Akram Raslan... Some of us as cartoonists around the world tried his case would be heard... following cartoon is my effort to support him, but we did have no success at all, a living person who just was expressing himself by drawing cartoons died at the end... I am sorry Emoticon frown

Syrian cartoonist Akram Raslan have died under torture at a Syrian regime's detention centre months after his arrest. Raslan was arrested at his work place in Hama on 2, October 2012 and no information regarding him were acquired since then.

According to a Syrian detainee (F, Y), Raslan have martyred circa two and half years ago, when his health status was deteriorated and he was transferred to a hospital where he died there. It was almost the same period where his martyrdom was rumored until it was finally verified today.

Raslan was one of the most brave cartoonists in Syria, his works were known for being very direct in opposing the Syrian regime and its head. He was publishing from Syria through Arabic journals and websites, he stood by the Syrian revolution since the very first day, Raslan drew more than 300 cartoons that accompanied the early developments of the Syrian revolution...

ref: Fadi ABou Hassan / art by: firuz kutal

*



Il Cartoonist Akram Raslan è morto dopo atroci torture in un carcere Siriano del dittatore Assad.
Sempre più difficile fare satira, qui nell'occidente libero si ha a che fare con i boss di turno, rischi una denuncia, oppure che qualche bravo del boss ti aspetti sotto casa, ma in certe parti del mondo va decisamente peggio,anche in Iran recentemente 3 cartoonists sono stati condannati a 10 anni di carcere per le loro vignette.
C'è chi dice che la Satira è morta, che non ha più nulla da dire, ma se accadono ancora queste cose è segno che la Satira fa il suo dovere e da fastidio ai potenti.
Paolo Lombardi



Tribute to Akram Raslan
This week it was confirmed that well-known Syrian cartoonist Akram Raslan died in detention in 2013, less than a year after his arrest in October 2012. His death was almost certainly the result of having been tortured by the Syrian security services. In this tribute collection we have gathered some of Akram’s cartoons (courtesy of Fadi About Hassan) and some tribute cartoons that our cartoonists have made on the news of his death.

(continua)

Parma, Museo Glauco Lombardi: "Napoleone in caricatura"

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Ultima settimana




18 APRILE – 4 OTTOBRE
Napoleone in caricatura
Museo Glauco Lombardi – strada Garibaldi, 15
 Oltre cinquanta pezzi in esposizione con altri curiosi cimeli delle collezioni permanenti su Napoleone Bonaparte.
"Napoleone in caricatura", percorso espositivo che intende celebrare il bicentenario dell'anno 1815, momento in cui avvenne la definitiva sconfitta del generale Napoleone.

A oltre cinquanta stampe satiriche realizzate in quel periodo si uniscono cimeli storici e ricostruzioni filologiche di armi, divise e oggetti di ispirazione napoleonica che testimoniano un'epoca che ha cambiato la storia.

La piccola esposizione (corredata da un ricco catalogo che entra a far parte della collana "Quaderni del Museo Lombardi") verrà caratterizzata nella giornata inaugurale da personaggi in costume dell'associazione Armée d'Italie capeggiati dallo stesso Napoleone, e rimarrà visitabile gratuitamente fino al prossimo 4 ottobre, periodo in cui sono inoltre previste numerose visite guidate.
Mostra aperta al pubblico da martedì a sabato dalle 9.30 alle 16.00;domenica e festivi dalle 9.30 alle 19.00; domeniche di luglio e agosto dalle 9.30 alle 14.00;
chiuso lunedì.
Ingresso gratuito.
Per informazioni tel. 0521233727.
Odio, amore, mai indifferenza. Nessuno come Napoleone Bonaparte è riuscito a suscitare nei propri contemporanei sentimenti così contrastanti. Le diverse reazioni all'indubbio carisma dell'empereur furono particolarmente evidenti negli ultimi anni del suo potere, quando la leggenda del generale cominciò a incrinarsi.
Nel bicentenario del suo ultimo anno di potere il Museo Lombardi ripercorre la storia di Napoleone servendosi di un mezzo ampiamente diffuso e assai gradito ai lettori dell'Ottocento: la caricatura. Grazie all'acquisto di oltre cinquanta pezzi, che saranno tutti esposti con altri curiosi cimeli delle collezioni permanenti, si scopriranno figure e retroscena di un'epoca densa di avvenimenti che cambiarono la storia.

Ecco una delle #caricature in mostra... in questa "Magical Print" alla sagoma di Napoleone Bonaparte corrisponde, sul retro, l'immagine del diavolo... il messaggio è piuttosto chiaro!










Autore:Saint-Phal (-)
"La ruine du fabriquant de cire!.."
DatazioneParigi, 1815
Tipo:Stampe
Inventario:2738
Vecchio inventario:
Tecnica:acquaforte acquerellata
Misure:cm 24x31
Osservazioni:La stampa fa parte di un gruppo di incisioni (invv. 2714-2767) di medesima provenienza pervenute al Museo tramite comodato a tempo indeterminato.
Napoleone viene presentato in questa caricatura antibonapartista come un imbonitore che mostra i modelli in cera della "famiglia imperiale per due soldi"; i mezzobusti della famiglia Bonaparte, alla quale l'imperatore aveva affidato regni e stati, si stanno sciogliendo come le ambizioni di Napoleone, creatore di sovrani ("cire" significa cera ma si pronuncia come "sire") effimeri.
Acquisizione:Comodato Fondazione Monte di Parma (luglio 2014)
Provenienza:Parigi, Collezione Valensi
Parigi, asta Osenat (aprile 2014)
Collocazione:Deposito
Partecipazioni a mostre:Parma, Museo Glauco Lombardi, "Napoleone in caricatura", 18 aprile-4 ottobre 2015
Note Bibliografiche:F. SANDRINI (a cura di), "Napoleone in caricatura", Parma, Graphital 2015, scheda 27, pp. 88-89 [ill.].


I disegni di Akram Raslan

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By Akram Raslan

Thanks  Fadi Abou Hassan e Cartoon Movement 














Russia+ Iran= Bashar Al Assad -2011


2012




A released detainee stands in front of a prison and describes the 'conspiracy' behind the Syrian revolution (Twitter / @ghaliakabbani) - See more at: http://www.middleeasteye.net/news/one-syrias-bravest-cartoonists-confirmed-dead-after-torture-737274548#sthash.EdcPVoSr.dpuf

Akram Raslan, 41 anni, era un vignettista arrestato tre anni fa per i disegni non apprezzati dalle autorità al potere in Siria da circa mezzo secolo. Solo adesso i suoi familiari hanno potuto confermare il decesso del loro caro, avvenuto in una cella della Sicurezza generale, una delle agenzie di controllo del Paese.  Raslan era finito dietro le sbarre nell'ottobre del 2012.

Originario della Siria centrale, si era laureato in Letteratura a Damasco. Lavorava per diversi giornali arabi, ma anche per Fidaa, giornale governativo. Dall'arresto nel 2012 si erano perse le sue tracce. Vignettisti siriani e di tutto il mondo ne hanno chiesto la liberazione. Nel 2013, la Rete internazionale per i diritti dei vignettisti gli ha riconosciuto il Premio per il vignettista più coraggioso dell'anno.Le notizie della sua morte erano già trapelate due anni fa, quando un compagno di cella, appena uscito dal carcere, aveva raccontato che Raslan era stato ucciso sotto tortura. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani, dal marzo 2011 al marzo 2014 le autorità siriane hanno ucciso nelle carceri circa 13mila persone. Solo nei giorni scorsi la famiglia ha ricevuto un laconico certificato di morte per "infarto" da parte del medico legale dell'ospedale militare di Damasco. E' questa la prassi - affermano avvocati per i diritti umani in Siria - usata ogni qualvolta il regime informa della morte sotto tortura in carcere di un prigioniero politico.

"Quanto mostruoso deve essere un potere per colpire una mano che stringe una matita?", aveva commentato l'italiano Sergio Staino quando nell'agosto del 2011 Ali Ferzat, il celebre caricaturista siriano, era stato pestato brutalmente da uomini mascherati che gli avevano spezzato le dita delle mani. Raslan aveva più volte sfidato il potere siriano. Aveva rappresentato la censura disegnando pittori bugiardi, che dipingono un quadro della situazione ben diverso dalla tragica realtà sul terreno. In un'altra sua celebre vignetta, un carro armato passa incurante della distruzione che lascia intorno a sé, diffondendo belle parole, come "riforme" e "dialogo", tanto care alla propaganda presidenziale.
fonte Ansa






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In memoria di Akram Raslan


La crisi colpisce anche l'umorismo

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Dal 1° Ottobre 2015 il Corriere della Sera abolirà le vignette dalla pagina dei lettori.Un'epoca (per me, ma anche per tutti gli altri disegnatori) che si chiude. E' stato bello, ma ogni cosa - purtroppo - ha una fine. Grazie a tutti i collaboratori del Corriere per la loro assistenza. 
Bruno Bozzetto


Tristissima notizia!

Festival di Internazionale a Ferrara - Concorso Una vignetta per l'Europa 2015: I Vincitori

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Ecco i vincitori del concorso per la migliore vignetta dell’anno sull’Europa, scelti da una giuria e dal voto del pubblico.

La premiazione è avvenuta a Ferrara durante il festival di Internazionale 2015 il 4 ottobre.
Presidente della giuria Thierry Vissol autore di Libertà di espressione in Europa



PRIMO PREMIO


Vecchia Europa 
di Marilena Nardi
Marilena Nardi, Vecchia Europa, L'Asino www.buduar.it, 24 aprile 2015 / maggio 2015.





Secondo Premio



Tom Janssen, Brexit and Grexit, www.voxeurop.eu, 12 maggio 2015.


Terzo Premio

Marco De Angelis, European Sea, www.buduar.it, Giugno 2015.



Premio speciale del pubblico



Pierfrancesco Uva, La cravatta tedesca, www.italiancomics.it, 8 febbraio 2015.



Premio speciale della giuria


Bruno Olivieri, È l'Europa che lo chiede, L'unione sarda, 26 aprile 2015.




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Lo scandalo Volkswagen

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VW    Paolo Lombardi
The Volkswagen scandal.
23 Sep 2015

Giovedì il numero uno di Volkswagen negli Stati Uniti Michael Horn testimonierà davanti a una commissione del Congresso sullo scandalo delle emissioni diesel.

Stando alla memoria scritta già depositata, il dirigente sarebbe già stato al corrente di possibili problemi nell’aderenza dei veicoli agli standard anti-emissioni statunitensi nel 2014.

Nell'attesa della testimonianza vi propongo alcune vignette delle tante disegnate e il comunicato ufficiale ai clienti Volkswagen, lo trovo esilarante. L'azienda sembra abbia a cuore solo la fiducia dei propri clienti e di sicuro non la loro salute.




23-set-2015 | Corporate News
Volkswagen informa
A tutti i clienti Volkswagen

Gentili Signore e Signori,
come avrete avuto modo di apprendere dagli organi di stampa, in queste ore il Gruppo Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune irregolarità che riguardano un particolare software utilizzato su alcuni nostri motori Diesel.
Prima di tutto vogliamo comunicarvi che tutelare la fiducia dei nostri Clienti e del pubblico è e rimarrà un aspetto della massima importanza per noi tutti. Siamo sinceramente e profondamente dispiaciuti che le vicende di questi giorni possano avere incrinato la loro fiducia.
Prenderci cura dei nostri Clienti rimane un elemento centrale della nostra missione aziendale e questo è ancora più valido in questa difficile circostanza.
Pertanto Volkswagen si impegna a farsi carico di affrontare e risolvere il problema nel più breve tempo possibile.
(continua in fondo alla pagina)



mercoledì 23 settembre 2015
UNA SITUAZIONE IMBARAZZANTE
I test che davano un risultato migliore sulle emissioni inquinanti delle vetture VW rispetto a quelle reali, sembra ammesso dalla stessa casa automobilistica, erano causati da un sw "volutamente" pilotato per superare i limiti imposti dasl mercato americano.
Detto questo mi chiedo cosa vuol dire richiamare tutte le auto vendute? Per correggere  il sw che a questo punto però darebbe un risultato non ammissibile o per un improbabile miglioramento delle prestazioni del motore che, se fosse stato possibile, sarebbe già stato applicato?
Uber


Volkswagen in USA    Vladimir Kazanevsky
Volkswagen in USA.
23 Sep 2015




Free fall    Giuseppe La Micela
Volkswagen scandal
24 Sep 2015



Volkswagen pollution level    Alex Falcó Chang
Volkswagen pollution level.
04 Oct 2015



La caduta degli dei
Mario Bochicchio

VOLKSWAGENWESTERN    Marian Kamensky
VOLKSWAGENWESTERN
21 Sep 2015

REAL TEST FOR VOLKSWAGEN    Marian Kamensky
REAL TEST FOR VOLKSWAGEN
24 Sep 2015


Volkswagon Scandal
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  9/22/2015

panic buttons
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  9/30/2015



junk
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  9/25/2015
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Folkswagen
Valerio Marini


Made in Germany
BY MICHAEL KOUNTOURIS, GREECE  -  9/27/2015



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Adams for Telegraph


Portos


Riverso




Chubasco



Italia e Germania ... punti in comune
Airaghi


Per i nostri Clienti, comunque, è importante sapere che tutti i nostri veicoli circolanti sono tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada. La questione in essere coinvolge eventualmente solo le emissioni inquinanti e ribadiamo il nostro impegno a risolverla quanto prima.

Naturalmente Volkswagen intende farsi carico dei costi per l’organizzazione e l’adozione delle misure tecniche necessarie, una volta che esse siano state chiaramente individuate.


Questo processo richiederà però, purtroppo, del tempo, tempo necessario per eseguire un’analisi accurata e precisa delle circostanze e per introdurre le adeguate misure tecniche correttive.
Per quanto riguarda i veicoli nuovi del Gruppo Volkswagen dotati di motori Diesel EURO 6 e attualmente disponibili per la vendita nell’Unione Europea , essi soddisfano appieno i requisiti legali e gli standard ambientali vigenti. Il software sotto indagine non influenza in questo caso né il comportamento di guida, né i consumi, né le emissioni.
Uno scostamento rilevabile tra i risultati di emissione allo scarico ottenuti al banco di prova e le condizioni di guida reali è stato riscontrato esclusivamente per una famiglia di motori diesel precedenti all’omologazione EU 6 e Volkswagen sta lavorando intensamente per eliminare questa deviazione attraverso l’adozione di adeguate contromisure tecniche.
Purtroppo al momento non siamo ancora in grado di specificare quali modelli e quali anni di costruzione potrebbero essere interessati. Forniremo tutte le informazioni al riguardo non appena ne saremo in possesso.

Noi in Volkswagen faremo tutto ciò che sarà necessario per riconquistare la fiducia dei nostri clienti.

fonte


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