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XVII concorso umoristico internazionale dell'Ucraina "INDIPENDENCE": i vincitori

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L'Associazione dei caricaturisti ucraini annuncia i vincitori del

XVII Cartoon Contest "INPENDENCE"

Tema "SCACCHI"

L'incontro della giuria del XVII Concorso Internazionale "Indipendence" (tema: "Chess") si è tenuto il 27 ottobre 2017 in Petrikov , nella sala del Sindacato Nazionale degli Artisti di Ucraina.

Hanno partecipato 121 cartoonist provenienti da 30 paesi con 387 opere.
90 le opere selezionate e presentate alla mostra e nel catalogo.
 I vincitori sono stati divisi in due gruppi: la Lega Ucraina (cartoonist dell' Ucraina) e la Lega Internazionale.



I VINCITORI:


LEGA UCRAINA:

1 ° posto Talalay Igor (Chernivtsi).


1 ° posto Talalay Igor (Chernivtsi).
2 ° posto Semendyaev Sergei (Berdyansk).
3 ° posto Matveev Boris (Kherson).
Menzioni d'onore: Dubovskii Alexander (del Dnepr) Levitskiy Vitaly (Rivne), Mayorenko George (Kiev), Shuljak Paul (Rivne, Diploma del Sindacato Nazionale degli Artisti di Ucraina).



International League:



1 ° posto Shmidt Aleksandr (Russia).
2 ° posto Kononov Dmitry (Russia).
3 ° posto Zen Yang Li (Cina).
Menzioni d'onore: Dabrovski Dariush (Polonia), Mohsen Ebrahimi (Iran), Zhaleh Yosefinezhad (Iran), Ignat Mihay (Romania, Diploma dell'Unione Nazionale dei Giornalisti di Ucraina).



PREMIO SPECIALE:

Momot Valery (del Dnepr) - Diploma Yuri Kosobukin.
Solonko Vladimir (Kiev) - Diploma dell'Associazione dei caricaturisti ucraini.
Associazione degli ucraini Cartoonists






WINNERS OF CONTEST:
Ukrainian League:
1 place - Talalai Igor (Chernivtsi).
2 place - Semendyaev Sergey (Berdyansk).
3 place - Matveyev Boris (Kherson).
Laureates of the contest: Dubovsky Alexander (Dnipr), Levitsky Vitaliy (Rivne), Majorenko Georgy (Kiev), Shulyak Pavlo (Rovno, Honorary Diploma of the National Union of Artists of Ukraine).
International League: 
1 place - Schmidt Alexander (Russia).
2 place - Kononov Dmitry (Russia),
3 place - Yang Lijie (China).
Laureates of the competition: Dabrowski Dariusz (Poland), Mohsen Ebrahimi (Iran), Zhaleh Yoosefinezhad (Iran), Ignat Mihai (Romania, Diploma of the National Union of Journalists of Ukraine).
SPECIAL AWARD:
Momot Valeriy (Ukraine, Dnipr) – Diploma Yuri Kosobukin.
Solon’ko Vladimir (Ukraine, Kiev) – Diploma of the Association of Ukraine Cartoonists.


Association of Ukrainian cartoonistsКаталог (формат PDF) / Catalogo (PDF format)
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Giuria: 
Golovko Oksana (editorialista leader per la "Uriadovyy Corriere"),
 Vitaly Zablotskiy (. Ph.D., professore presso l'Università Pedagogica Nazionale intitolata a M. P. Dragomanova),
Lukyanchenko Igor (fumettista),
Kocubej Nicholas (Onorato Artista di Ucraina)
Tovmach Eugene (direttore amministrativo e la commercializzazione della SEC "terminale"), Nina Kosobukin
Kosobukin Tatiana.
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Mi affiderò al lavoro della contessa Nina Mikhailovna Podgorichani (1889-1964) - una poetessa e una grande dilettante del gioco degli scacchi . Ecco una delle sue poesie dedicata a questo nobile gioco:

SOPRA LA SCACCHIERA
E se il cuore è divorato con angoscia,
E se la ferita non guarisce in essa, -
Appoggiati alla scacchiera:
Qui è lo stesso mondo, ma solo senza inganno.
E se passione, amara, fatale
Ti tormenta senza riposo e tempo, -
Appoggiati alla scacchiera:
Anche qui, passione, ma solo senza macchia.
E se tu, tormentato dalla lotta,
Giorno dopo giorno languisci nella disperazione, -
Appoggiati alla scacchiera:
Ed ecco la lotta, ma solo più nobile.
E se la forza, la gioia e la pace
Lei lo prese, quello che è come un cervo, -
Appoggiati alla scacchiera:
E qui amore, ma solo senza sofferenza!

Per questo non ho nulla da aggiungere, tranne che gli scacchi come gioco sono sopravvissute ai millenni e sono entrati per sempre nella storia dell'umanità come il gioco dei giochi. Ma le opere di questo concorso nella storia, non lo so, ma lo spero molto.
Konstantin Kazanchev
(Organizzatore del concorso - Presidente del consiglio di amministrazione dell'Associazione dei vignettisti)



Persino le persone che sono lontane dagli scacchi riconoscono che l'autorità del gioco è saggia e sottile. Il confronto degli scacchi con l'arte non è sorprendente.
Le parti si svolgono in condizioni di tempo limitato e stress illimitato. Una sola mossa
puoi perdere tutto. Ha preso parte - vai! E non puoi riprendere le mosse. Tutto come nella vita. Da qui la tragedia nascosta del gioco.
Il gioco antico, ha sempre attratto artisti, in particolare artisti di cartoon. Dopotutto, il cartoon non è solo ironico o umoristico - simboleggia. Gli scacchi sono un mondo di bianco e nero, come la grande arte grafica. Il linguaggio della caricatura è comprensibile ai terrestri senza traduzione - come le mosse di scacchi.
Il fumettista vede e comprende ciò che di solito è nascosto sotto la copertina della vita di tutti i giorni. Questo vale anche per gli scacchi che non sono solo un modello o una metafora della vita. Gli scacchi sono una forma speciale di vita, dando ai giocatori (e agli spettatori!)
gioia e momenti di felicità. Quindi, vignette sugli scacchi - sul nostro mondo in generale, sul destino dell'intelletto nel mondo computer, la lotta tra il bene e il male.
Qui i giocatori si sono congelati e sono pronti a risolvere i segreti della posizione per un'eternità - lascia che il mondo e tutti gli affari
aspettino. E con il mondo andrà tutto bene, se le persone giocheranno a scacchi e ridono dei disegni umoristici ...
Le opere dei partecipanti, inviate da artisti di diversi paesi, sono soddisfacenti. Grazie, maestri meravigliosi!
I membri della giuria erano apertamente a disagio nel determinare il meglio: dovevano scegliere tra chi.
Zablotskyi Vitaly, (Dottore in Filosofia, Professore)

Reflejos di Francisco Punal Suárez

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Reflejos - 1 - Francisco Punal.


REFLEJOS
Por Francisco Punal Suárez
Cada fotógrafo tiene su mirada. Captar una imagen es detenerse en un instante preciso, en un hecho en particular que no se repetirá.
Al observar por el visor de la cámara fotográfica, el ojo humano descubre imágenes sorprendentes,  insospechadas y humorísticas.
La percepción emocional del fotógrafo  y su atenta mirada ordenan y recrean los elementos del cuadro, para destacar la belleza y lo insólito que emanan de la realidad misma.
Las ciudades como seres vivos que son, nos proporcionan múltiples imágenes reflejadas,  que atraen nuestra atención.
¿Cuántas veces esos reflejos nos han asaltado y sorprendido?
Una pareja, la fachada de un edificio, varias embarcaciones...aparecen reflejadas en lugares impensables, gracias a una mirada distinta que busca un ángulo inusual, para recrear una situación.
¡Cuántos reflejos vemos diariamente en el transcurso de la vida diaria!
Pero, ¿la imagen reflejada es real o soñada? ¿Nos pertenece o es inabarcable?
¿El espejo donde nos miramos, nos refleja tal como somos?
¿Aceptamos nuestro reflejo?


Reflejos - 2 - Francisco Punal.

Reflejos - 3 - Francisco Punal.



REFLEJOS
Di Francisco Punal Suarez
Ogni fotografo ha i propri occhi. Catturare un'immagine è fermarsi in un momento preciso, in un evento particolare che non si ripeterà.
Guardando attraverso il mirino della fotocamera, l' occhio umano scopre immagini sorprendenti, insospettabili e divertenti.
La percezione emotiva del fotografo e il suo sguardo attento guardano e ricreano gli elementi del dipinto, per evidenziare la bellezza e l'insolito che emanano dalla realtà stessa.
Le città come esseri viventi che sono, ci forniscono più immagini riflesse che attirano la nostra attenzione.
Quante volte questi riflessi ci hanno assalito e sorpreso?
Una coppia, la facciata di un edificio, diverse barche ... appaiono riflesse in luoghi impensabili, grazie a un look diverso che cerca un'angolazione insolita, per ricreare una situazione.
Quante riflessi vediamo quotidianamente nel corso della vita quotidiana!
Ma l'immagine riflessa è reale o sognata? Ci appartiene o è effimera?
Lo specchio dove guardiamo noi stessi ci riflette come siamo?
Accettiamo la nostra immagine riflessa?



Reflejos - 4 - Francisco Punal.


Reflejos - 5 - Francisco Punal.

25 novembre GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE 2017

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GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE 2017
Auguri ragazze!
di Gianfranco Uber

25 novembre giornata dedicata all'eliminazione della violenza sulle donne.
di Marilena Nardi



Violence against the women...
Ramses


Contro la violenza di genere e ... in generale
Gio / Mariagrazia Quaranta



Enzo Apicella



#nonunadimeno #satirichinson #violenza #violenzasulledonne #vignette #femminicidio #25novembre #violenzadonne
Mario Airaghi


Mario Bochicchio


Fulvio Fontana



International Day for the Elimination of Violence against Women
Durando



Castração | Dia International da luta contra a violência às mulheres
www.ilustragargalo.blogspot.com
Vasco Gargalo

CALMA E SANGUE FREDDO
Una volta ci pensavano i fidanzatini di Peynet, 
a dare il buon esempio di vita di coppia.
Oggi, purtroppo, anche quel riferimento 
è andato perso ed ogni giorno ci accorgiamo 
di quanta barbarie inquini il rapporto 
di troppe coppie.
Nella "Giornata Mondiale della Violenza sulle Donne", 
gli Oribbili lanciano un messaggio a mogli, mariti, conviventi, amanti e simpatizzanti.
Roberto Mangosi


Nero, giallo. Ma c’è rosso. Bacio
Mauro Biani






Gianluca Foglia

In questo estratto il giornalista e scrittore uruguayano Eduardo Galeano spiega come il femminicida uccida la donna in quanto tale e si senta autorizzato a farlo dalla cultura maschilista nella quale vive. La donna egualitaria e libera non è tollerata in un contesto maschilista, la si teme perché mette in discussione i privilegi sociali e le posizioni occupate dall’uomo. L’uomo machista usa la strategia del terrore e la violenza per farle paura perché ne ha paura.

« Ci sono criminali che proclamano, così pieni di sé, « l’ho uccisa perché era mia ». Così, come se niente fosse. Come se si trattasse di una questione di buon senso, equa per la giustizia e per il diritto alla proprietà privata, che rende l’uomo padrone delle donne. Però nessuno, nessuno, nemmeno il più macho dei super-machi ha il coraggio di dire « l’ho ammazzata per paura ». Perché dopo tutto la paura della donna della violenza maschile è lo specchio della paura dell’uomo della donna senza paura. »

[ Testo originale: « Hay criminales que proclaman tan campantes ‘la maté porque era mía’, así no más, como si fuera cosa de sentido común y justo de toda justicia y derecho de propiedad privada, que hace al hombre dueño de la mujer. Pero ninguno, ninguno, ni el más macho de los super machos tiene la valentía de confesar ‘la maté por miedo’, porque al fin y al cabo el miedo de la mujer a la violencia del hombre es el espejo del miedo del hombre a la mujer sin miedo. » ]

Eduardo Galeano (Montevideo 3/9/1940 – Montevideo 13/4/2015)



Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Contro le Donne

(25 Novembre)

Nella giungla del Paraná superiore, le farfalle più belle sopravvivono esibendo sè stesse. Mettono in mostra le loro ali nere ravvivate da puntini rossi o gialli, e svolazzano di fiore in fiore senza la minima preoccupazione. Dopo migliaia e migliaia di anni, i loro nemici hanno imparato che queste farfalle sono velenose. Ragni, vespe, lucertole, mosche e pipistrelli le ammirano tenendosi a debita distanza.

In questo giorno del 1960, tre attiviste che si opponevano alla dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana vennero picchiate e buttate giù da un dirupo. Si trattava delle sorelle Mirabal. Erano le più belle, ed erano soprannominate Las Mariposas, “Le Farfalle.”

In memoria loro e della loro bellezza intoccabile, oggi si celebra la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Contro le Donne. In altre parole, per l'eliminazione della violenza perpetrata dai piccoli Trujillo che comandano in così tante case.
di Eduardo Galeano

La Panchina Rossa vuol rappresentare il "Posto occupato"da una donna vittima di violenze. Segno tangibile, collocato in uno spazio pubblico, di un'assenza nella società, causata dalla violenza.(Karim Cherif)

La panchina rossa.
La vedo dalla mia finestra. Rossa contro la violenza sulle donne e contro tutte le violenze.

GB: Political Cartoon of the Year 2017

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Fonte www.ellwoodatfield.com/

Congratulazioni ai vincitori ...

Il cartoon politico vincente 2017 è di Ben Jennings

Political Cartoon of the Year 2017.
Winner: Ben Jennings, The Guardian
Primo Premio: Ben Jennings, The Guardian



Il secondo posto va a Bob Moran
Political Cartoon of the Year 2017. Runner-up: Bob Moran, Daily Telegraph


Il cartoonist 2017 è Morten Morland
Political Cartoonist of the Year 2017. Winner: Morten Morland, The Times
Miglior vignettista 2017: Morten Morland

Al secondo posto: Dave Brown

Political Cartoonist of the Year 2017. Runner-up: Dave Brown, The Independent
Secondo miglior vignettista dell'anno: Dave Brown



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Nota


The winning cartoonists 

(L-R) Ben Atfield (MD, Ellwood Atfield), Dave Brown (The Independent), Morten Morland (The Times), George Osborne, Bob Moran (Daily Telegraph), Ben Jennings (The Guardian), Tim Benson (Political Cartoon Gallery).

Anche quest'anno in una serata  spettacolare si è svolta  la celebrazione di questa forma molto speciale di giornalismo: la premiazione della miglior vignetta inglese ed il miglior disegnatore satirico politico per il 2017.

Ospite d'onore George Osborne è stato negli anni una delle migliori firme di molti fumettisti e ora è un sostenitore del cartone politico. Nel suo nuovo ruolo di redattore di The Evening Standard, ha reintrodotto il fumetto politico nelle sue pagine con la nomina di Christian Adams.

 Per il secondo anno consecutivo Morten Morland conquista il premio "Political Cartoonist of the Year 2017".
Qui potete ammirare le vignette scelte per la votazione finale.
Le mie preferite , per cui ho votato, sono quella di Christian Adams, per Evening Standard e quella di Dave Brown, per The Independent.



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Vote for British Political Cartoon of the Year Awards 2014
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GB : Political Cartoon of the Year for 2012 

GB: Political Cartoon of the Year 2011


GB: Dave Brown vince il "Political Cartoon of Year 2010"










29° concorso internazionale della Biennale dell' Umorismo nell'Arte

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29°
BIENNALE INTERNAZIONALE
DELL'UMORISMO NELL'ARTE

Onestà! Onestà! 

Sabato 25 novembre al Cine Teatro Politeama Tolentino, si sono svolte le premiazioni nella serata conclusiva dei lavori della 29° edizione del concorso internazionale della #Biennale dell’Umorismo nell’Arte della Città di Tolentino.
Congratulazioni a tutti i vincitori!!

Premio internazionale Città di Tolentino
1° Premio
Kostantin Kazanchev
Ucraina
"Per la pregnanza del tema, ovvero la declinazione dell'onestà in termini di autocoscienza"

Premio Luigi Mari 
per la Caricatura
Alfred Sanz
Spagna
Kim Jong-Un
"Per l'immediatezza e l'efficacia dell'immagine in particolareper la riconoscibilità di carattere non fisiognomica



Ucraina e Spagna vittoriose al concorso della 29° Biennale
Dall’America a Cuba, fino all’India, alla Cina e al Sudan: alla sfida del concorso di Biumor 2017 hanno risposto centinaia di artisti da oltre 40 nazioni, per un totale di 608 opere.
“La Biennale è l’evento più internazionale della Regione Marche. Le mostre che saranno aperte al pubblico fino al 28 gennaio sono una chiara manifestazione di libertà e indipendenza dell’arte – ha dichiarato Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino- Di grande attrattiva non solo turistica, ma soprattutto culturale”.  A essere esposte le opere dei vincitori di questa edizione. Si tratta dell’ucraino KONSTANTIN KAZANCHEV che ha convinto i giurati con la sua opera. Un’opera, come si legge dal verbale, che è stata selezionata “per la pregnanza al tema e cioè la declinazione dell’onestà in termini di autocoscienza”. Ad aggiudicarsi il secondo premio è stato invece un artista cubano, RAMIRO ZARDOYA SANCHEZ che ha presentato un’opera “Senza Titolo”, in cui ha proposto un’interpretazione introspettiva e poetica dell’onestà. Terzo premio al romeno IGNAT MIHAI.
“La Biennale 2017 ha centrato l’obiettivo – ha dichiarato Alessia Pupo, assessore alla cultura – con il tema ‘Onestà! Onestà!’,  la parola d’ordine dell’Italia politica di oggi, con il concorso è divenuta la metafora di un mondo che si considera superiore rispetto a quello sporco e ripugnante di tutti gli altri. Lo specchio di un moralismo giustizialista che prescinde dalla competenza e dalla capacità di essere un buon amministratore”.
Torna, con il “Premio Luigi Mari”, l’arte della caricatura: i personaggi bersaglio dell’irriverenza dei caricaturisti in concorso con nuove e vecchie icone della musica, della religione e della politica internazionale. Un carnet estremamente variegato: dal calciatore Zlatan Ibrahimovic al genio tecnologico di Steve Jobs, fino alla politica birmana Aung San Suu Kyi. Un disegno, spesso semplice ed essenziale, che storpia l’immagine della persona rappresentata, caricandone (da qui il termine) quei tratti caratteristici della fisionomia, quel particolare esagerato che ha già in sé un contenuto sarcastico. Al centro il vincitore di questa edizione: Asier Sanz con la sua grottesca e affascinante interpretazione di “KIM JONG-UN”, premiato anche per una riconoscibilità di carattere non fisiognomico. “un vero capolavoro dell’arte caricaturale”, conclude Evio Hermas Ercoli, direttore artistico di BIUMOR.
(fonte)


Tra tutti i premiati che potete ammirare qui 
ho scelto per il blog oltre ai due primi premi queste due opere.


Premio internazionale Città di Tolentino
Segnalazione per il significativo livello artistico e umoristico
Claudio Antonio Gomes
Brasile
Corruption x honesty



Premio Luigi Mari 
per la Caricatura
Luc Descheemaeker
Belgio
Aung San Suu Kyi

Segnalazione per il significativo livello artistico e umoristico



La copertina del catalogo




 29a edizione del concorso internazionale della #Biennale dell' Umorismo nell'Arte

"Il tentativo della #Biennale era quello di prendere una parola di cui non si può ridere oggi in Italia: la parola Onestà!"
Il video della giornata conclusiva della 29a edizione della Biennale Internazionale dell'Umorismo nell'Arte.
Riprese e montaggio video a cura di Matteo Lorenzini


"Il nostro lavoro funziona quando riusciamo ad andare contro corrente rimanendo sempre coscienti nella realtà"
(Sergio Staino)

Nel corso della serata tolentinate a Staino è stato consegnato lo speciale Premio alla Carriera della Biennale. Aiutati dall’intervista della direttrice artistica di Popsophia, Lucrezia Ercoli, è stata ripercorsa tutta la storia di una lunga carriera artistica, tra satira politica e fumetti.

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 “È stato un onore per me presiedere un concorso di così alto livello, insieme a dei giurati così altamente qualificati – ha dichiarato il Presidente della giuria – Un compito arduo selezionare i vincitori: il tema Onestà! Onestà! ha stimolato l’immaginazione e la creatività di moltissimi artisti internazionali che hanno proposto tutte opere di elevata qualità”. Rudy Gheysens

La giuria era composta: Rudy Gheysens, presidente della giuria, Presidente dell’European Cartoon Center, Francesco Scoppola, architetto e primo dirigente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; l’illustratore e grafico Marco d’Agostino, autore di numerose pubblicazioni didattiche e istituzionali; Marilena Nardi, artista e docente dell’Accademia di Venezia che conta centinaia di partecipazioni a mostre e rassegne in Italia e nel mondo; il docente dell’ABAMC Mauro Evangelista, direttore del prestigioso master di illustrazione Ars in Fabula; l’artista Mauro Cicarè, fumettista marchigiano, conosciuto e amato in tutto il territorio nazionale; il disegnatore e docente dell’ABAMC Marco Marilungo, collaboratore di Smemoranda. In rappresentanza della città di Tolentino due nomi molto conosciuti in città: l’architetta Isabella Tonnarelli e il fotografo Luca Giustozzi. Ed infine, vera memoria storica della Biennale, non poteva mancare la bravura e l’arte del grafico Giorgio Leggi nelle vesti di coordinatore e segretario dei lavori di valutazione.



Ritratto di Renzo Arbore

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Su  Repubblica del 3 dicembre 2017   un'interessante  intervista di Antonio Gnoli

e il ritratto  di Riccardo Mannelli a Renzo Arbore.



Renzo Arbore
Renzo Arbore: ho un vizio, l'eterna giovinezza

di Antonio Gnoli, ritratto di Riccardo Mannelli
Dice di sé che tutta la vita è stato un goliarda. Anche la casa dove vive sembra intonarsi allo scherzo. Un finto ( ma per questo anche vero) museo un po' regno della plastica e un po' della fantasia, appaga i suoi deliri di collezionista: dalle radio agli orologi, dalle Madonne ai busti ( Totò impazza), dai ritratti ( prevalentemente i suoi) ai dischi, nulla sembra disporsi seriamente. La cucina — dove prepara un caffè — è l'esempio più sgargiante del suo horror vacui. Uno spazio, in stile tropical- kitsch, con annessa finta vista sul Golfo di Napoli è un'esperienza conturbante. Ma chi è veramente quest'uomo che ha fatto dei gadget la sua filosofia?
Verrebbe voglia di pronunciare la parola " postmoderno" se non fosse che Renzo Arbore la boccerebbe come la più ridicola usata in questi anni.
Ammetterà che qui in questa casa dei ninnoli perduti e ritrovati tutto sembra fuori dalla storia.
«È sufficiente che quello che ha visto appartenga alla mia di storia. Sono nato a Foggia nel XV dell'era fascista. Cioè nel 1937. Mussolini volle abolire il capodanno, convinto che l'anno nuovo si dovesse festeggiare il 28 ottobre, il giorno della marcia su Roma».
Cosa rivendica delle sue origini?
«Di essere dopotutto un provinciale, di esserlo restato in un Paese che ha abolito, si fa per dire, le province».
C'è molta differenza tra l'Arbore bambino, poi giovane e quello di oggi?
«Si cresce, si cambia, si evolve, ci si rincoglionisce, ma dopotutto resto sempre io. Sono il risultato di un'evoluzione taumaturgica».
Siamo ai paroloni.
«Solo per dire che ciascuno ha la possibilità di imparare dai propri errori e dalle stanchezze dettate dalla noia e dalla ripetizione».
La noia la teme?
«Come la peste. È una delle ragioni per cui, fin da piccolo, ho amato il jazz. Che è soprattutto improvvisazione».
Come si è scoperto questa passione?
«Sui dischi di Louis Armstrong. Avevo preso a imitarlo suonando a quattordici anni una vecchia tromba. Fu il clarinettista Franco Tolomei a prestarmi il suo strumento, a farmelo scoprire e a farmene apprezzare il suono. Nei primi anni Cinquanta fondai insieme ad alcuni amici il "Jazz college" di Foggia. Eravamo una piccola band. In quegli anni a Foggia capitavano jazzisti famosi come Gianni Sanjust e Carlo Loffredo. Imparavo da loro e ascoltando in casa la radio».
I suoi genitori che dicevano?
«A mio padre, dentista appassionato di lirica, piaceva la canzone napoletana. Scoprii così la grandezza di Roberto Murolo. Non immaginavo che anni dopo avrei duettato con lui suonando Reginella e che mi avrebbe preso in simpatia. Certe sere a Napoli, dove mi ero trasferito per studiare all'università, si faceva portare in giro sulla mia Seicento, e con grande tenerezza raccontava a me e a un mio amico la città che lo aveva visto bambino».
Quale è stata la sua forza?
«La voce, sommessa e a volte perfino sussurrata. Fu la sua originalità. Fino ad allora i cantanti si dividevano in tre categorie: "di giacca", cioè artisti della sceneggiata smargiassa, lirici, oppure cantavano " a fronn' e limone", ossia il cantante dispiegava la propria voce senza bisogno dell'accompagnamento musicale».
Il suo nuovo lavoro discografico "Arbore Plus"è un riepilogo di tutti i generi che lei ha cantato con la sua Orchestra. C'è il pop e lo swing, c'è il crooner e ci sono le canzoni napoletane. Una cinquantina fra testi celebri e in parte suoi o rivisitati da lei. Tenuti insieme da cosa?
«Dall'idea che la musica sia uno dei pochi toccasana della vita. La canzone immalinconisce o diverte, a volte fa entrambe le cose».
Le piace molto il genere umoristico?
«Negli anni ho tentato di riproporlo. Uno degli ultimi a praticarlo fu il grande Renato Carosone. La canzone umoristica nasce nel cafè chantant che a Napoli divenne il teatro di varietà”.
A Napoli diceva ha fatto l' università.
«Mi sono laureato in giurisprudenza alla Federico II. L' ambizione era diventare magistrato. Sono tornato poche settimane fa nell' aula in cui mi laureai per tenere una lezione su Totò: il grande consolatore».
È una definizione insolita.
«Ci ha consolati delle cose tristissime della vita. Su di lui hanno scritto tantissimo. Perfino gli intellettuali, che prima lo hanno snobbato e poi osannato».
Spieghi questo passaggio.
«Non è complicato. La Napoli di sinistra aveva ignorato se non schifato Totò. Poi se lo è annesso. Totò piaceva alla gente. Ma la gente non era abbastanza snob per quella sinistra. A Napoli c'era stato il sentimento monarchico e laurino; che conviveva, anche urtandosi, con la città del ripensamento: degli Ansaldo, dei Compagna, dei Rea, di Elena Croce e Antonio Ghirelli; poi è giunta la Napoli della sinistra, legata al Pci, che considerava una canzone retorica: ci sono voluti trent' anni per sdoganarla».
Insomma difende la Napoli da cartolina.
«Sì, la Napoli vituperata, la Napoli del cielo, del golfo, del Vesuvio e del mandolino, è quella che io amo più profondamente. E guardi, sotto sotto era anche la Napoli che piaceva al grande Eduardo».
Lo ha conosciuto?
«Aveva una grande simpatia per me e per il mio lavoro televisivo. Negli anni Settanta frequentavo una sua attrice che andavo a prendere dopo le prove al San Ferdinando. E lei a volte si lamentava. È diceva. Ma Eduardo, che spesso trattava male i suoi attori, sapeva anche tirargli fuori cose straordinarie».
Tra i due fratelli meglio Peppino o Eduardo?
«Al cinema meglio Peppino, era imbattibile. A teatro no. Lì Eduardo non aveva rivali».
Del loro lungo dissidio cosa pensa?
«Il dissidio a Napoli è cosa antica che si spiega con il sentimento monarchico. C'è sempre un re, deve esserci un re. La loro rivalità è esplosa perché tutte e due si sentivano ' o rre».
Dopo Napoli ci sono stati gli anni romani.
«Mi laureai nel 1963. Impiegai sette anni. Non avevo nessuna intenzione di fare l'avvocato, anche se l' approdo in magistratura non mi dispiaceva. Ma toccava studiare troppo».
A un certo punto in televisione la si è vista indossare la toga con i risvolti di ermellino.
«Ecco, appunto: avrei potuto fare il magistrato. In occasione dei quarant' anni di Sanremo allestimmo un finto tribunale dove io facevo il pubblico ministero e Lino Banfi l'avvocato difensore, insieme a Michele Mirabella l' accusa e Massimo Catalano il teste».
Torniamo al suo arrivo a Roma.
«Giunsi nel 1964. Concorso in Rai, i primi programmi di musica e poi l' incontro con Gianni Boncompagni».
Che televisione si faceva allora?
«Paludata. Anche se cominciavano le prime timide aperture».
Contrastate dalla Democrazia Cristiana?
«Ma neanche tanto. Il capo supremo della Rai era Ettore Bernabei. Come direttore generale aveva il potere di vita e di morte su tutti noi. Ma credo che, nella osservanza delle regole, sia lui che altri dirigenti furono consapevoli che la televisione stava cambiando».
Lei Arbore fu uno dei motori di quel cambiamento?
«Me ne assumo la responsabilità. Allora lavoravo in radio e diversi furono i tentativi per svecchiarne i contenuti. Il momento storico coincideva con il boom discografico e diversi artisti internazionali si riversarono sul nostro mercato della canzone».
Un vettore fondamentale fu il Festival di Sanremo.
«L'anno di svolta del Festival fu proprio il 1964. Arrivarono artisti del calibro di Gene Pitney, Paul Anka, Pat Boone, Wilson Pickett e duettarono con i nostri. L' anno dopo esordii con la trasmissione Bandiera Gialla. Fu Boncompagni a darmi l' idea di un programma composto da musiche molto diverse da quelle che allora venivano trasmesse. Ricordo la mia obiezione a Gianni: "Ma si potrà fare?". E lui con molta tranquillità: "Si può, si può, vai tranquillo". Da lì partì il nostro lungo sodalizio radiofonico».
Che cosa le manca di lui?
«La sua capacità intuitiva e il fatto che sapeva sempre prendere la strada più rapida per raggiungere un obiettivo. Lui di Arezzo e io di Foggia. Lui estroverso e io timidissimo. La prima volta che ci incontrammo mi disse che aveva trascorso un periodo in Svezia. Per me, che avevo le stimmate del meridionale, la Svezia era il massimo della trasgressione e Gianni il risultato più sorprendente».
La televisione vi divise?
«Di fatto fu così, ma siamo sempre restati uniti da un legame profondo. Non si può fare una rivoluzione - e la nostra alla radio lo fu - senza sentirsi parte di un mondo comune e un po' speciale. Questo sentimento si rafforzò negli ultimi mesi della vita di Gianni. Andavo a casa sua facendogli sentire le cose che avevamo fatto insieme. E ridevamo, felici, come ai vecchi tempi. Giocavamo sulla vecchiaia senza che lui si rendesse conto che stava morendo».
Lei gioca ancora sulla sua vecchiaia?
«Sono nella fase drammatica in cui ho perso molti punti di riferimento. E tra questi forse il più importante: Mariangela Melato. Tra noi, negli ultimi tempi, era tornato un amore intenso, serio, perfino fanciullesco. Con lei ho perso la profondità delle cose».
 Che intende?
«Non c'è correttezza, non c'è amore, non c'è arte, non c'è lealtà se non si ha il senso profondo delle cose. Mariangela me lo ha insegnato».
Vuole dire che ha scalfito la sua "eterna giovinezza"?
«L'ha resa più matura, senza renderla decrepita. Uno non può essere diverso da come è fin dall'inizio. Però può arricchire questa origine, renderla meno scontata. A volte mi consolo pensando che la mia "immaturità" sia stata fonte di intelligenza e di divertimento per tante persone. Perché senza quella "immaturità" non avrei fatto ciò che poi ho realizzato facendo altro».
Ossia?
«Ho sempre fatto " altro". L' altra radio, l' altro cinema, l' altra domenica, l' altra orchestra. Nel nome di questo "altro" ho creato mode senza mai seguirle. Con Gianni abbiamo inventato la categoria dei "giovani", prima si passava da bambini-ragazzi ad adulti».
Per lei che è sempre stato dalla parte della critica musicale come è avvenuta la decisione di cantare?
«Fu ascoltando Enzo Jannacci, era talmente surreale da sfiorare la genialità. Sia Paolo Conte che io consideravamo Enzo il numero uno, per la forza dirompente e stralunata delle sue canzoni. Per la malinconia che era in grado di imprimere. Fu così forte l' emozione nell' ascoltarlo che mi sentii per la prima volta tentato di passare dall' altra parte del fiume».
Fa poca televisione, le manca?
«Intanto ho un "Arbore Channel" dove cerco di spiegare alle generazioni più recenti cosa è stata la televisione e la canzone italiana. Mi chiede se mi manca. Le rispondo che non so se essere più arrabbiato o rattristato. Nella mia carriera è capitato varie volte di essere fatto fuori, per far largo ad altri. Cominciò con Per voi giovani».
Era una trasmissione di successo come giustificarono la decisione?
«Dissero che ero diventato cattedratico. Di fatto venni cacciato. Anche da Bandiera Gialla. Era il 1970. Improvvisamente sia io che Gianni eravamo diventati due vecchi goliardi troppo disimpegnati per poter stare al passo con i tempi».
E oggi?
«Ho la mia Orchestra italiana con cui giro il mondo, ma dalla nuova dirigenza della Rai vengo guardato come un vecchio soprammobile di lusso ma impolverato. Viviamo l' età dell' audience. Posso dire che forse negli anni ruggenti della nostra radio anche noi pensavamo che un ottantenne non aveva più molto da dire. Mi sbagliavo».
Indiscutibilmente lei ha molti impegni. Come vive il senso profondo dei suoi anni?
«Godendo di una certa saggezza che mi consente di decifrare i nostri difficili tempi storici. Vedo con paura quello che accade e mi sembra di poter dire che l'uomo non abbia imparato la lezione di tener testa alla prepotenza, all'arroganza, all'ottusità, al fanatismo. Si sta diffondendo il contagio della paura scatenato dall'idea che l'immigrato ci minaccia. Non siamo più italiani brava gente».
Lo dice con un velo di commozione.
«Dica pure di pianto. Io non riesco a percepire queste persone come dei nemici. Le ho fatto visitare la casa e ha visto nella mia stanza il ritratto di Abramo Lincoln, fu il presidente che firmò l'abolizione della schiavitù».
Le accade di piangere?
«A volte mi succede. Non voglio sembrarle il vecchio che si commuove perché rimbambito. Penso che le lacrime siano la più diretta emanazione del cuore. Un organo più importante del cervello. L'intelligenza a volte fa dei brutti scherzi. Il sentimento no. Con quello ho guidato spero rettamente e goliardicamente la mia vita».
03 dicembre 2017

ROHINGYA

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Non c’è pulizia etnica contro i rohingya, si dice ovunque in Myanmar

Da agosto a oggi più di 600mila persone di etnia rohingya sono fuggite dal Myanmar (o Birmania) a causa degli scontri tra esercito birmano e gruppi ribelli che appartengono alla minoranza rohingya. Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno criticato molto le violenze compiute dai soldati birmani – che per esempio hanno bruciato sistematicamente le case di molti rohingya, costringendoli a scappare – e hanno descritto la fuga dei rohingya come il più rapido spostamento di un gruppo etnico dai tempi del genocidio del Ruanda del 1994. Nonostante le prove raccolte – immagini satellitari, fotografie, video, testimonianze – in Myanmar si continua a vivere in una realtà parallela: c’è la convinzione diffusa che non sia in corso alcuna pulizia etnica nei confronti dei rohingya.[...]



Plantu (France)
"Rohingya"
"Massacre in Myanmar"
"One million stateless"
"Forgotten muslims"
"Nobody cares"


«A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, chiedo perdono»
«Noi tutti vi siamo vicini. È poco quello che possiamo fare perché la vostra tragedia è molto dura e grande, ma vi diamo spazio nel cuore. A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, che vi hanno fatto del male, chiedo perdono. Tanti di voi mi avete detto del cuore grande del Bangladesh che vi ha accolto. Mi appello al vostro cuore grande perché sia capace di accordarci il perdono che chiediamo. Nella tradizione giudaico-cristiana Dio ha creato l'uomo a Sua immagine e somiglianza. Tutti noi siamo questa immagine. Anche questi fratelli e sorelle sono l'immagine del Dio vivente. Una tradizione della vostra religione dice che Dio ha preso dell'acqua e vi ha versato del sale, l'anima degli uomini. Noi tutti portiamo il sale di Dio dentro. Anche questi fratelli e sorelle. Facciamo vedere al mondo cosa fa l'egoismo con l'immagine di Dio. Continuiamo a stare vicino a loro perché siano riconosciuti i loro diritti. Non chiudiamo il cuore, non guardiamo da un'altra parte. La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya. Ognuno ha la sua risposta».
Papa Francesco





Stephff (Thailand / Thaïlande)




"Les Rohingyas de Birmanie" d'après "Le Radeau de La Méduse" de Géricault / After "The Raft of the Meduse" by Gericault
Sabir Nazar  (Pakistan)


Maarten Wolterink (NL / Pays-Bas)
"ONU"
"Birmanie"



Rohingya refugees: when the eyes speaking .
Paolo Lombardi



Aung San Suu Kyi | Nobel Peace    Vasco Gargalo
Rohingya
24 Sep 2017





UN ON ROHINGYA
by Paresh Nath, The Khaleej Times, UAE



Detour.    Niels Bo Bojesen
The Pope in Myanmar.
29 Nov 2017

Buone Feste!


"Liberi e Uguali", nuova guida a sinistra.

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'Ecco la nuova sinistra'
"Fare politica è un onore, non una vergogna. C'è in gioco il futuro dell'Italia e questa è la nostra sfida: battersi perché tutti, nessuno escluso siano liberi e uguali, liberi e uguali".
Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso, chiudendo l'assemblea unitaria della sinistra, citando per la prima volta il nome del nuovo soggetto: "liberi e uguali".



Nuova guida a sinistra
OSPITE DA FAZIO
Grasso: «D’Alema? Sarò io
a guidare, lo faccio da una vita"
Portos
http://portoscomic.org/2017/12/11/3893/






Grassi Libero insegna. Grasso “Liberi e Uguali”?
di Nadia Redoglia

Liberi 
da cosa?  Uguali a chi? Confidiamo che ci spiegherà Piero Grasso.
Per lo stato di diritto quei requisiti sono assunti vitali  (per tantissimi, dogma) che devono essere insegnati. Grasso è uno che ben li sa approndire e altrettanto ben spiegare e, soprattutto, lo sa fare  in maniera semplicedunque alla portata di tutti (quelli che vogliono imparararli). Toh, senza accorgermene ho già fornito un senso a “liberi” e a  “uguali” (nell’imparare). Quisquilie…
L’uomo  è antimafia (recepì fin da bambino perciò divenne magistrato) che per  due generazioni ha combattuto la mafia come servitore del potere giudiziario. Quando trucidarono Pier Santi Mattarella dichiarò che il governatore fu giustiziato perché stava realizzando politica radicale, rivoluzionaria contro lo strapotere mafioso. L’uomo è oggi presidente del Senato, dunque  tocca con mano che vuole dire essere (anche) servitore del potere legislativo…
Eh sì, ci piacerebbe essere veramente liberi dalla mafia! Quanto a essere uguali sono certa che verrebbe di conseguenza…  L’uomo che oggi riflette sulla possibilità di divenire servitore del potere esecutivo ha la capacità (volontà) d’approfondirci l’assunto?
Al momento essere veramente liberi (dalla mafia) significa rendere uguali solo i morti ammazzati.


sinistra indifferenziata
Portos




Prove di presentazione logo
Portos



Programma vivente
Dopo che il Presidente del Senato ha smesso i panni del PD molti aspirano a farne il proprio leader.
Vendola si lancia affermando addirittura che "Grasso è il nostro programma vivente"
Uber







Giannelli

Pronti al debutto
Natangelo



I crudeli comunisti 
Natangelo


Staino






LIBERI E UGUALI. FRATELLI, NO?
Liberi e Uguali fa venire in mente Libera e Bella, lo shampoo per i capelli secchi e grassi. Da Grasso ci aspettavamo che accettasse la candidatura a patto di un nome da capelli normali e un un po’ meno doccia fredda. Con i nomi titubanti (Possibile) o troppo prudenti (Movimento democratico e progressista) la sinistra resterà allo stato di forfora. Tanto ineliminabile quanto inutile. E allora bisognerà ricominciare tutto da capo. Magari con Bella e Snella, per la remise en forme. Ah, scusate, mi dicono che esista già. E poi c’è qualcosa che mi inquieta in questo marchio: liberi e uguali si rifà evidentemente ai concetti di liberté ed egalité della Rivoluzione francese (è sempre da lì che si riparte). E la fraternité? Eh no, eh: non ditemi, se le cose andranno male, che vi rimetterete a litigare come fratelli coltelli.
Ivano Sartori

Regalati un Mordillo a Natale.

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Christmas orders for Mordillo limited edition prints close at 11:59pm CET Tuesday 12 December 2017.
www.mordilloart.com







il grande fratello


A tribute to Miro created by Mordillo.





Arte moderna

Circo


La neve e i fidanzatini

Mordillo ‹-dℎìl'o›, Guillermo. - Disegnatore argentino (n. Buenos Aires 1932). Dopo aver disegnato cartoni animati, si trasferì negli anni Sessanta a Parigi, dove lavorò come cartellonista, affermandosi poi come autore di vignette comiche a colori caratterizzate da un umorismo surreale e graffiante.

Città di Carmagnola: "Con tanti auguri sorridenti", mostra a cura di Dino Aloi

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La locandina disegnata da Dino Aloi



Città di Carmagnola
Assessorato alla Cultura

Con tanti auguri sorridenti
Quando gli umoristi si scambiano gli auguri di Natale

mostra a cura di Dino Aloi

15 dicembre 2017 / 14 gennaio 2018
Palazzo Lomellini Carmagnola
piazza S. Agostino 17


Orario:
giovedì, venerdì, sabato 15,30 – 18,30
domenica 10,30 – 12,30 / 15,30 – 18,30

inaugurazione venerdì 15 dicembre ore 18,00

ingresso libero

re 15,e 15,30enica ore 10,30 - 12,30 / 15,30 - 18,30
Atmosfera natalizia, ma anche tanto buonumore nella mostra di fine anno a Palazzo Lomellini (Carmagnola) che, dal 15 dicembre 2017 al 14 gennaio 2018 presenta Con tanti auguri sorridenti”, una singolare raccolta di divertentissime tavole realizzate da umoristi famosi per lo scambio degli auguri di Natale
Una serie di foglietti, stampe originali o tipografiche, fotocopie colorate e ciclostili, raccolti dall’Editrice Il Pennino di Torino, in un periodo di circa venticinque anni.
Il percorso espositivo, curato da Dino Aloi, presenta una raccolta di disegni e biglietti, in larga parte inediti, provenienti da collezioni private: circa 300 modi diversi di farsi gli auguri realizzati da 90 firme dell’umorismo, fra autori nazionali ed internazionali.
Si passa da disegni dell’umorista Giorgio Cavallo, inviati negli anni Sessanta, a sue opere originali realizzate per le occasioni festive, per arrivare ad una collezione che parte dagli anni Ottanta e giunge fino ai nostri giorni. Affascinante la varietà della tipologia espressiva che spazia dalle fotocopie colorate in originale, alle cartoline stampate in tipografia o con il sistema digitale, fino ad arrivare ai file inviati attraverso la posta elettronica, sempre in maggior crescita nell’ultimo periodo.

Segnaliamo grandi maestri come Osvaldo Cavandoli, ideatore di Mr. Linea per i Caroselli della Lagostina, Marco Biassoni, altro protagonista con il suo Re Artù di indimenticabili siparietti per la Gran Pavesi. E come se non bastasse, si possono osservare i disegni di Bruno Bozzetto, tra i più apprezzati registi del cinema di animazione mondiale, così come quelli di Marilena Nardi, artista amata in tutto il mondo grazie al suo tratto elegante e poderoso.

Tra gli altri si potranno ammirare i colori sfolgoranti di Giuliano, le trovate di Bruna e Paparelli o l’eleganza dei francesi Rousso, Million, San Millan e Ballouhey e ancora la freschezza di Milko e di Bernardi o le geniali trovate di Origone.

La mostra è realizzata in collaborazione con il giornale on line www.buduar.it che da alcuni anni dedica uno speciale proprio agli auguri che gli umoristi si scambiano a Natale.

Anche questa volta il pubblico di Palazzo Lomellini potrà ammirare, nelle sale della Civica Galleria d’Arte Contemporanea, una mostra di notevole valore artistico, un’esposizione di opere nelle quali l’arguzia e l’abilità di ciascun disegnatore impreziosiscono il messaggio augurale, con esiti di grande fantasia e raffinata giovialità.
Sarà un invito a vivere le prossime festività aggiungendo ai tanti auguri che dispenseremo, il dono semplice e sempre molto gradito di un sorriso sincero.

Info: Comune di Carmagnola Ufficio Cultura 011.9724238
www.palazzolomellini.com



Gli auguri di Bruno Bozzetto



L’augurio degli auguri

Ci sono davvero tanti modi di scambiarsi gli auguri di Natale o di felice anno nuovo. Da un bacio a una parola, da un biglietto ad un regalo. E il modo può anche essere umoristico o divertente in particolare quando a scambiarsi gli auguri sono gli stessi artisti. Nasce, infatti, da questa tradizione consolidata l’idea di questa mostra in cui vengono presentati 300 modi diversi di vedere la festività e i relativi auguri, realizzati da 90 artisti del disegno umoristico. E le proposte sono davvero molte, sia pur essendo state scelte accuratamente dal materiale di due collezioni private.

Si passa da disegni mandati all’umorista Giorgio Cavallo negli anni Sessanta a sue opere originali realizzate per le occasioni festive, per arrivare ad una collezione che parte dagli anni Ottanta e giunge fino ai nostri giorni. E’ affascinante la varietà della tipologia espressiva. Si passa infatti da fotocopie colorate in originale a cartoline stampate sia presso tipografie sia successivamente con il sistema digitale, per arrivare, nel corso del tempo, ai file inviati attraverso la posta elettronica, sempre in maggior crescita nell’ultimo periodo. Diverte quindi constatare come la tecnologia abbia sempre più “contaminato” anche il settore del disegno umoristico, permettendo però ad alcuni di mandare dei piccoli filmati animati. Su tutto questo però resta una gran parte di disegni originali realizzati appositamente e in copia unica, inviati all’amico umorista. E proprio questi originali, irripetibili, rappresentano l’anima vera di questa mostra. Questi disegni sono realizzati su ogni tipo di supporto, dal foglio per la fotocopia al cartoncino su misura alla cartolina originale spedita e quindi con timbro e francobollo.

Per permettere una visibilità più efficace i disegni sono stati tematizzati, altra operazione interessante, che ha portato a scoprire (ma forse si poteva sospettare) che la figura di Babbo Natale è quella a farla da padrone, mentre quella della Befana è quella che riscuote meno successo. Poverina, del resto era anche stata abolita per lungo tempo. Altri temi che rappresentano una costante sono quelli delle renne, della natività o della stella cometa, senza dimenticare il nuovo anno o l’albero di Natale. Un insieme allegro e colorato di argomenti che sono affrontati in modo davvero sorprendente dai vignettisti attraverso la varietà di tratti e una fantasia che non conosce confini. In ultimo è stata individuata una sezione che definirei “mista” e che comprende più argomenti nello stesso tempo oppure esce dai confini del tradizionale augurio. Del resto è il pensiero legato alla festività che interessa anche da un punto di vista sociologico e popolare, per cui ogni persona è libera di inviare per Natale ciò che più ritiene opportuno. Alcuni artisti legano il tema natalizio all’argomento del momento, che sia la pace, l’inquinamento o le tasse. L’importante è che la battuta sia efficace e renda bene l’idea. La carrellata è internazionale anche se, ovviamente, sono prevalenti gli artisti italiani seguiti a ruota dai francesi. E che firme interessanti e conosciute compaiono nell’esposizione!


Si passa da grandi maestri come Osvaldo Cavandoli, ideatore di Mr. Linea per i Caroselli della Lagostina, a Marco Biassoni, altro protagonista con il suo Re Artù di indimenticabili siparietti per la Gran Pavesi. E come se non bastasse, si possono osservare i disegni di Bruno Bozzetto, tra i più apprezzati registi del cinema di animazione mondiale, così come quelli di Marilena Nardi, artista amata in tutto il mondo grazie al suo tratto elegante e poderoso. Ma, come abbiamo detto, la lista comprende 90 autori che sarebbero tutti da citare per le doti artistiche inconfondibilmente espresse. L’impianto della mostra è tenuto insieme dal sorriso, qualche volta amaro, qualche altra sarcastico e persino un tantino irriverente, ma mai volgare, spesso all’insegna di un senso dell’umorismo che manifesta un pensiero decisamente più profondo, un pensiero che sedimenta e porta a una riflessione, volta comunque alla distensione.

Ecco dunque sfilare i colori sfolgoranti di Giuliano, le trovate di Bruna e Paparelli o l’eleganza dei francesi Rousso, Million, San Millan e Ballouhey e ancora la freschezza di Milko e di Bernardi o le geniali trovate di Origone. Per tutti i gusti davvero e sono certo troverete qualche idea divertente per poter fare gli auguri nei prossimi anni. La mostra è in collaborazione con il giornale on line www.buduar.it che da alcuni anni dedica uno speciale proprio agli auguri che gli umoristi si scambiano a Natale. Se andrete a cercare questi numeri troverete ancora tantissimi altri modi divertenti di vivere la festa. In conclusione non resta che fare tanti auguri, magari vivendoli come una pausa di serenità e meno come fenomeno consumistico.

Dino Aloi

Gli auguri di Marco Biassoni

Gli auguri di Osvaldo Cavandoli

Gli auguri di Riccardo Bernardi



Elenco artisti, realizzatori dei biglietti di auguri:
Pierre Ballouhey, Ferruccio Alessandri, Dino Aloi, Anja e Benny Naselli, Athos Careghi, Gianni Audisio, Fabio Bacci, Franco Bacci, Carlo Baffi, Orazio Bartolozzi, Battì (Batti Manfruelli), Giovanni Beduschi, Belli (Gastone Bellincampi), Franco Bergamasco, Adolf Born, Aldo Bortolotti, Bruno Bozzetto, Franco Bruna, Gianni Carino, Ernesto Cattoni, Michele Cavaliere, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Osvaldo Cavandoli, Davide Ceccon, Cesar (Cesare Lo Monaco), Gianni Chiostri, Christine Traxeler, Mariano Congiu, Lido Contemori, Marco De Angelis, Paolo Del Vaglio, Franco Donarelli, Sergio Fedriani, Cinzia Ghigliano, Ghino Corradeschi, Roberto Giannotti, Guido Giordano, Giox (Giovanni Sorcinelli), Giuliano Rossetti, Antonio Guarene, Emilio Isca, Gianni Isidori, Alfio Leotta, Enzo Lunari, Dario Mairano, Ugo Marantonio, Marco Biassoni, Antonio Mascia, Melanton (Antonio Mele), Claudio Mellana, Milko Dalla Battista, Georges Million, Moise (Paolo Moisello), Gaspare Morgione, Marilena Nardi, Franco Oneta, Franco Origone, Palex (Alessandro Prevosto), Danilo Paparelli, Carlo Peroni, Raymond Peynet, Marlene Pohle, Mihaita Porumbita, Massimo Presciutti, Bruno Prosdocimi, Riccardo Bernardi, Liviano Riva, Robert Rousso, Oscar Sacchi, Eugenio Saint Pierre, Ugo Sajini, François San Millan, Giusepe Scapigliati, Fabio Sironi, Giorgio Sommacal e Augusto Rasori, Giovanni Soria, Carlo Squillante, Carlo Sterpone, Achille Superbi, Lucio Trojano, Antonio Tubino, Gianfranco Uber, Antonio Vedù, Pino Zac (Giuseppe Zaccaria), Rino Zanchetta, Leonardo Zaza, Silvia Ziche, Fabrizio Zubani.

A Castel Gandolfo: “Charlot, Il Grande Monello”

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15° Festival Internazionale di Humor Grafico...
Charlot il Grande Monello...

l'immagine è opera dell'autore indiano Shankar Pamarthy.
la locandina disegnata da  Shankar Pamarthy





Da Repubblica :

Una grande mostra renderà omaggio al più celebre personaggio interpretato da Charlie Chaplin a 40 anni dalla scomparsa del grande attore londinese. Il 15, 16 e 17 Dicembre a Castel Gandolfo, nello spazio multimediale Sala Petrolini di via Prati 6, il 15esimo Festival Internazionale di Humor Grafico presenta “Charlot, Il Grande Monello”, prima mostra che, dopo la morte di Chaplin, l'Italia dedica al protagonista di film e di gag indimenticabili. Un evento in cui si uniscono felicemente comicità e poesia, attraverso le opere di 63 autori provenienti da 22 paesi del mondo. Tra loro le migliori firme della grafica umoristica, vignettisti o caricaturisti come Bucchi, Bozzetto, Contemori, Biani, De Angelis, Boligan, Karry, Crist, Rousso, Nardi, Trojano, Kontouris, Pecchia, Pitter, Bertolotti (curatore del catalogo) e molti altri. Ad arricchire la rassegna organizzata da Julio Lubetkin, i film restaurati dalla Fondazione Cineteca di Bologna/Archivio Chaplin, musica dal vivo e animazione di un cosplayer che vestirà i panni del celebre omino con la bombetta. La mostra ha il patrocinio del Comune di Castel Gandolfo ed il contributo del Consiglio Regionale del Lazio. Inaugurazione il 15 dicembre alle ore 17,30, ingresso libero.
di MARCO DE ANGELIS



Charlot di Luca Bertolotti


Charlot di Andrea Pecchia

Charlot di Michael Kountouris

Charlot di Marco De Angelis

Charlot di Lucio Trojano

Charlot di Massimo Bucchi

Charlot di Lele Corvi





La locandina col nome degli autori

Vogliamo ringraziare i 63 autori invitati a partecipare a questo 15° Festival Internazionale di Humor Grafico...Charlot il Grande Monello....qualche opera è del nostro archivio...erano amici che non ci sono con noi....ma che ci saranno per sempre....queste è il gonfalone di 2 metri che troverà lo spettatore appena entra alla Sala Petrolini...a Castel Gandolfo...per vedere la mostra...ringraziamo...Marilena Nardi...Shankar Pamarthy...Samanta Bartolucci...Dalcio Machado...Franco Bruna...Michael Kountouris...Lucho Rossell...Biratan Porto...Bruno Bozzetto...Robert Rousso...
Mauro Biani...Angel Boligán...Omar Zevallos....Luiz Carlos Fernandes...Marco De Angelis...Andrea Pecchia...Pedro X. Molina...Lido Contemori...Victor Bogorad...Luca Bertolotti....Lele Corvi...Ángel Idígoras & Pachi...Cau Gomez...
Silvano Mello...Klaus Pitter....Fabio Magnasciutti...
Walter Toscano...Fermin Hontou...Massimo Bucchi...Karry...Igor Makarov МАКАРОВ ИГОРЬ...Lucio Trojano...Valerio Marini...
Alireza Pakdel...Cristobal Reinoso...Lailson de Holanda...Ivailo Tsvetkov...Константин Казанчев.....Emilio Isca...Firuz Kutal....Carrera Arcangelo...Dario Di Simone...Ulisses Araujo....Marzio Mariani....Fabio Finocchioli...Claudio Duarte...Emad Salehi....Camilo A Triana.....Marco Martellini....Mitya Kononov....
Gianfranco Passepartout...Diego Herrera...Eduardo Leon...Diego Puglisi....Beppe Mora....Oleg Gutsol...Bogdan Petry...Gogue Rodriguez Lopez...Дядя Коля Воронцов...Bruno Liberati penso che è venuta una mostra di grande qualità e varietà culturale....ci auguriamo che sia una vera festa popolare di omaggio al grande e geniale Chaplin....
un grandissimo grazie a tutti
Julio Lubektin





Alcuni autori del Festival Julio Lubetkin, Marco De Angelis, Eleonora Saracino, Luca Bertolotti, Charlot ovvero Andrea Barbieri, Lucio Trojano, Fabio Finocchioli e Mauro Biani

Barcellona: Illegal Times, un numero unico satirico contro la censura

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Illegal Times
Vignettisti di tutto il mondo denunciano la repressione dello Stato spagnolo in una pubblicazione satirica.



Fonte: http://illegaltimes.org/

Illegal Times 

Sorry, this entry is only available in Catalan. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

Pilotes de goma, cops de porra i destrosses. La brutalitat policial es va desfermar el passat 1 d’octubre a Catalunya per impedir que la ciutadania pogués votar en el referèndum d’autodeterminació, un dret, el d’autodeterminació, reconegut internacionalment i que tots els estats de les Nacions Unides estan obligats a adoptar. Per sort, no van poder impedir-ho del tot, la ferma voluntat de resistir de milers i milers de gent anònima va permetre que 2.286.217 persones, el 43,03% de l’electorat sobre un cens de 5,3 milions acabessin votant, això sense comptar els vots de les urnes que es van acabar emportant tant la policia nacional com els mossos d’esquadra.

Les imatges d’aquella violència ferotge –que va deixar més de mil ferits, un dels quals va perdre la visió d’un ull–, de la policia entrant als col·legis electorals i agafant les urnes, van recórrer mig món i van mostrar la naturalesa autoritària d’un estat espanyol que segueix vulnerant drets humans bàsics com el de la llibertat d’expressió.

Però igual que la vulneració dels drets democràtics per part de l’estat no començava l’1 d’octubre, tampoc va acabar aquell dia. Després vingueren la dissolució del Parlament de Catalunya i del govern de la Generalitat elegits democràticament pels catalans i catalanes el 27 de setembre de 2015, la intervenció política de l’autonomia (la intervenció econòmica ja s’havia consumat feia uns mesos), així com l’encausament judicial i la presó preventiva per a dos activistes civils noviolents i de deu membres del govern, així com l’exili de la resta, i la censura, altre cop la censura, tancant un centenar de webs, assetjant mitjans de comunicació, investigant i encausant tuitaires, mestres, dibuixants i actors.

Aquesta publicació que teniu a les mans vol ser un crit plural i valent per denunciar els atacs contra els drets col·lectius i individuals, i entre ells la llibertat d’expressió. I ho fem utilitzant com a tota arma la ploma, en forma de vinyetes i de reflexions, les vinyetes que aporten una vintena llarga de dibuixants satírics d’arreu del món, molts dels quals col·laboren amb diaris de prestigi internacional, i les reflexions escrites per una quinzena d’activistes socials i culturals.

Juntes alcem la veu per cridar prou repressió. Ni a Catalunya ni enlloc.


Illegal Times
contro la censura e per maggiori diritti,
un numero unico gratuito satirico.

25 cartoonists internazionali hanno collaborato con diciotto scrittori spagnoli in una pubblicazione satirica che  mira a denunciare le politiche repressive della Spagna. Si tratta di una pubblicazione unica (non si prevedono altri numeri in futuro),  in formato giornale e vi è anche un sito web dove si può scaricare il pdf della pubblicazione.

Artisti spagnoli e catalani e Kap, Ferreres, Manuel Fontdevila, Eneko, Fer, Azagra e internazionale Anthony Garner (collaboratore ARA), Martin Rowson (Guardian), Liza Donnelly ( 'The New Yorker' ), Marilena Nardi, Coco ( 'Charlie Hebdo'), Khalid Gueddar Terry Anderson o Tjeerd Royaards hanno contribuito disinteressatamente a questa pubblicazione con i loro disegni rivendicando la libertà di parola o di poter criticare gli eventi che hanno avuto luogo in Catalogna negli ultimi mesi , dalla violenza della polizia del 1 ottobre fino all'arresto dei membri del governo.



Per quanto riguarda i testi, hanno partecipato anche nella solidarietà, scrittori come Jaume Cabré e Marta Rojals, giornalisti Naz Farré e David Fernandez, economista Arcadi Oliveres, Júlia Culla sceneggiatore, attore Sergi Lopez, pagliaccio Pepa Plana, avvocato Jone Goirizelaia basca, giornalista turco Hamza Gruppo Yalçin e Ronda, tra gli altri.

'Illegal Times'è un'iniziativa senza scopo di lucro promossa dall'artista Jaume Capdevila (Kap) e dalla cooperativa di comunicazione L'Apòstrof. Nell'editoriale, la pubblicazione appare come "un grido plurale e coraggioso  per denunciare attacchi ai diritti collettivi e individuali, e tra questi la libertà di espressione". "Usiamo la penna come arma, sotto forma di vignette e riflessioni", sottolinea il testo. Il giornale ha una tiratura di 10.000 copie, che hanno iniziato a distribuire in tutta la Catalogna in concomitanza con la sezione finale della campagna elettorale 21-D.










La copertina della rivista è di Marilena Nardi




Authors
We would especially like to thank everyone who has collaborated with their drawings and thoughts.

The pencils

Terry Anderson. A Scottish cartoonist and member of the Board of Cartoonist’s Rights Network International. Publishes in The Glasgow Herald.

Ant (Anthony Garner). A British cartoonist established in Barcelona for over twenty years. publishes regular cartoons in newspaper Ara and collaborates with many other publications.

Azagra (Carlos Azagra). An emblematic cartoonist within the social movements, his drawings have appeared in many different publications: El Jueves, Carrer and la Directa, among others.

Bado (Guy Badeaux). A Quebecois cartoonist who regularly publishes in newspaper Le Droit.

Cécile Bertrand. A Belgian cartoonist who combines political satire with children’s illustration. He has drawn for Le Vif, L’Express, and La Libre Belgique.

Coco (Corinne Rey). A French cartoonist and one of the pillars of the current editorial staff of Charlie Hebdo, which she has been a part of since 2009.

Liza Donnelly. A cartoonist from New York who collaborates with media like The New Yorker and CBS News.

Elchicotriste (Miguel Villalba). A cartoonist from Tarragona who has published in many different media, from Le Monde to L’Espresso. He currently draws for Tot Tarragona.

Eneko (Eneko las Heras). A cartoonist born in Caracas who has lived for years in Madrid. He collaborates with El Jueves and Interviu, among others. He worked with 20 minutos until recently, when he was fired.

Ermengol (Francesc Tolsà). A cartoonist from Lleida, born of Catalan parents in Argentina; the most relevant figure in graphic humour in Catalonia’s West.

Fer (José Antonio Fernández). A cartoonist born in León. He has directed the magazine El Jueves, and has drawn for almost thirty years in the newspaper Avui (currently El Punt Avui).

Ferreres (Miquel Ferreres). A Catalan cartoonist who draws the daily cartoon in El Periódico. Beforehand, he collaborated with many other publications, from La Vanguardia to El País, including El Papus and El Jueves.

Manel Fontdevila. From Manresa, he has become a point of reference in left-wing graphic humour. He has collaborated with El Jueves, Público, and is one of the founders of Orgullo y Satisfacción. He draws for eldiario.es and was sentenced by the Spanish Audiència Nacional (National Court) for a cartoon of the king.

Kap. A Catalan cartoonist who publishes regularly in La Vanguardia, El Jueves, and also in the French and American press.

Khalid Gueddar. A Moroccan cartoonist sentenced to three years in prison for having drawn the royal family of Morocco in the magazine Backchich. Directs the satirical publication Baboubi.

Ferran Martin. A Catalan cartoonist, designer and animator. He has participated in multiple publications, from El Jueves to El Viejo Topo.

Marilena Nardi. An Italian graphic artist, art professor, illustrator and cartoonist, she regularly publishes in Il Fatto Quotidiano, but has also drawn for Il Corriere della Sera and L’Asino.

Martin Rowson. A British writer and political cartoonist who collaborates regularly with The Guardian and Daily Mirror.

Mohammed Sabaaneh. A cartoonist and activist born in Kuwait who draws for Palestinian newspaper Al-Haya Al-Jadeda.

Raquel GU (Raquel García Ulldemolins). A cartoonist, illustrator, writer and translator from Sant Boi. One of the strongest female voices in today’s graphic humour, she has published in Jot Down and Time Out.

Sr. Plástiko (Ricardo Hermida). Born in Cadiz, he is one of the most committed and constant cartoonists in the countercultural, anti-establishment and alternative movements.

Tjeerd Royaards. A Dutch cartoonist and director of Cartoon Movement, a platform made up of cartoonists from around the world.

Cristina Sampaio. The most well-known cartoonist in Portugal, she has published in Expresso, Kleine Zeitung, Courrier International, Wall Street Journal and The New York Times.

Tres (Carlos Villafranca). A Catalan cartoonist and scriptwriter, he has drawn for multiple publications, and is currently part of the team for ‘Serveis Mínims’, a program on SER radio.

Willem (Bernard Willem Holtrop). A cartoonist born in Holland but established in France for over three decades, he is a point of reference in the left-wing French press. He draws for the newspaper Libération as well as Charlie Hebdo.

The pens

Carme Arenas, president of PEN Catalonia, an organization that defends freedom of expression and linguistic rights, promotes Catalan literary heritage and intercultural dialogue. Part of PEN Club International.

Pepe Beúnza, the first nonviolent conscientious objector in the Spanish State. He is one of the promotors of the En peu de pau initiative in defence of pacific civil resistance.

Jordi Borràs, a photojournalist specialized in documenting the far right in Catalonia. His work has won him the 2016 Dignitat award, among others.

Jaume Cabré, writer. His work has been translated into some twenty languages. He is the author of internationally-recognized works such as Les veus del Pamano and Confessions, and he has been recognized with Catalonia’s main literary awards.

Júlia Cot, comedy screenwriter. She started her career with production company El Terrat, and she currently works on the program ‘Polònia’ on TV3.

Ramón Cotarelo, a political scientist and anti-Francoist fighter from Madrid. He is the author of multiple essays on the Spanish Transition.

Manuel Delgado, anthropologist and university professor. A historic communist militant and the author of some twenty essays, he currently collaborates with multiple media outlets and current events programs.

Jone Goirizelaia, attorney. A former member of the Basque Parliament, she has been part of the Ahotsak women’s collective in favour the peaceful resolution of the Basque conflict through dialogue.

Carme Herranz Salinero and Carles Perdiguero Garreta, attorneys specialized in the defence of civil rights from the ​Col·lectiu Ronda, a legal assistance cooperative with 45 years of history.

Simona Levi, a multidisciplinary artist and activist. She is a founder of XNet, which revealed the Miguel Blesa email scandal, and a promoter of 15MpaRato.

Natza Farré, journalist and columnist. She works on the comedy program ‘La competència’ on RAC1 radio, and is the author of the book Feminisme per a microones (Microwave Feminism-Ara llibres).

David Fernàndez, journalist, social activist and cooperativist. A former member of the Parliament of Catalonia, he collaborates with multiple media outlets.

Sergi López, one of the most international Catalan actors. He has a long career in cinema as well as theatre, which has won him several awards. He has always been known for his political and social commitment.

Arcadi Oliveres, economist and peace activist. He has a long history with the anti-globalization movement and is a notable voice of the 15-M movement.

Pepa Plana, actress and clown. The winner of several awards, she is an international point of reference among female clowns.

Marta Rojals, writer. Recognized for the novels Primavera, estiu, etcètera and L’altra (la Magrana), and for her opinion articles on political and social current events.

Tània Verge, Professor of political sciences. She was a member of the Electoral Commission for the October 1st referendum.

Hamza Yalçin, a Swedish writer and journalist of Turkish origin. He was arrested and imprisoned in Barcelona this summer for having criticized the repressive policies of the president of Turkey.


20 ninotaires internacionals il·lustren la repressió de l'Estat espanyol a #IllegalTimes.
Il·lustració de Cecile Bertrand



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La salma di Vittorio EmanueleIII torna in Italia.

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QUI GIACE UN 
RE
CHE PORTO'
IN GUERRA
L'ITALIA
A FIANCO
DEI NAZISTI
CHE FIRMO'
LE LEGGI RAZZIALI
CHE ACCETTO'
LA DEPORTAZIONE
DEGLI EBREI
E CHE NON SEPPE
NEPPURE GESTIRE
UN ONOREVOLE 
ARMISTIZIO


UNA COLONNA INFAME
Il rientro in Italia delle spoglie di Vittorio Emanuele III non provoca in me una grande disapprovazione. I giovani di oggi, di questo Re, non ne sanno proprio nulla ed è male.
Avrei trovato persino giusto che il rientro fosse gestito in modo ufficiale ma solo al fine di non dimenticare la Storia e di non farla dimenticare.
Gianfranco Uber



Le altezze reali
Riccardo Marassi

#savoia
Lucio Fontana



Fogliazza



Non ero basso
Mauro Biani


Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla
Durando


Re
Ingrami / CeciGian


i privilegi non finiscono mai
Giuliano


TUTTI I SILENZI COLPEVOLI DEL RE DI AUSCHWITZ
Smemorati storici - Il rientro della salma di Emanuele III con volo di Stato avallato dal presidente della repubblica 
L’operazione è stata condotta in segreto, escludendo del tutto l’opinione degli italiani. Torna in Italia, circondata da strane dichiarazioni di commosso cordoglio, la salma di Vittorio Emanuele Terzo. Torna dopo aver fatto passare, quasi in sordina il corpo della moglie Elena, frequentatrice assidua (ci ricordano le fotografie e gli archivi dei giornali), della Camera dei fasci e delle corporazioni. I parenti hanno ringraziato il presidente Mattarella, che ha agito in segreto, come se il capo dello Stato avesse l’autorità per assolvere, “motu proprio”, i criminali di guerra.
Vittorio Emanuele terzo è stato un criminale di guerra, e poichè molti sembrano averlo dimenticato, occorre ricordare che si tratta del solo re europeo che ha firmato e lasciato attuare fino ai dettagli le “leggi razziali” che hanno privato i cittadini italiani ebrei del diritto di vivere e del diritto di morire, per poter essere consegnati, non più italiani, a Hitler e a gli impresari di Auschwitz.
Tutto ciò impedisce il ritorno di una salma che è stata giustamente tenuta lontana fino a quando avrebbe potuto dare luogo a una folle e assurda celebrazione di gente storicamente ottusa e senza memoria? No, naturalmente. Le salme appartengono a familiari e amici. Ma tutto sta avvenendo in una condizione di vuoto morale e politico di molti, di silenzio non dovuto dei testimoni, e di mancanza di rispetto del presidente della Repubblica per la storia italiana e il prezzo di dolore e di morte pagato dagli Italiani al re complice di tutti i delitti del fascismo e del nazismo. E ciò provoca indignazione e disorientamento. Siamo il solo Paese europeo in cui il re si è prestato a svendere i suoi cittadini ebrei.
Siamo il solo Paese in cui il re è stato co-autore di un colpo di Stato che ha violato lo Statuto Albertino (la Costituzione di allora), ha permesso e avallato e sottoscritto un lungo governo di omicidi, persecuzioni e delitti su commissione persino all’estero, e poi una guerra che, da capo delle forze armate, non poteva non sapere l’esito tragico e la trappola mortale per i suoi uomini.
Ma le “leggi razziali” sono il suo capolavoro di monarca indifferente alla gravità del delitto che stava compiendo. È vero che persino i fascisti se ne solo liberati (a Salò) profittando della vergognosa fuga di questo re che abbandona il suo regno nel momento del più grave pericolo. Ma non si vede perchè, in Europa, solo l’Italia, con i buoni uffici del presidente di una Repubblica nata dalla Resistenza, non voglia avere un passato e insista in un umiliante e vergognoso oblìo.
Ci hanno detto che sono passati settant’anni.È vero. Settant’anni da Auschwitz. Con la sua firma in calce alle leggi razziali, Vittorio Emanuele terzo è diventato (e resta, da criminale di guerra) il re di Auschwitz.
di Furio Colombo | 18 dicembre 2017

Un saludo de Navidad!

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Dall'Argentina gli auguri di Toti Spi!

UN ABRAZO GIGANTE PARA TODOS

JUAN CARLOS TOTI SPINELLI


Buon Natale!

Auguri spiritosi

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Tantissimi auguri di buone feste dall'Aloi
©Dino Aloi


Merry Christmas and happy New Year !

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Merry Christmas and happy New Year !
The Croatian Cartoonist Association

cartoon:  © Žarko Luetić

Buon Natale

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... A PROPOSITO...
BUON NATALE!


© Mario Airaghi

Buone feste!

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Auguri Raffaella😊
© Tiziano Riverso
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