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Impacchettiamo la befana....

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For the Epiphany Day...


di Marilena Nardi



 di Donarelli
 di Mario Airaghi



di Mario Airaghi

di Fabio Magnasciutti



di Ebert



di Giannelli




Zygmunt Bauman (1925 - 2017)

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Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche.
Umberto Rigotti




«Il problema: la prospettiva di agire moralmente in un tipo di mondo che promuove e incoraggia attivamente l’egoismo e non è particolarmente propenso alla condotta morale, alla cura degli altri, sia vicini sia lontani, e resta quindi sordo allo spirito di fratellanza che si basa sull’accettazione della reciproca responsabilità, sulla mutua buona volontà, sulla comprensione, sulla fiducia, sulla solidarietà.
Si potrebbe dire che questo problema costituisca la sfida più tremenda a cui ci troviamo di fronte nei nostri tempi di galoppante globalizzazione».
(Zygmunt Bauman, Homo consumens,
Erickson, 2007



Bauman
Marilena Nardi




BAUMAN
E' morto il filosofo Zigmund Bauman, 91 anni. Da lui lucide analisi e preziosi moniti sulla follia dell'era tecnologica e globalizzata.
Uber


Bauman
Zygmunt Bauman.
Mauro Biani


E che rivoluzione sia...
Je suis l'autre




Zygmunt Bauman
BY OSMANI SIMANCA, A TARDE, BRAZIL - 1/9/2017


Una perdita irreparabauman
Paride Puglia








Liquida
“Una società di consumatori è una società liquida perché tutte le identità possono essere come non essere, tutte le appartenenze ingenerano fedeltà o tradimenti arbitrari”
Paride Puglia


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Modernità liquida
Per capire il nostro mondo, e noi
(L'omaggio a Zygmunt Bauman oggi su Avvenire di Umberto Folena)
Viviamo nell’epoca della modernità liquida, signori. E allora bisogna schierarsi: cedere docili alle lusinghe del “tutto è friabile”, tutto è consumismo frenetico, tutto dev’essere solubile, ma proprio tutto: dai rapporti di lavoro, mai definitivi e sempre temporanei, alle relazioni affettive, perché nulla è per sempre e, nel mercato globale, l’individuo deve poter scegliere e cambiare ogni volta che glien'esalta il ghiribizzo. Schierarsi. O con la liquidità degli individui soli, persi nel consumo frenetico elevato a primo obiettivo della propria vita, infelici e quindi più docili alle lusinghe dell’advertising e delle mode spendaccione; oppure con la solidità, ossia persone che ostinatamente tessono legami, di lavoro, amicizia e amore; persone che credono nell’amore per sempre, nella famiglia, nell’azienda la cui prima ricchezza è il lavoratore, in un’economia dei produttori che mette al centro la terra, l’impresa, la bottega, l’ingegno.

Questo ci insegna Zygmunt Bauman. E non importa che non ci sia più, perché le sue parole risuonano tramite noi e sono destinate a non morire, anzi. “Modernità liquida” (Liquid modernity esce nel 2000) non è lo slogan fortunato di una breve stagione, ma una chiave di lettura acuta, bril-lante, intelligente capace di spiegare perché il nostro mondo è così e non in un altro modo. Spiega come viviamo. Spiega lo sfarinamento della comunità, del partito, del sindacato, della famiglia, anche delle Chiese. Spiega perché sia durissimo compiere scelte definitive, dallo sposarsi al farsi prete, frate o suora: «I corpi solidi per i quali oggi è scoccata l’ora di finire nel crogiolo ed essere liquefatti sono i legami che trasformano le scelte individuali in progetti ed azioni collettive».Bauman – «sono pessimista a breve termine, ottimista a lungo termine» – ci fornisce gli strumenti di analisi e anche le armi per resistere. Ogni volta che creiamo qualcosa di solido, costruiamo una relazione di amicizia e d’amore, realizziamo una piccola o grande impresa, ossia le nostre scelte individuali si incontrano e diventano progetto, ebbene quelle nostre scelte diventato politica, politica alta e autentica, capace di incidere sulla società. Era inevitabile che il sociologo socialista s’incontrasse con papa Francesco. Entrambi incoraggiano la comunità. Elogiano i legami e chi ostinatamente li cura, custodisce, crea e ricrea. «Ogni giorno – dice Bauman a Stefania Falasca nell’ultima intervista al nostro giornale, lo scorso 20 settembre ad Assisi, ospite di Sant’Egidio – Francesco se ne esce con risposte a domande che io sto ancora cercando, e con successo a metà, di articolare ». Ammirazione e alleanza naturale: la liquidità che ci rende soli e infelici, facili prede di un’economia parassitaria, è l’avversario; la solidità è il bene comune da perseguire, ciascuno nel suo ambito.

Bauman combatte, ma le sue “armi” sono la ragione e la mitezza. Mai una parola violenza o aggressiva. Si può essere chiari senza strillare, come quando indica la sfida decisiva dei nostri anni nell’essere persone morali, in senso alto e nobile: «Ecco il problema: la prospettiva di agire moralmente in un tipo di mondo che promuove e incoraggia attivamente l’egoismo e non è particolarmente propenso alla condotta morale, alla cura degli altri, sia vicini sia lontani, e resta quindi sordo allo spirito di fratellanza che si basa sull’accettazione della reciproca responsabilità, sulla mutua buona volontà, sulla comprensione, sulla fiducia, sulla solidarietà. Si potrebbe dire che questo problema costituisca la sfida più tremenda a cui ci troviamo di fronte nei nostri tempi di galoppante globalizzazione» (Homo consumens,2007).Altruismo, fratellanza, comprensione, solidarietà, responsabilità... Ce li ricorda questo splendido grande vecchio, che non muore, no che non muore perché ci pensiamo noi, grati, a farlo restare in vita.

Il bisturi umoristico di David Vela

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Di Francesco Punal Suarez
in fondo alla pagina anche testo in spagnolo

Segundo Premio, World Press Cartoon, Portugal 2012 - David Vela.


Il bisturi umoristico di David Vela

Da Francisco Punal Suárez – Speciale per Fany Blog.

E' stato presso il Museo Humor di Fene provincia di A Coruña, dove ho incontrato personalmente a David Vela Cervera (Saragozza, Spagna, 1967), quando ha vinto il premio Curuxa con un disegno che era un'accusa contro l'inquinamento ambientale e che ha per tema la catastrofe causata dalla petroliera  Prestigie sulle coste della Galizia, che mostra un bambino che costruisce con la sabbia una raffineria davanti ad un mare di catrame.


Primer premio Curuxa Gráfica, Galicia 2003 - David Vela.


Da allora, ho seguito da vicino l'evoluzione dell'artista e come il suo lavoro, in molti casi, riflette gli aspetti critici della società, in cui si attacca dolcemente il bisturi creativo. I disegni Vela sono dipinti con tecnica tradizionale, pennello, usando tempera su carta, e diventano la voce della coscienza sociale. Il suo lavoro conferma il suo talento artistico, la sua potente immaginazione, e l'umorismo che è la forma più penetrante di guardare ed andare a fondo delle cose.


Mención de Honor - XIII Portocartoon, Portugal, 2011, David Vela.

Questo autore eccezionale, laureato in filologia spagnola, ha ottenuto come un umorista grafico nella sua carriera ascendente, più di trentacinque premi in diversi concorsi internazionali celebratesi in Portogallo, Brasile, Italia, Spagna, Iran, Cina, Bulgaria, tra gli altri, . Nella sua lista di premi che sono: il premio Curuxa in Galizia; il primo posto nella Biennale Internazionale di Tenerife; il secondo e il terzo premio al World Press Cartoon; il secondo nella PortoCartoon; Primo premio al 6 ° Fadjr Festival Internazionale di Arti Visive; Primo premio al IV Concorso di Grafica Umoristica e la salute presso l'Università di Lleida, e il primo premio nella terza edizione del concorso Lorenzo Goñi, Madrid.

Mención de Honor, Concurso de Foligno, Italia, 2004, David Vela.

Ha realizzato illustrazioni per i libri "Greguerías Bestiario" (2006), sui giardini zoologici di Ramón Gómez de la Serna; “Ninfas y calaveras”(2013(2013), con una selezione di testi dello stesso autore, e il suo magnifico saggio “Los muertos y las muertas”. Un altro dei suoi lavori è "Universe Mundo (2009) e le illustrazioni dei libro-disco Titiriteros de Binéfar, “Jolgorio del bueno”, Galaxia, 2015

Vela è anche autore di scenografie, disegni di bambole, manifesti, illustrazioni per programmi e set per i seguenti spettacoli teatrali e di animazione per bambini: Titiriteros de Binéfar, Trip Teatro, Teatro Che y Moche, Teatro Luna de Arena, y Plataforma de Animación Infantil.

Tercer Premio, World Press Cartoon, Portugal, 2014 - David Vela.


 Il suo disegno "Picasso contro Dalí"è uno dei più premiati e acclamati.
"Quella foto nasce dall'idea di portare il classico esempio" il pittore e il modello " all'assurdo umoristico,  sostituisce il modello con un uovo e descrive come affrontano il problema  due figure chiave dell'arte come Picasso e Dalì" - dice David.

L'opera, è  colorata e le figure irradiano una certa luce interiore, molto definito dallo stile di Vela, è un pretesto per riflettere sulla pluralità di punti di vista, e la capacità della creazione artistica di interpretare la realtà molti modi diversi, in alcuni casi quasi antitetici, e che nessuno deve essere obbligatoriamente migliore rispetto agli altri, ma semplicemente diverso.

Quevedo tatuado, Primer Premio Tercer Concurso Lorenzo Goñi, España, 2015 - David Vela.


El umorista - dice David- contempla la realtà come una crisi permanente,  un problema continuo su cui mettere in discussione e fare domande. L'attuale crisi economica è il risultato di una crisi precedente di valori, o meglio della intronizzazione di falsi valori che l'umorismo grafico ha denunciato da molto tempo prima che i media dichiarassero ufficiale questa crisi.



Tercer Premio en el Salón Internacional contra el racismo, Brasil, 2012 - David Vela.


La sátira -continua David - è importante come frusta al potere e come arma di difesa contro l'ingiustizia. Ma penso che l'umorismo è ora ancora più importante, essenziale, come strumento d'analisi per comprendere la realtà da una certa distanza. In un momento in cui sembra che arrivi come messaggio immediato, la manipolazione, la menzogna, l'improvvisazione, il rumore, penso che dovremmo usare la visione umoristica, la prospettiva più ampia e più pacata  di analizzare la realtà.




Primer premio Bienal Internacional de  de Santa Cruz de Tenerife 2010 - David Vela.

Premio del Ministerio de Cultura de Bulgaria, 21 Bienal de Gabrovo, 2013 - David Vela.




Vagabundos y mendigos - 2º Premio en el concurso de humor gráfico THE INTERNATIONAL BEGGAR CARTOON CONTEST 2012,China- David Vela.



El primer beso - 2º Premio, PortoCartoon, Portugal, 2005, David Vela.




Mención honorífica en el Concurso Europeu de Cartoon “Desigualdades, Discriminações e Preconceitos”, Portugal, 2007 - David Vela.



Crisis - Dibujo de David Vela.


David Vela  Cervera




David Vela.




El bisturí humorístico de David Vela
Por Francisco Punal Suárez – Especial para Fany Blog
Fue en el Museo del Humor de Fene, provincia de A Coruña, donde conocí personalmente a David Vela Cervera ( Zaragoza, España, 1967) cuando ganó el Premio Curuxa con su diseño que era un alegato contra la contaminación del medio ambiente y que aludía a la catástrofe ocasionada por el barco petrolero Prestigie, en las costas de Galicia, al mostrar un niño que, con arena de una playa, construía una refinería, ante un mar de chapapote.
Desde ese momento, he seguido de cerca la evolución del artista y de cómo su obra, en muchos casos, refleja aspectos críticos de  la sociedad, en los que él clava suavemente su bisturí creativo. Los dibujos de Vela están pintados con técnica tradicional, a pincel, utilizando témpera sobre papel, y se convierten en la voz de la conciencia social.
Su obra ratifica su talento artístico, su potente imaginación, y que el humor es la forma mas penetrante de mirar y de ir al fondo de las cosas.
Este destacado autor, graduado en Filología Hispánica, ha obtenido como humorista gráfico, en su ascendente carrera,  más de treinta y cinco premios y menciones  en diversos certámenes internacionales celebrados en Portugal, Brasil, Italia, España, Irán, China, Bulgaria, entre otros. En su lista de galardones están: el premio Curuxa, en Galicia;  el primer lugar en la Bienal Internacional de Tenerife; el segundo y el tercer premio en el World Press Cartoon; el segundo en el PortoCartoon; Primer Premio en  The 6th Fadjr International Festival of Visual Arts; Primer premio en el  IV Concurso de Humor Gráfico y Salud de la  Universidad de Lleida, y el Primer Premio en la tercera edición del Concurso Lorenzo Goñi, de Madrid.
Sus excelentes ilustraciones aparecen en  los libros “Bestiario de greguerías” (2006), sobre las zoológicas de Ramón Gómez de la Serna;  “Ninfas y calaveras”(2013) con una selección de textos del mismo autor, y de su magnífico ensayo “Los muertos y las muertas”.   Otra obra suya es “Universo Mundo (2009) e Ilustró el disco-libro de Titiriteros de Binéfar, “Jolgorio del bueno”, Galaxia, 2015 
Vela es además autor de escenografías, diseños de muñecos, carteles, ilustraciones de programas y decorados para las siguientes compañías de teatro y animación infantil: Titiriteros de Binéfar, Trip Teatro, Teatro Che y Moche, Teatro Luna de Arena, y Plataforma de Animación Infantil.

Su dibujo “Picasso versus Dalí” es una de las premiadas y aclamadas.
Ese dibujo nace de la idea de llevar al absurdo humorístico el asunto clásico de "el pintor y la modelo", sustituyendo a la modelo por un huevo y confrontando la visión de dos figuras fundamentales del arte como Picasso y Dalí”– señala David.
La obra, de un gran colorido, y donde las figuras irradian cierta luz interior, muy definidas por el  estilo de Vela,  es un pretexto para reflexionar sobre la pluralidad de puntos de vista, y la capacidad de la creación artística para interpretar la realidad de maneras muy diversas, en algún caso casi antitéticas, y que ninguna tenga que ser obligatoriamente mejor que la otra, simplemente distinta. 
El humorista–señala David– contempla la realidad como una crisis permanente, un problema contínuo sobre el que cues­tionarse y plantear preguntas. La actual crisis económica es consecuencia de una anterior crisis de valores, o más bien de la entronización de falsos valores que el humor gráfico viene denunciando desde mucho antes de que desde los medios se hiciera oficial esta crisis.


La sátira–manifesta David - es importante para fustigar al poder y como arma de defensa contra la injusticia. Pero creo que el humor es ahora mismo aun más importante, imprescindible, como herramienta de análisis para comprender con distancia la realidad. En un momento en que parece que manda el mensaje inmediato, la manipulación,  la falsedad, la improvisación, el ruido, pienso que conviene utilizar la visión humorística, la perspectiva más amplia y sosegada para analizar la realidad.

Il De Chirico di Gio finalista a IX INTERNATIONAL CARICATURE “NOSOROG” 2016/17

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De Chirico
di Gio /Mariagrazia Quaranta

Il De Chirico di Gio finalista a  IX INTERNATIONAL CARICATURE “NOSOROG” 2016/17
Complimenti Gio!

Qui sotto un anteprima degli altri 29 finalisti e più sotto il D'annuzio di Gio premiato lo scorso anno.


IX INTERNATIONAL CARICATURE CONTEST -MAGAZINE “NOSOROG” (“RHINOCERVS”)
THEME: 
The World's best Painters!

Last 30 Selected 


www.nosorog.rs.sr
http://www.nosorog.rs.sr/diff/diff2.html
http://nosorog-rhinocervs.weebly.com/





www.caricaturegio.altervista.it

Mariagrazia Quarantaalias Gio, è abruzzese, della provincia de L’Aquila. E’ laureata in architettura con la passione da sempre per le caricature e le vignette. Da settembre 2006 è nel Colto Circuito dell’Associazione Nazionale Umoristi. Nel 2009 ha pubblicato il calendario “Le caricature di Gio” sul sito web di Repubblica.it. Collabora o ha collaborato periodicamente con importanti siti del settore.Ha, inoltre, esposto vignette presso il Museo d’arte moderna V. Colonna a Pescara. Ogni anno i suoi lavori sono esposti alla Rassegna internazionale di satira, umorismo e fumetto La Ghignata presso il Museo del Fumetto – Fondazione Franco Fossati a Monza ed al Festival international de la caricature du dessin de presse et d’humour a St.Just le Martel (Francia). Selezionata in importanti festival nazionali ed internazionali, come Umoristi a Marostica, Fanofunny, Humour a Gallarate. Ha partecipato alla mostra collettiva intitolata Il segno rosa organizzata dalla Fondazione Franco Fossati al Wow Spazio Fumetto Museo del fumetto. Qui tutti i premi che ha preso!

Il 2017 è iniziato, non bene!

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Il 2017 è iniziato molto negativamente

Prima tanta neve e tanto freddo giù nei paesi del terremoto, al centro Italia!

Oggi tre nuove forti scosse di terremoto, paura e crolli, mentre imperversa una bufera.

 Persone costrette a scavare fra la neve per uscire dalle abitazioni.

Mi scrive l'amica Gio :


Altre 2 scosse dopo la principale!
E' venuta un po' tremolante ... ma può servire, no?

Mariagrazia Quaranta / Gio


e poi Tauro


Mannaggiasanda Edition.
Tauro


ed anche Giuliano



la sensazione è questa
Giuliano






Arriva a Parma a Palazzo Sanvitale la mostra World Humor Awards 1° Editione

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WORLD HUMOR AWARDS - LA MOSTRA

Parma - 21 gennaio-12 febbraio

Invito
Mostra concorso internazionale sul disegno umoristico
WORLD HUMOR AWARDS
“dal Mondo piccolo al Mondo grande”
dal 21 gennaio al 12 febbraio 2017 presso i Musei della Fondazione Monteparma 
  
orari:
da martedì a domenica, ore 10.30-13.00
ingresso libero
catalogo MUP Editore


Mostra del disegno umoristico 
alla Fondazione Monteparma


Prima edizione di "World Humor Awards " in via Cairoli da sabato 21
Si aprirà sabato 21 gennaio 2017, presso i suggestivi spazi dei Musei della Fondazione Monteparma (Parma, via Cairoli n. 12/a), la mostra legata al concorso internazionale di disegno umoristico“World Humor Awards”, composto in questa prima edizione da due sezioni dedicate rispettivamente al tema del cambiamento climatico e alla caricatura.
Organizzato dall’Associazione culturale Lepidus, con il contributo, tra gli altri, di Fondazione Monteparma e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, il concorso ha visto la partecipazione di oltre 130 disegnatori italiani e stranieri, tra i quali si annoverano alcune delle più note firme a livello internazionale, accanto a promettenti esordienti.

Lo scorso ottobre a Salsomaggiore Terme la giuria, composta da Lucio Trojano, Marco De Angelis, Oliver Raynaud, Marzio Dall’Acqua, Marzia Marchesi, Daniela Isetti e Gianandrea Bianchi, ha incoronato vincitrici le opere di Elena Ospina (Colombia), prima classificata nella categoria “Cambiamento climatico”, e di Achille Superbi (Italia) per la categoria “Caricatura”, oltre ad attribuire numerosi altri meritati riconoscimenti e menzioni.

Dopo aver esposto le opere a Busseto, Salsomaggiore Terme e Fidenza, la mostra si sposta “dal Mondo piccolo al Mondo grande”, come recita lo slogan della manifestazione, che si rifà con ammirazione alla figura di Giovannino Guareschi nella sua veste di
straordinario maestro del disegno umoristico. L’allestimento realizzato presso i Musei della Fondazione Monteparmapropone una selezione delle opere più interessanti, con l’intento di restituire una panoramica delle tante partecipazioni internazionali che vanta l’iniziativa.
Il catalogo di tutti i disegni che hanno preso parte alla mostra concorso è edito da MUP.
Siamo molto soddisfatti – ha commentato Gianandrea Bianchi, ideatore della manifestazione e Presidente dell’Associazione culturale Lepidus – del risultato ottenuto da questa prima edizione dei World Humor Awards per il numero degli artisti che hanno aderito al nostro invito e per la qualità dei lavori presentati. Non è stato facile infatti per la giuria assegnare i premi visto l’ottimo livello sia nell’esecuzione artistica che nel contenuto di molte opere meritevoli di un riconoscimento”.

“Il progetto ci è parso da subito meritevole di sostegno – ha dichiarato Roberto Delsignore, Presidente di Fondazione Monteparma – perché rappresenta un’iniziativa importante e unica nel suo genere per promuovere la valorizzazione dell’arte del disegno umoristico e, insieme ad essa, celebrare la figura di un suo eccelso esponente come Giovannino Guareschi”.

fonte La Repubblica


mostra in allestimento


Bellissimo catalogo della Prima edizione del World Humor Awards.
Ora guardiamo alla seconda edizione. Copertina: Elena Ospina
Very beautiful catalogue of the 1st edition of World Humor Awards.
Now we look to the second edition. Cover: Elena Ospina
Marco De Angelis




WORLD HUMOR AWARDS

"dal Mondo piccolo al Mondo grande"

  • 978-88-7847-513-7
  • 2016
  • 162

  • Quello che conta in una immagine umoristica è la leggerezza, una leggerezza che racchiude un mondo in un colpo d’occhio, come un guardare il reale da un buco segreto che lo stravolge ed insieme lo rende ancora più denso, pregnante, svelato nella sua filigrana più intima. Una visione da lontano, con l’occhio incollato al microscopio del cuore e delle emozioni, che in questo distacco, in questo vuoto, si liberano e si librano in una scoperta, che viene ribaltando quello che l’occhio vede e costruendo un giudizio, un pensiero, una metafora in una lingua particolare che è quella dell’umorismo, che elabora parole figurate o figure parlanti di un mondo altro, che in un certo senso ci strania da noi stessi, dalla nostra quotidianità, dal nostro torpore, per farci piombare o involare in una frattura del reale, in una crasi di cui non ci eravamo accorti. E questo ci porta sorpresa e immediato piacere, di cui il riso o il sorriso diventa la manifestazione immediata ed evidente, reattiva per una serenità di giudizio, per un non coinvolgimento personale, intimo. E così l’umorismo è uno spazio, un evento nel quale vengo coinvolto senza volerlo, in modo inaspettato, una incrinatura temporale che mi fa reagire notando ed annotando una dimensione contraddittoria, conflittuale - quella che Pirandello chiamava “il sentimento del contrario” - , tra consuetudine di rappresentazione del reale e percezione. La reazione è il riso (o il sorriso) che è emozione diretta, esplicita, di piacevole sorpresa, poiché è indubbio che il piacere è la prima manifestazione, ma forse commista ad uno spaiamento, un lieve disarmonico squilibrio, che può arrivare ad una sottile inquietudine, alla quale solo in un secondo tempo seguiranno riflessioni, analisi e giudizi: prese di coscienza, se si vuole “WORLD HUMOR AWARDS” nasce in terra parmense sotto il segno beneaugurante di Giovannino Guareschi, dopo una edizione che si può considerare sperimentale, un numero zero. La scelta non è stata casuale poiché la denominazione data allora: “dal Mondo piccolo al Mondo grande”, rimane come sottotitolo di questa indicazione. Lo scorso anno l’abbiamo usata come l’indizio di un punto ideale, culturale e storico, per l’irradiarsi da un luogo preciso, da una dimensione anche topografia o per lo meno di geografia letteraria, di onde attrattive che si diffondessero il più estesamente possibile, raggiungendo a trecentosessanta gradi ogni possibile collaboratore. Giovannino Guareschi, cantore del “mondo piccolo” che ha conquistato il mondo ne era, e ne rimane ovviamente, la bussola, il modello, il protettore ed il richiamo immediato, per far comprendere insieme la semplicità della nostra proposta e come essa non volesse né potesse avere barriere: il richiamo alla comunità dispersa di coloro che, solidali tra loro, sono uniti dalla stessa anomalia di reagire con il sorriso alle distorsioni del reale, di condividere un tic che li porta ad illuminarsi istintivamente nel volto di fronte ad una situazione comica. Tutto questo in un momento in cui i mass media e tutto intorno a noi, ad incominciare dalla marea montante della volgarità e delle violente contrapposizioni, che incrinano equilibri esistenziali e comportamenti sociali, sembrano, nella loro becera aggressività, relegare l’umorismo ed il sorriso tra gli orpelli di un passato da mitizzare irrecuperabile. Anche in questo lo stesso Guareschi, immerso in una vita di scontri e di battaglie, ci insegna e dimostra che uno squarcio di riso è sempre possibile,in qualsiasi situazione ci si trovi a vivere ed operare.
Si era ben consapevoli che il 7 gennaio 2015 l’attentato contro la sede parigina del giornale Charlie Hebdo, poneva seri problemi anche di riflessione sulla libertà e i limiti dell’umorismo, che lo scontro attuale tra il sindaco di Amatrice ripropone, sotto altra luce ovviamente, ma non in modo meno contraddittorio e conflittuale. A noi interessava ed interessa con semplicità, quasi con umiltà, di rioccupare uno spazio, di farci pionieri di una riconquista di un territorio, quello dell’umorismo, che diventa veramente territorio umano, che si scatena un sorriso, gli occhi si illuminano e la bocca s’imbarca con labbra all’insù. Non ci interessano qui ed ora le teorie, ma la pratica, l’esercizio diretto ed esplicito di un diritto, il manifestare nell’atto del progetto comico di un giudizio, nel confermare un allargamento della nostra comune umanità. Questa prima edizione effettiva ha risposto a tutte le nostre attese con una energia ed una vitalità in parte inaspettate, prima di tutto per il tema che abbiamo proposto: veramente di quelli da far tremare gambe e polsi, avendo invitato a parlare con il linguaggio dell’immagine unica del “ Climate Change”, il cambiamento climatico, che più che alla battuta comica, alla leggerezza dell’invenzione rimanderebbe alla categoria del “sublime” nel senso del trattato dello Pseudo Longino, fatto proprio dal romanticismo. Per meglio farci capire, citiamo: “è Sublime ‘tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore’, il sublime può anche essere definito come ‘l’orrendo che affascina’. La natura, nei suoi aspetti più terrificanti, come mari burrascosi, cime innevate o eruzioni vulcaniche, diventa dunque la fonte del Sublime perché ‘produce la più forte emozione che l’animo sia capace di sentire’, un’emozione però negativa, non suscitata dalla contemplazione del fatto in sé, ma dalla consapevolezza della distanza insuperabile che separa il soggetto dall’oggetto.” Come si vede ho citato questa categoria non a caso, visto il tema, che più catastrofico di così è impossibile immaginare. Guardando con attenzione ogni superba vignetta pervenuta questa dimensione del “sublime” romantico non si ritrova: la sensazione è che lo stupore prevalga nella contemplazione di un disastro a venire. Queste vignette sono in realtà metafore e già Cicerone, nel “De oratore” definiva così la trasposizione simbolica di immagini: “ogni metafora… agisce direttamente sui sensi e soprattutto su quello della vista, che è il più acuto… le metafore che si riferiscono alla vista sono molto più efficaci, poiché pongono al cospetto dell’animo ciò che non potremmo né distinguere né vedere”. E’ esattamente quanto avviene scorrendo queste immagini, che non riescono a dire l’indicibile - la fine di ogni vita sulla terra - se non in allegoria, con colorate allusioni, con delicate invenzioni, che nella dolcezza delle cromie hanno la lievità delle favole poetiche, dei rimandi visivi che “pongono al cospetto dell’animo” l’indefinibile e l’invisibile: Il futuro viene presentato come un devastato presente, una desertificazione della bellezza naturale che ancora ci affascina, una fuga nel surreale e nell’iperbolico. Questa evidente difficoltà nell’immaginare una fine - la fine - insieme inquieta, poiché avverte che non abbiamo ancora collettivamente gli strumenti per capire il destino che ci aspetta, ma sono vaghe percezioni e trasalimenti, ed insieme rassicura, perché ogni immagine è così concentrata sul e nel presente che ci dice che abbiamo ancora tempo, c’è ancora spazio per la salvezza, per trovare soluzioni, se saremo coscienti che la nostra sorte è legata a quella di tutti i componenti viventi della nostra terra, fauna e flora - diciamolo in termini linneiani per essere davvero onnicomprensivi. Anche il linguaggio figurativo elegante, le sottili citazioni stilistiche raffinate, i colori accattivanti e l’armonia delle composizioni ribadiscono visivamente la stessa speranza, quel sottile anelito di salvezza che è prima di tutto un appello ad un sentire comune, ad un civile e globale impegno. Incredibilmente sembra contraddire questa brezza salvifica la sezione delle caricature, che per definizione, sono deformazione del reale, specialmente fisiognomico, che ci rimandano nostri contemporanei messi a nudo nella loro più privata e nascosta psicologia, ce li rendono nelle loro debolezze e nei loro limiti: dimostrano che il re è nudo: sempre, per matite e pennarelli acri ed impietosi. Salutare questa immersione in sberleffi ed irriverenze, soprattutto pensando all’operazione continua dei mass media di beatificare i protagonisti della vita sociale e politica di oggi, nascondendo i loro limiti e le loro impotenze. Un forte vento moralizzatore anima, come sempre, queste caricature.
dalla Prefazione di Marzio Dall'Acqua
MUP Editori



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Rinascita a Rigopiano

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"Cuore e lacrima" - Alla mia terra, alle vittime...agli eroi.
Marco D'Agostino


Prima 3 scosse di terremoto e poi la slavina.
Si lavora senza sosta nella ricerca dei dispersi all'hotel "Rigopiano" di Farindola, spazzato via da una slavina mercoledì. Il bilancio attuale è di 11 sopravvissuti (9 salvati e i primi due scampati) e di cinque vittime estratte dalle macerie, 23 dispersi. I Vigili del Fuoco riferiscono di avere "altri segnali da sotto la neve e le macerie, stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive, ma anche le strutture dell'albergo che si muovono sotto il peso della neve".
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Dia triste na expectativa de dias felizes…
Ontem, na urgência de colocar a animação no meu mural e de sair a correr para a RTP, faltaram-me fazer aqui referências fundamentais, que só hoje, depois de uma boa noite de sono, consigo acrescentar.
Sem o magnífico trabalho do animador Jorge Ribeiro, da excelente sonoplastia do Paulo Curado, e do constante feedback dos meus amigos co-SpamCartoon André Carrilho, João Fazenda e João Paulo Cotrim, que acompanharam o desenvolvimento do trabalho por Messenger, esta animação, tal como está, não teria sido possível. Obrigada camaradas!




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"Trump nomeia apoiante da construção de colonatos como embaixador em Israel
David Friedman quer mudar embaixada norte-americana para Jerusalém e ameaça romper décadas de esforços diplomáticos para resolver conflito israelo-palestiniano."
Trump somma e segui!!
" Trump nomina David Friedman, sostenitore della costruzione di insediamenti, ambasciatore in Israele. Minaccia di rompere decenni di sforzi diplomatici per risolvere il conflitto israelo-palestinese."


http://www.cristinasampaio.com
http://www.adrawingaday.cristinasampaio.com
http://www.facebook.com/cristinasampaio.cartoon
http://www.spamcartoon.com
http://www.casadalfama.com

" Trump" di Angel Boligan

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"Trump" di Angel Boligan (Messico)


Il giuramento




Trump e i tweet




Trump e l'immigrazione



El surpresivo triunfo de Trump


Trump e l'immigrazione 2


Trump ed i rapporti col Messico

Trump inauguration of Ann Telnaes

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Cartoooning President Trump
Telnaes: His personality works well for caricature

Sketches from the Trump inauguration








intervista ad Anne Tealnes



President Trump's first dance with ethics 



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Trump tweets that Russia "just said" the unverified report is a fabrication #TrumpsFactChecker
Trump tweets che la Russia "appena detto" il report non si è verificato, è un'invenzione. #TrumpsFactChecker
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Ann Telnaes is an editorial cartoonist for The Washington Post. She won the Pulitzer Prize for Editorial Cartooning in 2001.
  Follow @AnnTelnaes

L'elogio del forum di Aenigmatica

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voi siete qui
Magnasciutti
Voi siete qui
ma da domani non più

24/1/2017 - IMPORTANTI MODIFICHE AL FORUM
« il: 10 Gennaio 2017, 11:39:54 »
Cari amici forumisti

      alcuni inevitabili aggiustamenti tecnici e editoriali ci costringono a tenere fermo il forum per qualche tempo.
      Il forum di Aenigmatica, dobbiamo riconoscerlo, ha avuto momenti di grande sviluppo ed energia nel passato. Tante amicizie si sono create, tanti si sono scoperti autori, tanti hanno avuto il piacere di discutere in spazi popolati da persone originali e propositive. Ora il web si è assestato in nuove dinamiche, ci si scambiano pareri e amicizie molto di più sui social network: i forum sono tornati appendici per lo più tecniche dei vari siti. Inoltre le più recenti tendenze legislative tendono a rendere i gestori dei forum responsabili delle opinioni di quanto scritto dagli ospiti, e tutto ciò richiede una presenza e un impegno che non tutte le realtà online possono permettersi.
     Dunque, questo stop è il momento per una riflessione interna, da editori, sulla prospettiva da dare al nostro glorioso spazio. Per ora la miglior cosa che possiamo fare è tenere aperto e accessibile “Edipeggio”, lo spazio più enigmistico-istituzionale legato all'oggetto della nostra pubblicazione. Le altre sezioni verranno fermate, ossia saranno in sola lettura per consentire a chiunque di andare a rileggere o pescare brani che gli sono particolarmente cari. I messaggi privati tra utenti verranno mantenuti, ma limitandone il numero e la durata. Dunque, nello specifico, dal 24 gennaio saranno apportate al forum le seguenti modifiche:

    La sezione «Edipo... e di peggio!» rimarrà attiva e aperta a tutti gli utenti con le medesime funzionalità e regole di frequentazione attuali. In questa sezione verranno trasferiti, da «Chiacchiere», i thread «Enigmatici enigmi laterali», «La ghigliottina», «Reazione a catena», «Il thread dei rebus» e «ZeroVero», per garantirne la continuità e la regolare fruizione.

    Dal 24/1/2017 le sezioni «Chiacchiere» (con la relativa sottosezione dedicata ai giochi fuori-Sfida pubblicati dal sito), «La Sfida», «Squadre e com... pazzi!», «Suggerimenti» e «Segnalazione guasti» verranno mantenute disponibili PER LA SOLA CONSULTAZIONE, e tali rimarranno fino al 28/2/2017, per consentire agli interessati di recuperare e salvare eventuali messaggi o conversazioni di interesse.
    Di conseguenza, sulle pagine del Forum non sarà più consentito commentare in alcun modo i giochi della Sfida o il «Gioco della Settimana», né aprire conversazioni che abbiano uno scopo diverso dalla proposta di giochi enigmistici; chiunque non si atterrà a questa indicazione incorrerà in un ban, della durata minima di quindici giorni.
    Le comunicazioni con la redazione relative ai giochi pubblicati dal sito saranno garantite via e-mail all'indirizzoaenigmatica@lasettimanaenigmistica.com. Non sarà garantita la comunicazione con i moderatori via messaggio privato.
    Nello stesso periodo, suggeriamo di provvedere anche al salvataggio dei messaggi privati di particolare interesse.

    Dall'1/3/2017 le sezioni in questione non saranno più consultabili né accessibili.

    A partire dalla stessa data, ogni utente avrà a disposizione un numero massimo di 150 messaggi privati: ogni nuovo messaggio privato, in arrivo o in uscita, che eccederà tale soglia provocherà la cancellazione del più vecchio fino allora presente.

   Amici, è stato un vero piacere ospitarvi e leggervi in tutti questi anni: siamo cresciuti insieme tra risate e discussioni talora accese, abbiamo pianto amici che sono partiti per sempre, abbiamo festeggiato compleanni e nascite. La nostra amicizia proseguirà in tutti gli altri spazi che ci siamo creati in questi anni.
Per ora, il forum di Aenigmatica torna ad essere un luogo di gioco.

Un carissimo saluto

Lo Staff



Ringrazio la redazione che mi ha accolto, che mi ha dato la possibilità di conoscere anche di persona, amici incredibili stupefacenti.
E' li su quelle pagine della  settimana aenigmistica che si è sviluppata e concretizzata l'idea del mio blog.
Ci rimangono 36 giorni per recuperare qualche pagina cara
per consentire agli interessati di recuperare e salvare eventuali messaggi o conversazioni di interesse prima che finisca tutto nell'oblio.

Sono tantissime le cose che salverei ma non ho il tempo ne le forze per farlo.
Siccome ringrazio ho pensato di farlo con i due Elogi di Rebus70
grandi capolavori di giochi di parole.



(Elogio dell') elogio del forum
Cari amici, con queste  mie righe vorrei poter partecipare a tutti il senso di ri-
spetto  e  ammirazione  da  me  provato  nei confronti di qualche particolare sog-
getto,  che  mi  coglie quando entro nel Forum.    E' una sensazione di forte or-
goglio che  non  mi  abbandona  neanche  se, tentando una soluzione, cado nell'er-
rore.   Questo  è  dovuto  alla  presenza
di alcune  personalità estremamente ca-
rismatiche  che,  con  il  loro  insegnamento,  aiutano  a  superare le prove più
rognose: mi riferisco principalmente  a Regolo.    Questi,  che è  un vero mostro
sacro  dell'enigmistica,  solo  in  apparenza  così  burbero e alquanto scostante,
ama   accostarsi  ai neofiti del Forum, ignari, al solo  fine di prenderli  per il
primo  periodo  sotto la propria ala, sicchè i duri inizi  non li facciano sopras-
sedere.  Ma, più di lui, è Zanzara il personaggio che da questo punto di vista ri-
leva.   Egli  si fa in quattro  per la Sfida e placare gli animi esacerbati dalla
pugna.    Non è  più  un segreto che dietro al suo nick si nasconda un grande sa-
cerdote della Sfinge (come suo padre prima di lui) il cui nome ovviamente non vi
dico :   lo  sapete  già  tutti.   I suoi  cruciverba  sono colmi di mille irrisolvibili fan-
tasiose  definizioni che non si limitano a chiedere, ad esempio, dove sono le Ma-
donie.  I suoi interventi sul Forum in veste di moderatore sono quanto di più fa-
scinoso  sul  piano della comunicazione ed i suoi suggerimenti, quanto di più pre-
zioso  ci  si  possa aspettare.   Le  critiche  sono per lui motivo di potente ri-
flessione.   Solo, non sopporta quelli che affrontano i giochi senza il suo stesso
sentimento: non gli vanno proprio giù e lo fanno andare su tutte le furie.
Ma dura poco: poi torna ad essere l'affabile Zanzara che conosciamo.
Mi  preme  spendere due parole anche per  Pdente, che è  il primo responsabile del-
la  Sfida  e  della  sua  supervisione, con i giochi pubblicati fino a provocarne
l'esaurimento generale.  E' rimarchevole notare che sono stati quasi più i giochi
presentati nella Sfida che quelli pubblicati sulla SE... Sempre belli, sia i quiz
annullati che quelli validi!    Lui  è  l'irriducibile che morirebbe per gli amati
utenti del  sito  e per garantire loro continuamente il campo per la conquista dei
bonus! Termino qui, ma ci sarebbe da dire, ancora. Ad esempio, su quell'esau-
dita  preghiera  di posticipare  la  conferma  delle  soluzioni, che va a tutto me-
rito di Frapao,  il quale  si è  rivelato rapidamente per quello  che è: e cioè un
geniale  quanto  lucido  stratega,  oltre  che  un abile scrittore, incantatore di
folle.    Qui io mi fermo,  con la  preghiera di rileggere quanto sopra per intero
ma a righe alterne...
Rebus70 (28 ottobre 2002)
http://www.aenigmatica.it/oedipower/index.php?topic=2780.msg120597#msg120597
di amanti



you make me feel (mighty real)

Elogio 2 - La vendetta
In questi tre anni passati qui, ho visto threads pal-
pitanti di poesia, argomenti leggeri e un poco mie-
losi (come quelli, a cadenza periodica, con gli au-
tori letterari preferiti, gli attori, i cantanti ed altri fi-
guri), discorsi di politica fatti da chi non ha mai capi-
tolato nelle discussioni e contro cui puoi usare soltan-
to una mazza (per tutti, * omissis* ); i blogs di Chiagia,
pungenti di ironia; ma ricordo anche certi threads
strabordanti di farneticazioni e posizioni qualun-
qui; le bannature, da alcuni salutate come vere con-
quiste, per le quali l’intero Forum si è spesso schi-
vato schegge pazze, da altri viste come un amaro
fato, scontato prodotto di pregiudizi e faziosità.
Insomma, in tre anni, se ne sono viste tante.
Ai primi utenti se ne sono aggiunti altri, anima-
ti dallo stesso entusiasmo, quasi tutti intellettua-
li veri, che hanno fatto di AE un vero e proprio por-
to di idee, dove imparare nuove cose è davvero fa-
cile. Penso al Prof. Alois: oltre ad essere un gran ma-
tematico, ha un’abilità risolutoria che ha del demo-
niaco (sarebbe ben capace di farseli tutti, gli stu-
pidi giochini pseudo-enigmistici di Edipeggio, acci-
denti! E indipendentemente dal genere!), ama scac-
ciare il tedio pensando verbis su cui non è facile svin-
colarsi senza pensarci più di tanto ed applicando tutto
l’intelletto di cui si dispone. Ne avrà pieni i cassetti
sotto la scrivania! Sua pari è Thinker: parte del corpo
docente come Alois, di Guido della Sibilla autrice
preferita, resta senza ombra di dubbio il membro di
AE più verace per lo spirito partenopeo, con Malia e
Merlino, del quale si fa, con molto tatto, portatrice.
Tra i tanti, giunti solo di recente, voglio ricordare
Abab: davvero difficile trovare un tipo più sva-
gato e stralunato, più sui generis, complesso e indefi-
nito di lui. Poiché ogni suo messaggio pare scritto in
fretta, è sempre un po’ particolare. Con estremo ri-
serbo, in più di una occasione lo si è raccomandato
di maggior chiarezza, ma invano… Ora un pensiero
agli appassionati di crittografia.  Mania, Oviv, Forum:
forumisti della prim’ora e compagni di tante avventure,
dopo tre anni sono ancora qui, a distruggere i testi-
sacri dell’enigmistica classica, creando veri spetta-
coli con le loro elucubrazioni e i loro giochini da stra-
bilianti manipolatori delle parole: e chi non condivide è
pazzo. Tra gli ultimi arrivi spicca Kc8, impenitente scac-
chista, hobby grazie al quale si è rivelato un lucido cal-
colatore (alla Alois). Si limita a mordicchiare i tra-
mezzini che gli vengono offerti, con  i modi com-
passati che è uso affettare, ma li sbranerebbe. Il cervello
che si ritrova è da scienziato, ma fare il giocherellone
resta la parte che predilige. Così come Baloo: un fisico
nucleare non saprebbe tenergli testa. Ha una memoria
da elefante, una incredibile capacità  (terrà cento li-
bri a mente!) che nessuno possiede (non ne conosco al-
tri, almeno…), l’abilità di assimilare anche un ma-
noscritto in turco: un omone enorme con la grazia di un
cigno. Stesso discorso si può fare per  Naacal. Scap-
pellarsi di fronte a lui è un atto dovuto. Giunto disoccu-
pato in Norvegia da Bari, dove era perseguitato dalla po-
vertà, vi ha trovato lavoro ed una ragazza che è una de-
lizia, ha portato in quei luoghi un po’di italianissima ma-
cha presenza, ha “salito” frigoriferi senza fare una smor-
fia, ha diffuso tra i nativi lo sconosciuto concetto di piz-
za, facendo apprezzare loro l’Italia, da patriottico ragaz-
zo. Uno che è partito per la tangente, insomma.
Ma quanti ce ne saranno, da ricordare, ancora?
C’è Uomoelettrico, sempre in cerca di un modo per sco-
prire nuove emozioni in campo amoroso e ancora libero,
pare. Moebius e Biondich, che si fanno reciproche cor-
tesie, da bravi neo-sposi, scambiandosi più di una moi-
na. Erondo, con la statua che gli va sempre nel buco del
water (ma come l’ha pensata???).  C’è poi Paulus il si-
***, col capoccione. Non gli fa mai male? Userà la va-
leriana! Se fa le PC, non lascia vuota neanche una ca-
sellina...  Uno che fa un uso smodato di ciò è Knofly.
Ex Fabralex, si pone tra le menti più brillanti del forum.
Quelli meglio informati sussurrano che vada a letto con
la Settimana Enigmistica. Personalmente lo considero
più di un amico: come il riccio Brian, che ha preso lo
sconsiderato provvedimento di andarsene via, ‘sto di-
scolo… Che da quando se n’è andato se la faccia con
i frequentatori del Canto della Sfinge, sito fondato da
Isolina, con Caxio, Langense, e altri analoghi mostri sa-
cri dell’enigmistica, pare certo. Bri, quando torni, ce lo
dici? Da annoverare tra loro a pieno titolo è Tiberino,
custode della memoria storica dell’enigmistica classica
insieme a Ser Viligelmo. A vederli sembrano due ru-
di: ma sono sempre pronti a spiegarti quello che desi-
deri. Di certo, ricordano bene, avendolo vissuto, il
tempo di Zanzibar, cui saremmo indegni di fare un pe-
diluvio, ma che, sfortunatamente, non è riuscito ad an-
dare oltre gli anni Ottanta. I loro meriti, nessuno può
negarli: sono lì, indelebili, a prova di quanto siano vi-
sti con ammirazione e considerati  geniali, in quanto
tali, certi individui. Nel forum si contano numerose rac-
colte di giochi vari. Ecco qui chi ha risolto le più vec-
chie: Ermengarda, Florasol, Millecinquanta, Raggiante.
Tutte donne, come si può notare. Sarà un caso?
Perfino la Hack e la Montalcini, accanto a loro, pargo-
no due cerebrolese… Eppure, a vederle, miti donzel-
lette leggiadre, sembrano!...
Ma non sono le uniche cervellone del Forum!
Mary Poppins, Tesla, Divergenze, Chiaradinotte:
queste ultime, giunte nel forum chi prima, chi dopo,
sono tutte, senza tema di smentita, delle vere caram-
boliche solutrici, che hanno eletto l’enigmistica a loro
pane. Bazzicano tutti i threads per incontrare ma-
gari anche giochi ostici, che sono pur sempre dei ri-
schi accettabili, su cui esercitarsi con zeppe e incastri.
Con loro, ormai, decine e decine di forumisti.
Tra loro, Giulianabye, una ancora poco abituata al pen-
sionamento appena raggiunto. Poi c’è chi tende ad abu-
sare, finisce sempre per postare esclusivamente insul-
ti a questo e a quello, mascherandoli da leziose spirito-
saggini. Certe volte ci vorrebbe il bannum…
Per fortuna, si tratta di fenomeni isolati.
La pressoché totalità degli utenti è una massa di sfa-
villanti personaggi, alcuni davvero naif, altri più sofisti-
ticati. Lu Pinnose è indiscutibilmente tra i primi in
parola, spassoso abruzzese dal lessico rural-minima-
lista. Dopo una gioventù trascorsa in un piccolo  bor-
go del pescarese (Penne), il nostro, con in spalla un far-
dello, emigrò in Belgio, dove trovò lavoro come mi-
natore, lavoro faticosissimo che però gli garantiva la pa-
gnotta. Solo più tardi, dopo anni ed anni di dure mar-
tellate in miniera, a spezzarsi le reni per due misere mi-
chette (causa di quello che è divenuto un cronico mal di
schiena), prima mise su un localino (grande come un lo-
***...), poi è diventato il tenutario di un grossissimo
night, dove i belgi prendono un drink prima che rin-
casino, che viene frequentato in massima parte da ric-
chi industriali e fanciulle del luogo dagli splendidi oc-
chioni. Da menzionare è anche Roby1Kenobi, un tipo da
tenere d’occhio, in grado di farsi Milanocentro -  Rimini-
spiaggia con la moto, moto con cui sarebbe capace di co-
prire spazi da Parigi-Dakar, che non ama aver patti da sti-
pulare; un personaggio caratterizzato dal classico spirito
libero. Non lo vedremo mai, per esempio, in un campo
di patate, faticosamente alla ricerca di qualche compli-
cato sistema di estrazione dei tuberi: lui carpisce il mo-
mento (ancorché raro). Del resto, se si nasce e cresce sfi-
dando la strada su due ruote, sui sentieri più irti e varie-
gati, non si può che assecondare il proprio karma.
Resta uno dei soggetti più caratteristici del forum.
*Omissis*
Nello stesso stato è Piccola Lola, a cui, però, basta un pa-
io di pattini, con i quali sfreccia tra le auto come un fol-
letto: fa tutto da sola e si sbriga in fretta. Lavora tra i ban-
cari suoi colleghi, sempre assediata da addebiti e accre-
diti (lo sono tutti i bancari), e per questo merita  la car-
riera che sta facendo. Sentimentalmente vive qualche la-
cerazione: ma è capace di uscirne in fretta, facendosi un
po’ di training autogeno: le basta un minutino, o qualche
secondino. Una cosa che sa far bene è contare un sacco di
banconote in pochi istanti, che poi divide e affascetta in
balle: sarebbe in grado di affermare d’essere la regina
della cassa (e ne avrebbe motivo). Sogna di diventare
madre: cosa che potrebbe ben avverarsi, se si stabilisse a
a chi dare il ruolo del padre… Lascerebbe Milano solo per
Londra (possibilmente con l’indennità di trasferta…).
Tra anni di forum, quanta gente… Tra i primi iscritti c’è
Rugantino: da quando è tra noi, non fa altro che dire che
bazzica da anni gli ambienti enigmistici, quando non
lavora in RAI. Probabilmente ritiene che questo ci fre-
ni un po’ nel considerarci solutori suoi pari: e non lo ne-
ghi...  In verità, chi conosce il soggetto, sa che è un fal-
so superbo, pronto a insegnare ciò che sa, come suo  so-
lito: questa caratteristica farebbe di lui un perfetto presi-
de scolastico. Tifa per la  Juve e deride la sempre per-
dente Inter. Più d’uno, qui dentro, gli darebbe un gran
bacio, per questa sua fede che lo spinge ad amare il bel
calcio. Idem per Macio, che ne vorrebbe uno a sua volta.
Questo simpatico trentino è, anch’egli, acceso juventino.
I suoi interventi, spesso decorati da motti in latino intra-
montabili, stigmatizzando l’inciviltà di certi ultras irri-
ducibili che non comprende, ci dicono quanto sia gros-
so il senso civico che lo pervade. Le liti lo scombus-
solano. Dipendesse da lui, si parlerebbe solamente
in termini forbiti e, più che altro, pacati, da educan-
di....  Non so se posso affermarlo così spudoratamente:
Macio è ai primi posti nella mia personalissima classi-
fica. Ma non è il solo, invero: più d’un forumista, alla fi-
ne, ci sta. Ma basta: chi s’imbatterà in questa filippi-
ca poi ci pensa troppo e rischia di non vederla neanche, ec-
co… Chiedo scusa a chi, da queste righe, possa sentirsi
citato invano. Chi ne avesse necessità, si sfoghi pure in
pvt col sottoscritto. Forum di AE, Rebus70 &Co. ti a-
mano!!!
Rebus70 (1 aprile 2005)
https://www.aenigmatica.it/oedipower/index.php?topic=18873

girassico


miaoc
oppure ot stuff
o off too pics
tutto questo genere di cose
insomma fate un po' voi


Il thread
Consideravo l'analogia che c'è tra l'esistenza umana e quella di un thread di un forum come, ad esempio, il nostro.

Il thread nasce. Viene creato da questa divinità minore che è il Primo Postatore, Colui che stabilisce il titolo e l'argomento e che dà, per così dire, l'imprinting.

A seconda dell'interesse suscitato, il thread così creato cresce nel tempo, messaggio dopo messaggio, facendosi largo tra i suoi simili, sui quali tende ad emergere ad ogni nuovo post.

Così evolve. A volte resta coerente, riuscendo a mantenere il filo conduttore primigenio, pur tra le fisiologiche divagazioni che ogni dialettica comporta. Altre volte, purtroppo, si perde nella deriva dell'off-topic: per cui, magari, inizia parlando di una fiction, viene corrotto dalla politica e muore tra i miasmi di una latrina (cfr. thd "Il cuore nel pozzo").

Muore, sì. Perchè anche il thread, come l'effimero creatore che l'ha voluto, è un'entità finita, limitata.
L'iniziale interesse suscitato nella platea dei forumisti, sempre entusiasticamente pronti a contribuire ai vagiti di un nuovo thread (quantunque con un semplice smile), gradualmente scema (Eh? Chi ha nominato la Elia???).
I nuovi messaggi diventano sempre più radi, e lui affonda pian piano come il Titanic  nella pagina web, soppiantato da nuove generazioni di rampanti, irriguardosi threads.

Un ultimo post, a volte di consapevole chiusura (quasi un addio), e poi l'oblio delle pagine  dimenticate, dove solo chi custodisce la memoria storica del Forum potrà, forse, un giorno, recuperarlo (leggi: Baloo).

*Lacrima*
di Rebus70 (10 febbraio 2005)
http://www.aenigmatica.it/oedipower/index.php?topic=17961.msg626334#msg626334



gianni di piombo


 zzo l ca zie a gra
mah, non mah


Non si può morire dentro.

Mi han sepolto...ma respiro...
aggrappata alla bara
vedo un pallido vampiro
che mi dice: "Che cagnara!"

Provo a metter la caviglia
fuor dal ligneo cassettone
ma zio Fester già mi striglia
senza troppa contrizione:

“Metti dentro…non scalciare:
se la cosa ti conforta
qua ci siamo organizzati
per smaltir chi è “quasi morta!”

Chi lo vuole può servirsi:

un brandello di poesia
un avanzo di  canzoni,
sentimenti e fantasia
roba da zuzzurelloni.”

Questa cosa mi travaglia
lo vorrei, ma non boicotto…
poi mi fermo, ci ripenso:
scoppio in pianto...sì...è dirotto!

Lacrimando in abbondanza
faccio un fiume e prendo il largo
nella strana imbarcazione
mi allontano e rime spargo.

Se ero salma or son salmone
e con me porto un bagaglio
per andar anche al contrario…
troverò la direzione.
Laura Neri



Si non si può morire come dice Laura...
 ce ne faremo una ragione
intanto  continueremo a giocare con le parole in forum indipendente autogestito
ENIGMATICI INDIPENDENTI


è tempo di migrare

Maleducata !

Tutti i disegni sono di Fabio Magnasciutti



Giulio Regeni è passato un anno... QUINDI?

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Un anno dopo la scomparsa del ricercatore, la verità sulla sua morte sotto tortura resta ancora da appurare.


Quindi. http://maurobiani.it/2016/03/04/memorandum-3/



L'omicidio di Giulio Regeni è stato commesso in Egitto tra il gennaio e il febbraio 2016. Regeni era un dottorando italiano dell'Università di Cambridge; fu rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e il suo corpo fu ritrovato il 3 febbraio successivo.
Le condizioni della sua salma, ritrovata vicino al Cairo in un fosso lungo l'autostrada Cairo-Alessandria, hanno evocato ipotesi di tortura eventualmente in connessione con i legami che Regeni aveva con il movimento sindacale che si oppone al governo del generale al-Sīsī. L'uccisione di Giulio Regeni è oggetto di dibattito politico specialmente in Italia e motivo di tensioni diplomatiche tra Italia ed Egitto.

-

"Ciao Giulio. Un anno e nei tuoi occhi c'è ancora la stessa domanda..." 
#VeritàperGiulioRegeni #365giornisenzagiulio
Makkox per Gazebo




Verità. http://maurobiani.it/2016/02/05/verita-degitto/



Mauro Biani



L’ultimo video con Giulio Regeni.

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VERITA' PER GIULIO REGENI

al Sisi 
Verità per Giulio Regeni

Truth about Giulio Regeni

11 Apr 2016

Marilena Nardi










https://fany-blog.blogspot.it/2016/02/giulio-regeni.html

Giorno della Memoria

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Giorno della Memoria, una data da non dimenticare in risposta ai negazionisti.
Marco DeAngelis




Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Primo Levi




Il tempo e la Storia - Ravensbruck il lager delle donne del 27/01/2017

Rai Cultura Il tempo e la Storia . Ravensbruck il lager delle donne. Con la prof.ssa Anna Foa


Tiziano Riverso

GIORNO DELLA MEMORIA ... corta

27/1/2017 - Dovrebbe sembrare incredibile, ma oggi a 72 anni dalla giornata che avrebbe dovuto mettere la parola fine agli oltraggi dell'uomo sull'uomo, ancora prosperano i muri, i fili spinati e le segregazioni in dispregio alla dignità delle persone.Indipendentemente dalle cause che le spingono a cercare cibo, riparo o salvezza, questi mezzi intollerabili soprattutto da parte del mondo "civilizzato".
Uber


Giornata della Memoria
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa sovietica liberarono il campo di concentramento tedesco di Auschwitz, ad ovest di Cracovia, nel sud della Polonia. Mentre si avvicinavano, le SS iniziarono l’evacuazione. Circa 60 mila prigionieri furono costretti a marciare verso ovest, la maggior parte, per lo più ebrei, verso la città di Wodzislaw nella parte occidentale dell’Alta Slesia. Migliaia di persone furono uccise in fretta nei giorni precedenti, il più possibile. Durante la marcia della morte le SS spararono a quelli che, stremati, non potevano continuare a camminare. per il gelo e la fame. Morirono in più di 15 mila. Quando entrò, settant’anni fa, l’esercito sovietico trovò e liberò oltre 7 mila sopravvissuti, malati e moribondi. Si stima che circa 1,3 milioni di persone siano state deportate ad Auschwitz tra il 1940 e il 1945. Di queste, almeno 1,1 milioni sono state assassinate. Sono cose che tutti dovrebbero sapere… ma le ho riscritte qui, ora. Per l’ennesima volta. Per non dimenticarlo mai.
Pietro Vanessi

di Mario Airaghi


#giornodellamemoria – Der Untermensch
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, celebrazione internazionale che onora le vittime dell’Olocausto: il massacro genocidio di 12/17 milioni di umani dei quali circa 6 milioni appartenenti al popolo ebreo: Shoah. Per arrivare a raggiungere  12, o peggio 17 milioni, dobbiamo elencarne altrettanti, o peggio di più, tra disabili, dissidenti politici, massoni, omosessuali, pentecostali, polacchi non ebrei, rom e sinti  (il loro olocausto si chiama Porajmos) slavi, testimoni di Geova
La Germania nazista ben coadiuvata dai suoi seguaci li archiviava solo in un nome: Der Untermensch, i sub-umani
Il giorno della Memoria è (dovrebbe essere) genuflessione, ascoltando echi assordanti di donne uomini e bambini che abbiamo marchiato subumani fino alla morte. Non li abbiamo riscattati, perciò quegli echi potranno mai più spegnersi. E’ vitale dunque per noi ricordarli tutti, proprio tutti, perché se non lo facciamo corriamo poi il rischio di innalzare barriere per diversificare gli uni dagli altri…




Makkox

Quale memoria? #giornatadellamemoria
Mondo Cana
La Storia

Fare memoria



Ricordiamoci
di CeciGian

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Le caricature di Joaquín Aldeguer

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Usain Bolt - Joaquín Aldeguer




Le caricature di JOAQUÍN ALDEGUER 

a cura di Francisco Punal Suarez
testo in italiano e spagnolo



Joaquín Aldeguer Lopez (Alicante, Spagna, 1980) nel  2016, ha avuto molte soddisfazioni,  essendosi focalizzato in particolare sul cartoon fisiognomico, e ha visto premiato alcune delle sue opere: Primo Premio alla II Mostra Internazionale di Grafica Umoristica di Pernambuco (SIHG- PE) (Brasile), con un disegno di Aristotele; Gran Premio e Menzione d'onore all'Esposizione Internazionale di Grafica Umoristica di Jaboatão Guararapes, Brasile, (SIHG-PE), con Usain Bolt e Rafael Nadal, rispettivamente; e menzione d'onore nel 2016 a Gallarate, Italia, con un lavoro di Woody Allen.
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Nadal -Joaquín Aldeguer


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Questo nuovo rappresentante della caricatura, laureato in Belle Arti, pone il suo interesse per la sperimentazione e la sintesi geometrica e minimalista, dando grande importanza al disegno di linee, che fa a mano, sul posto, e cercando l'essenza del carattere, in questo modo vediamo come egli utilizza linee, cerchi e ovali.

"Sono sempre stato colpito -esprime Joaquín- dalle immagini ed ho cercato di riprodurre quello che vedevo con disegni, cartoon e caricature . Non posso dire quando ho iniziato a fare caricature, ma fin da piccolo ho notato  che avevo una certa facilità e il riconoscimento di coloro addetti ai lavori, mi ha dato soddisfazione e mi ha reso più interessato a questa disciplina. A poco a poco ho scoperto come il fatto di analizzare e interpretare la fisionomia dei personaggi mi ha permesso di comunicare idee e il mio punto di vista di loro in maniera più sottile, ma anche diretta. Mi piace interpretare quello che vedo, non solo le persone, mi piace giocare con le forme, distorcere, eliminare dettagli superflui, riordinare le caratteristiche e i componenti ... di rendere il personaggio ancora riconoscibile (per non perdere il valore principale o di utilità che ha la caricatura). "
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Woody Allen


Aristotele

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 "Di fronte a una caricatura -sottolinea Joaquín- dopo aver raccolto tutto il materiale necessario (foto, video) che secondo me rispecchia la personalità della" vittima ", analizzo le sue caratteristiche essenziali: il suo volto, i suoi occhi e do la preferenza a un aspetto del viso e vedere come gli altri si riferiscono ad esso in termini di proporzione, la composizione, la posizione, ecc.  Penso che la cosa più importante è quello di catturare ciò che rende il personaggio riconoscibile e diverso dagli altri, evidenziare o sottolineare quel gesto o una caratteristica che lo rende unico. Il resto è una questione di stile e cercare soluzioni grafiche, che come ha detto il maestro Carlos Nine (R.I.P.) , sono infinite ".

"Il cartoon  premiato di Usain Bolt mi ha dato un sacco di lavoro", aggiunge, "perché ha subito diverse modifiche. Soltanto con la faccia ho dovuto fare alcuni schizzi per familiarizzare con il carattere e l'approccio che volevo ottenere. Sono state ore di lavoro fino a quando mi venne in mente di provare una vista in prospettiva e cercare di ottenere un'immagine più potente e dinamica. Il risultato finale ha anche preso un lungo periodo di tempo, nella scelta dei toni di colore, contrasto, ombre ed effetti, anche se la maggior parte del tempo ha preso me era la composizione, questa ossessione che ho a volte perché le linee si adattano, come un puzzle".

 "Recentemente trovo molto interessante l'utilizzo di forme geometriche pure. Linee, cerchi, ovali. Così di solito inizio a giocare con queste forme attraverso regole e modelli e, a volte uso disegnare a mano, colorando il lavoro finale in modo digitale o no "- finisce.

Aldeguer Joaquin ha partecipato a diversi concorsi internazionali e le sue opere sono state pubblicate in varie fanzine, giornali, riviste indipendenti, della Spagna, degli Stati Uniti, dei Paesi Bassi e in tanti altri paesi.
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Hillary Clinton

Cervantes



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JOAQUÍN ALDEGUER Y SUS CARICATURAS PERSONALES

Por Francisco Puñal Suárez

Para Joaquín Aldeguer López (Alicante, España, 1980) 2016 le ha dado varias satisfacciones, al estar centrado especialmente en la caricatura fisonómica, y ver galardonadas varias de sus obras: Primer Premio en el II Salón Internacional de Humor Gráfico de Pernambuco (SIHG-PE) (Brasil), con un dibujo de Aristóteles; Gran Premio y Mención de Honor del Salón Internacional de Humor Gráfico de Jaboatão de Guararapes, Brasil, (SIHG-PE), al captar a Usain Bolt y Rafa Nadal, respectivamente; y Mención de Honor en Gallarate 2016, Italia, con una obra de Woody Allen.

Este nuevo representante de la caricatura personal, licenciado en Bellas Artes, fija su interés en la experimentación y la síntesis geométrica o minimalista, dándole gran importancia a la línea del dibujo, que hace a mano, sobre la mancha, y buscando la esencia del personaje, de esta forma vemos cómo utiliza rectas, círculos y óvalos.

“Siempre me llamaron la atención –expresa Joaquín- los dibujos y cuando veía cartones animados, historietas o cuentos, intentaba reproducir lo que había visto. No sabría decir cuándo empecé a hacer caricaturas, aunque desde pequeño me fijaba en las que veía en la prensa o en televisión e imagino que descubrí que tenía cierta facilidad y al ser un arte tan popular, el reconocimiento de los que tienes cerca y la propia satisfacción hicieron que me interesara más por esta disciplina. Poco a poco fui descubriendo cómo el hecho de analizar personajes e interpretar su fisonomía me permitía poder comunicar ideas o mi visión sobre ellos de una forma más sutil pero también directa. Me gusta interpretar lo que veo, no sólo personas, me gusta jugar con las formas, distorsionar, eliminar detalles superfluos, reordenar los rasgos o componentes... intentando que el personaje siga siendo reconocible (ya que si no perdería el principal valor o utilidad que tiene la caricatura)”.

“A la hora de afrontar una caricatura, -señala Joaquín- después de haber recopilado todo el material necesario (fotos, vídeos) que creo que reflejan bien la personalidad de la "víctima", analizo sus rasgos esenciales: su rostro, sus ojos y doy preferencia a un aspecto de su cara y veo cómo los demás se relacionan con él en cuanto a proporción, composición, posición, etc. Creo que lo más importante es captar qué hace reconocible y diferente al personaje, de los demás, destacar o enfatizar ese gesto o rasgo característico que lo hace único. El resto es cuestión de estilo y de buscar soluciones gráficas, que como dijo el maestro Carlos Nine (R.I.P.), son infinitas”.

“La caricatura premiada de Usain Bolt –añade- me dio mucho trabajo, porque sufrió diversos cambios. Ya solamente con la cara tuve que hacer varios bocetos para familiarizarme con el personaje y conseguir enfocarlo como quería. Fueron horas de trabajo hasta que se me ocurrió probar con una vista en perspectiva e intentar conseguir una imagen más impactante y dinámica. El resultado final también llevó bastante tiempo por la elección de los tonos de color, contraste, sombras y efectos, aunque lo que más tiempo me llevó fue la composición, esa obsesión que tengo a veces porque las líneas encajen, como si de un puzzle se tratara”. 

“Desde hace relativamente poco me resulta muy interesante utilizar formas geométricas puras. Rectas, círculos, óvalos. Así que generalmente empiezo a jugar con estas formas a través de reglas y plantillas y en ocasiones utilizo el dibujo a mano, para colorear la obra final digitalmente o no” – finaliza. 

Joaquín Aldeguer ha participado en varios concursos internacionales y sus trabajos se han publicado en diversos fanzines, diarios, y revistas independientes de España, Estados Unidos, Holanda y otros países.
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Madonna - Joaquín Aldeguer


Jim Morrison- Joaquín Aldeguer


Zidane- Joaquín Aldeguer

Concorso: 17th International Cartoon Competition for World Press Freedom - Canada

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Mi scrive Bado:
Dear fellow cartoonists and cartooning lovers,
Please find enclosed the call for entries to this year's contest.
Thank you in advance for your submission or for passing along this message.
Guy Badeaux
Jury president
Canadian Committee for World Press FreedomTwitter: @CDN_WPF




Here are the rules and regulations:

1. The theme for the 17th International Editorial Cartoon Competition is:

F for fake

Yesterday a global network with libertarian accents, has the Internet become a threat to democracies?Corporate-funded think tanks and fake grassroots groups are now everywhere and consumers often have difficulty in finding the source of the “information” they disseminate.The phenomenon is compounded by the fact that one doesn’t need to actually be where something is happening in order to report on it.
Many have also criticized the role of algorithms used by social networks in limiting debate by enclosing their users in ideological bubbles.



The term “fake news” has further been co-opted as a means of silencing legitimate journalism or criticism, and when confronted by verifiable facts, the term "alternative facts" has even been invoked.

2. Prizes: three prizes will be given: a first prize of $
1000 plus a Certificate from Canadian UNESCO, second and third prizes of $500. All sums are in Canadian dollars. Ten additional cartoons will receive an ‘Award of Excellence,’ Regrettably no financial remuneration accompanies the Awards of Excellence.

3. Only one cartoon will be accepted from each cartoonist. It may be either in color or black and white and must not have won an award.

4. The size of the cartoon should not exceed A4; 21 by 29.2 cm; or 8.50 by 11 inches.

5. The name, address, telephone number and a short biography of the cartoonist must be included in the submission.

6. The Canadian Committee for World Press Freedom shall have the rights to use any of the cartoons entered in the Competition for promotion of our Editorial Cartoon Competition and World Press Freedom Day.

7. The winners of the Cartoon Competition will be announced at the World Press Freedom Day Luncheon held at the Chateau Laurier in Ottawa, Canada on Tuesday May 2, 2017 as well as being advised by e-mail. The winner’s names and their cartoons will be posted on the CCWFP web site.

8. The winning cartoons will be exhibited at the luncheon.

The deadline for receipt of cartoons is 5 p.m. GMT, Friday, March 31, 2017.
Send submissions by e-mail to : info@ccwpf-cclpm.ca
Cartoons should be in jpeg format at 300 dpi
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dal blog di Bado i risultati 2016

16th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition (Results)

The jury (composed of five members of the Canadian Committee of World Press Freedom)) met April 12, 2016 to select the winners of the 16th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition.
The theme, this year, was "the right to be forgotten".

Grand PrizeDale Cummings, Canada


Second PrizeRoger Tweedt, France

Third PrizeBruce MacKinnon, Canada

Awards of Excellence

Gabriele Corvi, Italy

René Bouschet, France


Ilya Katz, Israel

Didie SW, Indonesia

Carlos Amorim, Brazil

Pierre Ballouhey, France
"So, according to Google you were born November 14, 2015 on the Turkish border!, Right!"

Victor Bogorad, Russia

Dan Murphy, Ireland

Don Sidle, USA


Farhad Bahrami Reykani, Iran


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Ritratto ed interviste a Paolo Conte

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Paolo Conte
Riccardo Mannelli


Paolo Conte: "L'attualità mi fa orrore, il suo rumore impedisce di scrivere"
Le confessioni del grande musicista nei suoi ottant'anni: "Il passato prossimo invecchia prima di quello remoto. Faccio troppa fatica a pensare com'ero o come non sarò più"
di Antonio Gnoli per La Repubblica

Il maglione giro collo, lievemente sbrindellato; la sigaretta incollata alle dita; la voce roca che sembra avvolta dalla cartavetrata e infine l'occhio che ci ha messo molto tempo per diventare giovane, ma è lì che mi scruta con ironica sopportazione. Paolo Conte, ottant'anni compiuti questo mese,
mi accoglie in una nuvola di distratta eleganza. Ha da poco inciso un disco di soli brani strumentali, Amazing Game, per la Decca Records.

Bellissimo per gli echi di tutta la sua musica. Sediamo frontalmente davanti a un tavolino tra caffè e acqua minerale. La stanza che ci accoglie al pianterreno è quella di uno studio di avvocato. Professione che il cantante ha svolto a lungo. C'è ancora la targa in marmo all'entrata del portone: "Avvocato Conte". Me lo immagino in tribunale mentre conciona, arringa, difende. E non so che peso dare a questo fantasma. Asti non ha stelle uruguaiane in cielo, ma luminarie natalizie che pigramente sopravvivono in questa sera di fine gennaio.

La chiamano spesso "maestro". Fin dove arriva questa parola nel suo cuore?
"Si è maestri quando si insegna a qualcuno o quando qualcuno apprende. Ma il vero maestro è invisibile. Sorvolerei perciò sui nomi e le attribuzioni. Anche perché non ho mai insegnato niente a nessuno. Ho appreso, questo sì. E la più grande ammaestratrice è la vita".

La sua come è stata, com'è?
"Sommessamente fortunata".

Quanto sommessamente?
"Quanto può esserla in una persona che ha unito impegno e passione. Come uno scavo archeologico: c'è bisogno di pala e piccone per togliere sabbia e detriti. E alla fine, forse, c'è la fortuna ad attenderti. Luminosa o tetra come una statuetta egizia".

Le piace il tempo lontano?
"Penso che il passato prossimo invecchi prima di quello remoto".

Pensa con nostalgia a ciò che è stato?
" Credo che la nostalgia sia attraversata da impervie debolezze. Faccio troppa fatica a pensare com'ero o come non sarò più".

È la legge del tempo?
"Non è uguale per tutti. O lascia cicatrici di rancore. O qualche forma di dolcezza".

Lei vive in questa palazzina che a giudicare dagli esterni è dei primi del Novecento.
"Non ci vivo. Qui c'era lo studio di mio padre, di mio nonno. Qui abitavamo. Mi sono trasferito in campagna a una decina di chilometri da Asti".

Perché ha lasciato Asti?
"Non l'ho lasciata, è sempre nel perimetro della mia mente e degli affetti. Ma non amo la vita sociale. Vivo da solitario. Una moglie, le passeggiate con i cani e il ricordo dei vecchi amici che non ci sono più. Che ho perso per strada. Se devo fare l'orso mi viene bene farlo in campagna".

E cosa fa durante il giorno?
" Sono un abitudinario, leggiucchio, riscrivo vecchie partiture, guardo film, dipingo".

Il suo nuovo disco " Amazing Game"è accompagnato da alcuni suoi disegni.
"Dipingere è stato sempre un vizio. Perpetrato fin da bambino. Disegnavo trattori, poi donne nude e jazzisti. Piccole vanità di un antico dilettante".

Mica tanto.
"Le sembrerà strano ma le cose più belle non mi piace esporle".

E la canzone?
" La canzone è diversa. È la mia professione, è quello che il mio pubblico si aspetta che faccia".

Esercita ancora come avvocato?
"Da tempo ho chiuso".

Con qualche rimorso?
"No, anche se quasi tutti in famiglia erano dell'ambiente: mio nonno e mio padre notai; mio fratello avvocato. Io per lungo tempo in tribunale. Avrei fatto volentieri il medico".

Perché?
"Non mi sarebbe dispiaciuto prendermi cura degli altri. Sono belle le professioni fatte di azioni concrete".

La giurisprudenza non lo è?
"È piena d'aria e di parole".

Come il mondo della canzone?
"Eh no! Una bella canzone è fatta di sogno e di parole. E anche di realtà".

Quale realtà?
"Quella che incroci e vivi, magari senza averla scelta. Molti personaggi di alcune mie canzoni sono nati anche se indirettamente dalla mia professione di avvocato. Il "Mocambo", con il suo piccolo avventuriero che sogna cose proibite, deriva dalle mie conoscenze in tribunale ".

I suoi personaggi non sono mai degli emarginati.
"Li tratto bene, cerco di cullarli nelle amache dei miei ricordi".

Come vede il passato?
"Non ho nessuna inclinazione per la nostalgia. Non sono un passatista. Non ho lacrime da versare sul tempo che fu. Al tempo stesso reputo il passato una risorsa di senso e di identità".

Provi a spiegarcelo meglio.
"Gli antichi dicevano "niente di nuovo sotto il sole". Grande lezione di umiltà per una civiltà ammalata di futuro. Tra l'altro, non sappiamo neppure più bene dove sia".

E in questo "niente di nuovo" che cosa si nasconde?
" Qualcosa che ci appartiene e che resiste alla cancellazione del tempo. Ci sono dei profumi nell'aria, dei modi di vestirsi e di ragionare che non hanno niente a che vedere con il presente".

Come si rapporta all'attualità?
"Ne ho orrore. Il suo rumore mi rende impossibile scrivere".

Quanto contano le parole nel suo mestiere?
"Contano le parole giuste messe al posto giusto. Né una di più né una di meno".

Ci parli del suo lavoro.
"Cosa vuol sapere?"

Concretamente come nasce una canzone.
" Il primo atto per me è la musica. All'inizio c'è una sorta di ispirazione astratta. Un motivo che è lontano. Tutto il processo consiste nell'avvicinare questa entità ancora indefinita alle sensazioni che uno in quel momento prova. Poi c'è il testo che deve raccontare una storia, non importa quanto piccola, ma al tempo stesso compiuta e misteriosa".

Il fatto che le parole vengano dopo la musica rende la composizione più semplice?
"Non lo so, sinceramente. Ho sempre fatto molta fatica a scrivere. A volte le parole possono sembrare meno fluttuanti rispetto al testo musicale. Sento come un abbassamento della tensione acustica".

Cosa fa a quel punto?
"Mi fermo e poi ricomincio. Le parole devono avere il giusto ritmo e la giusta sequenza e purtroppo la lingua italiana non aiuta. È poco ritmica. Non è casuale che a volte mi venga la tentazione di canticchiare con un finto inglese. Di prendermi qualche libertà. Magari facendo enigmistica. Usando espressioni o parole a doppio senso capaci di restituire sensazioni antiche, come rebus da risolvere".

Mi fa un esempio?
"In Sotto le stelle del jazz c'è una frase: "Le donne odiavano il jazz, non si capisce il motivo". Mi pare evidente il doppio senso. "Motivo" inteso come causa, ma anche nel senso di motivo musicale. Naturalmente non sono enigmi come quelli pronunciati a Delfi, c'è nelle mie canzoni un'aria volutamente imprecisa".

Le piace la parola "cantautore"?
"Mi provoca un certo disagio, anzi fastidio. Sarebbe forse più giusto definirmi "autore-cantante", ma temo sia perfino peggio".

Chansonnier?
" Neanche, si lega a certe stagioni della musica francese, fatta di teatrini e pagliette. Grande tradizione!".

La Francia l'ha adottata.
" In un certo senso è vero. È stato il primo paese in cui mi sono esibito, con il privilegio di essere stato chiamato dai francesi. Lì davvero un successo lusinghiero".

Anche in America.
"Ho fatto in tutto quattro tournée americane. Andate bene. Vorrebbero che tornassi ma l'idea di affrontare alla mia età un viaggio lungo e impegnativo mi fa desistere. Non me la sento. Poi c'è il problema della lingua. Mi chiedo a volte cosa hanno capito delle parole. La musica diventa fondamentale per un mondo che non è il tuo".

La musica certo, ma anche la voce.
"Ovunque vada la voce mi accompagna. Come l'impronta di una mano".

Lei che voce ha?
"Una voce che guarda al Nord".

Cioè?
" Ho spesso pensato che il nostro Sud è madrigalista; mentre il Nord è paesaggista. Ecco, la mia voce ricorda i paesaggi, li racconta senza abbellirli".

Il paesaggio più prossimo a lei è Asti.
"Ho sempre vissuto qui, e sento che questo mondo mi ha trasmesso sensazioni difettose sul piano della comunicabilità. Sono rimasto, nonostante tutto, dentro una civiltà contadina".

È più un bene o un male?
" Diciamo che ho evitato, per quanto è stato possibile, il bagno freddo delle astrazioni. Se questo sia un bene non lo so. Quando ho scritto Genova per noi immaginavo una discesa nei dettagli di un modo esistenziale di proporsi della gente: non solo scontro di paesaggi ma anche di persone".

Cosa le resta di quella provincia?
" Ho molta più consapevolezza di com'era, di quanto sia adesso. Ogni rione o borgo aveva i suoi riti, il suo linguaggio. E poi c'erano personaggi che sembravano saltati fuori da una qualche favola. Personaggi divertenti. Ricordo dei mendicanti storici meravigliosi".

Cosa la colpiva?
" Una certa fantasia e bonarietà che vivevo come un arcobaleno dopo una mattinata di pioggia".

Nessuna retorica sul povero?
"No, perché faceva parte del nostro piccolo universo. Era familiare non invisibile come accade oggi".

E oggi che ne è della provincia?
" Omologata verso il basso. Parliamo tutti la stessa lingua senza nessuna inflessione o creatività".

E il suo pubblico?
"Il mio pubblico lo vivo nei concerti. Di solito noi artisti siamo afflitti da un narcisismo che ci porta a strafare e a pretendere piazze sempre più grandi, teatri sempre più affollati".

È la sindrome da successo. Come la vive?
" Ho sempre avuto un pubblico ristretto, uguale ovunque. Non mi monto la testa".

Ha scritto canzoni popolarissime e di successo.
"Anche perché le hanno cantate artisti più popolari di me. È chiaro che se Azzurro l'avessi interpretata solo io non avrebbe avuto l'impatto che ha avuto".

Quando scrive per altri cosa la preoccupa?
"Si scrive in maniera abbastanza incosciente. La verità è che uno pensa di offrire una canzone che abbia qualcosa di vincente".

Cosa pensa dei suoi colleghi?
" Il nuovo millennio mi lascia abbastanza indifferente. In campo musicale l'Italia non ha prodotto molto. Lo ha fatto però sul piano dei testi delle canzoni e soprattutto negli anni Settanta e Ottanta".

A chi pensa?
" Alla rivoluzione di alcuni artisti che non si sono spaventati di fare anche un po' di letteratura. Il pubblico capiva quello che c'era sotto alcune canzoni. Di fronte a dei testi di De André, Jannacci, De Gregori anche le persone più umili sentivano di essere cullate da qualcosa di importante".

Cosa pensa del Nobel a Bob Dylan?
"Non mi scandalizza. Anche se non sono affatto sicuro che i suoi testi siano così ricchi di letteratura".

Come è arrivato alla canzone?
"In un certo senso da forestiero. Da giovane me ne infischiavo della canzone. Mi piaceva il jazz e continua a piacermi. Ma poi ho capito che nella nostra musica leggera c'erano degli interpreti con una qualche verità nella voce: Celentano, Caterina Caselli, una certa Patty Pravo. E mi sono lasciato imbastardire da quella musica".

Se pronuncio la parola "stelle" cosa le viene in mente?
"Che ci aveva già pensato Dante".

È attratto dalla danza.
" Sono un pessimo ballerino. Attratto però da quelle coppie che nello spazio di tre minuti raccontano la loro vita con un movimento e un gesto".

Mambo, milonga, tango. Cos'è il Sudamerica per lei?
"È un mondo per molto tempo sconosciuto e che improvvisamente mi ha attratto per la sua fatalità. Certi ritmi mi obbligano a rendere vicino ciò che è lontano e lontano ciò che è vicino".

È un altro modo per dichiararsi uomo di provincia?
"Forse sì, e non me ne lamento. D'altronde, pur non essendo un grande viaggiatore mi sono sempre sentito cittadino del mondo. E la provincia è stata la lavagna su cui ho riportato i miei pensieri e le mie ombre".
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Paolo Conte: «Sono un enigmista e creo rebus. La musica? È una strega»
Ha compiuto 80 anni e non l’ha detto a nessuno. «Rileggo Fenoglio e amo Pascoli. Tifavo Torino, poi sono diventato milanista»
di Aldo Cazzullo, inviato ad Asti
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Capelli bianchi ma intatti, naso che ricorda un po’ quello di Bartali, «triste come una salita», occhi azzurri e «allegri da italiano in gita»: infatti è in partenza per Parigi, dove suonerà alla Philharmonie.

Tra i francesi che si incazzano/e i giornali che svolazzano/e tu mi fai: dobbiamo andare al cine/e vai al cine vacci tu! Zazzarazzà…

Questo verso a Parigi lo canta? Paolo Conte sorride: «No, questo no. Parigi per noi piemontesi è un po’ la capitale, mia nonna ogni tanto esclamava in francese. La prima volta ci andai all’inizio degli Anni 50. Mio fratello Giorgio e io eravamo sempre rimandati, a turno. Quando finalmente venimmo entrambi promossi, nostro padre ci regalò un viaggio in Francia. Atmosfera pesante: la memoria della guerra era viva, “les italiens” erano ancora quelli della pugnalata alle spalle; in un bar rifiutarono di servirci, finì quasi a pugni».

Sulla Topolino amaranto/si sta che è un incanto/nel quarantasei… Bionda non guardar dal finestrino, che c’è un paesaggio che non va/è appena finito il temporale, sei case su dieci sono andate giù…

«Della guerra sento ancora l’odore cattivo. Nella cascina di mio nonno — la Favorita, a Viattosto — passarono tutti: prima i nazisti, poi i repubblichini, quindi i partigiani, infine gli inglesi. No, noi non eravamo schierati. Mio zio Gino era sotto i tedeschi, in aeronautica, andai a trovarlo in una scuola trasformata in caserma. La vicina di casa era di Boves, il paese bruciato. Aveva cinque figli: tutti partigiani, tutti fucilati. La ricordo al telefono chiedere se avevano sofferto. Una cosa tremenda. L’unico bel ricordo: la mattina in cui la mamma mi sveglia e mi chiama alla finestra per vedere i tedeschi ritirarsi. Ho ritrovato un’eco di queste storie nei libri di Pavese; ma col tempo il suo linguaggio americanoide ha influenzato quello giornalistico, e non mi cantava più. E poi Pavese era l’intellettuale di Torino che tornava in collina alla ricerca di miti. Il vero outsider era Fenoglio. Ogni tanto rileggo Un giorno di fuoco: “Alla fine di giugno Pietro Gallesio diede la parola alla doppietta…”. Ho amato Hemingway, Simenon, ma soprattutto Pascoli. Quando facevo il militare a Cosenza e poi a Pisa, i commilitoni copiavano le lettere d’amore alle fidanzate da un libretto che a sua volta copiava spudoratamente le rime e i ritmi di Pascoli».

E tramonta questo giorno in arancione/e si gonfia di ricordi che non sai/mi piace restar qui sullo stradone/impolverato, se tu vuoi andare vai!/E vai! Che io sto qui e aspetto Bartali...

«Lo so che quasi tutti i piemontesi erano per Coppi, tecnicamente il più forte. Ma Fausto era un superuomo, aerodinamico, lunghissimo; Gino era l’uomo della strada. Anche se in realtà Bartali è una canzone sulla distanza tra maschio e femmina: lei è scontrosa, le scappa la pipì, vuole andare al cinema; lui attende il campione godendosi il silenzio tra una moto e l’altra». Un senso di estraneità come quello tra piemontesi e liguri in Genova per noi. «Di quella canzone gira un testo sbagliato: Genova non ha i giorni tutti uguali; sono io che le chiedo di tornare ai nostri giorni tutti uguali. Anche i liguri sono un po’ ritrosi, come noi; ma il mare ha tutta un’altra apertura di sogno. E la luce è completamente diversa».

È grigia la strada ed è grigia la luce/e Broni Casteggio Voghera son tristi anche loro…

«Broni Casteggio Voghera sono i paesi che si incontrano andando da Asti a Parma, dove mi sono laureato». La canzone è dedicata alla fisarmonica di Stradella. Le piace la fisarmonica? «Da ragazzo la odiavo. Mi pareva un simbolo della povertà italiota; solo dopo ho scoperto la sua poesia nascosta. Sognavo il jazz Anni 20, suonavo il trombone nell’Original Barrelhouse Jazz Band, insomma una banda da bordello, poi il piano nella Lazy River’s Bands Society: il fiume pigro poteva essere il Mississippi, ma più facilmente il Tanaro. Una sera incrociai un ragazzo romano con la faccia da bambino, tutto ricci, vivacissimo, pieno di talento: suonava la chitarra nei Campioni, l’orchestra di Tony Dallara, si chiamava Lucio Battisti».

Cerco un po’ d’Africa in giardino/tra l’oleandro e il baobab/come facevo da bambino/ma qui c’è gente non si può più/stanno innaffiando le tue rose/non c’è il leone, chissà dov’è…

«La musica per me era una strega. Non un mestiere serio, come il panettiere, il muratore, il notaio. In famiglia erano tutti notai, e io ero a Roma a dare l’esame di Stato quando arrivò il telegramma di mio fratello: “Probabile Celentano”. Era il 1967, Adriano cercava una canzone da cantare insieme con la nuova ragazza del Clan, Claudia Mori: La coppia più bella del mondo. Io avevo scritto la musica, Luciano Beretta le parole». Com’è il suo rapporto con Celentano? «Buono, distante. Mi è sempre stato simpatico nella sua follia. Siamo tutti e due del capricorno, nati sotto Saturno: caratteri difficili, per sé e per gli altri; solitari, con un velo di malinconia. Andai qualche volta a trovarlo nella casa dove stava sempre chiuso, sopra Lecco, tra laghetti di montagna. Era preso da manie religiose, mi diceva frasi tipo “il paradiso è un cavallo bianco che non suda”. Tentava di convincermi, io recalcitravo». Lei non ha fede? «A ondate». La domenica andava davvero all’oratorio? «Certo. Ma non a chiacchierare con un prete; a giocare a pallone. Era l’unico campetto con le porte».

Azzurro/il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me/mi accorgo di non avere più risorse senza di te…

Nel fatale 1968 lei scrisse la canzone italiana più eseguita al mondo, più di Volare e O sole mio. Perché non la cantò anche? «A cantare non pensavo proprio. L’interprete ideale era Adriano, artista popolare per eccellenza. Papà era morto all’improvviso, bisognava lavorare. La prima volta salii sul palco nel 1976, al premio Tenco, ma fu una trappola di Amilcare Rambaldi: pensavo di trovarmi in un gruppo di amici, invece all’Ariston c’erano duemila persone. Il ghiaccio era rotto. Tenni i primi concerti continuando a fare l’avvocato. La pratica legale mi è sempre servita anche per scrivere canzoni. L’uomo del Mocambo è nato quando curavo pratiche fallimentari: era l’avventuriero appunto fallito, improbabile, sognatore. Messico e nuvole nasce anche pensando alle coppie che andavano a divorziare in Messico, “la faccia triste dell’America”. A volte si usavano metodi più drastici, come in Onda su onda».
Son caduto dalla nave son caduto/mentre a bordo c’era un ballo…
Ma è caduto o l’hanno spinto? «Questo non lo so neppure io». Certo il protagonista trova la felicità: «Steso al sole ad asciugare il corpo e il viso/guardo in faccia il paradiso». Altre volte la felicità è nell’abbandono, come in Wanda: «Carezze qui, carezze là…». Come si chiama sua moglie, in realtà? «Egle. È una lunga storia, ci siamo sposati nel 1975». E Vieni via con me, come va a finire? «È la proposta di una fuga d’amore. Probabilmente accolta, visto che spunta un accappatoio azzurro».

Nel tempo fatto di attimi e settimane enigmistiche…

In effetti la vita è fatta da tempi lunghi, lenti, noiosi, e da lampi decisivi.«Ma io non volevo dire quello. Parlavo proprio della Settimana enigmistica. Sono un enigmista, creatore di rebus. In casa aspettavamo con ansia il giorno benedetto in cui usciva la Settimana. Certo è anche una metafora; ma non della perdita di tempo, semmai dell’impossibilità di capire la vita».

Il maestro è nell’anima e dentro all’anima per sempre resterà!

Chi è il maestro?«Può essere Verdi, Toscanini, Von Karajan, Muti. Un direttore dal gesto energico. Muti l’ho conosciuto al festival di Ravenna, è un grande. I cantautori li ho incontrati ai tempi della Rca: ero amico di Lucio Dalla, Renato Zero è venuto ai miei concerti. Ma il mio preferito era Jannacci, con la sua poesia astratta e nello stesso tempo antica». E la sua squadra del cuore qual è? «Prima di Superga eravamo tutti granata. Ricordo la notizia alla radio, mio fratello e le altre voci che si rincorrono: “È morto il Toro, è morto il Toro…”. Poi diventammo juventini». Com’è possibile? «Eravamo bambini. Se è per questo, alla fine sono diventato milanista». In che modo? «Il nostro vicino d’ombrellone, a Sestri Levante, era il commendator Menni, dirigente del Milan, che vedendomi palleggiare sulla spiaggia insisteva perché passassi dalla sua parte. Io resistevo. Poi con mio zio andai a Torino a vedere Juve-Milan: 1 a 7; il Gre-No-Li fece meraviglie. A fine partita, cercando l’auto nella nebbia, mi imbattei nel commendator Menni: “Paolo, hai visto il Milan?”. Mi parve un segno».Capelli bianchi ma intatti, naso che ricorda un po’ quello di Bartali, «triste come una salita», occhi azzurri e «allegri da italiano in gita»: infatti è in partenza per Parigi, dove suonerà alla Philharmonie.


Aldo Bortolotti

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1° Premio "Sezione Garibaldi a Sinalunga"– "Rigomagno Ridens 2011"
ALDO BORTOLOTTI



1° Premio "Sezione Garibaldi a Sinalunga"– "Rigomagno Ridens 2011"
ALDO BORTOLOTTI


Se ne è andato un umorista ironico, un grande umorista bergamasco, Aldo Bortolotti.
Non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente ma conoscevo le due opere sopra vincitrici del primo premio nel 2012 "Rigomagno Ridens 2011".
Da buon umorista l'Aldo ha voluto lasciare agli amici una vignetta testamento , preparata già ben 7 anni fa, la troverete in fondo al post, appena prima della biografia, dopo le parole degli amici comuni che lo hanno voluto ricordare sulle loro pagine social con alcune delle sue innumerevoli vignette pubblicate nel corso degli anni.
Condoglianze alla famiglia.






Emilio Isca Con questi 3 cartoons ho voluto ricordare un caro amico ed un grande umorista, ALDO BORTOLOTTI (1930/2017) scomparso in questi giorni dopo una lunga e sofferta malattia. Ti ricordo per la tua simpatia, la tua modestia, la tua grande signorilità. Ci mancherai molto con le tue divertentissime barzellette ed il tuo umorismo elegante. Un abbraccio alla cara Mercedes ed ai tuoi figlioli. R.I.P

Gianfranco Passepartout : Anche io ho avuto il piacere di conoscere ed amare l'Aldo, personaggio che davvero lascia un buco...grande autore e grande persona. Fu ospite insieme a Mercedes, qualche anno fa, di un festival "piccante" in Calabria e con questa vignetta vinse il premio del pubblico. Come dice Emilio un uomo dotato della modestia propria dei grandi, un abbraccio, Mercedes.



Giovanni GBeduschi: 
Ciao Aldo Bortolotti maestro e amico. Oggi posto questa vignetta perché penso che ti rappresenti al meglio. Ogni volta che vedrò arcobaleno penserò a te, alla tua matita e al tuo umorismo colorato. A chi do la spiacevole notizia, tutti gli amici mi raccontano aneddoti simpatici, della tua allegria, della tua goliardia e anche dei tuoi giudizi tecnici sempre attenti e precisi. Anch'io e la mia famiglia abbiamo ottimi ricordi che non verranno mai cancellati nel nostro cuore. Ciao Aldo e ogni tanto fai scivolare un tuo tocco di colore quaggiù.





Gianni Soria: Ciao Aldo, ci mancheranno le tue splendide vignette e i tuoi momenti di allegria






L’ultima vignetta di Aldo Bortolotti
Umorista ironico fino alla fine
È stato lui, cioè beffardo ed ironico, fino in fondo. Anzi, è riuscito ad andare oltre. Aldo Bortolotti, umorista bergamasco nato per sbaglio a Vigevano nel 1930, sette anni or sono, in splendida forma fisica, consegnò alla figlia Paola una serie di buste per gli amici più cari.
«Mi spiace gravarti per le spese postali – spiegò- ma quando arriverà il mio momento, dovrai fare avere questa vignetta ai destinatari». Nel frontespizio, in bianco e nero, si vede la signora con la falce presentarsi sull’uscio ed essere accolta da un parente che le spiega come sia arrivata in ritardo. Sul retro dei biglietti, sopra la firma del vignettista,
c’è l’augurio di «buona continuazione». La moglie Dolores e i tre figli (Paola, Gianmario e Cristina) non hanno dubbi nel riconoscere perfettamente lo spirito del capofamiglia, uno che riesce a strapparti un sorriso anche in momento del genere. Aldo Bortolotti ha chiuso la sua splendida avventura terrena nella notte tra venerdì e sabato, (domani, lunedì, il funerale alle 14,30 nella Parrocchia di Loreto) sempre attorniato dalla sua bellissima famiglia, arricchitasi nel tempo con sei nipoti, che l’ha accompagnato con amore soprattutto negli ultimi tre anni in cui un malessere l’ha obbligato a restare a letto. Ma non a star lontano da matite e pennarelli, che utilizzava ancora con grinta valligiana.
(fonte)
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Aldo Bortolotti
Nato per caso a Vigevano nel 1930. Figlio di genitori bergamaschi, ha vissuto e lavorato a Bergamo. Ha esordito negli anni Cinquanta su Il Travaso, abbandonando poi il disegno umoristico fino agli anni Ottanta, quando ha ripreso a tempo pieno. Tra le sue collaborazione spicca L’Eco di Bergamo, Bergamo Oggi, L’Eco del Chisone, Madre (Brescia), Alpesagia (Sondrio), Sport Nove (Bergamo).
Ha partecipato a moltissime manifestazioni umoristiche in Italia e all’estero raccogliendo spesso primi premi come pochi nel mondo della grafica di settore: due volte a Siena, a Trento e a Lussac (Francia) e poi a Pinerolo, Saint Vincent (Grolla d’oro 1995), Milano (“Mal di testa”), Salò, Juvignac (Francia), Jonzac (Francia), Kuisoithem (Belgio), Berlino.
Muore il 3 febbraio 2017

Il Trump di Elena Ospina

Román Montesinos e le sue divertenti metafore visive.

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Román Montesinos 
e le  sue divertenti metafore visive.
a cura di Francisco Punal Suarez
testo in italiano e spagnolo

La fotografia divertente è anche un elemento di umorismo. Ci sono due modi per farlo: collezionare  immagini per strada, e la creazione di situazioni esilaranti con lo studio riflessivo, collegando oggetti.
Otto anni fa il fotografo della Galizia e professore di geologia, Román Montesinos, ha esposto per la prima volta nel Alexandre Bóveda Association, La Coruna, la sua mostra "Questa guerra non prospererà", in cui ha presentato la sua creazione prodigiosa di immagini metaforiche che si caratterizzano per l'umorismo, l'ironia, il rapporto tra le cose inaspettate, la visione critica, e la poesia. Questo avvenimento ha segnato tutta la sua evoluzione artistica. Lì ho avuto l'opportunità di incontrare e diventare da quel momento in poi un ammiratore del suo lavoro, proprio perché, tra le altre cose, mi ha ratificato che l'umorismo può essere uno specchio deformante di situazioni, atteggiamenti, simpatie e antipatie della società in cui viviamo.







Da lì la produzione artistica di Román , non si è fermata e ha continuato a dimostrare che la fotografia è magia, che modella l'occhio e la mente, e sta catturando l'attenzione della gente. Ho seguito molto da vicino i suoi passi creativi in tutto questo tempo, il suo studio fotografico è la migliore terapia in questi tempi difficili. Lì, il suo pensiero e la fantasia sono liberati da ogni ostacolo possibile, e le associazioni di idee e giunzioni neuronali provocano la scintilla, e creano i lavori, utilizzando la fotocamera e le luci. Noi non possiamo fare a meno di citare anche la bellezza dei telai, il bilanciamento del colore equilibrato, ottima impressione, che contribuiscono all'impatto delle loro immagini.




Dopo aver eseguito 50 esposizioni in Spagna e Portogallo, ora,  e fino alla fine di marzo , il Museo "Casa di Umorismo e satira", Gabrovo, Bulgaria, ha aperto la sua nuova mostra fotografica "Irrealidades reales", composta da 34 foto, dove c'è sempre in base alle allusioni, un dialogo tra spettatore e autore in cui il primo è libero di reinterpretare, e dove umorismo, critica sociale e / o l'ironia, sono i fili conduttori.
"Sono geólogo  specializzato in paleontologia , e insegno presso l'Università di La Coruña, quindi sono molto abituato a vedere cose che la gente non vede normalmente, e mostro piccoli dettagli, alla ricerca di analogie, il confronto, idee contrastanti, ecc ... vale a dire , tutto ciò che è comune in un'attività scientifica che la filosofia ha una grande presenza ", dice Romano.
Indubbiamente, gli spettatori bulgari hanno una meravigliosa opportunità per apprezzare l'arte, l'umorismo, e la fantasia creativa di questo autore, che ha donato le loro opere al museo.




La "Casa di Humorismo e Satira", diretto Margarita Dorovska, è un riferimento a livello mondiale dedicato all'umorismo in diverse discipline artistiche (vignette satiriche ed umoristiche, pittura, fotografia, etc.). Fondata nel 1972 , occupa  un palazzo di quattro piani e dieci sale espositive si sviluppa su otto mila metri quadrati. Possiede un patrimonio artistico  di quasi cinquantamila opere. Tiene sempre nuove mostre temporanee e pubblica newsletter e libri sulle proprie attività. "La Casa"è famosa a livello internazionale per la sua biennale "Biennale Internazionale di Umorismo e Satira in Arte" che in questo anno del 2017, celebrerà il suo XXIII edizione.




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Román Montesinos y sus metáforas visuales humorísticas.

Por Francisco Punal Suarez


La fotografía humorística es  también un elemento del humor gráfico. Hay dos formas de realizarla: como cazador de imágenes en la calle, y creando situaciones hilarantes  y reflexivas en un estudio, al relacionar objetos.
Hace ocho años el fotógrafo gallego y profesor universitario de geología, Román Montesinos, exponía por primera vez en la Asociación Alexandre Bóveda, de A Coruña, su muestra “Esta guerra no prospera”, donde ponía de manifiesto su portentosa creación de imágenes metafóricas que se caracterizan por el humor, la ironía, la insospechada relación entre las cosas, la visión crítica, la poesía y donde el espectador además de reír, también ejercita su mente. Esta muestra ha marcado  todo su devenir artístico.  Allí tuve la oportunidad de conocerlo y convertirme desde ese momento en un admirador de su obra, precisamente porque, entre otras cosas,  me ratificaba que el humor pueden ser un espejo distorsionador de situaciones, actitudes, filias y fobias de la sociedad en que vivimos.
A partir de ahí la producción artística de Román no se ha detenido y ha seguido demostrando que la fotografía es magia, es modelar con el ojo y la mente, y es captar la atención de las personas y dejarles una señal. He seguido bien de cerca sus pasos creativos en todo este tiempo donde él también ha abordado otros tema, pero  donde las metáforas visuales, creadas en su mente y trasladadas a la imagen detenida,  siguen siendo el fuerte de su realización. Su estudio fotográfico es su mejor terapia, en estos tiempos difíciles que corren.  Allí, su pensamiento e imaginación, se liberan de todo obstáculo posible, y las asociaciones de ideas y los cruces neuronales provocan la chispa, y  hacen la obra, cámara y luces mediante. No podemos dejar de  mencionar además,  la belleza de los encuadres, el balance equilibrado del color, la excelente impresión, que contribuyen  al impacto de sus imágenes.
Tras la realización de 50 exposiciones en España y Portugal, ahora, y hasta el final de marzo, el Museo” Casa del Humor y la Sátira”, de Gabrovo, Bulgaria, ha inaugurado su muestra fotográfica “Irrealidades reales”, integrada por 34 fotos, donde nuevamente hay un juego basado en alusiones y contingencias entre objetos, un diálogo entre espectador y autor en el cual, el primero es libre de reinterpretar lo expuesto adaptándolo a su singular forma de pensar, donde el humor, la crítica social y/o la ironía, son hilos conductores.
"Soy geólogo especializado en la paleontología, y doy clases en la Universidad de A Coruña, por ello estoy muy acostumbrado a ver cosas que la gente no observa normalmente, evidenciar pequeños detalles, a buscar analogías, comparar, contrastar ideas, etc… es decir, todo aquello que es común en una actividad científica en la que la filosofía tiene una gran presencia", dice Román.
Sin lugar a dudas, los espectadores búlgaros tienen una magnífica oportunidad de apreciar el arte, el humor,  y la imaginación creativa de este autor, que ha donado sus obras al museo.
El museo.
El museo “House of Humor and Satire” de Gabrovo, que dirige Margarita Dorovska, es un referente a nivel mundial dedicado al humor en sus diferentes disciplinas artísticas (caricatura, viñetas, pintura, fotografía, etc.). Fundado en 1972 ocupa un edificio de cuatro plantas y diez salas de exposiciones repartidas en ocho mil metros cuadrados. Su fondo artístico es cercano a las cincuenta mil obras. Constantemente celebra nuevas exposiciones de carácter temporal  y publica boletines y libros sobre sus actividades y fondos. “The House” es famosa internacionalmente por su bienal “INTERNATIONAL BIENNIAL OF HUMOUR AND SATIRE IN THE ARTS” que, en este año de 2017, celebrará su XXIII edición.

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