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22 settembre #FertilityDay

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È impossibile capire cosa passasse per la testa di chi ha concepito, elaborato e approvato questo Piano Nazionale per la Fertilità, che mescola ansia e pressione sociale a un linguaggio infantile e paternalistico e a ricordi da Ventennio fascista.


Proteggi la tua fertilità
Per te. Per noi. Per tutti
#fertilityday



Nel 1996, lo stupro passò da essere reato contro la morale a reato contro la persona: il corpo non era più pubblico demanio ma proprietà privata di una persona sola.
Vent’anni dopo, la fertilità viene definita un bene comune. Il corpo rimesso a disposizione di tutti per il ripopolamento del paese.

'La bellezza non ha età, la fertilità sì' 
'Datti una mossa! Non aspettare la cicogna'
 'Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi' 
 'La fertilità è un bene comune' 

Fertility Day
CeciGian

ll calo demografico italiano si affronta con più consultori, più asili nido, più congedi parentali, più aiuti economici alle famiglie, non con la retorica neofascista di una pessima campagna d'informazione. 
Strano che questa ovvietà non sia chiara anche al Ministro della Salute, diventata mamma a 43 anni. Ma evidentemente per un politico è difficile capire i problemi economici delle persone.
Gian Lorenzo Ingrami


Fabio Magnasciutti


Il Fertility Day e il corpo come pubblico demanio
di Giulia Blasi
D omani, 1 settembre, avrei dovuto partecipare a un incontro con la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin in occasione del lancio del Fertility Day, giorno dedicato alla fertilità. Avevo in programma di farle una domanda sulla questione dell’obiezione di coscienza negli ospedali. Poi è uscita la campagna a sostegno dell’iniziativa, e ho deciso di rinunciare. Ne riporto solo alcune immagini, dato che la sezione del sito che conteneva la totalità di queste perle è indisponibile da almeno un’oretta, forse in un soprassalto di decenza che equivale a chiudere la stalla quando i buoi stanno già belli che due praterie più in là.
(continua)




Ecco la nuova, sorprendente trovata del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: il #FertilityDay, da festeggiare il 22 settembre (per inciso, il giorno del mio compleanno... non poteva farmi regalo peggiore).

Ed ecco le cartoline costruire ad hoc per l'evento.
Le trovate nell'immagine di questo post.
Le analizziamo insieme?

1) "La bellezza non ha età, la fertilità sì"
Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.

2) "La fertilità è un bene comune"
Non lo è. Non è come l'acqua. La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo.

3) "Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi"
Da ovazione, in un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra; dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro. Immagino che tutti i neogenitori quarantenni avrebbero voluto avere figli a venticinque anni, ma magari al tempo si stavano facendo le ossa, stavano lavorando gratis per qualche azienda, stavano forse trovando difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e quindi, responsabilmente (loro sì, per fortuna) avranno pensato che per un figlio ci sarebbe stato tempo.

(e ultimo, tiriamo un sospiro di sollievo)
4) "La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile"
Dove in rosso, evidenziato, non trovate "cosciente e responsabile", ma "procreazione". Per i nostalgici, un tuffo nel passato.
Roberto Saviano


Speravo fosse uno scherzo ma non lo è. Il piano nazionale per la fertilità, una trovata del Ministero della Salute che farebbe concorrenza ad un manifesto elettorale di Mario Adinolfi e Paola Binetti. Ricordatevi che dopo una certa età siete sempre belle ma non servite più a molto e che la vostra fertilità è un po' di tutti. E' necessario un capovolgimento della vostra mentalità. Il Ministro Lorenzin vi darà indicazioni precise. Via ogni contraccettivo dalle vostre abitazioni. Abbia inizio la rivoluzione culturale del nuovo millennio. Per par condicio c'è anche un'elegante cartolina per l'uomo. #vergogna #fertilityday
Emiliano Poli




Dovremmo fare un'altro figlio
Fulvio Fontana



Romaniello


Forse l'ho data male
Riverso


Una campagna, più che semplicemente imbarazzante.... "complicatamente vergognosa!"
Nemmeno negli anni '50 si osava tanto...
Vanessi


Fran de Martino






Fabio Magnasciutti


Dopo il fertility day, la battaglia del granoday e l'oroallapatriaday
Riverso


http://www.fertilityday2016.it/

Mister Rossi in Venice

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In attesa che anche il regista Marco Bonfanti e il protagonista Bruno Bozzetto arrivino a Venezia, il Signor Rossi è già andato a fare un sopralluogo...



Pubblicato il 01 set 2016
Against his will, Mister Rossi ends up in Venice, in a very dirty lagoon among hazardous and unsteady buildings and on board of overloaded and unsafe steamboats. To win over a pretty tourist, Mister Rossi unsuccessfully tries to fight against the disease which is destroying Venice..

Il Signor Rossi, contro la sua volontà, si ritrova questa volta a Venezia. Le sue avventure si snodano in una laguna sempre più inquinata, tra costruzioni incerte e traballanti, a bordo di vaporetti stracarichi e pericolanti, dove la Venezia delle cartoline è solo un lontano ricordo.

©Bruno Bozzetto.
http://www.bozzetto.com





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Matterello Humour 2016

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Presso il Centro civico San Vigilio, sala "Alberto Perini" a Mattarello (TN)
è stata inaugurata  la mostra di vignette
"Mattarello Humour"

. Questi gli orari di apertura: giovedì 1 settembre - venerdì 2 e lunedì 5 settembre dalle 19.00 alle 22.00, sabato 3 e domenica 4 settembre dalle 10.00 alle 22.00.




"Mattarello Humour" la locandina.

Ospiti della "SAGRA DEI SANTI ANZOI 2016"

Giorgio Barchetti - Rovereto
Giovanni Beduschi - Bovisio Masciago (MB)
Athos Careghi - Milano
Andrea Foches - Trento
Roberto Giannotti - Savona
Alfio Leotta - Ancona
Antonio Mele - Melanton - Roma
Danilo Paparelli - Cuneo
Pierpaolo Perazzolli - EDYPerazz. -Mattarello (TN)
Luca Ricciarelli - Firenze
Tiziano Riverso - Busto Arsizio (VA)
Carlo Sterpone - Torino
Antonio Tubino - Genova
Fabio Vettori - Trento




"Mattarello Humout".....sul TRENTINO di oggi.



Direttore artistico della mostra Pier Paolo Perazzolli , qui sotto alcuni dei suoi ultimi lavori.


...piango le vittime del terremoto e sono vicino a chi, sopravvisuto, deve trovare la forza per continuare...



...a tutte le persone impegnate negli aiuti sul campo....mi perdonerete se non ci sono tutti .
Edy Perazzolli



Ceduto al miglior offerente durante la "Sagra dei Santi Anzoi". L'intero ricavato sarà devoluto alle prime esigenze dei terremotati.



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Alla prima edizione di "MATTARELLO HUMOUR"

partecipano 38 autori con 63 opere

Cesare Amerio Aisar - Canelli (AT)
Gianni Audisio - Saluzzo (CN)
Giorgio Barchetti - Rovereto
Giovanni Beduschi - Bovisio Masciago (MB)
Andre Bersani - Bologna
Enrico Biondi - Roma
Franco Buffarello - Sestri Ponente (GE)
Luciano Caratto - Genova
Athos Careghi - Milano
Mariano Congiu - Milano
Lido Contemori - Firenze
Gabriele Corvi - Codogno (LO)
Paolo Dalponte - Poia (TN)
Marco De Angelis - Roma
Del Vaglio (in ricordo di Paolo Del Vaglio) - Napoli
Andrea Foches - Trento
Marco Fusi - Milano
Roberto Giannotti - Savona
Antonio Guarene - Asti
Alfio Leotta - Ancona
Roberto Mangosi - Velletri (Roma)
Antonio Mele - Melanton - Roma
Marilena Nardi - Maserada sul Piave (TV)
Danilo Paparelli - Cuneo
Pierpaolo Perazzolli - Mattarello (TN)
Andrea Pecchia - Roma
Luca Ricciarelli - Firenze
Andrea Righi - Soliera (MO)
Tiziano Riverso - Busto Arsizio (VA)
GIULIANO Rossetti - Firenze
Oscar Sacchi - Carpi (Mo)
Eugenio Saint Pierre -Treviso
Giovanni Soria - Torino
Carlo Sterpone - Torino
Lucio Trojano - Roma
Antonio Tubino - Genova
Fabio Vettori - Trento
Leonardo Zaza - Taranto

Sono andato a Mattarello spacciandomi per angelo...
non ci hanno creduto
GIULIANO


Arto Paasilinna è il vincitore della prima edizione del Premio Letteratura Umoristica "Giovannino Guareschi" promosso dal World Humor Awards

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"Il fatto è che io, veramente... sono anche un po' matto. 
Non gliel'hanno detto, signorina, al villaggio?"
Da "Il mugnaio urlante" di Arto Paasilinna.

Arto Paasilinna è il vincitore della prima edizione del Premio Letteratura Umoristica "Giovannino Guareschi"promosso dal World Humor Awards, il concorso a premi per disegnatori umoristi e per opere letterarie, pubblicitarie e dello spettacolo che abbiano valorizzato l’umorismo.

Giovedì 1 settembre è stato consegnato il primo premio alla letteratura umoristica "Giovannino Guareschi" ad Arto Paasilinna. In sua vece hanno ritirato il premio i rappresentati della casa editrice Iperborea Casa Editrice. Ha consegnato il premio Giovanni Ciarlone, il presidente di Fitel Nazionale. A sx nella foto Gianandrea Bianchi , l'organizzatore dell'evento.

La cerimonia si è svolta nelle scuderie di Villa Pallavicino in Busseto, all'interno della mostra dei World Humor Awards, e per far conoscere l'autore si è tenuto un reading tratto dai testi, appunto, di Paasilinna. Daniela Stecconi e Rosanna Varoli alla lettura, il Maestro Corrado Medioli alla fisarmonica. Il suo nome non compare nella brochure perchè  ha fatto la straordinaria cortesia di aderire al tardivo invito così, senza nemmeno il nome in locandina. Che magico!




Dice Daniela Stecconi:
Scuderie di Villa Pallavicino a Busseto, premio letteratura umoristica ad Arto Paasilinna. A noi il piacere di averlo potuto leggere in pubblico: Corrado Medioli alla fisarmonica, Rosanna Varoli in blu, Daniela Stecconi in arancio. Musica e colori per Paasilinna, i suoi personaggi, e per la terra che questi personaggi partorisce, un pò folli un pò sbevazzoni un pò malinconici: la Finlandia. E il suo "infaticabile sole vermiglio delle notti bianche".





Allo scrittore finlandese Arto Paasilinna che pubblica in Italia con la casa editrice Iperborea è stato assegnato per la “letteratura umoristica” il primo World Humor Award 2016.
I libri di Paasilinna generalmente riflettono la vita comune finlandese, con uno stile impregnato di forte humour. Nelle sue opere traspare anche la difesa dell’ambiente e della vita naturale. Tra i suoi romanzi di maggior successo figura L’anno della lepre, per il quale ha ricevuto nel 1994in Italia il premio letterario Giuseppe Acerbi, e dal quale sono stati prodotti due film.
È uno degli scrittori finlandesi più conosciuti all’estero, dal momento che parte della sua produzione è stata tradotta in 45 lingue. In Italia è pubblicato fin dal 1994 dalla casa editrice Iperborea con le introduzioni di Fabrizio Carbone.
Opere tradotte in italiano
Riconoscimenti

http://www.worldhumorawards.org/

Satira, sa tirare sempre!

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«Italiani…
Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia ! »
Le dessin du jour, par Coco



Satira, sa tirare sempre!

di Nadia Redoglia

In questo mondo di ladri, di padri, di madri per verità assolute, quale inedia (per morte lenta) sarebbe  se non esistesse nostra signora  Satira? Ma conosciamo noi il significato e il significante di costei?
Lei è il tutto e pure il suo contrario. Satira, mai satura, sutura  il poema epico della nostra quotidianità.  Martella finché non capisci, beninteso se vuoi capire.   E’ la giornaliera  versione grossolana  del pirandelliano così è se vi pare  e pure del recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore tratto dal geniale capolavoro di Masters nei suoi epitaffi a Spoon River. Charlie Hebdo, così come a suo tempo furono Male e Cuore, è al posto suo per sbatterci in faccia l’aldilà dei beni e dei mali di facciata e (oggi) di facebook.
Satira è sadismo e alla bisogna pure masochismo. In vita e in  morte s’offre come apoteosi della meraviglia più pura, innocente, vergine e, in egual modo, senza preavviso, alla realtà del più putrido squallore da violenza nei bassifondi… Ci sbatte  in faccia il quanto sappiamo essere martiri ed eroi, ma anche quanto sappiamo essere subdoli mostri di perbenismo e del politicamente corretto.  Ed è proprio perciò che nostra signora Satira sa tirare appresso ogni maledizione. Satira si deve sbattere in prima pagina, ma solo per darla in pasto a ciascuno di noi all’unico fine di farne personalissimo metabolismo.  Farne affare di Stato  è invece perbenismo d’accatto, è puerile politicamente corretto da burkini, è sterile blablologia da Salvini: è recitare la parte dopo averci già imposto cosa è perché ci è stata fatta apparire…



Pensavo di non condividere questo triste dibattito mediatico dai toni troppo accesi sulle vignette di Charlie Hebdo del terremoto italiano sul blog.
Mi sento molto vicina alle popolazioni colpite, ai loro lutti e proprio per questo volutamente non avevo raccolte qui quei disegni che avrebbero potuto ferire la loro sensibilità.
Quanti disegni italiani avevano già usato la parola pasta.

Ma poi Nadia Redoglia mi ha mandato l'articolo sopra, con una dedica speciale per il mio blog, ed allora mi sono detta forza Fany, si "satira, satirare sempre!".

Non raccolgo però le vignette degli amici su questo triste dibattito, ma solo un articolo che spiega come "La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione."

A tutti quelli che leggeranno queste righe, non guardate superficialmente cogliete la dura verità.








disegno di Felix sulla rivista Charlie Hebdo




LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SPIEGATA A MIA MADRE
Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
Visto che oggi si e’ fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
Mamma: “QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!”
Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perché? Perche’ e’ la satira stessa a fare schifo.
Ti ricordi il più grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
Ti ricordi, nell’Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo’ III,  con il viso immerso nello sterco e il sedere all’aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro’ aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite “il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia“.
E gia’ che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne “Le nuvole” perché non finiremmo più, ma credimi: e’ dall’inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
Io: Giusto anche questo. E sai perché? Perche’ Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e’ fatta per far ridere, e’ la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no.  La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione. E’, insomma, una cosa diversa.
Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come “comici satirici”. Se qualcuno li ha presentati come tali, e’ stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino – la cui battute hanno la stessa pericolosità del Danette Danone – veniva messo all’indice.
Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ciò e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che più nicchia non si può. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’  la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
MA NON SI PUO’ FARE SATIRA SUI MORTI!
Piano un momento.
La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa società, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per dire qualcosa su quella stessa società.
Se in una societa’ a essere considerato Sacro e’ il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avrà a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e’ l’immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero’: l’obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice “Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!” l’obiettivo non e’ certo lui e tantomeno l’Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
Allo stesso modo, mostrando l’immagine delle bare di ritorno dall’Iraq o le macerie del Terremoto o…
I BAMBINI! L’ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
…ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero’ si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma – in lontananza – anche un cartellone di Ronald Mc Donald che  pubblicizza l’Happy Meal.
Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva “schifo” e si serviva di una rappresentazione “sacra”) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e’ che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita’ e consumismo sfrenato che e’ oggi l’Occidente – dove l’infanzia, per giunta, e’ ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
Se la vignetta sia riuscita o no e’ un altro discorso. Qui e’ bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perché si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
Quindi, secondo te, era più offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere più visite, in modo da guadagnare più soldi dalla pubblicità incorporata nell’articolo (pubblicità’, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell’immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e’ bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
E se in Italia ti uccide e’ perché, a causa della mentalità italiana – rappresentata con uno degli elementi più italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
Quando ci offrono 80 euro in più in busta paga, o ieri 1000 euro in più per ogni bebe’, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie – come la messa in sicurezza degli edifici – corriamo in massa a dargli il nostro voto.
Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l’ascolto non conta, perché a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidarietà straordinarie, ma quando si passa all’ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un “e che vuoi farci, siamo in Italia!” e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o  mafia o messa in sicurezza degli edifici…
Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
Di nuovo: che tu dica questo non solo e’ giusto ma e’ pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perché deve provocare reazioni forti, proprio perché palpeggia la societa’ nei suoi elementi sacri, e’ doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e’ come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l’autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e’ cio’ per cui il satirico vive e per cui – come si e’ visto il 7 gennaio 2015 – e’ disposto a morire.
Ed e’ qui l’importanza decisiva che la satira gioca in una società: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta’ di espressione – di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di società alternative alla nostra – che altrimenti sarebbe impossibile da determinare.  Come fare, infatti, a capire quanto una società sia libera se le opinioni espresse sono tutte, più o meno, aderenti all’ideologia ovvero rispettose del Sacro?
E’ proprio attraverso l’aggressione del Sacro che la satira si carica su di se’ il compito – ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici – di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
Darei la vita per difendere la tua liberta’ di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo” diceva Voltaire (più o meno). La satira mette la società davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della società aperta da quelli della società chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
Se una societa’ ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e’ una società libera. Ed e’ per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perché eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
Ma perché e’ grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chissà ancora per quanto.

Sorridente con la Monna Lisa

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Doppia mostra 'Sorridente con la Monna Lisa':
ad Arezzo nell'atrio d'onore della provincia, dall'8 al 26 settembre 
e in contemporanea
a S. Paolo del Brasile all'interno della collettiva "Sorridente con la Monna Lisa", promossa dall'Associazione dei Caroonist Brasiliani dal 13 settembre
A exposição será montada dia 13 de setembro no Shopping SP Market em sampa. 
Expo Brasil-Itália com sucesso

La Monna Lisa di Leonardo Da Vinci ridisegnata in chiave Satirica da artisti e cartoonist 
Brasiliani, Italiani e da altre parti del Mondo. Arezzo via Ricasoli Atrio d'Onore della Provincia 8-26 Settembre, 
a cura di Paolo Lombardi






Monna Lisa EXPO
Arezzo via Ricasoli Atrio d'Onore Provincia (ITALY)
8-26 Settembre
Grazie a Jal Josè Alberto Lovetro (Presidente Disegnatori Brasile)
per l'idea e l'organizzazione.
Grazie all'Ente Provincia di Arezzo per il Patrocinio che ha reso possibile l'evento.
Grazie agli Sponsor — con Jal José Alberto Lovetro




Mercoledì 7 Settembre ore 12 nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo conferenza stampa per la presentazione della Mostra "Sorridente con la Monna Lisa" 

Giovedì 8 Settembre ore 18 Inaugurazione della mostra situata nell'Atrio d'Onore della Provincia di Arezzo


Participants:
Brasile: Bruno Honda, Amorin, Alan Souto Maior, Renato Stegun, Dilmar junior, J. Bosco, Fausto Bergocce, Rodrigo De Pieri, Fernandes, Elihu Duayer, Ferreth, Manohead, Izidro Santos, Alecrim, Waldez, Moacir Torres, Veronica Saiki, ōita, Paulo Arts, Floreal, Monica Fuchshuber, Mariano, Nei Lima, Kaltoe, Jean Pires, Biratan , Gabriel Souza,Paulo Sergio Jndelt, Edson Guedes, Cris Carnelós, Seri, Eder Santos, Jorge Inácio, Dimaz Restivo, Eduardo De Los Santos, William Martins Ribeiro, Jal Joseph Alberto Lovetro, Rodrigo Brum, Bruno Dutra, Benjamin Cafalli, Andre HQ , Evandro Olante, Enderson Santos, Jhota Melo, Cesar Guedes Da Silva, Junior Lopez, Toni D ' Agostino, Gustavo Paffaro,Luciano Félix, Cassio Manga, William Medeiros, Fredson Silva, Rodrigo Bixigão.
Italy: Gianni Burato, Marco De Angelis, Paolo Lombardi, Marilena Nardi, Luca Garonzi, Mauro Biani, Lamberto Tomassini, Gecigian.
Colombia: Leon, Stella Peralta, Guaico, Camilo Triana
CUBA:Ramses Morales Left.
Spain: Juli Sanchis.
Costa Rica: Compliancy.
Argentina: Ramirez.
Syria: Fadi Toon.
Sweden: Ashraf Atraqchi



Alcune delle opere in mostra:


The Smile of War
CeciGian



Monna Lisa in my country SYRIA
FadiToOn 2016


Mona Lisa in Palmira (Syria)
Paolo Lombardi


Tomas



Di Marilena Nardi



di Nei Lima


Queste le parole del Presidente dei Disegnatori del Brasile in solidarietà alle vittime del terremoto e all'Italia intera:
Nossa exposição em homenagem à Mona lisa será inaugurada nesse próximo dia 08 de setembro na Itália. Solidários com os últimos trágicos acontecimentos por lá vamos todos levar boas energias para que os italianos passem por esse momento e reconstruam suas vidas e suas casas. Paolo Lombardi, pedimos que leve esse recado de nosso povo para o povo italiano.
La nostra mostra in onore della Gioconda sarà inaugurato il prossimo giorno di 8 settembre in Italia. Solidarietà con i recenti eventi tragici ci siamo tutti portare la buona energia agli italiani passare attraverso questo periodo e ricostruire le loro vite e le loro case. Paolo Lombardi, si prega di prendere questo messaggio del nostro popolo al popolo italiano.
Jal Josè Alberto Lovetro.

Mantova - Giuseppe Scalarini una penna pungente (3 - 30 settembre)

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Giuseppe Scalarini
(Mantova, 29 gennaio 1873 – Milano, 30 dicembre 1948)  
É considerato il creatore della vignetta satirica politica in Italia. Disegnatore satirico per il quotidiano del Partito Socialista Italiano, l'Avanti! dal 1911 al 1925, e fervente pacifista e antimilitarista, fu poi duramente perseguitato dal Fascismo. Era solito firmare le proprie vignette e disegni con un vero e proprio inconfondibile rebus formato sul suo cognome: il disegno stilizzato di una scala a pioli seguito dalle sillabe "rini"finali.





Mentre il popolo muore di fame, i privilegiati nuotano nell'abbondanza.
Data: 12-7-1946
Argomenti: Borghesia - Proletariato - Carovita

Data: 26-2-1922
Didascalia: Si solleva la cupola di Dublino, si solleva la pagoda dell'India, si solleva la piramide dell'Egitto, e la cassaforte inglese traballa.
Argomenti: Inghilterra - Capitalismo - Colonialismo - India - Egitto





Il ritorno in città delle caricature di Scalarini

Inaugurate il 3 settembre le due esposizioni allestite alla Biblioteca Teresiana e all’Accademia Virgiliana

A più di quarant’anni dall’ultima esposizione a lui dedicata, sono state inaugurate ieri le due mostre sul caricaturista mantovano Giuseppe Scalarini, creatore della vignetta satirica in Italia nel primo ventennio del XX secolo, che rimarranno aperte al pubblico fino al 30 settembre. All’evento sono intervenuti i curatori delle esposizioni, che hanno fornito una breve descrizione del materiale presentato e dei cataloghi delle mostre, e i rappresentanti delle istituzioni che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra cui la fondazione Cariplo e la fondazione Anna Kuliscioff, che in collaborazione con gli eredi dell’illustratore ha fornito la maggioranza del materiale inedito esposto. Lo stesso nipote di Scalarini, Ferdinando Levi, ha partecipato all’evento, orgoglioso del risultato raggiunto e dell’opportunità di far conoscere i lavori dell’artista, oggi quasi sconosciuto: «Il nostro compito come eredi è quello di far ricordare il nonno». Anche Paola Nobis, assessore alle Biblioteche del Comune di Mantova, ha sottolineato l’importanza di far conoscere la figura del disegnatore mantovano, fondatore di popolari testate locali, quali Merlin Cocai e La Terra.
Nell’esposizione “Giuseppe Scalarini racconta la Grande Guerra” all’interno dell’Accademia Virgiliana sono raccolte le vignette, inedite e non, realizzate durante gli anni del conflitto e che testimoniano lo spirito pacifista e antigovernativo dell’illustratore. Numerosi sono i disegni apparsi sull’Avanti! e in cui Scalarini si impegnò a fornire un’immagine del primo conflitto mondiale opposta alle apparenze di civiltà e tradizioni gloriose fornite da altre pubblicazioni nel corso della guerra.
Alla Biblioteca Teresiana è ospitata la mostra “Giuseppe Scalarini: la sua Mantova, il suo tempo” che, raccogliendo una grande varietà di illustrazioni, da quelle del periodo giovanile fino a quelle dell’apice della carriera, testimonia il percorso che ha portato alla maturazione dello stile caratterizzante i disegni di Scalarini. Tra le sette sezioni dell’esposizione si trova quella dedicata alla produzione mantovana dell’autore, con la raffigurazione di personaggi e istituzioni locali e quella dedicata al bestiario, in cui Mantova è rappresentata come una rana tra la vegetazione e gli stagni che circondano la città.
Giulia Beluzzi



La guerra
Data: 7-8-1914
Argomenti: Guerra - Proletariato


I figli della guerra
Data: 1-7-1922
Argomenti: Guerra - Fascismo - Affarismo

Il carro della vittoria
Il carro della vittoria
La vittoria marcia su una carrozzella per invalidi, ha le braccia e le gambe di legno, gli occhiali neri dei ciechi, la corona in testa dei pazzi, il corno acustico dei sordi, la corona dei fiori dei morti, la bocca chiusa dei muti, un fascio di stampelle dei mutilati, la sputacchiera dei tisici. In fondo, il pozzo in cui hanno gettato 90 miliardi.





Due cattolici (L'Asino)

Articolo pubblicato sull’Asino il 4/10/1924
Don Abbondio e Fra Cristoforo erano due cattolici di diversa tendenza. Don Abbondio stava sempre col più forte, col soverchiatore potente contro il debole oppresso. A chi messo a sostener le sue ragioni contro un violento rimaneva col capo rotto, Don Abbondio sapeva sempre trovare qualche torto, e finiva col dar ragione al torturatore.
Faceva parte del Centro nazionale italiano ed era abbonato all’ Osservatore Romano ed alla Civiltà Cattolica.
Fra Cristoforo, invece, stava sempre col debole oppresso contro il soverchiatore potente, col bastonato contro il bastonatore. Faceva parte del Partito popolare ed era abbonato al Popolo di Roma.
Il primo ubbidiva all’iniquità di Don Rodrigo e de’ suoi bravi; l’altro si ribellava al tirannello. Un bel giorno anzi lo affrontò, come tutti sanno, nel suo palazzo, per tentar di smuoverlo da’ suoi infami propositi.
L’Osservatore Romano gliene disse di tutti i colori, per questa opposizione che faceva a Don Rodrigo. Il cardinale andava sperando che la cosa svanirebbe da sé, che il frate tornerebbe finalmente in cervello; ma vedendo che le cose andavano per le brutte, lo fece chiamare a Roma.
Il cardinale, lasciatolo venire vicino, gli disse: - Padre perché vi siete messo ad avversare Don Rodrigo? – Monsignor illustrissimo avrà ben sentito parlare delle prepotenze commesse da questo signore e da’ suoi bravi contro quel povero contadino.
- Domando – riprese il cardinale – se è vero che gli fate, insieme agli altri del paese, un’opposizione ostinata. – Ho creduto che fosse mio dovere prendere le parti del povero contadino oppresso contro l’oppressore. – Che sarebbe la Chiesa se codesto vostro linguaggio fosse quello di tutti i vostri confratelli? Dove sarebbe, se fosse comparsa nel mondo con codeste dottrine?
- Ma che cosa devo fare?
- Lo domandate? E devo dirvelo? Ubbidire, figliuolo; ubbidire e pregare. Ubbidire sempre a chi comanda.
Scalarini

Le vignette sono state prese da http://www.scalarini.it/it/home

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Le sfide dell’Europa in 50 vignette.

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15 SETTEMBRE - 25 SETTEMBRE  |  ORARI DI APERTURA 10.00 - 13.00  /  17.00 - 21.00
MONASTERO DI SAN BENEDETTO - CONVERSANO

| EXIT | POPULISMI | EURO | LIBERTÀ DI ESPRESSIONE | TERRORISMO | IMMIGRAZIONE | GOVERNANCE |
LE SFIDE DELL'EUROPA IN 50 VIGNETTE





Le sfide dell’Europa in 50 vignette. (altre info su facebook: https://www.facebook.com/events/779551105481989/)


"All’interno del suggestivo Monastero di San Benedetto di Conversano, in mostra cinquanta vignette satiriche che raccontano i grandi temi legati all'Europa. Dall'exit ai populismi, dalla libertà di espressione all'euro, dal terrorirmo all'immigrazione e governance. 

Tra gli autori delle vignette Sergio Staino, Agim Sulaj, Tom Janssen, Niels Bo Bojesen, Corvo Rosso, Marco De Angelis, Assunta Toti Buratti, Dino Aloi, Nicolas Vadot, Uber, Ioannou, Fabio MagnasciuttiMarco Tonus, Patrick Chapatte, Gian Lorenzo Ingrami, Arend Van Dam, Costanza Prinetti, Alessio Atrei, Furio Sandrini, Walter Leoni - Totally Unnecessary Comics, Andrea Righi, Carlo Casaburi, Frankezze, Duccio Maria Gambi, Andrea Righi, Marilena Nardi, Kap, Ramses Morales (The Cartoon Movement) , Maurizio Boscarol, Paride Puglia e altri ancora.
  

La mostra è a cura di Thierry Vissol.
Apertura: 10:00-13:00 / 17:00-21:00"



“Europa che fatica!”,
vignetta realizzata da Marilena Nardi per l'edizione 2016 del concorso
Una vignetta per l'Europa.
Le sfide dell’Europa
   Alla fine degli anni Novanta, responsabile dell'informazione dei consumatori per il passaggio
all'euro, giravo l'Europa, provando a stimolare l'impegno degli enti locali nella formazione dei loro cittadini. Durante uno di questi giri, incontrai il Presidente di una Regione francese, un giurista, eminente professore di diritto internazionale ed europeista convinto. A lui chiesi perché non organizzava un dibattito con la sua giunta al fine di lanciare e finanziare un'operazione di informazione-formazione dei cittadini sul cambiamento della moneta – un cambiamento non semplice per dire il meno. Mi rispose: "Non posso, l'euro e l'Europa sono dei temi che irritano, rischio la mia maggioranza".
Una reazione che era condivisa da molti dei miei contatti politici, sindacalisti o associazioni di consumatori, reazione tuttora sempre più diffusa. Cinque anni dopo, ero responsabile per
lo sviluppo di una nuova politica audiovisiva d'informazione sull'Europa. Lavoravo quindi con le principali testate audiovisive europee. Alla mia domanda: '' Perché al di là della cronaca europea ma declinata sempre in chiave nazionale, non parlate di politica e di politiche europee. Non sono temi che toccano la vita dei cittadini?''
 La risposta era sempre la stessa: ''L'Europa non fa audience.''
   Qualche anno fa, ho ricevuto la missione di provare a creare uno spazio pubblico (cioè di dibattito politico aperto) europeo nello spazio pubblico italiano. Una delle mie prime mosse fu di informarmi sulle scuole di giornalismo e sui programmi dedicati alla formazione dei loro studenti, sul funzionamento, le competenze, i mezzi e le politiche delle istituzioni europee. Rimasi molto stupito nel constatare che tali materie fossero marginali se non completamente
assenti. Ovviamente, esistono bravi giornalisti in grado di parlare con cognizione di causa dei temi europei. Tuttavia sono una minoranza, spesso marginalizzati nelle loro testate. Questo spiega in gran parte perché, ancora oggi - sessantacinque anni dopo la creazione della prima istituzione europea (la CECA la Comunità europea del carbone e dell'acciaio) - si può ancora sentire sulle grandi reti audiovisive giornalisti confondere il Consiglio d'Europa con il Consiglio europeo, attribuire all'Europa delle competenze che non ha o leggere, in un grande quotidiano nazionale in occasione del recente incontro estivo, dei primi ministri francese, tedesco e italiano a Ventotene, referenza ad un tale "Arturo" Spinelli invece che Altiero
Spinelli.
   I cittadini sono presi in una tenaglia. Da un lato, dei politici che in materia d'Europa applicano l'atteggiamento dello struzzo o la usano come capro espiatorio. Dall'altro, dei media e dei giornalisti che rinunciano a quello che dovrebbe essere il loro ruolo: quello di mediatori - a tutto vantaggio della cronaca nera (24h 7giorni alla settimana) e dello spettacolo di questa cronaca (che purtroppo fa audience). Un ruolo ben definito dal giornalista Giorgio Zanchini:
'Il giornalismo è tuttora selezione, gerarchizzazione e presentazione di informazioni
finalizzate alla riduzione della complessità sociale.' Non è quindi stupefacente la regressione del dibattito politico europeo, della consapevolezza dei cittadini in materia di democrazia e di vedere fiorire invettive e parolacce piuttosto che argomenti e dibattiti; di leggere commenti sui social networks che paragonano politica Europea e nazismo, utilizzando un'inflazione di parole inadeguate, superlative, senza misura e storicamente sbagliate per qualificare situazioni
assolutamente incomparabili. Non è stupefacente la reazione dei cittadini britannici, inizialmente rallegrati del risultato del referendum per poi rimpiangere l'esito, giustificandosi di avere votato il Brexit su base di "inaccurate information" (informazione sbagliata)
ricevuta.
    Pubblicizzando la sesta edizione del concorso "Una vignetta per l'Europa",
concorso di vignette satiriche dedicate ai temi europei, un commentatore mi ha scritto: ''Perché fare un concorso per aumentare la critica all'Europa?''
    La mia risposta è semplice. Perché, contrariamente a molti altri tipi d'informazione, la satira non ricerca il protagonismo. Va al di là dalla società del "selfie" e dello spettacolo, un'evoluzione sociologica amplificata dall'uso e abuso dei social networks e dal "surfing veloce" sulle onde inarrestabili d'informazioni spesso inverificabili. Un tipo di società analizzata da Guy Debord, già nel 1967: "Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione (aggiungerei: e di consumo) si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli… la realtà sorge nello spettacolo, e lo spettacolo diventa
reale.'' Perché appunto, la satira, quando fatta da professionisti che rispettano il loro pubblico, mette – con ironia - il dito nella piaga dei malfunzionamenti politici, sociali, economici; nella piaga sanguinosa dell'abbandono dei nostri valori democratici ed europei, come la solidarietà. Perché la satira è un colpo di frusta che dovrebbe contribuire ad aprire dibattito, contestazione e critica costruttiva, cioè nel senso positivo e cartesiano del termine. Perché, la satira ben fatta pone delle domande cruciali, con un umorismo che per natura deve essere graffiante, caricaturale. Delle domande alle quali politici, funzionari, giornalisti e specialisti dovrebbero essere desiderosi di rispondere. Delle domande che dovrebbero nutrire un sano dibattito politico e democratico. Delle domande alle quali i cittadini hanno il diritto di
ricevere risposte vere e non anestetizzate. Un dibattito al quale tutti noi cittadini abbiamo il dovere di contribuire per costruire un futuro vivibile.
    Queste sono le fondamenta della democrazia, secondo me. Spero che la selezione delle vignette di questo catalogo che toccano le pieghe e le sfide presenti e future dell'Unione ne sia una dimostrazione.
Thierry Vissol
Ideatore e presidente
della giuria del Concorso
"Una vignetta per l'Europa"




Alcuni degli autori di questo catalogo :



“L'attentato a Bruxelles sembra la trama di un
copione già scritto. Anche noi però abbiamo avuto
la nostra strategia della tensione, che ha raggiunto
il culmine con la strage della stazione di Bologna.
Ecco, noi dobbiamo sapere che l'esercizio della
distinzione è decisivo. Un esercizio che, tra ascoltare
le notizie più importanti o leggere gli articoli
della maggioranza dei giornali, sembra abbiamo
dimenticato. Occorre che ognuno di noi abbia la
capacità di distinguere quelli che sono i processi
sociali e criminali, dai fenomeni religiosi e, all'interno
della dimensione religiosa, chi è a favore dell'assimilazione
dell'occidente. E aiutarli.”
Paride Puglia


“La satira, commento e informazione al tempo
stesso, è fatta di immagine e ragionamento, tutt'uno
sul filo del sorriso, divertito o amaro che sia.
Come la libertà di pensiero si manifesta nella satira,
così la mancanza di libertà non la indebolisce,
ma la rafforza. E' compito del disegnatore satirico
pungolare e stimolare.”
Marco De Angelis


“La satira è l’unica arma non violenta di cui possiamo
disporre. È un potente mezzo comunicativo
di denuncia sociale di cui abbiamo sempre più
bisogno. Senza la satira, il mondo sarebbe più triste
di quello che è”.
Giuseppe La Micela


“Credo che la satira possa sensibilizzare e cambiare
le coscienze. Sia come una lente attraverso
cui guardare e capire meglio la società e la politica.
In ogni caso, umorismo e satira svelano la
realtà e ne forniscono un’interpretazione acuta e
infine offrono un sorriso e, a volte, la speranza di
un cambiamento.”
Marilena Nardi





“Il Nobel per la Pace attribuito ad una Europa
che in realtà, e purtroppo, non ha ancora realizzato
quell’unità politica essenziale ad agire
come soggetto politico autorevole sulla scena
mondiale.
È quella manifestazione di pensiero talora di
altissimo livello che nei tempi si è addossata il
compito di castigare ridendo mores, ovvero di
indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili
o esecrabili di persone, al fine di ottenere,
mediante il riso suscitato, un esito finale di
carattere etico, correttivo cioè verso il bene.”
Gianfranco Uber

“Che la satira potesse diventare oggetto di attacco
terroristico credo non fosse immaginabile
nemmeno in romanzi di “fantastoria”.
Eppure è successo, sotto gli occhi del mondo.”
Dino Aloi


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La mostra delle vignette fa parte del Festival
 LECTOR INFABULA'16

IL  TEMA




GUARDA IL MONDO DOVE VA

Il mondo gira
E cambia anche molto in fretta.
Quanti saremo nel 2050?
L’Asia e l’Africa messe insieme rappresenteranno il 75 % della popolazione mondiale. L’Europa invece sarà più piccola.
Meno giovani e meno ricchi. Conteremo di meno.
Così cambiano gli scenari e si formano nuovi ordini mondiali.
Per il momento si vede solo molto disordine.
Il fondamentalismo ha dichiarato guerra all’occidente colpendo l’Europa nel cuore, nei suoi diritti, nella sua libertà.
Hanno ferito anche la satira, ma non riusciranno ad opporsi alle armi della cultura.
Intanto il populismo e i nazionalismi tornano di moda. Addio democrazia?
Sono finiti i partiti, è iniziata l’era dei meet-up, dei followers, dei gruppi social.
Gli interessi sono sempre meno collettivi e sempre più individuali.
I tempi si accorciano le distanze fisiche pure ma alla fine i divari e le diseguaglianze restano quelle.
Saremo tutti iper-connessi, tracciati, controllati. in una parola sola: trasparenti!
Saremo figli della quarta rivoluzione industriale.
Mentre il Novecento ci ha lasciato e forse anche lo Stato sociale.
Ma come sarà il nostro futuro?
Alla fine i problemi del mondo sono sempre gli stessi:
il controllo politico e militare, le migrazioni e la demografia, l’ambiente e la salute, Il petrolio e l’energia.
Siamo saliti su un treno ad alta velocità e non possiamo scendere in corsa.
Intanto… guardiamo il mondo dove va!

V BIENNALE DI HUMOR LUIZ D'OLIVEIRA Guimaraes - PENELA 2016, Portogallo.

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1 ° Premio - Diabetes / Emad Salemi, Irán


2 ºPremio - La abeja guardiana / Alessandro Gatto, Italia


3 ° Premio - Bancar a Obreira / José Bandeira, Portugal


Premio Especial Humorgrafe - El dilema del viñetista / Luis Ge, Brasil




Premio Especial Junta de Freguesía de Espinhal - Lápiz, abeja / Vahide Fallahi, Irán




Premio Especial Antonio Oliveira Guimaraes -Noé / Jiri Novak, Republica Checa




Premio Especial Portas da Villa / Adene, España



Premio Especial Municipio de Penela - Aylan-Honey / Yurus Erlangga, Indonesia




Mi scrive Francisco Punal Suarez giornalista del Mundiario

Ciao Raffaella
El fumettista italiano Alessandro Gatto ha vinto il secondo premio alla V BIENNALE DI HUMOR LUIZ D'OLIVEIRA Guimaraes - PENELA 2016,  Portogallo.
Il tema era: dal miele a pungere.

 Un viaggio allegorico tra la dolcezza del miele e la puntura che provoca puntura d'ape. Qualcosa di simile incoraggiare vignettisti di tutto il mondo con le loro opere: la dolcezza è il fumetto, ed è tagliente la satira. Hanno partecipato a questo concorso 601 disegni di 253 artisti provenienti da 55 paesi ".

"L'ape è un animale sociale, simbolo del lavoro e la fedeltà, ma anche guerriero in difesa della comunità, e quando si sentono minacciati, usano i loro puntura. Allo stesso modo, l'umorismo è una formula di dolce pensiero che ci fa rompere le barriere di socialità, combattere il pessimismo, diluire la tristezza, e costruire un equilibrio sociale sorriso filosofica, e può anche criticare quando la politica, l'intolleranza, l'abuso di potere mettere in pericolo la comunità "- dice Osvaldo Macedo de Sousa, organizzatore dell'evento.

La giuria di questa Biennale V, composto da Emídio Domingues, Mario José Rodrigues, Antonio Alves, Paula Oliveira Guimarães, Osvaldo Macedo de Sousa, Flavio Teixeira, Elisio Amaral Neves e Margatida Macedo de Sousa, ha deciso di assegnare il primo premio a "Diabete" Emad Salemi, (Iran); secondo premio a "l'ape guardiana" di Alessandro Gatto (Italia); e il terzo premio a "Bancar a Obreira" José Bandeira (Portogallo). Inoltre, sono stati assegnati altri premi speciali.

Intervista ad Alessandro Gatto - Per Francisco Punal Suarez
Il secondo premio con il suo disegno “ l'ape guardiana”
 V Biennale di Humor - 2016
“Luíz D`Oliveira Guimarães” - Espinhal - Penela- Portogallo
601 opere grafiche presentate al concorso da 253 artisti provenienti da 55 paesi.
7 de  Settembre 2016

Come mi è stato ispirato a fare questo disegno?
L'idea mi è venuta leggendo il bel testo introduttivo scritto da Osvaldo Macedo de Sousa, curatore capace e competente dell'evento.
Egli cita la frase di Einstain "Se le api scomparissero, dopo quattro anni scomparirebbe anche l'umanità", e aggiunge che se scomparissero gli umoristi, dopo quattro anni il mondo sarebbe interamente nelle mani di dittatori e fondamentalisti di ogni genere.

"È l'ape guardiana una metafora contro il potere?
La similitudine tra l'ape e l'umorista è molto azzeccata. Come l'ape che produce il miele, così l'umorista infonde sorrisi.
Entrambi, però, sanno anche pungere e possono far male.
Esistono le api guardiane che hanno il compito di difendere l'alveare, ci sono gli umoristi che con le loro "riflessioni disegnate" avvertono la società di eventuali  o incombenti pericoli.
E vengo al mio disegno; è' chiaro che i mezzi di un disegnatore non sono molti, le sue armi sono la mente e una penna.
Ho rappresentato l'imponenza del POTERE, tre grandi monoliti che confabulano in segreto: economico, militare e religioso. Poi, molto più piccolo ho disegnato me stesso come fossi un po' ape guardiana e un po' cavaliere, armato di penna e in sella alla mia amata, ma umilissima, bicicletta.
I rapporti di forza sono ovviamente sbilanciati, ma quel pennino appuntito è pronto per l'uso.
Dos de los premiados en la V Bienal,
 Alessandro Gatto y José Bandeira
en la V Bienal/ Filomena Martinho


Perché è importante l'umorismo e satira nella società?
E' un mezzo di per sè limitato, che potrebbe diventare potenzialmente straordinario. La sua efficacia, come quella di un farmaco, è direttamente proporzionale alla dose che si intende assumere. Quindi credo sia solo una questione culturale, una faccenda che coinvolge sì il fruitore finale ma, prima ancora, chi lo governa e decide se conviene aiutarlo a crescere o no.

Come valuta le prestazioni di questa Biennale?
Potrei definire questa mia prima partecipazione con una parola simpatia .
Si attesta come uno degli eventi importanti a livello internazionale. Ho inteso che tutto viene realizzato con pochi mezzi economici ma con grande volontà. Il fatto che sia arrivata alla V edizione e che sostanzialmente si ripeta in un crescendo continuo lo sta a dimostrare. Il merito va agli organizzatori, al loro impegno e loro orgoglio. Trovo degno di lode l'impegno a ricordare Luìs d'Oliveira Guimaraes.
E poi i luoghi  dove si svolge la manifestazione, piccoli e deliziosi, ricchi si storia, immersi in una natura generosa. Gente semplice e cordiale .



Premiados en la V Bienal de Humor “Luíz D`Oliveira Guimarães” / Portas da Villa

Artisti italiani premiati al XXI Mercosur Internazionale Diogene Taborda Salon 2016, Buenos Aires, Argentina.

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SEZIONE GRAPHIC HUMOR

Grand Prix 2016 e 1 ° Premio Graphic Humor 
Vladimir Semerenko. Russia




2 ° Premio: Ugo Sajini. Italia
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SEZIONE CARICATURE
1 ° Premio: 'AstorPiazzolla' di Marilena Nardi. Italia


2 ° Premio: 'Jorge Luis Borges' di Gio. Italia


2 ° Menzione: 'Gabino Ezeiza' di Walter Toscano. Perù


Artisti italiani premiati al XXI Salon Internazionale Diogenes Taborda Mercosur 2016, de Buenos Aires, Argentina

Da Francisco Punal Suarez , giornalista spagnolo
Esclusivamente per Fany Blog
12 settembre 2016

La disegnatrice italiana Marilena Nardi ha vinto il primo premio nella caricatura personale, con un disegno di Astor Piazzolla, nel XXI Salón Mercosur Diogenes Taborda 2016  Buenos Aires, Argentina.

Sono stati premiati altri due artisti italiani: Gio, con una caricatura personale di Jorge Luis Borges (2 ° premio) e Ugo Sajini, il secondo premio di umorismo grafico.

Il russo Vladimir Semerenko ha vinto il Gran Premio.

Questo concorso ha ricevuto i disegni da autori provenienti da più di 80 paesi.
Per l'Italia sono stati selezionati: Marilena Nardi, Marco D'Agostino, Andrea Bersani, Andrea Pecchia. Ugo Sajini, Carrera Arcangelo, Gio e Sergio Tessarolo.

Si tratta di un evento dedicato al disegno umoristico, e  ai disegni illustrazione con il tema Tango, e il suo organizzatore è Jorge Omar Volpe Stessens, direttore del museo Diogenes Taborda.

Il Museo de Humor Grafico Diogenes Taborda apre la mostra delle opere degli artisti selezionati e premiati il ​​21 settembre a 19, 30 ore. Av. Caseros 2739 Buenos Aires, e sarà aperta fino al 21 ottobre.

Il Museo de Humor Grafico Diogenes Taborda è stato creato il 21 settembre 2003 dalla Fondazione Stessens Volpe con l'obiettivo di organizzare regolarmente individuale temporanea o mostre collettive presso la propria sede, e nei musei, centri culturali, università, i college e le aziende che sono interessate a conoscere ed apprezzare l'umorismo, che conferma il loro senso di solidarietà e la loro volontà di rafforzare lo scambio culturale.

Il lavoro culturale della Fondazione è ampia e diversificata: ci vuole anche campioni di fotografia, stampe, pittura, scultura; organizzare workshop gratuito umorismo,
concerti, turismo culturale, mostre teatrali, presentazioni letterarie, conferenze, e dibattiti, che gli ha guadagnato diversi premi da agenzie ufficiali nel paese.

Fany Blog presenta in anteprima ai suoi lettori alcune delle vignette premiate.

Artisti premiati al XXI Internazionale Diogenes Taborda Mercosur Salon 2016

Grand Prix 2016
Vladimir Semerenko. Russia

 Humor Graphic Awards
1 ° Premio: Vladimir Semerenko. Russia
2 ° Premio: Ugo Sajini. Italia
3 ° Premio: Claw. Argentina
1 ° Menzione: Pedro Silva. Portogallo
2 ° Menzione: Jacek Majcherkiewicz. Polonia
3 ° Menzione: Konstantin Kazanchev. Ucraina

Humor Graphic and written
1 ° Premio: Eric Peter van der Wal. Olanda
2 ° Premio: (DAS) Daniel Sahade .Argentina Giappone
3 ° Premio: Ruben Eduardo Soto Diaz. Messico
1 ° Menzione: Mariano Luna. Argentina
2 ° Menzione: Brito e Lima Brasile
3 ° Menzione: Oleg Gutsol. Ucraina

Premio illustrazione
1 ° Premio: Sergio Campelo. Brasile
2 ° Premio: Afou Afouzi. Marocco
3 ° Premio: Argentina Guillermo Arena
1 ° Menzione: Mariano Luna. Argentina
2 ° Menzione: Stella Peralta. Colombia
3 ° Menzione: Jarape. Jairo Pelaez. Colombia

Premio illustrazione per bambini:
1 ° Premio: Davood Kamali. Iran
2 ° Premio: Li Kui Cina nel mese di giugno.
3 ° Premio: Esther Lauringson. Estonia
1 ° Menzione: Fathi Panah. Iran
2 ° Menzione: Evelyn De Paz. Guatemala
3 ° Menzione: Ungheria Istvan Kelemen

Premio Caricature:
1 ° Premio: Marilena Nardi. Italia
2 ° Premio: Gio. Italia
3 ° Premio: Mauricio Parra. Colombia
1 ° Menzione: Menzione Ailton Medeiros Brasile
2 ° Menzione: Walter Toscano. Perù
3 ° Menzione: Razieh Tizghadam. Iran

VOSTFUNDACION Awards
Fondazione Culturale Premio Stessens Volpe: Hamza Akin. Turchia
100 ° Anniversario Premio Gabino Ezeiza: Passaprawas. Thailandia
Outstanding Achievement Award: Brito E Silva Brito. Brasile
Jarul Ortega: Kicker Award. Repubblica Dominicana


SEZIONE ILLUSTRAZIONE

1 ° Premio: 'AstorPiazzolla' di Sergio Campelo. Brasile

2 ° Premio: Afou Afouzi. Marocco

3 ° Premio: Argentina Guillermo Arena


SEZIONE Humor Graphic and written
1 ° Premio: Eric Peter van der Wal. Olanda

Querelare Charlie Hebdo?

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Querele
La querela a Charlie Hebdo non è satira che fa ridere, è satira che fa pensare.
Mauro Biani




Il dramma di Amatrice continua…– da Il Fatto Quotidiano – http://www.natangelo.it #charliehebdo #amatrice #pasta
Natangelo




Querelare Charlie Hebdo? La strada della libertà non si può bloccare con le censure
Gianni Rossi

D'ora in poi si potrà ancora dire o parlare di un "accordo all'amatriciana", "politiche e promesse in salsa amatriciana", come sinonimo di inciucio, pastrocchio di basso livello? O c'è il rischio che il presenzialista sindaco di Amatrice ci quereli tutti? E parlare di mafia, malaffare, di amministratori corrotti o distratti, di edifici per lo più pubblici (scuole, ospedali, caserme) che crollano, pur essendo stati ristrutturati proprio con i fondi dei precedenti terremoti? E si potrà ricordare quello che sentenziano tutti i più autorevoli sismologi del mondo che "ne uccide più l'incuria e l'incompetenza degli uomini, che il sisma"?

È vero, Charlie Hebdo usa una "satira urticante", non perdona nessuno, neppure Dio o Allah, Gesù e Maometto, potenti vivi e poveri morti ammazzati, papi e imam, politici di destra o di sinistra. Charlie è stato ruvido anche con i propri morti, uccisi nella redazione (segnale di avvio della nuova stagione del terrorismo fondamentalista), al teatro Bataclan e bistrot vicini, a Nizza, all'aeroporto e nel metro di Bruxelles. Se si leggessero le sue pagine, però, ci si renderebbe conto che si tratta anche di un settimanale che analizza con serietà e con studiosi esperti i fatti politici, economici e culturali del mondo.

Molti, dopo il 7 gennaio del 2015 e la manifestazione dell'11 con 4 milioni di persone per le strade di Parigi, sono tornati a leggerlo, e molti oggi non lo comprano più, non condividendone la libertà urticante della sua visione editoriale-cultural-politica. Ma nessuno ha mai ritenuto diffamante i contenuti delle sue vignette legate a eventi di cronaca sanguinaria. Neppure il sindaco e gli abitanti di Nizza se la sono presa per le vignette sull'attentato del 14 luglio, come quella che recitava così: "Nizza: come è riuscito il camion ad entrare nella zona vietata?", dal camion con su scritto "Gelati", un arabo stilizzato risponde al vigile urbano: "Vengo a freddare i turisti", e il poliziotto, "OK, andate pure". In un'altra il camion sfrecciava con la dicitura agghiacciante: "Dio esiste e pesa 10 tonnellate"!.

La libertà di espressione anche nelle sue forme artistiche per immagini è una delle conquiste più importanti, che ci riportano proprio alla rivoluzione francese del 1789. Scorrendo alcune esposizioni al Louvre e al Museo d'Orsay ci siamo soffermati spesso sulle stampe di vignette satiriche nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento: erano di una "cattiveria", politicamente scorrette, come neppure oggi ci si immagina. Eppure, i politici, l'imperatore, i generali, i "poteri forti" insomma, non si appellavano ai giudici per "ristabilire l'onore" messo in berlina. C'era sempre chi dalla tribuna avversa si "vendicava" con altrettanta virulente satira.

E poi che dire del messaggio insito nelle due vignette in questione? Certo, la prima era mal congeniata per i nostri gusti; ma la seconda "azzeccata", come direbbe Di Pietro. Ancora paghiamo nelle accise e nel disastro dei conti pubblici per le indecenti ricostruzioni dei paesi distrutti dai terremoti del Belice e dell'Irpinia (come non ricordare la puntuale e dettagliata Relazione della Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, poi divenuto capo dello Stato, "Le mani sul terremoto", con 58 mila miliardi di lire, circa 52 miliardi di euro, spesi dagli italiani e persi nei rivoli del malaffare politico camorristico?).

C'è chi parla, indaga, scrive, documenta con servizi radio e TV la tragedia, il dolore dei superstiti, gli sforzi sovrumani dei soccorritori, e chi invece usa "l'arma della satira" graffiante ed estemporanea. Tutti, comunque, cercano di informare e di fare una breccia nelle coscienze dell'opinione pubblica, colpita e commossa, che dopo i primi giorni rischia di addormentarsi, di perdere l'attenzione umanitaria e solidaristica. Ecco, la satira entra diretta nelle nostre coscienze come un pugno nello stomaco, per ricordarci il dramma e cosa c'è dietro a questi "disastri naturali", in un territorio che da secoli è considerato il più sismico d'Europa. In altre parti del mondo si è saputo affrontare queste calamità da tempo, senza che si creassero connubi tra politici locali e nazionali e ambienti del malaffare, col risultato di costruire, troppo spesso, edifici che poi crollano come castelli di sabbia, o peggio ancora intascarsi le tangenti senza neppure ricostruire.

Queste querele contro la libertà di espressione sono atti di censura anacronistici. Non andrebbero neppure prese in considerazione da parte dei magistrati. La libertà di coscienza e di opinione è una strada d'importanza universale, difficile da percorrere, irta di insidie, ma certo non teme i terremoti, quanto la mano degli uomini. Purtroppo!

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Il mio interessantissimo contributo al dibattito sulla satira stamattina su Canale 5 (finalmente un canale nazionalpopolare e non solo quella roba da carbonari che è La7). Provo a parlare insieme all'avvocato del comune di Amatrice (cioè uno che crede che - con 300 morti e migliaia di sfollati e vari paesi da ricostruire- sia più utile querelare un giornale di satira straniero per una vignetta) e insieme a Filippo Facci. Quando dall'alto dei miei studi in legge (sì, ho studiato legge) ho chiesto all'avvocato "Va bene, e come crede che finirà questa querela?" credo di aver intravisto il baratro.
Mario Natangelo







Davide Charlie Ceccon



Intervista a Marika Bret, giornalista di Charlie Hebdo.

Marika Bret: 
"Potremo commentare qualcosa quando riceveremo la denuncia, 
perchè al momento noi non abbiamo ricevuto assolutamente nulla. 
Non possiamo dare un commento prima di vedere le carte.
Si è dato molto spazio a chi ha criticato con forza le vignette,
 ma ci si è dimenticati di tutti quegli italiani che attraverso i loro blog 
hanno spiegato cos'è la satira, cos'è lo humor nero.
I giornali satirici, il linguaggio satirico sono molto poco conosciuti
 in Italia.
Queste vignette non vanno estrapolate dal contesto, da ciò che è Charlie Hebdo."
Giornalista: 
"Quindi insomma, secondo voi si è trattato di un problema di cattiva comprensione? le vignette non sono state capite?
Marika Bret:"SI!"



Paolo Lombardi


Fran


JE SUIS ENCORE CHARLIE


Tra il settembre 1997 e il marzo 1998 numerose scosse di terremoto colpirono l’Umbria e le Marche. L’allora sindaco di Gualdo Tadino, Rolando Pinacoli, oltre ad affrontare i problemi della ricostruzione decise che poteva aiutare i concittadini sdrammatizzando, con intelligenza, la catastrofe abbattutasi sulla comunità.
Chiese quindi a Dino Aloi di realizzare una mostra umoristica sul terremoto.
La mostra si fece, si intitolò Matite tremolanti.
Io realizzai una vignetta nella quale un anziano appoggiato ad un bastone, scosso da un improvviso e violento tremito, implorava “Speriamo sia solo il Parkinson”.
Nessuna associazione di malati strillò alla gratuita denigrazione di chi era affetto dalla terribile malattia e la mostra ebbe un ottimo successo.
La vignetta di Charlie sul recente terremoto é invece parsa a molti brutta, squallida, inopportuna, vergognosa, ecc.
Eppure la successiva vignetta di Charlie, di spiegazione, dovrebbe ormai aver chiarito che invece si trattava di una intelligente e violenta messa alla berlina della corruzione, dell’insipienza e delle infiltrazioni malavitose che innegabilmente sono le maggiori cause del disastro. Italianissimi problemi.
Le anime belle che si sono indignate al massimo possono dire che non hanno riso perchè l’humour nero non gli piace. Legittimo ma niente di più.
Certo se Benigni fa un film, dove si ride, sui campi di concentramento e Charlie Chaplin in Shoulder Arms (Charlot soldato) fa ridere sui soldati che muoiono al fronte nel 1918 tutti sono d’accordo nel dire che si tratta di trovate geniali. Ed è così.
Ma perché la vignetta di Charlie non sarebbe geniale? Perchè è cruda? Probabilmente. Ma ne avevano fatte molte anche sul dramma di Fukushima e quelle su Maometto hanno fatto ridere anche coloro che oggi si indignano. Solo che loro hanno poi versato un tributo di sangue alla libertà di essere anche eccessivi.
Per altro l’ambasciatore francese che si dissocia da Charlie dovrebbe anche dissociarsi da André Breton il quale nel manifesto del surrealismo da lui scritto ne descriveva le caratteristiche così:”…automatismo psichico …dettato dal pensiero in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d’ogni preoccupazione estetica o morale”.
Perché Breton è anche di fatto il fondatore dell’Umour noir o meglio, quello che ci ha insegnato che ridere alla proposta di Jonathan Swift di risolvere il dramma della carestia in Irlanda mangiandosi i bambini, ben prima che lo facessero i comunisti, era da persone intelligenti.

Il 44° Premio Satira Politica 2016 per Il Disegno Internazionale va a Damien Glez (Burkina Faso)

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Sarà la satira dell’Africa – quella forte e orgogliosa, che nasce nel cuore del continente, nel Burkina Faso – a conquistare il Premio Satira Politica 2016 per il disegno internazionale e che per la precisione sarà assegnato sabato 17 settembre – alle 17.30 alla Capannina di Franceschi – alle idee e al coraggio di un disegnatore come Damien Glez, molto attivo anche nell’Associazione “Cartooning for Peace”, associazione nata nel 2006 per difendere la libertà di satira nel mondo.
Ormai burkinabè come un vero nativo (e sposato a una famosa attrice  burkinabè), arrivato in Africa tanti anni fa come cooperante di nazionalità francese, Glez, che ha al suo attivo collaborazioni con “Le Monde”, “Le Figaro”, e “Libération”, oggi, alle soglie dei cinquant’anni, ha trovato nel paese africano il lievito per far crescere la sua passione per la caricatura e il disegno.
A cambiare il suo destino fu l’incontro con Boubacar Diallo, un autore umoristico affascinato dalla cultura europea, che coltivava dagli anni Ottanta l’idea di dar vita ad un giornale. I due decisero di fondare assieme "Le journal du jeudi”, una rivista satirico-umoristica che trovava le condizioni favorevoli nella fine dello stato di emergenza in Burkina e che si fondava sullo spirito della gente africana molto incline all’umorismo, uno spirito che volentieri ama spingersi sulle frontiere della satira, soprattutto quella contro i potenti.
Oggi il giornale vende oltre 10 mila copie alla settimana e rappresenta una pietra miliare nella storia dell’editoria satirica africana, non cerca in alcun modo di imitare i modelli europei o francofoni (uno per tutti il celeberrimo “Le Canard enchaîné”) ma traccia ogni settimana una propria via alla satira che Glez coltiva con i suoi disegni e con la sua capacità di imbastire questa apprezzata rivista.

Glez che è anche apprezzato docente universitario, autore televisivo e paroliere, ha da anni la cittadinanza burkinabè, ama stare a Ouagadougou, la capitale, dove si sente a casa, perché, dice, è il «pays des hommes intègres», il paese degli uomini onesti.
“Lavorare sulle notizie e sull’attualità - riconosce Glez – ti mantiene reattivo e ti impegna totalmente, riuscendo ad emozionarti quando puoi permetterti di maltrattare la notizia sotto il punto di vista della satira”. I suoi sono disegni dal grande tratto comunicativo, spesso amari e sempre diretti. Vanno al cuore del problema con un filo di sorriso sulle labbra: “L’attualità, recita un suo disincantato reporter di guerra, è come un film di James Bond. Termina quando il malvagio muore.” Ma nelle sue vignette satiriche troviamo anche i grandi temi internazionali che si riverberano sui Paesi africani: la fame (“Un bimbo affamato un tempo chiedeva cos’era la tv oggi chiede, guardando la tv, cos’è il riso!”), la tutela dell’ambiente, la libertà di espressione, minacciata spesso da corpulenti e insensibili soldati che pensano alla guerra anche quando parlano di pace, o quegli integralismi che sono una piovra che attanaglia il continente africano. Tutto questo senza mai dimenticare l’autoironia: “La carta stampata è indispensabile in Africa” – dice una donna intenta ad incartare il pesce – “Avete mai incartato il pesce con un sito web?”.

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Dal mio blog:


Damien Glez
Naufrages en Méditerranée... (2012)


Exposition des dessinateurs de Cartooning for peace en ce moment au festival de Cannes...
Woody Allen
by Damien Glez (2013)



COP21 : retrouvez le dessin du jour, par Cartooning for Peace / Dessins pour la Paix et Greenpeace France !
Glez (2015)  


Oggi Sabato 17 settembre ore 17,30 alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi avrà luogo la Cerimonia di Premiazione del 44° Premio Satira Politica.

Il Premio Satira, nato nel 1973, premia scrittori, disegnatori, comici, registi, autori e blogger satirici. La Premiazione, condotta da Serena Dandini, sarà un vero e proprio festival della satira, grazie alla presenza dei protagonisti indiscussi di questa arte.

La giuria è composta da Serena Dandini, Massimo Gramellini, Filippo Ceccarelli, Beppe Cottafavi, Bruno Manfellotto, Pino Corrias, Roberto Bernabò, Pasquale Chessa e Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti.

Le sculture-premio del Premio Satira Politica (fuse in bronzo a cera persa, secondo l'antico metodo greco e romano, dalle fonderie artistiche di Pietrasanta) sono state create e modellate dagli scultori: Pietro Cascella (1921-2008), che si ispirò per la scultura "L'Ape" al disegno-logo della manifestazione, creato dal pittore Arturo Puliti nel 1973; Ugo Guidi ( 1912-1977 ) con la scultura "Cavallo e cavaliere”; Rinaldo Bigi (n. 1942 ) con la scultura "La Città della Satira”; Emanuele Giannelli (n. 1962 ) con la scultura "Omaggio a Pino Zac"

http://www.museosatira.it/

44° Premio Satira Politica 2016 Forte dei Marmi : i premiati

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Fonte Premio Satira Politica

17 Settembre 2016  ore 17.30
Capannina di Franceschi Forte dei Marmi


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IL PREMIO SPECIALE "CITTA’ DELLA SATIRA 2016"È STATO ASSEGNATO A:
I GATTI MÉZZI  (Francesco Bottai, Tommaso Novi)
Metti due pisani doc, Tommaso Novi pianista, compositore e cantante, e Francesco Bottai chitarrista, compositore e cantante, uniti dalla passione per la musica - tra il jazz e lo swing - e il vernacolo pisano.   Hanno iniziato  a suonare insieme - come dicono di se stessi  - arruffati  e un po’ incazzati, come se la vita fosse una secchiata d’acqua in faccia quando meno te l’aspetti. Da più di dieci anni cantano una Pisa d'antan dove anche i gatti, in un vicolo, possono essere sorpresi dalla pioggia fino a diventare mézzi e l’intera Toscana, in modo ironico e spiazzante.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO A:
VANNA VINCI
La Bambina Filosofica non è kantiana: di Immanuel gliene bastano 5 minuti ogni sera per sconfiggere l’insonnia. Non è darwinista: Darwin gli va storto perché ha applicato l’evoluzione all’uomo invece che alla donna.
Non è aristotelica e nemmeno platonica, non è stoica e tantomeno epicurea, non è idealista ma neanche materialista, non è illuminista o al contrario romantica, né marxista oppure esistenzialista. Soprattutto la Bambina Filosofica non è una filosofa.
Semplicemente è una autentica rompiballe, piccola ma cattiva, che non sbaglia mai una battuta. Come le fa dire sua madre di penna, Vanna Vinci, citando Leo Longanesi: «Sono un carciofino sott’odio».

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER L’AUTORE È STATO ASSEGNATO   A:
 MATTIA TORRE
A Mattia Torre, sceneggiatore,  autore di testi disperati e comici per il teatro come “La gola”, per la televisione e il cinema come “Boris”, e per l’ultimissimo Corrado Guzzanti di “Dov’è Mario?” Epopea di un intellettuale che nottetempo si trasforma a sua insaputa in comico, ma che potrebbe anche essere il contrario.  Raccontando in quel radicale spaesamento esistenziale il nostro, nel mondo rovesciato che ci assedia.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA TV A:
SAVERIO RAIMONDO
È un incrocio antropologico tra Luttazzi e Chiambretti, l'unico stand up comedian italiano che sembri vero. Si vede che ha studiato.
Lo premiamo, citandolo, perché crediamo che «la satira non deve cambiare il mondo, non deve far pensare, non deve trasformarsi in poesia né diventare pretesto (o arma) di lotta politica. La satira deve fare ridere, punto, il resto sono problemi tuoi».
«Nella trattativa con lo Stato, la mafia chiede l’esenzione dal canone Rai»: ecco, una battuta così contiene un’analisi politica ma soprattutto l’amore perduto per il buon senso.

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IL PREMIO "PINO ZAC 2015  PER LO STUDIO SPECIALISTICO  È STATO ASSEGNATO A:
GABRIELE NERI
per il libro “Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno”. (Quodlibet)
Daumier se la prendeva con il barone Hausmann che aveva spianato Parigi. Il “Punch” ironizzava sul signor Eiffel ritraendolo nelle sembianze della sua torre. Il “Canard enchaîné” non perdonava nessuna delle radiose utopie moderniste a Le Corbusier. Il “New Yorker” non risparmiava dosi di pesante ironia al Guggenheim. “Il  Selvaggio” del fascista Maccari ce l’aveva con il razionalismo del fascista Piacentini, quello dell’Eur.
Non si sono salvate dal ludibrio satirico la Sidney Opera House, le sedie tubolari di Breuer, il Museo di Bilbao, il cui   autore,  Frank Gerhy, è finito nei Simpson. SuTopolino troviamo invece Enzo Pianoterra, versione  Disney di Renzo Piano. E Fuksas diventa “Fuffas” l’archistar di “Crozza delle meraviglie”.
Il bel libro di Gabriele Neri, Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno fa crollare l’ultimo baluardo del culturalmente corretto.


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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL WEB A:
MARTINA DELL’OMBRA
I suoi ragionamenti sono disarmanti. A volte partono da premesse errate per giungere a conclusioni paradossali ma logiche. Altre partono da conclusioni condivisibili per risalire alle motivazioni meno credibili.
Martina dell’Ombra è una web star che divide per gli stessi motivi per cui conquista visualizzazioni sui social: sembra troppo scema per essere vera. Scema non è per niente. Dal web fa rinascere con una nuova lingua la nobile arte della satira, una satira leggera, includendo anche i più giovani nella sua community di riferimento. Il suo sogno è quello di scendere in politica.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER IL CINEMA A:
“SHOWBIZ” di LUCA FERRARI
Già definito "il lato B della Grande Bellezza", Showbiz documenta con turbo realismo le vite parallele, ieri e oggi, di quattro piccoli grandi protagonisti delle prime tv private a Roma. Tra sfilate di intimo femminile, archeologici talk show, macchiette fantasmatiche e locali trasgressivi vanno in scena la popolarità e il suo contrario, le luci della ribalta e l'oblio, le ore liete e i malanni della miseria e della vecchiaia. Dinanzi alle vittime del cannibalismo televisivo, Luca Ferrari si fa indagatore, poeta, complice e assistente sociale.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO INTERNAZIONALE A:
 DAMIEN GLEZ (Burkina Faso)
Non c’è africano, che non abbia riso ai disegni satirici e alla battute di Damien Glez. Forti, irriverenti, attualissimi, con un taglio che richiama i grandi disegnatori internazionali senza mai trascurare i temi africani, i suoi disegni satirici arricchiscono da più di vent’anni il giornale satirico burkinabé “Journal du Jeudi”, unica pubblicazione satirica del continente che abbia resistito all’usura del tempo.
Glez disegna con il cuore prima che con la matita e l’emozione di traghettare l’umorismo della gente burkinabé verso la satira contro i potenti, continua ad assicurargli l’ammirazione dei suoi connazionali.

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PREMIO SPECIALE "PINO ZAC 2015"È STATO ASSEGNATO AL LIBRO:
“SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO” di ANTONIO MANZINI (Sellerio)
Antonio Manzini ci spiazza e ci confonde. La scorsa  primavera ha esordito come regista al cinema con una commedia, quest’autunno partirà in Tv la prima fiction tratta dalla sua fortunata serie di libri sul  vice-questore Rocco Schiavone. Ma durante tutta l’estate è rimasto ai primi posti in classifica con il suo nuovo romanzo 7-7-2007. E pochi sanno che ha cominciato come attore ed era anche bravo. Perché lo premiamo? Perché ci confonde e ci sorprende, rimescola sempre le sue carte e ci disorienta.
In sintesi è spiazzante proprio come la vera satira deve sempre fare.
E tra l’altro  lo fa con un innato sense of humour. Quale sarà il suo prossimo travestimento?

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO ALLA CARRIERA A :
NINO FRASSICA
Per il lessico surreale che rende ancora più surreale la surrealtà dei fatti
Per quelli della notte
Per l’orosco
Per i nanetti di Sani Gesualdi
Per il bravo presentatore di Indietro tutta e di Sofia Coppola
Per complimenti per la connessione
Per l’opera tutta di vandalismo sui luoghi comuni
Perché è l’italiano contemporaneo che ci fa più ridere

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER  LA RADIO A:
GIOVANNI VERNIA
Dimostrazione vivente che una laurea in ingegneria elettronica con il massimo dei voti può portarti ovunque, perfino sul palco di “Zelig”, Vernia è riuscito miracolosamente a far convivere marketing e comicità, computer e “jeans muccati”, il rintronato da discoteca Johnny con il bravo ragazzo Giovanni.
Ballerino, entertainer, imitatore e ora pure voce radiofonica, in dieci anni Giovanni Vernia non ne ha sbagliata una. ESSIAMONOI che, per questo, lo premiamo. TI STIMIAMO, FRATELLO !

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La GiuriaRoberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Serena Dandini, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti.
Ai Vincitori verranno consegnate le sculture: 
"L'Ape" di Pietro Cascella,  “Cavallo e cavaliere” di Ugo Guidi, "Omaggio a Pino Zac" di Emanuele Giannelli. “La Città della Satira” di Rinaldo Bigi


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Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016)

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Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre 2016)
 è stato un economista, banchiere e politico italiano, 
decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006. [...]

Al caro Presidente-Partigiano che attraversò la linea Gustav sui monti della Majella in Abruzzo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Gustav
http://ilcentro.gelocal.it/regione/2016/09/16/news/ciampi-il-ricordo-della-brigata-maiella-1.14107082
Gio



di Perazzolli



Airaghi



Pillinini e la lettera di ringraziamento di Ciampi

Pillinini


Presidente emerito
Pillinini


Natangelo




Ellekappa


Staino




Giannelli



Ciampi Elisi
MASSIMO GRAMELLINI
Con Ciampi se ne va un tipo di italiano che non esiste più. I suoi meriti e demeriti li giudicherà la Storia, se ne sarà capace. Ma era un italiano da esportazione, rispettato perché rispettabile e rispettoso del proprio ruolo, degli avversari e delle istituzioni. Faceva parte di quella generazione forgiata dalla guerra di cui ciascuno di noi ha avuto in famiglia qualche esemplare. Persone toste, animate da una tensione ideale e da una disciplina che non impediva loro di godersi la vita, ma senza mai perdere la dignità. Retorici, a volte. Mai fasulli. Ciampi era il jolly da giocarsi nelle emergenze, il mister Wolf chiamato a risolvere problemi sempre nuovi, il bagnino di Livorno che ogni volta si tuffava per salvare il salvabile. Avrà commesso errori, come tutti. Ma, a differenza di altri, lui non ci ha mai fatto vergognare. Forse perché, prima di essere un uomo di Stato, era un uomo. Mestiere ancora più difficile, specie per chi debba coniugarlo con quello di Stato.

Nei Campi Elisi la mitologia collocava le anime di coloro che erano amati dagli dei. Mi piace pensare che adesso ci si trovi anche lui, in compagnia di Bobbio, Agnelli, Carli, Olivetti, Ferrari, Montanelli, Montalcini e tanti altri, famosi e sconosciuti, che bene o male hanno costruito questo Paese e non si possono liquidare con un rutto, come ha fatto quel Salvini, definendo il Presidente appena morto «traditore degli italiani». Detto da uno che l’italiano - inteso come grammatica - lo tradisce tutti i giorni, non fa nemmeno rabbia. Semplicemente pena.

Omicidi sul lavoro.

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di CeciGian



Omicidi sul lavoro. Give me five!
di Nadia Redoglia
Qui Nuova York. E’ scoppiata pentola a pressione adibita a ordigno letale per ferire 29 persone. Fortunatamente un’altra è stata disinnescata prima che saltasse. E’ dall’alba di domenica che ne stiamo  parlando incessantemente. Ogni testata catapulta in prima il fatto criminale  riportando (e ripetendo a mantra) il cosa, ildove e il quando. Il chi e il perché, nel rispetto dello stile giornalistico per 5W, sarà materia per opinionisti di talk show dal cui guazzabuglio cerebrale ciascuno trarrà personale opinione: all you can eat …
Qui Taranto, Roma e Tarvisio: tre morti sul lavoro. Dall’inizio dell’anno siamo già arrivati a circa 500. Gli infortuni non si contano. Per questi fatti i cosadove e quando appaiono e immediatamente sublimano. I chi eperché, salvo indignazione del presidente della repubblica, saranno neppure argomento da bar sport, altro che talk show. Le stragi sul e per il lavoro esulano dallo stile giornalistico perché sono sotto gli occhi menefreghisti di tutti ogni giorno: in casa propria tra impalcature e opere straordinarie condominiali per trapezisti senza rete, nei cantieri, nei campi, sulle strade, nelle fabbriche: all you can die…


Merce umana
Mauro Biani
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World Humor Awards 1st Edition : i vincitori del concorso internazionale di disegno umoristico.

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World Humor Awards 1st Edition 

Salsomaggiore, Italia 2016

Si sta tenendo a Salsomaggiore la prima edizione del concorso internazionale 
"Humor World Awards"
 (16 Settembre - 4 Ottobre), 
la cui cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 25 Settembre 
presso 
l’Hotel delle Terme Baistrocchi. 
"Humor World Awards" consiste in un concorso per disegnatori, ma anche l'assegnazione di premi per opere della letteratura, della pubblicità e dello spettacolo che si sono distinte per il loro umorismo. Infatti, nella prima tappa della mostra, tenutasi a Busseto, lo scrittore finlandese Arto Paasilinna ha ricevuto il 1 ° Premio per la Letteratura Umoristica. Dopo Salsomaggiore la mostra si terrà a Fidenza, Fontanellato e Fiorenzuola D’arda, tutta l’area che corrisponde al "Mondo Piccolo" dello scrittore e vignettista Giovannino Guareschi. “Dal Mondo piccolo al Mondo grande” è infatti lo slogan della manifestazione che, nella sua formula itinerante, sarà poi esposta in altre città italiane e all’estero.

La mostra è organizzata da Gianandrea Bianchi e l'Associazione Culturale Lepidus, con la consulenza degli umoristi Lucio Trojano e Marco De Angelis.

Il concorso di grafica umoristica è costituito da due sezioni, quella sul tema "Cambiamento climatico" e la Caricatura. La mostra è riservata a un numero selezionato di autori italiani e stranieri, circa 130 delle migliori firme internazionali. Questa scelta ha reso il lavoro della giuria molto difficile, poiché gran parte delle opere era di alto livello, sia per l’idea che per lo stile. Molti autori erano infatti meritevoli di premio e la decisione non è stata semplice.

I premi

La giuria composta da Lucio Trojano (Presidente), Gianandrea Bianchi, Marco De Angelis, Olivier Raynaud,Marzio Dall'Acqua, Marzia Marchesi, Daniela Isetti si è incontrata nel corso della prima tappa della mostra a Busseto (la città di Giuseppe Verdi) e ha premiato i seguente artisti.


Tema: CAMBIAMENTO CLIMATICO

1 ° premio: Elena Ospina (Colombia) - "Humor World Awards" Golden Trophy
2 ° Premio ex aequo: Giacomo Cardelli (Italia) - "Humor World Awards" Silver Trophy
                                 Pawel Kuczynski (Polonia) - "World Humor Awards" Silver Trophy
3 ° premio: Niels Bo Bojesen (Danimarca)"Humor World Awards" Bronze Trophy

SEZIONE CARICATURA

1 ° Premio: Achille Superbi (Italia) - "Little World Award" Trophy

MENZIONI SPECIALI - "World Humor Awards" Excellence Trophy

Darko Drljevic - Darco (Montenegro)
Rainer Ehrt (Germania)
Fabio Finocchioli (Italia)
Ilya Katz (Israele)
Pietro Vanessi (Italia)

SPECIAL GUESTS

Istvan Kelemen (Ungheria)
Hasan Fazlic (Bosnia)
Sergio Ippoliti (Italia)


NOMINATIONS e VOTO DEL PUBBLICO– Circa trenta degli autori qualificatisi tra le “Nominations” (di entrambe le sezioni e tranne i vincitori del concorso principale) nei prossimi mesi saranno votati online dal pubblico, che sceglierà il migliore artista per il complesso delle opere esposte.
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Comitato Organizzatore Associazione Culturale LEPIDUS.IT -Via Ludovico Ariosto, 4 43036 Fidenza (Parma) ITALIA -
lepidus@lepidus.it - ​​www.worldhumorawards.org

Tema: CAMBIAMENTO CLIMATICO

1 ° premio: Elena Ospina (Colombia) - "Humor World Awards" Golden Trophy

2 ° Premio ex aequo: Giacomo Cardelli (Italia) - "Humor World Awards" Silver Trophy


2 ° Premio ex aequo: Pawel Kuczynski (Polonia) - "World Humor Awards" Silver Trophy


3 ° premio: Niels Bo Bojesen (Danimarca) "Humor World Awards" Bronze Trophy





SEZIONE CARICATURA

1 ° Premio: Achille Superbi (Italia) - "Little World Award" Trophy





MENZIONI SPECIALI - "World Humor Awards" Excellence Trophy


Darko Drljevic - Darco (Montenegro)


Rainer Ehrt (Germania)


Fabio Finocchioli (Italia)


Ilya Katz (Israele)


Pietro Vanessi (Italia)


SPECIAL GUESTS


Istvan Kelemen (Ungheria)


Hasan Fazlic (Bosnia)


Sergio Ippoliti (Italia)



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Complimenti da FANY-BLOG a tutti gli artisti partecipanti, agli organizzatori, alla giuria 
ed alla cara Elena Ospina.

Domenica alla premiazione alle 18.30 circa oltre ai premiati , sarà presente anche Buduàr, con alcuni dei suoi collaboratori,  e la storia del giornale umoristico, verrà proiettata durante la serata, con buona musica dal vivo e un workshop della Wacom.

'Sin Palabras' di "El Roto"& Boligan

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'Sin Palabras' di "El Roto"& Boligan






SENZA PAROLE, una mostra di Angel Boligan ed El Roto, in Huelva, Spagna
Da Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog

Sept 21 /2016

Tra le tante attività della IX Edizione di  Otoño Cultural Iberoamericano  (OCIB 2016), sostenuta dalla Fondazione Caja Rural del Sur, tenutasi nella città di Huelva, Andalusia, Spagna, vi è la mostra Senza parole, al Museo di Huelva, dal 23/09 al 30/10,
e alla Casa della provincia a Siviglia, dal 15/12 al 15/01.

Essa è dedicata ai disegni satirici e raccoglie opere di 'El Roto'(Spagna) e Angel Boligán (Messico) e fa parte del IV Ibero-American Press Association, organizzato con l'Associazione della Stampa di Huelva, l'associazione professionale dei giornalisti della Andalusia e l'Associazione dei corrispondenti stampa estera in Spagna, che quest'anno dedicherà particolare attenzione a promuovere  cartoonisti.

Angel Boliganè disegnatore eccezionale con una vasta e diversificata produzione, che è caratterizzata da un disegno squisito, un uso preciso del colore, l'assenza di testo ed un aspetto universale.
Boligan affronta temi caldi come l'inquinamento, la mercificazione della società, la religione, la corruzione politica, il traffico di droga, lo stile di vita sedentario, la fame, la guerra, gli abusi sui minori, le nuove tecnologie, la televisione spazzatura, e altri aspetti ancora , data la sua costante e acuta osservazione della psicologia umana, delle contraddizioni economiche e politiche e dei conflitti sociali che esistono nell'universo. Per Boligán, ogni disegno è un pretesto per far sorridere il lettore, ma anche per farlo riflettere. Lui è un rappresentante della prima linea di umorismo intelligente.

L'ironia, il sarcasmo, la critica sociale e la satira sono elementi fondamentali nei cartoni animati di El Roto; Andres Rabago Garcia (Madrid 1947) ha pubblicato attualmente ne El Pais i suoi disegni, che hanno uno sfondo editoriale nelle sue collaborazioni con Hermano Lobo, e La Codorniz, tra gli altri lavori, che ha firmato con OPS.
Per me, El Roto, è un artista-filosofo con un bisturi in mano, che valuta la
la realtà come una crisi permanente, un problema in corso che mette in discussione e solleva preoccupazioni, con uno sguardo che si concentra sulle contraddizioni e gli abusi della società in cui vive.
Il suo lavoro conferma che l'umorismo è la forma più penetrante di guardare e andare a fondo delle cose.

Esposizione Senza Parole, disegnatori El Roto e Angel Boligan, sono due esponenti di illimitate possibilità espressive ed artistiche di umorismo.


 L' OCIB nasce con lo scopo di servire da collegamento tra le due sponde dell'Atlantico attraverso la cultura. Un totale di 16 soggetti, sia andalusi che nazionali ed internazionali, costituiscono il suo comitato organizzatore.

Angel Boligan :


Acceso A la Informacion - Angel Boligan

Día de reyes - dibujo de Ángel Boligán

Consumista - dibujo de Ángel Boligán



El Roto; Andres Rabago Garcia 


Dibujo de El Roto 

Dibujo de El Roto 

Dibujo de El Roto 

Intervista ad Elena Ospina, vincitrice degli "World Humor Awards" 2016 categoria disegno umoristico

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Intervista esclusiva con Elena Ospina, vincitrice della prima edizione  del concorso internazionale  "World Humor Awards" di Disegno Umoristico a tema “Cambiamento Climatico”.
Da Francisco Punal Suárez
Speciale per Fany Blog
Sept 22 /2016



"Sono felice di ricevere il primo premio,  in un concorso sul riscaldamento globale, si tratta di un problema che riguarda tutti noi. Sarà molto bello, anche, incontrare colleghi provenienti da tutto il mondo nella bella Italia e condividere con loro, queste magnifiche occasioni di incontro e di umorismo"- esprime l'artista colombiana Elena Ospina, vincitrice del primo premio  nella categoria Disegno Umoristico a tema “Cambiamento Climatico” della prima edizione di World Humor Award, a Salsomaggiore, Italia , la cui premiazione si terrà il 25 settembre.

La mostra è organizzata da Gianandrea Bianchi e dall'Associazione Culturale Lepidus, con la consulenza degli umoristi Lucio Trojano e Marco De Angelis.

Il disegno di Elena  raffigura una sirena che brucia in un mare che scompare.

Come ti è venuta l'idea della Sirena?
Io lavoro molto per assurdo. La sirena è un personaggio mitologico e favoloso ... irreale ... fa sorridere pensare che anche i personaggi fantastici possono essere bruciati.
Ma non dobbiamo pensare che anche il riscaldamento globale sia una favola.
Sembra che gli esseri umani abbiano bisogno di condizioni davvero estreme per reagire ad un disastro ecologico imminente, a cui tutti, senza eccezione, stanno contribuendo.

Come è stata la realizzazione di questo disegno?
In mano tengo un piccolo taccuino in cui  scrivo e disegno, qui faccio un primo abbozzo. La mia tecnica è generalmente composita, mi piace mescolare casualmente, giocare con i materiali e poi finire sul computer.
Per questo disegno della sirena, ho usato uno sfondo fatto con una tecnica di incisione chiamata colography e il resto è vettoriale e photoshop.

Perché vi preoccupate per l'ambiente?
Io lavoro molto sulle questioni ambientali, l'ecologia, la giustizia, la pace, l'uguaglianza ... perché sembra importante mostrare attraverso caricatura e umorismo, lo squilibrio (imbalances) (desequilibrio)  che gli esseri umani generano con le proprie azioni.
Noi cartoonists non risolviamo i problemi del pianeta, ma proponiamo punti di partenza per altre viste, per far cambiare i comportamenti e le idee.







ELENA OSPINA
E' nata a Medellin, Colombia.
 Dal 2007, Elena è in viaggio e vive tra la Colombia, Spagna e Stati Uniti d'America.
Il lavoro editoriale in grado di svolgerlo in qualsiasi parte del mondo, il che è una fortuna.
Ora si sta preparando per andare a vivere una stagione in Francia
Pittrice, illustratrice e caricaturista.
Lavora per diverse case editrici in Europa e in America.
Ha collaborato a progetti con l'Unicef, l'Unesco e altre organizzazioni.
Vincitrice di numerosi premi internazionali in illustrazione e caricatura.
Membro della Federazione dei Cartoonists FECO.
Fa parte del gruppo Cartooning for Peace con sede in Francia
Collabora con  Cartoon  Movement
Il sito: http://elenaospina.blogspot.it/
Per anni ha lavorato sulla creazione e l'illustrazione di innumerevoli pubblicità e progetti editoriali.
Su un livello artistico, ha partecipato a mostre personali e collettive, e una parte del suo lavoro è pubblicato a illustrazione di  articoli e riviste.

Ha vinto numerosi premi in concorsi umorismo in paesi come l'Italia, Colombia, Turchia, Cuba, Spagna, Messico, Iran, Germania, Argentina, Croazia, Norvegia, Portogallo e altri.

In Italia è stata premiata:
 Primo premio "Humor World Awards", Italia 2016
Menzione Speciale nel XXIII Rassegna Internazionale di Satira di Trento, Italia 2015
Menzione d'onore nella Sala, "Humour Gallarate" Italia - 2013
Premio Internazionale  Umoristi a Marostica, Italia, 2011
Menzione d'onore a Humour Gallarate, Italia, 2010
"Premio Internazionale Umoristi a Marostica 2010
Premio Biblioteca Premio Civia 'L. Majno 'Humour Gallarate, Italia, 2008








Frida Kahlo di Elena Ospina , Menzione d'onore a World Press Sintra 2011

the crisis in Europe



Biblioteca Premio Civia 'L. Majno 'Humour Gallarate, Italia, 2008
Elena Ospina (Colombia/Spagna) - "Premio Internazionale Umoristi a Marostica" 
Menzione d'onore "Humour Gallarate" Italia - 2013


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Aderisci alla campagna per salvare Eaten Fish dalla prigione australiana - Scrivi una e-mail e un tweet oggi stesso.

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JOIN THE CAMPAIGN TO HELP EATEN FISH. EMAIL AND TWEET THE AUSTRALIAN GOVERNMENT TODAY

Eaten Fish is a cartoonist and a refugee from Iran who sought refuge in Australia.  This landed him in one of Australia’s notorious detention centers.  He’s languished there for more than three years during which he’s suffered all manner of abuse.  He’s in bad shape and needs medical attention.
Help us ratchet up the pressure on the Australian Government to immediately remove Eaten Fish from the Manus Island detention center and bring him to Australia for the specialized treatment he requires.
Send email and tweets to Prime Minister Turnbull and Peter Dutton, Minister of Immigration.  If you’re in the US send your thoughts to Australia’s Ambassador to the U.S., Joe Hockey.  If you live somewhere else consider sending something to the Australian Ambassador near you.
Let them know the abuses on Manus Island and the other offshore detention centers need to end and Eaten Fish needs to be released and given the attention and care he needs.
Please share far and wide with your friends and networks.  
On Twitter don’t forget to use #EatenFish  and #auspol
Email Prime Minister Malcolm Turnbull, @TurnbullMalcolm
Email — https://www.pm.gov.au/contact-your-pm
Suggested cut-and-paste text here.
Click to email Australia’s Minister of Immigration Peter Dutton, @PeterDutton_MP
Email — minister@border.gov.au
Click to email Australia’s U.S. Ambassador Joe Hockey, @JoeHockey
Email — public.affairsus@dfat.gov.au


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Ho ricevuto questo Tweett  da CRNI, accolgo la richiesta e diffondo l'appello per salvare Eaten Fish dalla prigione di Manus Island in Australia

Eaten Fishè un cartoonista e un rifugiato iraniano che ha cercato rifugio in Australia. Qui invece di aiuto ha trovato la detenzione in uno dei centri di detenzione più noti dell'Australia. E' detenuto da più di tre anni, durante i quali ha sofferto ogni sorta di abuso. E' in cattive condizioni di salute  e ha bisogno di cure mediche.

Aiutaci a  fare pressione sul governo australiano per rimuovere immediatamente Eaten Fish dal centro di detenzione Manus Island e portarlo in Australia per  le cure di cui ha bisogno.

Invia e-mail e tweet al primo ministro Turnbull e Peter Dutton, ministro dell'Immigrazione.
Se siete negli Stati Uniti inviate le vostre richieste all' Ambasciatore dell'Australia negli Stati Uniti, Joe Hockey. Se vivete in un altro paese prendete in considerazione l'invio della richiesta all'ambasciatore australiano vicino a voi.

Fate loro sapere degli  abusi perpetuati a  Manus Island e negli altri centri di detenzione off-shore. Eaten Fish ha bisogno di essere liberato e dato l'attenzione e la cura di cui ha bisogno.

Si prega di condividere al massimo con gli amici e sui social.

Su Twitter non dimenticare di usare #EatenFish e #auspol

 Email  al primo ministro australiano Malcolm Turnbull, @TurnbullMalcolm
Email -  https://www.pm.gov.au/contact-your-pm
 taglia-e-incolla  il testo  qui .

Twitta al ministro dell'Immigrazione Peter Dutton dell'Australia , @PeterDutton_MP
Email - minister@border.gov.au

Twitta  all' ambasciatore degli Stati Uniti Joe Hockey dell'Australia , @JoeHockey
Email - public.affairsus@dfat.gov.au


Aggiungo alcuni disegni per la libertà di Eaten Fish
Illustration by Rod Emmerson



No fishbowl for Eaten Fish!
For a colleague in peril... My solidarity cartoon!
18 Sep 2016
   Ramses Morales Izquierdo





Free Eaten Fish    Firuz Kutal
Iranian cartoonist Eaten Fish is an Iranian national, currently interned in the Manus Island detention camp in Papua New Guinea. This notorious detention center is funded and overseen by the government of Australia. We are In solidarity with the young Iranian author..
21 Sep 2016




EATEN FISH - FREE BRAIN    Gianfranco Uber
20 Sep 2016



In solidarity with Eaten Fish    FadiToOn
In solidarity with Eaten Fish and people detained and abused in the Manus Island camp.
21 Sep 2016



In Support of Eaten Fish    Tjeerd Royaards
A cartoon in support of Eaten Fish, this year's recipient of the Courage in Editorial Cartooning Award.
19 Sep 2016



e ne troverete tanti altri qui  su Cartoon Movement.


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2016 CRNI Courage in Cartooning Award a Eaten Fish

World Humor Awards: Istvan Kelemen

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Fany ha incontrato Istvan Kelemen alla premiazione degli World Humor Awards a Salsomaggiore.
Ecco amici del blog qualche opera di questo umorista ungherese:

Istvan Kelemen (Ungheria) Special Guest World Humor Awards 


Istvan Kelemen 
E’ nato il 26 giugo 1957 a Baja, Ungheria dove vive e lavora.istvan
Si è laureato presso l’Università di Arti e Mestieri nel 1989, in film e video di animazione.
Oltre a uno stile grafico assolutamente personale e innovativo, Istvan Kelemen dimostra di possedere fantasia e creatività sfrenate, che gli permettono di creare immagini buffe e divertenti.
Le sue illustrazioni sono fittamente riempite, non solo dai personaggi e dalle ambientazioni, ma anche da oggetti e animali che ne potenziano l’effetto comico e dissacrante.
Dal punto di vista stilistico Kelemen sembra avvicinarsi al particolare linearismo e alla purezza formale adottati da Saul Steinberg, e quindi da Giovannino Guareschi nelle vignette umoristiche realizzate per il “Bertoldo”.
Nelle sue opere è evidente la sua straordinaria maestria grafica e compositiva da cui scaturiscono immagini coinvolgenti, surreali e sorprendenti, costruite su una frammentazione dell’illustrazione nella miriade di oggetti e personaggi che occupano quasi totalmente l’inquadratura. (fonte world Humor Awards)



Don Camillo di Giovannino Guareschi
disegnato da Kelemen



DON QUICHOTTE Cartoon Contest @-EXHIBITION – Germany ( Theme: Illegal migration)- 2014 – I. Prize


THE FIRST INTERNATIONAL CONTEST ANIMAL CARTOON, 2016 Serbia, Belgrade (Theme: Zoological Garden (zoo)) – III.Prize


Premio 'Cava'
1° Premio - 1st Prize
Istvan Kelemen (Ungheria) Gallarate 2012







All inclusive



Crisi creativa


Il sito di Kelemen: http://www.grafikuskelemen.hu/
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