Quantcast
Channel: FANY - BLOG
Viewing all 1812 articles
Browse latest View live

Che Natale sia…e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

$
0
0
di Klaus Stuttman



Che Natale sia…e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

di Nadia Redoglia
…invece del Mortale cui tutti noi, chi più chi meno, ma sempre di più tendiamo a ricevere e recepire per abitudine. Morte nello spirito ché schiavi di fretta padrona bruciamo attimi di vita che non potremo o sapremo più cogliere. Morte negli occhi e nel cuore pietrificati da violenze quotidiane che squartano l’umanità.
Un grappolo di secondi per riflettere in timelapse sui 365 giorni trascorsi dal 25 dicembre 2014 lo abbiamo tutti. Ed è a quello che io affido (confido) i miei umili e personali auguri. Sono sempre migliaia gli impulsi (perché 365 giorni non sono pochi!) proiettati in ognuno di noi,  destinati  a nascere e quindi a morire.

Buon Natale -è e lo sarà veramente- per tutti quelli che nel loro personalissimo timelapse  hanno saputo trovare qualcosa che oltre a nascere ha pure il diritto di vivere e non solo di morire. Ecco, è sufficiente  soffermarci su questo attimo. Perché se veramente vogliamo gioire per natività,  è indispensabile pur gioire nel proteggere la garanzia che quella vita proceda…

Dunque Buon Natale e, a maggior ragione, Buon anno nuovo!

22 dicembre 2015


di Paride Puglia






Happy New Year!
Joshua Held





Mario Airaghi

Arabia Saudita: 47 esecuzioni capitali

$
0
0


sabato 2 gennaio 2016
QUARANTASETTE ... MORTI CHE PARLANO
In Arabia Saudita si festeggia l'anno nuovo con 47 esecuzioni capitali.
Paese che vai ...
Gianfranco Uber





SABATO 2 GENNAIO 2016
Il giovine apprendista


Ciliegina sulla torta; l'Arabia Saudit è a capo del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Per tutto il 2016.


Plantu


execution of Nimr Al-Nimr    Jalal Hajir
executed for daring to say "no" !!!
02 Jan 2016










Genio UN lamp    Vasco Gargalo
Saudi Arabia
03 Jan 2016



28-11-2015 Peter Brookes per The Times


Da Famiglia Cristiana
Lo Stato canaglia per eccellenza del Medio Oriente,l’Arabia Saudita, ha iniziato il 2016 esattamente come aveva concluso il 2015: ammazzando gente. 47 esecuzioni capitali per decapitazione o fucilazione in un solo giorno. Il che vuol dire che il secondo giorno dell’anno il regime wahabita ha già messo a morte un terzo delle persone uccise nel 2015 (157, secondo il calcolo delle diverse organizzazioni umanitarie) e più di metà di quelle uccise nel 2014 (87).
La pena di morte, in Arabia Saudita, è sempre meno uno strumento, pure allucinante, della giustizia penale e sempre più uno strumento di controllo sociale, usato senza alcun ritegno dall’accoppiata re-muftì. Il re Salman al-Saud, sul trono da meno di un anno, e Sheikh Abdul Aziz Alal-Sheikh, gran muftì dal 1999, per il quale parlano certe fatwa: per esempio, nel 2012, l’invito a distruggere tutte le Chiese cattoliche della penisola arabica e, sempre quell’anno, la conferma della legittimità del matrimonio coatto per le bambine di 10 anni.
Vedremo se la stampa internazionale, domani, parlerà di “svolta storica” per l’Arabia Saudita, come si precipitò a fare, poco tempo fa, per l’elezione di 13 donne in una tornata elettorale disertata dagli elettori (25% di affluenza ai seggi) perché coreografica e ininfluente.
 Nell’attesa, molti si sono concentrati sulla messa a morte dello sceicco Nimr al-Nimr, influente esponente della comunità sciita, minoritaria in Arabia Saudita (10-15% della popolazione) ma forte nella provincia del Qatif, affacciata sul Golfo Persico, ricca di riserve petrolifere (produce 500 mila barili al giorno dal 2004) e vicina al Bahrein. Con la Primavera araba del 2011, Nimr al-Nimr era diventato una figura di punta nella contestazione al regime e nella richiesta di maggiori diritti per le minoranze religiose. Gli sciiti del Qatif avevano anche cominciato a chiedere la separazione dall’Arabia Saudita e l’annessione al Bahrein, dove gli sciiti sono maggioranza (70% della popolazione) ma soggetti alla monarchia sunnita degli Al Khalifa.
Richiesta che aveva fatto scattare la repressione: gli Al Khalifa chiesero l’intervento dell’Arabia Saudita che mandò in Bahrein l’esercito, con tanto di forze corazzate. Morti, feriti, prigionieri politici e torture a seguire, senza alcuno scandalo internazionale. Al contrario, con la benevola approvazione del premio Nobel per la Pace Barack Obama.
Mettere a morte Al Nimr, oltre a molti altri personaggi che avevano come colpa soprattutto quella di opporsi agli Al Saud, non vuol dire tanto cercare lo scontro con gli sciiti, perché questo scontro va avanti da secoli e non saranno queste esecuzioni a cambiarne la natura o la radicalità. Vuol dire soprattutto ricordare all’Occidente che il patto col diavolo dev’essere rispettato. L’Occidente che sventola la bandiera della democrazia, e della sua diffusione in Medio Oriente, non deve impicciarsi della penisola arabica, dove pure la democrazia è fatta a pezzi. Le maggioranze controllate da minoranze possono farsi sentire altrove, tipo in Siria. Ed essere anche armate, finanziate, organizzate, sponsorizzate all’Onu e in ogni dove. Ma non in Bahrein.

E l’Arabia Saudita può fare ciò che vuole: appoggiarsi a una delle versioni dell’islam più retrive per giustificare la repressione politica, esportare il credo wahabita nel mondo, finanziare quasi tutti i movimenti islamisti più radicali, fomentare guerre civili, intervenire militarmente in altri Paesi, bombardare villaggi e città dello Yemen (quasi 6 mila morti, tra i quali tantissimi bambini, nella guerra contro i ribelli sciiti Houthi), appoggiare gli islamisti in Siria. Per noi va tutto bene.
Al momento in cui scrivo, Barack Obama non ha aperto bocca sulle 47 esecuzioni. Forse è meglio così: probabilmente direbbe “l’Arabia Saudita ha diritto di difendersi”, come se non bastassero i 27 mila soldati Usa sul Golfo Persico, le basi, le imponenti forniture di armi che da due anni fanno proprio dei sauditi i maggiori acquirenti e importatori di armi del mondo (primi, con 20 milioni di abitanti, davanti all’India, grande come un continente e con 1,3 miliardi di abitanti). Del resto, Obama portò la famiglia e mezzo Governo Usa a piangere ai funerali del re saudita Abdallah, un anno fa, e quindi non c’è molto da aspettarsi.
Nulla dirà anche il presidente francese Hollande, visto che solo due mesi fa il suo premier Manuel Valls andò a Riad e twittò orgoglioso per i 10 miliardi in contratti che riportava a casa, anche sotto forma di vendita di armi. Tacerà anche Matteo Renzi che pure non ama tacere: quando andò a Mosca si precipitò a portare fiori sul ponte dov’era stato ucciso Boris Nemtzov, oppositore di Vladimir Putin. Dubito che farà lo stesso gesto per Al Nimr:  anche Renzi è stato da poco in Arabia Saudita, anche lui ha firmato contratti, ha dispensato sorrisi ed è tornato a casa. In silenzio.

------------------------------
  Saudi Arabia executes 47 people in one day including Shia cleric

Ritratto di Luigi Zoja

$
0
0
Su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli

e l'intervista di Antonio Gnoli

a Luigi Zoja


Luigi Zoja: "Siamo vittime di noia e paranoia e non viviamo più di miti universali"
La laurea in economia prima della passione per la psiche. La scoperta di Jung, il rapporto con Hillman: "Lo scopo del mio lavoro è la ricerca del senso"

di ANTONIO GNOLI

In tempi in cui la barra della storia sembra passata dalla psiche individuale a quella collettiva mi viene di pensare a Carl Gustav Jung. Alla sua visione a tratti allarmata e profetica degli effetti che l'inconscio collettivo ha prodotto sull'annegamento della coscienza singola. E se il pensiero mi sfiora lo debbo anche a un prezioso libretto che Luigi Zoja ha dedicato alla psiche (in uscita da Bollati Boringhieri). Di questo junghiano avevo letto in passato un'analisi, sul rapporto tra paranoia e storia, così acuta da invogliarmi a grattare sotto al suo mestiere per capire chi fosse e cosa facesse in realtà questo studioso così attratto dalle grandi questioni sociali più che dalle singole anime. Un motivo per conoscere, dunque, un uomo nato sotto i bombardamenti, a Milano nell'agosto del 1943.

Che cosa ha ricostruito di quei momenti legati alla nascita?
"In quei mesi i bombardamenti distrussero un quarto di Milano. Genitori, zii, nonni si trasferirono insieme sul Lago Maggiore. Mi raccontarono che per via degli incendi, le notti milanesi non erano mai buie. Mia madre guardava gli aerei con sentimenti contraddittori: più bombe arrivavano più presto sarebbe finita, pensava. La guerra  -  con i suoi vinti e vincitori,
con le sue tragedie e i suoi morti  -  era davanti ai miei occhi infanti. Me la raccontarono a tal punto che cominciai presto a occuparmi di miti eroici e dei loro lati oscuri".

Cominciò in che senso?
"Fu un fantasticare vago in un ragazzo senza idee. Mi sembrava di vivere in un mondo tutt'altro che repressivo, ma pienamente estraneo ai miei interessi. E ho continuato così fino alla maturità classica. E poi all'università, dove frequentai la Bocconi".

Si iscrisse a economia?
"Sì. Nella prospettiva paterna che lavorassi nell'azienda di famiglia. Ho fatto la Bocconi per mancanza di fantasia. Non mi ero accorto che esisteva un altro mondo. Mi annoiavo e tutto quello che mi circondava era molto deprimente. Depistai. Più che all'economia mi interessai alla sociologia laureandomi su Charles Wright Mills, un marxista americano, autore oggi dimenticato. Era il 1967".

Si preparava la contestazione.
"Sembrava un'alba radiosa".

E invece?
"Era già tramonto".

Come lo visse?
"Cercavo figure ideali senza trovarle. In quelle borghesi mi spaventava il grigiore o il cinismo, in quelle rivoluzionarie l'esaltazione. Le emozioni dei cortei mi parevano primordiali, calcistiche. Non mi integravo nelle manifestazioni. Si urlava lo slogan "Padroni, borghesi, ancora pochi mesi". Mi dissi: se è così tra un po' dovrò collaborare a eliminare me stesso. A quel punto scelsi di andare a Zurigo".

Alla ricerca del fantasma di Jung: come c'era arrivato?
"Avevo sempre coltivato la fantasia di andarmene. Sempre verso Nord. Mi sembrava che dove c'era più freddo ci fosse più spazio per essere se stessi. Fu così che arrivai allo Jung Institut. Ricordo un luogo popolato soprattutto da americani che si fermavano un semestre, proseguendo per l'India in autostop, con la marijuana e i libri di Hesse nello zaino. Ad ogni modo scegliere Jung invece di Freud fu per me casuale. Feci la domanda, i colloqui. Fui accettato".

Somiglia a un personaggio balzato fuori da un romanzo di Svevo.
"Non a caso c'è molta psicoanalisi nei suoi libri. Per quanto mi riguarda, mi accorsi di essere contraddittorio. Introverso. Nutrito di aspirazioni estetiche e romantiche che nel mondo postmoderno sono abbastanza pericolose ".

Ha trovato i suoi maestri?
"A lungo ho fatto da solo. Anzi, posso dire che la solitudine mi ha perseguitato. Come del resto la noia. Più tardi ci sono stati Andrew Samuels a Londra, Adolf Guggenbühl a Zurigo e James Hillman in America".

La solitudine può aiutare. E la noia?
"La nostra epoca ha troppa paura della noia. Ciò che nasconde la noia, quando sentiamo tutto grigio, è, stranamente, l'eccitazione, l'impazienza, l'aggressività, l'eros. Oggi penso che se si è annoiati è fondamentale esercitare l'immaginazione in questi territori repressi. Allora, e fino ai 25 anni, mancavo di scopi, quindi di passioni ".

Come reagiva?
"Ero troppo occupato e preoccupato di me stesso per accorgermene".

Le mancava una figura affettiva?
"Una figura affettiva è importante ma insufficiente. Mio padre, ad esempio, era ansioso, non abbastanza cresciuto autonomamente fuori dall'ombra del nonno. Certe volte penso che avrei dovuto mostrare più fermezza di lui con i miei figli. Non so se ci sono riuscito".

Avverto il dubbio.
"Sono loro che devono farti capire se sei stato un buon padre".

Il mestiere di psicoanalista non interferisce con quello di buon padre?
"È una domanda difficile. Perfino terribile. Il rischio c'è. Omero descrisse l'antica alternanza: in pace i figli seppellivano i padri; in guerra erano i padri a seppellire i figli. Ripenso ai miei che mi insegnarono precocemente che le cose più importanti sono complesse. Niente è facile, glielo assicuro".

Cosa pensava di trovare e cosa ha trovato nella psicoanalisi?
"Lo scrittore Bruno Schulz condannò la psicologia alla mediocrità; alla fede nel conformismo e nella grigia legge delle formiche. Io pensavo di trovarci esattamente l'opposto".

C'è riuscito?
"Quello che ho capito è che il fine del lavoro psicologico  -  o almeno dell'analisi  -  è la ricerca non della guarigione (quello è lo scopo della medicina) ma del senso".

Freud e Jung, per limitarsi a due capiscuola, hanno dato versioni molto diverse della parola "senso".
"La lettura sessuale, così dominante in Freud, ha una sua verità, ma rischia di essere riduttiva".

Rispetto a cosa riduttiva?
"Al mito. Che era ben di più di ciò che Freud pensava: un contenitore e non solo un contenuto".

L'espansione del ruolo del mito nello junghismo ha dato adito a sospetti di irrazionalismo.
"Peggio ancora che di irrazionalità parlerei di New Age e di kitsch. La fortuna del movimento ha contribuito alla sfortuna di Jung".

Perché? Dopotutto la grandezza di un pensatore è anche nella sua contraddittorietà; nel dare vita a cose molto diverse. Non rientrano in queste zone gli interessi di Jung per la religione?
"Si è sempre interessato di teologia. Era figlio di un pastore. Riesco a seguirlo finché questo terreno coincide con la ricerca del senso. Mi sfugge quando fa affermazioni dogmatiche".

Perché dovremmo fidarci degli archetipi, non sono costruzioni arbitrarie?
"Non dobbiamo affatto fidarci. Immagini a cosa ha portato la manipolazione dell'archetipo eroico del XX secolo. Purtroppo gli archetipi  -  e i miti che su essi si costruiscono e i sogni in cui si manifestano  -  "ci agiscono", che lo si voglia o no".

In che senso ci agiscono?
"Pensi all'innamoramento passionale. Può sconvolgere la nostra vita, anche se nessuno ce l'ha insegnato. E così, potrei dire per la passione politica. Omero  -  che fu il più profondo degli psicologi  -  dice che Zeus manda agli uomini sogni veri e sogni falsi. Intendo dire che non si debbono prendere alla lettera i sogni, gli archetipi, i miti. Dovremmo però essere coscienti della loro influenza su di noi. Prendere sul serio la loro potenza anche se sono irrazionali. Meglio, proprio perché sono irrazionali e sfuggono al nostro controllo, sarebbe bene conoscerli ".

C'è un'irrazionalità individuale e un'irrazionalità collettiva. Quest'ultima appare oggi oltremodo dilagante. Lei si è occupato, si occupa, di paranoie collettive. Intanto perché di questa sua predilezione?
"La paranoia mi sembra infinitamente più interessante delle altre patologie psichiche proprio perché può collegarsi alle crisi della società. Oggi, ad esempio, ci preoccupiamo delle nuove psicopatologie alimentari: ma un'anoressica affetta dal delirio di essere grassa non fonda un partito il cui programma è di pesare 30 chili".

Vuole dire che la sua resta una perversione individuale?
"Certo. Invece il delirio di Hitler secondo cui gli ebrei erano la causa dei mali del mondo divenne un programma politico. La paranoia  -  ha questo di caratteristico  -  si trasforma facilmente in infezione psichica collettiva ".

Dietro la paranoia si nasconde minaccioso il problema del male.
"Per il paranoico il male corrisponde sempre ad altre persone che gli sono antipatiche o addirittura che non conosce ma elegge a nemico. Pensi agli immigrati: i dati dicono che senza di loro l'economia si fermerebbe, ma questo non impedisce che facciano paura".

E che sulla paura si possa ampiamente speculare.
"È sotto i nostri occhi il comportamento di certi politici. Ma la sola razionalità non ferma i pogrom o i linciaggi. Un discorso paranoico ha un potenziale seguito larghissimo: nutre quelli incapaci di autocritica. Il guaio è che in tempi particolarmente critici questi ultimi possono diventare la maggioranza".

C'è una relazione tra mass media e paranoia?
"Ci sono due aspetti: la stampa prima, i mezzi audiovisivi poi, ci hanno consegnato l'immenso regalo dell'informazione capillare. Ma per diventare di "massa" la comunicazione spesso semplifica il rapporto bene-male. Crea un capro espiatorio, un nemico pubblico. Tenga conto che questo fu lo stile e l'essenza del messaggio delle esperienze totalitarie".

E in democrazia?
"Parlerei di una "paranoia soft" che coesiste con il sistema democratico creando però disinformazione".

Jacques Lacan si occupò in maniera approfondita dei disturbi paranoici. Fu un personaggio singolare. Insolito, perfino nel panorama già mutevole degli analisti. Cosa pensa di lui?
"Non l'ho conosciuto. Indiscutibili furono il suo acume e le difficoltà insormontabili dei suoi pensieri. Ne ho letto qualcosa, conosco e stimo dei lacaniani: ma poco per dare valutazioni".

Sempre a proposito di personaggi appartenenti al suo mondo, si stagliò, in quello junghiano, la figura di Ernst Bernhard. Che ricordo ha di lui?
"Quando morì, nel 1965, non avevo ancora deciso nulla della mia vita. Non conobbi quest'uomo che ebbe in cura personaggi famosi come Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Federico Fellini. Ho il sospetto che appartenesse a quella parte della costellazione junghiana per me meno interessante. Non vorrei offendere i seguaci, ma è un'orma locale: fuori d'Italia non lo si conosce. Non ha lasciato scritti, se non occasionali, né idee".

Tra i suoi maestri citava Hillman.
"Lo conobbi superficialmente a Zurigo nel 1968. Ci rincontrammo vent'anni dopo. E fu diverso. Forse ero alla ricerca di padri autorevoli. La sua stima mi lusingò. Ammiravo la sua cultura, la capacità istantanea di vedere nessi e di tradurli in un discorso a 360 gradi. Aveva anche un lato semplice e terrestre. Viveva con un po' di galline in un anonimo paesino del Connecticut, dove ha cucinato per me e mia moglie piatti tradizionali".

Del suo lavoro cosa pensa?
"Fu uno studioso affascinante. La sua "psicologia archetipica" ha trovato crescente ascolto, perché gli archetipi sono ciò che per definizione non varia".

In un mondo così mutevole diventano una certezza?
"Li desideriamo: siamo spaventati dalla velocità crescente con cui la tecnica, la cultura, l'economia cambiano il mondo intorno a noi. Il rischio è che l'eredità di Hillman potrebbe portare un po' troppo il segno della compensazione ".

Ossia?
"A volte avrei desiderato che usasse di più il suo carisma per fronteggiare un male dell'oggi piuttosto che elogiare un bene senza tempo".

Male e bene un tempo cadevano sotto la legislazione divina. Crede, non crede?
"La fede è oggi soprattutto un fatto personale. La sua domanda, in un certo senso, può essere una conferma della "morte di Dio" e del fatto che lo abbiamo sostituito con un nostro protagonismo. Anche se io "sapessi" che Dio esiste questo avrebbe poca importanza. Più importante sarebbe: Lui sa che esisto io?".

Se così fosse oggi, forse, Dio si sdraierebbe sul lettino.
"Sarebbe la riprova che la sua azione aveva dei limiti. Che somigliava alle cose umane, dove alcune riescono e altre no".

Oggi più che in passato si contempla il fallimento. Dobbiamo ripensare la nostra idea di limite?
"Il limite è una presenza universale e anche un archetipo. Ma viene dimenticato nell'orgia del consumismo e nel culto unilaterale dello sviluppo economico. Il solo limite che non riusciamo a dimenticare del tutto è la morte ".

Con quali conseguenze?
"L'idea di morte è importante come presenza psichica, anche per chi ne è lontano. Con la vecchiaia poi i limiti materiali si avvicinano vertiginosamente. Ma proprio questo può favorire una concentrazione che produce consapevolezza e dare gioie più frequenti di quando si è giovani".

Ci crede davvero?
"Mi sforzo di pensarlo. Mi riguarda. So bene che il mondo è diventato un contenitore insicuro".



  • https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Zoja
  • http://luigizoja.it/

STAR WARS - The cartoons

$
0
0
 Star Wars: Il risveglio della forzaè un evento di proporzioni che vanno al di là della semplice uscita cinematografica. Ne è conferma il bombardamento mediatico, per alcuni eccessivo, che lo sta accompagnando, la presenza del marchio Star Wars ovunque, dalle batterie ai biscotti, i biglietti acquistati con un mese di anticipo e i cento milioni di dollari incassati in prevendita. E il fatto che della saga di Lucas stiamo parlando da settimane e ne continueremo a parlare a lungo considerando il progetto su lungo termine della Lucasfilm/Disney che prevede un film all'anno per i prossimi cinque (uno della trilogia ufficiale ogni due e i progetti standalone negli anni di pausa).
Non potevano quindi mancare le caricature ed i cartoons!
Ecco qui una mia selezione:


Daisy
di Benny



Petry



#bonvi #StarWars Azzardo. Ma era uomo di spirito e poi aveva già -visto- tutto.
*



Star Wars
BY JOE HELLER, GREEN BAY PRESS-GAZETTE  -  12/15/2015




The earnings war 
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  12/18/2015



More ISIS Terror 
BY NATE BEELER, THE COLUMBUS DISPATCH  -  12/23/2015 1


Disney Star Wars
BY FREDERICK DELIGNE, NICE-MATIN, FRANCE






HARRISON FORD,
BY RANDY BISH, PITTSBURGH TRIBUNE-REVIEW  -  3/6/2015







El imperio contraataca
BY ANTONIO NERI LICÓN, EL ECONOMISTA, MEXICO  -  10/30/2012


Disney buys Star Wars
BY DAVE GRANLUND, POLITICALCARTOONS.COM  -  11/1/2012


george lucas
BY PETAR PISMESTROVIC, KLEINE ZEITUNG, AUSTRIA  -  5/20/2005


Lucas makes a killing
BY PETER LEWIS, AUSTRALIA, POLITICALCARTOONS.COM  -  5/13/2005



STAR WARS    Omar Al Abdallat
ISIS forcing the world to join the dark side
09 Dec 2015



Daisy Ridley
Angineer Ang



Charlie Hebdo un numero speciale, un anno dopo la strage.

$
0
0
la copertina


EDITO N°1224
Crève, Charlie !
Vis, Charlie !
Le 7 janvier 2015, vers 11 h 35, quelque chose de particulier est arrivé. Quelque chose qu’on avait imaginé, mais jamais réellement envisagé. En 2006, quand Charlie publia les caricatures de Mahomet, personne ne pensait sérieusement qu’un jour tout ça finirait dans la violence. Il n’était pas pensable qu’au XXIe siècle, en France, une religion tue des journalistes…

Crève, Charlie !
Vis, Charlie !
Il 7 gennaio 2015, alle 11 h 35, è accaduto qualcosa di speciale. Qualcosa che avevamo immaginato, ma mai veramente considerato. Nel 2006, quando Charlie ha pubblicato le vignette su Maometto, nessuno ha seriamente pensato che un giorno tutto questo sarebbe finito nella violenza. Era impensabile che nel ventunesimo secolo, in Francia, una religione uccida dei giornalisti ...


Un anno dopo la redazione di Charlie Hebdo non è più al 10 di rue Nicolas-Appert ma in un luogo misterioso dall’altra parte della città, il “bunker” lo chiamano i giornalisti del settimanale satirico. Nell’edicola, il nuovo numero di Charlie: c’è dio in copertina, con la barba lunga e, anche lui, un kalashnikov sulle spalle. Sopra c’è scritto: «L’assassino è ancora in giro». Molte le polemiche su quest’ennesima scelta controcorrente, mentre nelle edicole le file interminabili per comprarlo non ci sono più: non come un anno fa, quando tutta la Francia divenne Charlie.

Qui sotto alcuni dei disegni del numero speciale.
Notevole quello con protagonista Casimir, le gentil dinosaure, amato personaggio creato da  Yves Brunier.








https://charliehebdo.fr/

Premio Roberto Morrione 2016 (bando quinta edizione)

$
0
0

Il Premio è promosso dall’Associazione Amici di Roberto Morrione e finanzia la realizzazione di progetti di inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale rilevanti per la vita politica, sociale o culturale dell’Italia, quali l’attività delle mafie e delle organizzazioni criminali, i traffici illegali (rifiuti tossici, armi, esseri umani, droghe, ecc.), le attività di corruzione e di intimidazione, l’attività di organizzazioni segrete o clandestine con progetti eversivi o terroristici, le violazioni dei diritti umani.
A partire dalla quinta edizione, il Premio si apre con decisione ai linguaggi polimediali e ai processi di comunicazione e di costruzione di senso caratteristici dell’era di internet. Per questa ragione, oltre ai consueti progetti di destinazione esplicitamente televisiva, ne verranno selezionati due – che definiamo “WebDoc” – ispirati ai modelli espositivi della cultura della rete.

A chi è rivolto


Il Premio è aperto a tutti coloro che non abbiano ancora compiuto 31 anni di età alle ore 24 del 20 Gennaio 2016, il momento della scadenza stabilita per l’invio del progetto al Premio. Possono partecipare anche gruppi di persone nel numero massimo di 3 componenti per ciascun progetto (in corso di produzione non possono essere aggiunti altri componenti al gruppo). Il limite di età indicato è da considerarsi per ciascun partecipante (in particolare: nessuno, nemmeno se parte di un gruppo, può superarlo). Si può partecipare singolarmente o in gruppo, ma non in più gruppi né associando la partecipazione singola a quella di gruppo.


Abusi a Colonia

$
0
0
Almeno 120 donne sono state aggredite, molestate o derubate la notte di San Silvestro da folti gruppi di giovani a Colonia, ma denunce simili sono state presentate anche ad Amburgo e Stoccarda. Le donne che sarebbero state derubate, minacciate o molestate sessualmente durante la festa in piazza da gruppi di uomini in gran parte ubriachi tra i 18 e i 35 anni.

Il capo della polizia di Colonia ha detto che i responsabili sarebbero di origine "araba o nord africana" e il capo del sindacato di polizia della regione, secondo il giornale tedesco Die Welt, avrebbe detto che tra di loro ci sarebbero rifugiati.

La vicenda ha alimentato dubbi sulla reale capacità della Germania, che nel 2015 ha accolto 1,1 milioni di rifugiati l'anno, di integrare la nuova ondata di stranieri e appelli a ridurre il numero di nuovi arrivi. Il parrtito di Merkel, i Cristiano-democratici (Cdu) hanno chiesto pene più severe contro i richiedenti asilo che commettono reati, secondo la bozza di un documento visto da Reuters prima di una riunione dei vertici di partito a Magonza.

Il documento propone che chi sia condannato al carcere o alla libertà vigilata non possa ottenere asilo.

Dal canto suo Angela Merkel ha chiesto «che la piena verità venga messa sul tavolo» senza «sconti ed edulcorazioni» perché altrimenti si avrebbe un «danno» allo stato di diritto e alla grande maggioranza dei profughi che non ha alcuna colpa.
giovedì 7 gennaio 2016
CAPODANNO A COLONIA

Sembra ormai certo che i brutti fatti della sera di San Silvestro alla stazione di Colonia siano stati generati da una banda di nordafricani da tempo "operante" a Dusseldorf.
Mi auguro che la Polizia tedesca operi velocemente per consegnare alla Giustizia tutti i responsabili delle violenze inaccettabili verso le donne e, cosa non meno grave, del danno alle costose aperture della Cancelliera a favore di una migliore politica di integrazione.
in home page di CartoonMovement

Gianfranco Uber


abuse in cologne
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  1/8/2016



"Help"
BY AREND VAN DAM, POLITICALCARTOONS.COM  -  1/8/2016




Petar Pismestrovic

Responsabilità

Da Colonia
Mauro Biani



Portos


Vento di Hila Sedighi

$
0
0
"Il vento ha portato via la tua casae tu ti preoccupi ancoradel vento tra i miei capelli."Hila Sedighi



Paolo Lombardi


Iran, nuovo arresto di intellettuali: in manette poetessa Hila Sedighi

10 GENNAIO 2016

Dubai (Emirati Arabi Uniti), 10 gen. (LaPresse/Reuters) - La poetessa iraniana Hila Sedighi è stata arrestata al suo rientro nel Paese e poi rilasciata su cauzione, dopo essere stata informata di essere stata condannata in absentia per accuse legate alle sue attività culturali. Lo ha fatto sapere un suo familiare, spiegando che la donna è stata arrestata all'aeroporto Imam Khomeini di Teheran, al ritorno dagli Emirati Arabi dove vive da tre anni con il marito. Le è stato confiscato il passaporto. Il suo caso è solo l'ultimo di una serie di arresti di artisti, giornalisti, attivisti e intellettuali, nel corso della repressione di quella che le autorità iraniane definiscono "infiltrazione" occidentale. Da ottobre sono stati decine gli artisti motivati da accuse come pubblicazione di "propaganda", mentre si avvicinano le elezioni parlamentari e del Consiglio degli esperti (che sceglie il successore della guida suprema) a febbraio.
La poetessa, che torna abitualmente in Iran, ha presentato ricorso in appello. Le autorità di Teheran non hanno commentato il caso. L'intellettuale nel 2012 ha vinto il premio Hellman/Hammett di Human Rights Watch per la libertà di espressione, la stessa onoreficenza ricevuta dal giornalista Isa Saharkhiz, arrestato a novembre. Sedighi nelle presidenziali del 2009 sostenne il candidato riformista Mirhossein Mousavi e una delle sue poesie fu usata per la sua campagna. Ora Mousavi è agli arresti domiciliari. Durante le contestazioni sulll'esito del voto, che portò alla vittoria Mahmoud Ahmadinejad, la poetessa declamò nelle strade le sue poesie. Fu interrogata diverse volte dal ministero dell'Intelligence e nel 2011 una Corte rivoluzionaria la condannò a quattro anni di carcere, con pena sospesa.
Oggi ha scritto sulla propria pagina Facebook un lungo testo in cui critica il modo in cui è stata trattata dalle autorità iraniane. Racconta di essere stata "trasferita in una gabbia come i criminali" e di aver trascorso una notte "nel centro di detenzione di Shapour, dove sono in cella pericolosi criminali". Dice di aver dovuto passare la notte in una piccola cella, vicino a otto prigionieri "che si comportavano nei modi più osceni possibile".
Fonte Reuters - Traduzione LaPresse


David Bowie

$
0
0

David Bowie
 #davidbowie #glenbatoca #art #arte #artedigital #digitalart #caricatura #caricatures #dibujo #desenho #drawing #drawingoftheday #music #música #pop #rock #rockstar #illustration #ilustracion #ilustração #instaart #instartist #artesvisuais #visualarts #draw
Glen Batoca


Omar


Bowie
Bruno Tesse


David Bowie
Marzio Mariani


David Bowie
Alireza Pakdel



Marian Avramescu



Dalcio




Sir David Bowie dies of cancer aged 69. R.i.P David.. Emoticon frown /art by: firuz©Kutal
Black Tie White Noise: https://youtu.be/pU7aU71KWr8
Firuz Kutal


David Bowie, paper.
Abel Joachim Crayon
3 novembre 2014



















© DAVID BOWIE by/por WALTER TOSCANO
Collage and marker / Collage y marcador
2016
Visit my fan page/Visite mi página: http://www.facebook.com/WalterToscanoArtista?fref=ts
See more in/Vea más en: http://wtoscano.blogspot.com/
Todos los derechos reservados.Copyrigh
Mi primera caricatura del año 2016 / My first caricature of 2016.
Siempre me pareció un tipo muy Pop, y obviamente su caricatura tenía que ser de esta manera, con colores planos, encendidos y líneas negras para remarcar sus rasgos icónicos de los 70's. R.I.P. +


Bowie( Earthling). 
Dalcio

*

Marilena Nardi ed il 2016

$
0
0
cari Amici,

sono come le disgrazie… sono tornata.
buon 2016!  in ritardo, ma di cuore

Marilena






Ben tornata Marilena!
Contraccambio gli auguri di tutto cuore


Fany

“Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi” di Mario Natangelo

$
0
0
Renzi e l'U.E. - da il fatto quotidiano 



© 2015 Mario Natangelo e Magic Press Edizioni srl.

Un disegnatore disilluso, una militante infervorata: si incontrano, si piacciono, provano a vivere il loro amore all’epoca del grande rottamatore, Matteo Renzi. Si ritroveranno alle prese con una “House of Cards” all’italiana, tra assassinii politici, tradimenti, sedute psicanalitiche, attentati terroristici e improvvisi ritorni di fiamma. Chi non si adegua a questo Nuovo Mondo viene travolto. Anche l’amore. O forse no? Una parodia sui trentenni di oggi e sull’intimismo autoreferenziale della facebook generation, in cui politica e vita quotidiana si mescolano senza soluzione di continuità dando corpo ai sogni e alle paure di chi – come tutti noi – questo cortocircuito lo vive ogni giorno sulla propria pelle. “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”, il nuovo libro di Mario Natangelo, in cui il vignettista de Il FATTO QUOTIDIANO racconta sé stesso e il suo lavoro senza risparmiare nessuno. Nemmeno chi gli paga lo stipendio. [Dal comunicato stampa dell'editore]






Sul numero in edicola di Scuola di Fumetto, Sal Tascioni racconta – come non ho mai saputo fare io – il mio libro “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”:

Boris Battaglia osserva spesso come manchi ai fumettisti “la voglia” di raccontare la storia italiana contemporanea. Difficile si tratti di una coincidenza, che manchi a tutti i fumettisti l’occasione per essere storici del nostro tempo, e forse la causa va cercata proprio nelle peculiarità del presente. Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi è un libro a fumetti, forse un graphic novel, forse una raccolta di vignette, ma soprattutto è un libro di storia contemporanea. “Mario”, professione vignettista di un quotidiano, racconta la storia d’Italia dalla caduta di Berlusconi a oggi, riordinate in uno storyboard e intercalate dalle sue vicende personali. Il punto di vista dell’autore, mascherato da impertinente superficialità, è che la storia attuale è tanto più inconoscibile quanto più i fatti sono grotteschi e mostruosi, e proprio per questo è necessaria la vignetta satirica, per ricostruire il vero volto dei protagonisti, quello lontano da botox, twitter e telecamere. Annoto inoltre che il libro fa ridere, e potevamo finirla qui.


Il premio delle Nazioni Unite "Ranan Lurie 2015"

$
0
0
The 2015 
United Nations / Ranan Lurie 
Political Cartoon Award 
WINNERS

These awards are granted for the best political cartoons reflecting the spirit and the principles of the United Nations.


First Place - $10,000 Winner


Aristides Hernandez Guerrero

Publication: Courrier International
Cuba


Second Place - $5,000 Winner


Raimundo Rucke

Publication: O Dia
Brazil


Third Place - $3,000 Winner


Mike Luckovich

Publication: The Atlanta Journal Constitution
USA




Citations for Excellence



Panos Maragos

Publication: Ethnos of Sunday
Greece



Marco De Angelis

Publication: Buduar
Italy





Nicolae Ionita

Publication: Lumea Epigramei
Romania


Tom Stiglich

Publication: Creators Syndicate
USA



Pawel Kuczynski

Publication: Nie
Poland




Luka Lagator

Publication: Pobjeda
Montenegro




Passaprawas
A-Chinoboonwat

Publication: NBS Local News
Thailand




Christo Komarnitski

Publication: Sega Daily
Bulgaria


Clay Bennett

Publication: Chattanooga Times
Free Press
USA


Steve Greenberg

Publication: Jewish Journal
USA


Nota:
Complimentissimi al nostro Marco De Angelis!!



Parma candidata capitale cultura 2017

$
0
0
Parma candidata 2017 capitale della cultura
- NON VEDO IL NOME DI MONICA MANGANELLI*
- SI VEDE CHE NON È ABBASTANZA "LA PIÙ MIGLIORE"
di Gianluca Foglia/ Fogliazza



Dossier Parma Capitale della Cultura: un ponte verso il futuro
Presentato al Workout Pasubio dal sindaco e dall'assessore alla cultura il corposo di Parma candidata come "Capitale italiana della cultura 2017". L'esito atteso per il 25 gennaio. Ferraris: "Comunque vada, il percorso non si fermerà".



E' sicuramente una sfida importante e una grande stimolante avventura quella che Parma sta vivendo per presentare la sua candidatura a "Capitale Italiana della Cultura 2017".

Se l'obiettivo sarà centrato lo sapremo il 25 gennaio prossimo, ma intanto la città è entrata nel lotto delle finaliste, e, comunque vada a finire, "il percorso non si fermerà".

Parola dell'assessore Laura Maria Ferraris, che ha presentato il progetto insieme al sindaco al Workout Pasubio, uno dei luoghi in cui si fonde l'anima innovativa e di riscoperta delle radici di Parma.

Al centro l'idea del ponte, inteso come collegamento con il mondo, ma anche come legame fra passato e futuro, un passato di 2.200 anni che si celebra proprio nel 2017.

"Questa avventura della candidatura - ha ricordato Federico Pizzarotti - è stata un'operazione lunga e faticosa, ma anche esaltante, abbiamo costruito questo "ponte" considerandolo un'occasione per ripensare la città, per porci nuovi obiettivi,

per rendere Parma consapevole di sé stessa.

Nel dossier ci sono tanti spunti per la ripartenza. Non è un libro dei sogni, bensì un progetto vico e concreto in fase di realizzazione. Intanto siamo arrivati in finale, vedremo come andrà a finire.

Tuttavia non andrà perduto il contributo di cittadini, imprese, associazioni culturali, istituzioni che si sono adoperate per arricchire il dossier.

E comunque coglieremo l'occasione per celebrare adeguatamente i 2.200 anni di Parma, qualificando anche i luoghi della sua vita culturale e rendendo la cultura, in tutte le sue espressioni, davvero accessibile a tutti".

Concetti, quelli del sindaco, pienamente condivisi dall'assessore Laura Maria Ferraris, che, intervallandosi con tanti artisti e rappresentanti di enti e associazioni enti che hanno presentato le loro proposte speciali, ha illustrato il dossier e ha

elencato le decine di manifestazioni che accompagneranno Parma al 2017: "E' stato davvero un lavoro di squadra - ha ricordato Laura Maria Ferraris - con tanti contributi progettuali e di sostegno".

Dentro le linee guida e i 4 obiettivi strategici ci stanno tanti progetti che toccano praticamente tutte le espressioni artistiche, dalla musica al teatro, dal cinema alle arti figurative.

L'assessore ha anche ricordato che nel 2017 si celebrerà il 150° anniversario della nascita di Arturo Toscanini, e anche questo verrà degnamente celebrato.

"La storia di Parma - - ha detto ancora l'assessore Ferraris - spazia dal ponte Romano al ponte a Nord, con tutto il suo carico di eventi e di contraddizioni. E la cultura è alla base delle scelte di sviluppo della città.

Il "ponte" del 2017 ci proietterà verso il futuro. Noi abbiamo già indicato la strada, e sarà una scelta vincente comunque vada. Rimaniamo fiduciosi - ha concluso - fino alla scelta della Commissione ministeriale, ma il percorso non si fermerà, e lo

sforzo collettivo e il lavoro che ci hanno portato alla soglia del traguardo non saranno resi vani".



Al Workout Pasubio la presentazione del documento a sostegno della candidatura (leggi il testo integrale nel link sotto) . Su Fb sfottò per uno svarione dell'assessore alla cultura  al secondo 40 nel video e a cui fa riferimento la vignetta di Fogliazza.
Assessore alla cultura: "Abbiamo cercato di descrivere la Parma più migliore ... ecc."

Dossier cultura, il testo


**********************

*=

La ballata dei senzatetto di Monica Manganelli vince al LOS ANGELES SHORT FILM FESTIVAL

Alan Rickman

$
0
0
Il 14 gennaio è morto Alan Rickman, uno dei più importanti attori britannici, diventato popolarissimo negli ultimi anni per avere interpretato il personaggio di Piton nei film di Harry Potter.

Alan Rickman
Jean-Marc Borot





Appitonati
MASSIMO GRAMELLINI
Alan Rickman era uno di quei formidabili attori di teatro che le scene inglesi sfornano con generosità. Ma se la sua morte ha guadagnato le prime pagine è perché gli era toccato di interpretare al cinema il personaggio forse più affascinante della narrativa contemporanea: Severus Piton. Nella saga di Harry Potter il professor Piton incarna il male nella sua accezione servile. È il reggicoda di Voldemort e rattrista in ogni modo la vita dell’eroe. Solo alla fine scopriamo che era una finta. Piton faceva il doppio gioco per proteggere l’inconsapevole Harry. E lo faceva in memoria della madre, che da giovane aveva preferito a Severus un compagno di corso più disinibito, ma che lui non aveva mai smesso di amare nemmeno dopo la sua morte.

All’inizio delle riprese la vera natura di Piton la conoscevano soltanto in due: la scrittrice J.K. Rowling e l’attore con cui si era confidata, pregandolo di non rivelare il colpo di scena a nessuno. Un libro e un film dopo l’altro, Rickman ha vissuto sulla propria pelle la condizione umana di Piton: detestato e incompreso, eppure capace di resistere in silenzio per un bene superiore. Rickman se n’è andato negli stessi giorni di Bowie, a 69 anni anche lui. Mi piace immaginarli da qualche parte in abiti da scena mentre cantano «Heroes» insieme.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

The Alan Rickman scale of character badness from @TelegraphFilm 



In December, he narrated a video showing only a tortoise eating a strawberry and conjured it into a must-see charity plea for refugees.
As the tortoise munched away, Rickman explained how viewers only need to watch the clip to prompt donations to Save the Children and Refugee Council.
"Together, you and this tortoise can make a difference," he said.
You may never hear a more convincing argument to watch a tortoise dining.
Pubblicato il 13 dic 2015
By watching this, you have donated to Save the Children and Refugee Council. YouTube gives advertising revenue to whoever uploads a video. The more views on the video, the more money we receive. We will pass all that money on to charities (LINKS BELOW). Share this video to make an impact. With thanks to Alan Rickman.

http://www.savethechildren.org.uk/
http://www.refugeecouncil.org.uk/

Director: Oliver Phillips
DP: Aimeé Kwan/ Annie Flynn
Editor: Michaela Brady

http://oneclickgiving.co.uk/


Il post di Daniel Radcliffe per ricordare Alan Rickman

I Simpson salutano Rickman e Bowie ecco l’omaggio ai due grandi artisti




L'omaggio di David Rowe su twitter


L'inno di Mameli disegni di Ugo Sajini

$
0
0
23/01 Café italien (17h Librairie « Le temps de vivre » à Aixe/Vienne)
Domani a Aixe sur Vienne si apre l'esposizione dei disegni dell'Inno d'Italia a cura della Dante Alighieri di Limoges.
Un Grazie particolare a Yvette Coulon
Ugo Sajini

L'inno di Mameli
disegni di Ugo Sajini













Nota: 


Testo dell'Inno Nazionale

 Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò
fonte www.quirinale.it 

---------------------------------------------------------------------
L'Humour di Ugo Sajini

Acqua di Colonia

$
0
0
Sexual agressions in Cologne on New Year’ eve.
Bado


Acqua di Colonia
MASSIMO GRAMELLINI
Secondo l’autorevole parere di un imam di Colonia, Sami Abu-Yusuf, la responsabilità delle violenze di Capodanno non sarebbe da attribuire ai maschietti che intimidivano e palpeggiavano, ma alle indigene che li provocavano andandosene in giro mezze nude e intrise di profumo. Rimango un ostinato fautore del dialogo, però vorrei che qualche illuminato ci spiegasse come si fa a dialogare con un troglodita che considera demoniaca la femminilità e vorrebbe estirparne ogni traccia, almeno in pubblico. Uno che, pur vivendo in Germania da decenni, non ha mai compiuto un solo passo verso la cultura che lo ha accolto, comportandosi nei fatti come un invasore arrogante e ottuso. Chiunque di noi, quando va all’estero anche solo per un giorno, si sforza di adeguarsi al contesto. A questo imam, invece, del nostro contesto non importa un fico. Ci considera una massa di degenerati e si rifiuta di prendere in considerazione la possibilità che una ragazza in Occidente si vesta come le pare e si profumi quanto le pare perché è un suo diritto farlo, senza doversi preoccupare delle reazioni ormonali che le sue scelte estetiche produrranno sui maschi irrisolti e frustrati.

La donna di Colonia potrà essere provocante, ma non è provocatoria. Si prende la libertà che il suo mondo le consente. E il suo mondo gliela consente in quanto libertà condivisa, che migliora la qualità del vivere di tutti. È una conquista recente, parziale, ancora molto fragile e proprio per questo non trattabile. Chi non è disposto ad accettarla va accompagnato alla porta con una boccetta di profumo come ricordo.



Dai  cartoons due suggerimenti per salvaguardarsi dalle violenze maschili


il primo molto occidentale

Safe shopping in Cologne    Maarten Wolterink
After the rapes and thefts on New Year's Eve 2015/2016, the mayor advised women to keep men on arm's length...
20 Jan 2016


il secondo molto orientale 

  Express yourself    Bart van Leeuwen
In response to the Cologne New Year gang assaults on women.
14 Jan 2016

L'Imu di Bertone, Verdini e Svitol Cantone: dizionario horror 2015.

$
0
0
L'Imu di Bertone, Verdini e Svitol Cantone: dizionario horror 2015.
Da Alfano a Vaticano 
Passando per banche, Charlie Hebdo e Parigi, dodici mesi di effeato attacco ai valori dell'occidente. Quelli che a noi piace sopprimere piano piano
Aspettando il 2016
Nell'anno trascorso Walter Veltroni ha fatto uscire un film sui bambini e un'autobiografia: è sicuro , il prossimo anno non potrà che andare meglio
testi di Daniela Ranieri
disegni di Marilena Nardi

sotto solo alcuni dei vocaboli

Qui a pagina 90 il Pdf per leggere il testo completo


ALA Gruppo di 10 senatori (cioè almeno due futuri sottosegretari) guidati da Verdini per partecipare alla riscittura della Costituzione.
Nel titolo I ci sarà un articolo che regolamenta il diritto dei nuovi senatori di fare il festo del pompino alle senatrici.




BANCHE Organi che tutelano i nostri risparmi finchè i nostri risparmi valgono di più dei nostri organi.




Tarcisio Bertone

Bertone,
Tarcisio. Passare alla storia della chiesa, piena di simoniaci, torturatori, sodomiti, assassini, avvelenatori, padri ignoti e incestuosi, per esssersi ristrutturati il mega-attico coi soldi destinati a un ospedale che si chiama "Bambino Gesù", ammetterete , è molto originale. L'Imu di casa Bertone, regolarmente innevasa, varrebbe quanto il Pil del Botswana, ma nelle sfere dove abita l'anima di Sua Eminenza i soldi nostri non valgono niente.


il funerale del boss Casamonica
CASAMONICA Famiglia rom romana protagonista a agosto di uno spettacolare funerale del patriarca. Hanno dimostrato non solo che è possibile sorvolare Roma e gettare petali da un elicottero, ma anche frequentare Buzzi e Alemanno e rimanere incensurati.


l’ala di Verdini, le banche,, il funerale del boss Casamonica, i terroristi a Parigi, Renzi e l’Italia, la fine del Senato

PARIGI Il 13 novembre, 8 Jihadisti uccidono 130 persone i più attentati terroristici, nel cuore della civiltà. Insorgiamo cintro l'efferato attacco ai valori democratici. A noi ci piace sopprimerli piano piano.


SENATO A ottobre, in nome del popolo italiano che non è stato interpellato, si è votato da sè la propria soppressione, voluta da un ex sindaco e da un'avvocata non eletti per farlo.



MIKS 2016 : 2th International Cartoon Exhibition - Sisak - 2016 - Croatia.

$
0
0
2th  INTERNATIONAL CARTOON EXHIBITION SISAK
MIKS 2016 „All About Rock & Roll “

The organizer of the 2th International Cartoon Exibition Sisak  „MIKS 2016 All About Rock & Roll“              is a International  Association of Cartoonists "MIKS“.
The project leader and the president of the Organizing Committee is a Mr. Nenad Ostojić.
Thanks to Republic of Croatia Ministry of Culture,  City of Sisak,  Museum of the City of Sisak, FINA.

A.PARTICIPATION
The festival is open to everyone, regardless nationality, age, sex, or profession.

B.CARTOON THEME 
„All About Rock & Rooll“  
Topics of the "MIKS 2016" is "All About Rock & Roll"! How and why was created Rock & Roll! What it means and represents! Funny stories from the life of famous rock singer and rock band! As the rock and roll he changed from the beginning to today! In fact, all of rock and roll!
Portrait cartoonists will have a task to draw, their choice of the best guitarist of Rock and Roll!

C.ENTRIES
1.Original works and digital artworks will be accepted. Digital artworks is to be numbered in pencil on the front and pencil signed.  Copies cannot be admitted.
2.Entries can be either black and white or coloured.
3.There should be the name, the surname and the address on the reverse side of the cartoons.
4.The cartoons must not have bee previously awarded on festival.
5.Maximum 5 entries will be submitted.
6.Size of entries is a A4 or A3 format (300 dpi).


D.DEADLINE
Entry deadline is the  25th of may 2016.

E.ADDRESS
2th International Cartoon Exibition Sisak  - „MIKS 2016 All About Rock &Roll“
Gradski muzej u Sisku,
Ulica kralja Tomislava 10,
44000 Sisak, HRVATSKA (Croatia)

Digital works can be sent to the e-mail address nostojic2@gmail.com

Each digital work selected for the exhibition must be sent by regular mail and signed by the author.

F.PRIZES AND AWARDS
Grand Prix – 800 EUR
First Prize – 500 EUR,
2 x Second Prize – 250 EUR,
2 x Third Prize – 150 EUR,
Nine (9) special mentions awarded MIKS 2016 „All About Rock & Roll“                                                           (MIKS Jury ,  Visitors,  Fenamisah,  Good Humor Party and  tOOn Mag)

G.EXHIBITIONS
The exhibitons will be staged in the Gallery of the City Mussem in Sisak,  27.06.2016. to 30.07.2015.

H.OTHER CONDITIONS
Only at explicit request will the remaining (original) works be returned to the owners at the end of the exhibition cycle (in the second half of the year 2017).
Authors of the works that qualfy to the exhibition are given a presentation  copy od the exhibition cataloque.
The organizer reserves the right to reproduce the works sent to the festival , Sisak 2016, as the advertising material, without being obliged to pay a fee to the author whose work may be used.
The prize-winning works become the property of the organizer.

I.CONTACT
Nenad Ostojić
Tel: +385/98-339-405
e-mail: nostojic2@gmail.com

J.THE JURY
1.Nenad Ostojić (Croatia) – (cartoonist)
2.Andrei Popov (Russia) – (cartoonist),
3.Darko Drljević (Monte Negro)– (cartoonist)
4.Damir Novak (Croatia) – (cartoonist)
5.  Zoran Petrović (Germany) – (cartioonist)
6.  Darijana Gotal Sokolović (Croatia) –( cartoonist)
7.  Oleksy Kustovsky (Ukraine) – (cartoonist)





La Capitale italiana della Cultura 2017 sarà Pistoia.

$
0
0
La Capitale italiana della Cultura 2017 sarà Pistoia. 
Lo ha comunicato il presidente della giuria Marco Cammelli al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che l’ha poi proclamata davanti ai sindaci delle città finaliste (tutti presenti alla riunione) aprendo la busta sigillata. Le città in lizza erano nove: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. La proclamazione è avvenuta alle 17 di lunedì 25 gennaio nel Salone del Consiglio Nazionale del Ministero in via del Collegio Romano, 27. «Mi pare una bella vittoria, un po’ a sorpresa - ha commentato Franceschini -. La commissione ha lavorato in modo approfondito e trasparente, non ci sono state pressioni». (la notizia)

Complimenti a Pistoia!
Aggiungo peccato per la candidatura di Parma... sigh!


Vignetta satirica. Ripeto: è una vignetta satirica.
Fogliazza
----------------------------------------------------------------------------------

Ti potrebbe interessare anche:




#giornatadellamemoria

$
0
0
La memoria è libertà


Paride Puglia


Mario Airaghi
Riverso



Perazzolli


Antonio Gallo





Vanessi


negazionista
Fontana


Unione
CeciGian

Marilena Nardi


Moise



La date du 27 janvier décrétée par l’ONU est la date à laquelle l’Humanité entière a le devoir de se regarder dans le mirroir.
http://www.un.org/fr/holocaustremembrance/2016/index.shtml
Un concours de circonstances fait que cette année la date corresponde  à la parution de Deuxième Génération en polonais édité par le Musée Mocak de Cracovie où les dessins ont été exposés en 2015.



ONU: “L’OLOCAUSTO E LA DIGNITÀ UMANA” 


Nota:

Parma: “Che non abbiano fine mai… La Memoria del popolo ebraico fra musica e racconti”, in programma presso la Sala dei Concerti della Casa della Musica sabato 30 Gennaio alle 17




Ti possono interessare anche:



Giornata della memoria 2010

Giorno della memoria 2011

27 gennaio 2012 ... Giornata della Memoria.

Giornata della memoria 2013


Giornata della memoria 2014


Giornata della memoria

Viewing all 1812 articles
Browse latest View live