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"Mi chiamavano Togliatti" di Vincino

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di Vincino
Mi chiamavano Togliatti

Autobiografia disegnata a dispense
UTET

Forse non lo sapevate, ma da piccolo Vincino odiava Togliatti. E per un motivo più che giustificato: «Siccome avevo il naso buffo e gli occhialini tondi, a scuola i compagni mi chiamavano Togliatti. “Ehi, Togliatti, prrrr!” Erano i giorni del dramma di Ungheria».

Questa è solo una delle mille, scomode rivelazioni di una vita disegnata male, anzi: peggio.

Tutto ha inizio nel 1957, quando un Vincino undicenne presta la penna al giornalino delle maestre amiche di sua madre, per una prima vignetta satirica addirittura sul Mercato Comune Europeo.

Da lì in poi, è un crescendo di azioni sconsiderate: dalle lotte politiche nella Palermo di Ciancimino alle prime rubriche per “Lotta Continua”, tra mastini napoletani e pistole; dai soggiorni in carcere («Esperienza bellissima, la consiglio a tutti») alla naja come architetto sovversivo. E poi la fondazione del famigerato “Male”, con la sua satira feroce e le finte prime pagine di “Repubblica” («Arrestato Ugo Tognazzi. È il capo delle BR»), che gli vale perfino una cena al Quirinale con Sandro Pertini.

E ancora: il furto di una Panda di proprietà della Fiat, le incursioni travestito da Craxi a un comizio dello stesso, il pornofotoromanzo con Cicciolina, i viaggi a scrocco per “Avaj”, la finta epurazione dal “Foglio”, ordita insieme a Giuliano Ferrara…

Mi chiamavano Togliatti è uno sghembo manuale di satira, un flusso d’incoscienza, un’autobiografia oscena e candida, funestata dalle facce note di Andreotti, Fanfani, Agnelli, Berlusconi, Scalfari, Occhetto, ma anche ispirata a ricordi affettuosi e privati: il padre, direttore integerrimo dei cantieri navali palermitani, la famiglia e i figli, gli amici geniali morti troppo presto, come Stefano Tamburini e Andrea Pazienza.


Vincino ha deciso di vuotare il sacco perché nella vita arriva un momento in cui certe cose non riesci più a tenerle dentro, ma soprattutto perché non voleva perdere l’occasione di farci diventare tutti, dal primo all’ultimo dei lettori, complici delle sue malefatte.
Giuliano Ferrara



1 –Prefazione di Giuliano Ferrara per il Foglio a “Mi chiamavano Togliatti” di Vincino 
Populista, infame, genio. Ecco perché Vincino è un grande, Giuliano Ferrara, Il Foglio, 10 luglio 2018

Vincino è un populista, un antisistema, pero conosce la storia, e un populista che si e informato. Uno dei suoi fantasmini o silhouette dice a un altro, per spiegarsi tante cose tra padri e  gli: «Voi avete avuto la guerra, noi il ’68. Meglio noi».

C’e nient’altro da dire. Vincino ha sempre paura, e sempre in fuga da chi lo vuole prendere a botte, strilla in questura  fino a impietosire i poliziotti che lo corcano, ne prende tante, ne da qualcuna, scherza e bi- scherza, arriva nella redazione di “Lotta Continua” e dice di levare l’argenteria dai tavoli della redazione, niente revolver, perchè e un fifone di coraggio, formato a Palermo tra i morti di mafia che non riesce a disegnare se non in pantomima, ha la faccia come il culo della satira, se ne impipa di tutto e della bella figura prima di ogni altra cosa.
Il suo completo disinteresse si rovescia nell’ironia dell’avidita, si dispera come Leporello per la sua mesata: c’e sempre il problema del compenso a Vincino, che è per di piu architetto, ma che vergogna, laureato con il minimo dei voti, e questo e un vanto, militante ma venduto, un piccolo borghese che ha strillato le sue battute, e stillato i suoi disegnini, nel “Corriere” e nel “Foglio”, da cui lo abbiamo provvidenzialmente licenziato, e anche se per burla lui si è messo paura, e se ne vanta per un quarto di secolo.

L’infamia di Vincino non ha confini, la generosita naturale non lo riscatta, la dissipazione non lo ricompone, nel suo andare dinoccolato, fumato, nel suo barbonismo principesco, nel suo sorriso diffidente e ineguale mostra di non essere una persona integra.
E questa è la sua estetica, la sua arte burlesca e malinconica, è disintegrato, tira via, non vuole si veda il minimo sforzo, si finge infernale per comporre vignette tipiche del paradiso, si batte ossessivamente per il free speech a patto che si capisca sempre bene quanto poco gliene freghi, e quando minaccia i commessi della Camera e la Nilde Jotti, tutta gente molto integra, di buttarsi di sotto se non gli fanno prendere appunti disegnati in tribuna, e chiaro il capriccio infantile, evidente la cialtroneria di cui i comunisti superintegri come il caro onorevole Pochetti, che lui chiama Pochino, lo accusano con enfasi vocale, mica in torto.

VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO FERRARA E LA GIORNATA DI LAVORO AL FOGLIO

Purtroppo per lui è un letterato di genio a cavallo di due secoli, se tira una riga c’e una storia, se tondeggia e colora ecco un romanzo, ma appena senti la storia vedi che è secca come una riga, appena sei nel romanzo ti catapulti nell’Ottocento, nel secolo dello stile.

Altri fanno satira, lui ha fatto stile. I suoi errori di italiano sono commoventi, un artefatto naturale che nemmeno Madame Bovary. La presa sul tempo, il suo punctum senza studium, e puro Roland Barthes.
La sua vignetta e l’archetipo vivente del clic. Il cialtrone sofisticato è stato al “Foglio” la nostra speranza, il nostro specchio, la nostra risorsa d’acqua e di alcol e di fumo. Fino a un certo punto.

 Agli inizi il principe Carlo faceva l’erotomane, lui ce lo mandava molto visibilmente arrapato e con l’Union Jack, il prode caporedattore Buracchio aveva dei dubbi, lui lo degradava per fax a “redattore addetto alle vignette”, a me toccava la bella figura libertaria del direttore, sior direttore, che autorizza con sovrano sprezzo del pericolo.

A forza di cialtronate Royal Watch fece di me un autocrate liberale, che vergogna. Poi Berlusconi fece un’esplorazione politica delle sue e Vincino ne disegno sedici che ruotavano allegri e affannati nell’aria a gran velocita con la dicitura «Dura la vita dell’esplorator», il suo amore passionale per il Cav. era incantevole. Questo gran ruffiano. Rendeva grottesca pure la nostra fronda.
La grandezza di Vincino non sono i giornaloni e i giornalini a cui si e legato, sopra tutto per soldi, la sua forza e stata “Il Male” e tutti quei giornali che in questo suo memoir racconta da vantone e da ballista.

Però sono stati giornali veri, nati d’insuccesso, coronati da successo, strangolati dall’anarchia e capaci di sfondare il muro del suono e delle copie, di fare tendenza, di farci scorticare dal ridere, dal sorridere, dal piangere lacrime amare, capolavori d’arte aggressivi e surreali, oltraggiosi e immodesti, che hanno fatto il culo al protocollo della democrazia liberale molto prima del vaffanculo di Gribbels.

IL MALE DI VAURO E VINCINO LE BRIGATE CONFINDUSTRIA

Vincino in quel letame disorganizzato si muoveva come un pesce nell’acqua, tiro fuori talento d’attore, imitava Craxi, si travestiva, procedeva di falso in falso in compagnia di Sandro Parenzo, di Ugo Tognazzi e di altri gentiluomini di malaffare.

E un uomo e un autore che ama l’assurdo, l’irriverenza e la sua seconda e terza pelle, dice di aver fatto la scuoletta con “Il Becco giallo”, con “L’Asino” di Podrecca, con Scalarini, dice di amare e imitare Reiser, mostra segni di camaraderie con figuri loschi e pericolosi della sua combriccola italiana, gli Sparagna, i Vauro, gli Staino, i Saviane, l’ardente Pazienza, insomma tutti i corruttori del linguaggio politico via satira la piu distruttiva, in questo libro c’e un curriculum impeccabile e totalmente falso.
Sta con questi suoi fratelli, ed e chiaro che alla radice c’e un rapporto con suo padre, formidabile  gura di manager dei cantieri navali di Palermo al centro di un sistema di potere che e stato la vera natura dell’Italia repubblicana negli anni d’oro, altro che Benito Crazzo ladro, un uomo integro  no alla durezza del simbolico che Vincino amava  no al punto di farne il ribaltone incarnato che si sa, sport che i  gli praticano dai tempi di Edipo alla stagione di Freud e di Jung.

Ma Vincino è dei nostri? No, e his own man, fa quel che cazzo gli pare, ritira qualche vignetta se la tipografia è ferma per un suo oltraggio, obbedisce se sia il caso, in prevalenza fugge, sfugge, svicola e sta al fronte in modo sfrontato, mostra il petto e ritira la mesata.

Aristocratico, svagato, estremista, cedevole, si presenta come un lumpen, come un dannato della vignetta inscritto nel suo recinto sacro, che peraltro non ha come si sa confini, Vincino disegna sprazzi, nuvolette, ovali, tableau disordinati, concatenazioni scatenate, non vignette se non occasionalmente.

D’altra parte e lui la vignetta che conta, il suo esame di stato con la pianta dell’Ucciardone spacciata al caro Franco Berlanda come un Panopticon dell’utopia, e lui il volgare truffatore che grida Viva il duce per salvarsi il culo, che si abbassa a scrivere agli esami da professionista, dopo due prove incredibilmente disegnate, per avere la Casagit.
E lui che crede troppo negli altri, nella vita miserabile e limitata in cui siamo costretti, nell’amore e nei viaggi e nella dissimulazione, per credere anche a se stesso. Genio, talento, azione, mito sono il suo tesoro disegnato e proiettato nel nulla del mondo, e guardate come lo ha sperperato.






2 – VINCINO, IL "POVERACCIO" CHE NON HA FATTO LA STORIA MA L' HA RACCONTATA
Mario Natangelo per il “Fatto Quotidiano”


IL MALE DI VAURO E VINCINO
"Io non ricordo come ricordo questo ricordo però ricordo": così inizia l' autobiografia Mi chiamavano Togliatti di Vincino, vignettista de Il Foglio e motore (im)mobile della satira italiana dagli anni 60 a oggi.

Una vita raccontata per giornali, da L' Ora di Palermo a L' avventurista di Lotta Continua, poi Il Male, Tango, Il Foglio, Corriere della Sera e ancora altri.
Una storia di riviste senza una lira e di contratti milionari, banchetti mondani e pezze al culo, risse furiose, morte e galera. Il vignettista Vincino è uno stratega impegnato in una perenne partita a scacchi contro il potere, qualsiasi esso sia, ma la cui minaccia è sempre uguale e l' autore ce la svela con un incubo avuto ai tempi in cui raccontava a disegni il Maxi-processo di Palermo: che uno di quei mafiosi gli tagliasse le mani.
vincino 15 anni dagospia
VINCINO 15 ANNI DAGOSPIA

Non che lo uccidesse, badate bene: che gli tagliasse le mani. Si è discusso molto di cosa sia la satira, specie dopo la carneficina di Charlie Hebdo del gennaio del 2015: nell' autobiografia di Vincino c'è l' essenza della satira.

"Un altro incontro con i fascisti avviene a Gela, mentre torno a casa da solo di notte. Cinque fascisti mi attorniano: 'Rosso, di': Viva il Duce!'. E io: 'Viva il Duce!'. Me la scapolo così. Lo so, non è onorevole ma mi salvo il culo": la satira 'se la scapola', quando può, sfugge a una situazione pericolosa sfilando via la testa dal cappio. Ma nel cappio la testa ce la infila volentieri, il cappio è l' essenza della satira: senza cappio, non c'è satira.
E di quanti cappi racconta Vincino, e di quante provocazioni ritirate per scapolarsela. Accetta di tacere una volta per continuare a colpire, perché la voce non si spenga mai e le mani non siano tagliate.

Dal primo giornalino scolastico sul quale ha iniziato a pubblicare vignette (all' età di undici anni) fino a oggi. Da Gianni Riotta a Enzo Biagi passando per Eugenio Scalfari, Lucia Annunziata, Claudio Sabelli Fioretti e altri ancora, Vincino dipinge un ritratto spietato non solo della classe politica, ma anche del mondo giornalistico.

VINCINO CON VALENTINA E MICHELE AINIS

Ma sia chiaro: Vincino non è un eroe, Vincino si presenta come un poveraccio che non ha fatto la storia ma l' ha raccontata, combattuta e spesso subita. Vincino è pragmatico, senza soldi non si campa: "Non ho mai rifiutato soldi", scrive, e quando lo criticano per avere accettato un premio 'borghese' come il Premiolino (uno dei più importanti premi giornalistici italiani) e i relativi 3 milioni di lire, lui risponde con una vignetta che recita: "Lettore, se ritieni che debba rifiutare il premio, invia Tre Milioni specificando: per Vincino acciocché rifiuti il Premiolino". Vincino è un poveraccio, ma è uno che si è divertito da matti. Vincino è uno che non ha avuto pietà per nessuno e mai per se stesso. Vincino è uno che i limiti della satira "li infrangiamo tutti con convinzione e pervicacia".
Vincino ha fatto lavori per il Pci facendosi pagare dalla Lega delle cooperative (Tangentopoli, do you remember?), Vincino ha scoperto chi c' era dietro il Golpe Tejero in Spagna, Vincino ha minacciato di buttarsi di sotto - alla Camera, dinanzi a un' inferocita Nilde Iotti - perché volevano impedirgli di disegnare dal vivo. Vincino è uno che scrive "un' autobiografia disegnata a dispense - Tomo I° (abbiate fede)" sapendo benissimo che il Tomo II non ci sarà ma noi avremo fede.
Eccolo, Vincino.
Ecco la satira.


VINCINO è il VINCITORE DEL 46° PREMIO SATIRA POLITICA FORTE DEI MARMI 2018
per  questo libro edito da Utet.
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Descrizione

Nel 1957 Vincenzo Gallo pubblica il suo primo disegno su un giornalino scolastico di Palermo (per intercessione delle amiche della madre): ritrae la nascita del Mercato comune europeo, con le caricature di De Gaulle, Eisenhower e i vari presidenti. E così Vincino, a soli 11 anni, pubblica la sua prima vignetta. È una autobiografia esilarante, in parte scritta in parte - ovviamente - disegnata: dall'infanzia nel dopoguerra alle prime lotte politiche nella Palermo di Ciancimino, dal ricordo affettuoso del padre direttore dei cantieri navali (un gentiluomo in un mondo già corrotto dai partiti) alle prime rubriche satiriche per il giornale di Lotta Continua. Vincino attraversa col candore che lo contraddistingue l'esplosione politica del '68 e quella creativa del '77, ci racconta di Adriano Sofri e di Andrea Pazienza, ci fa assistere alla nascita del mitico "Male", con la sua satira spietata e le finte prime pagine di "Repubblica" («Arrestato Ugo Tognazzi. È il capo delle BR»), che gli valse persino una cena privata con un insospettabile fan: Sandro Pertini. E poi "Cuore", "Il clandestino" con Vauro, fino alla finta epurazione dal "Foglio" nel 2002, ordita insieme al direttore Giuliano Ferrara come ultimo grande scherzo, in tempi ancora lontani dal terrore delle fake news.

Vincino e il flusso d’incoscienza, Rivista Studio, 12 luglio 2018


"S-CooMix 2018" concorso internazionale di umorismo e satira

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REGOLAMENTO "S-CooMix 2018”

1 - TEMA Il comune di San Giuliano Milanese in collaborazione con S-Cool promuove il concorso internazionale S-CooMix! per vignette umoristiche e satiriche di costume sul tema “Scuola”

2 - PARTECIPAZIONE Il concorso è aperto a tutti i disegnatori del mondo e sarà diviso in due categorie, vignettisti OVER 18 (maggiorenni) e UNDER 18 (minorenni).



3 - TECNICHE Si possono inviare fino a tre opere inedite, realizzate con qualsiasi tecnica, a colori o in bianco e nero, che non siano già state premiate in altri concorsi, nel formato massimo A4 (21x29,7 cm).

4 - TERMINI E SCADENZE I lavori dovranno pervenire entro e non oltre le ore 24.00: del 30 Settembre 2018 (categoria OVER 18) del 10 Ottobre 2018 (categoria UNDER 18) - all’indirizzo scoomix2018@gmail.com in formato .jpg, .tiff o .pdf ad una risoluzione di 300 dpi, insieme al modulo di partecipazione (differente per maggiorenni e minorenni, in quest’ultimo caso sarà un genitore a farci pervenire il modulo). NB: i singoli file non dovranno superare il peso di 5 MB. Per più opere procedere con invii singoli - in originale con consegna manuale o a mezzo POSTA al punto vendita S-COOL (Via Colombo, 1 – 20098 – San Giuliano Milanese – MI – Italy) insieme al modulo di adesione debitamente compilato.

5 – GIURIA Presidente della Giorgio Giunta , disegnatore satirico Marco Fusi disegnatore satirico Nadia Maria Pizio e S-cool Team Amministrazione Comunale

6 – PREMI 
1° Premio OVER 18 (18+ anni), targa di riconoscimento offerta da S-cool Inoltre, all’Artista vincitore del 1° Premio categoria Maggiorenni verrà data la possibilità di esporre altre Sue Opere, insieme a quella vincitrice del Concorso “S-CooMix 2018”, in una galleria personale adiacente la sala esposizioni che ospiterà tutte le altre opere partecipanti al Concorso
1° Premio UNDER 18 (0/17 anni), targa di riconoscimento offerta da S-cool
1° Premio SCUOLA presentato dalle Scuole del territorio, verranno premiati l’Alunno candidato e vincitore e l’insegnante accompagnatore. Il premio scuola consisterà in: - Buono Acquisto del valore di 50€ per materiale scolastico spendibile presso S-COOL a favore della Scuola di appartenenza - Targa di riconoscimento all’Allievo vincitore
1° Premio “VOTO del Pubblico”: per l’opera più votata dal pubblico, offerto dall’Amministrazione Comunale del Comune di San Giuliano Milanese.
La Giuria si riserva di segnalare ulteriori opere, che non riceveranno premi in denaro o di altra natura e di escludere dal bando di gara eventuali opere ritenute non idonee al tema proposto o non eticamente corrette.
Durante le esposizioni dei lavori ci sarà la possibilità da parte dei visitatori di indicare il loro lavoro preferito per concorrere all’assegnazione del “1° Premio votato dal Pubblico” per entrambe le categorie (OVER 18 e UNDER 18)
Gli autori, partecipando al concorso, cedono il diritto non esclusivo di pubblicazione delle opere su qualsiasi supporto per i fini promozionali senza avere nulla a pretendere come diritto d'autore.
Ai partecipanti verrà distribuito on-line o in versione cartacea il “CATALOGO S-CooMIX” con la raccolta di tutte le opere partecipanti della categoria OVER 18.

7 - MOSTRA L’inaugurazione della mostra avrà luogo in occasione della Festa del Patrono in Piazza della Vittoria il giorno 7 Ottobre 2018. Nei giorni successivi sarà possibile consegnare (per la sola categoria Under) nuove partecipazioni e votare l’opera preferita (tutte Under e Over) c/o la Sala Corsi dell’area Commerciale S-COOL (sita in Via Colombo 1 – 20098 – San Giuliano Milanese – MI – Italy) con ingresso libero aperto al pubblico nei giorni da lunedì a Sabato dalle 7.30 alle 19.30 orario continuato.
Dal 20 al 28 Ottobre compreso, le opere saranno esposte presso la Sala Esposizioni del Comune in Piazza della Vittoria.

PREMIAZIONE Nella stessa area preposta all’esposizione, il giorno 28 Ottobre si terrà la premiazione finale con la ambita presenza di tutti i partecipanti.
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SCHEDA di PARTECIPAZIONE
(potete compilare questa oppure allegarla nella email con la quale spedirete la Vostra opera, ci farebbe piacere anche una vostra foto/caricatura e un breve curriculum come vignettista ma se non c’avete voglia, no problem, però almeno l’indirizzo e il telefono scrivetecelo, sennò, poi nel caso che vincete a chi lo consegnamo il premio?)
Nome:……………………………… ………………………………………………………
Cognome: …………………………………………………………………………………
Nato a:………………………… ……………………………… …………………………
il: :……………………………… ……………………………………..........................
indirizzo:…………… ……………………………… ………………………………………
Città…………………………………… …………………………………….........………
CAP:…… ………………………… …………………………………………………
Provincia:………………………………… ………………………………………………..
Telefono:……………………………………… ………………………………………………
E-mail……………:……………………………… ………………………………………………….
Sito Internet (se esiste) :…………………………….
Autorizzazione del genitore o di chi ne fa le veci nel caso di minorenne:………………….

"S-CooMix 2018" REGULATION

1 - THEME The municipality of San Giuliano Milanese in collaboration with S-Cool promotes the international S-CooMix competition! for humorous and satirical cartoons on the theme "School"

2 - PARTICIPATION The competition is open to all designers in the world and will be divided into two categories, OVER 18 cartoonists (adults) and UNDER 18 (minors).

3 - TECHNIQUES You can send up to three unpublished works, made with any technique, in color or in black and white, that have not already been awarded in other competitions, in maximum A4 format (21x29.7 cm).

4 - TERMS AND DEADLINES The works must be received no later than midnight: 30 September 2018 (OVER 18 category) of 10 October 2018 (UNDER 18 category) - at the address scoomix2018@gmail.com in .jpg format. tiff or .pdf at a resolution of 300 dpi, together with the participation form (different for adults and minors, in this last case it will be a parent to send us the form). NB: the individual files must not exceed the weight of 5 MB. For more works proceed with individual items - in original with manual delivery or by POSTER to the S-COOL store (Via Colombo, 1 - 20098 - San Giuliano Milanese - MI - Italy) together with the application form duly completed.

5 - JURY President of Giorgio Giunta, satirical designer Marco Fusi satirical designer Nadia Maria Pizio and S-cool Municipal Administration Team

6 - AWARDS 
1st OVER 18 Award (18+ years), recognition plate offered by S-cool In addition, the winner of the 1st prize in the category of the majority will be given the opportunity to exhibit other works, together with the winner of the "S- CooMix 2018 ", in a personal gallery adjacent to the exhibition hall that will host all the other works taking part in the Competition
1st UNDER 18 Award (0/17 years), recognition plate offered by S-cool
1st SCHOOL Prize presented by the local schools, the candidate and winner pupil and the accompanying teacher will be awarded. The school prize will consist of: - Voucher Purchase of the value of € 50 for school materials that can be spent at S-COOL in favor of the school to which the student belongs - Recognition plaque for the winning student 1st Prize "VOTE of the Public": for the work most voted by the public, offered by the Municipal Administration of the Municipality of San Giuliano Milanese. The Jury reserves the right to report further works, which will not receive prizes in cash or otherwise and to exclude from the competition notice any works deemed unsuitable for the proposed theme or not ethically correct. During the exhibitions of the work there will be the possibility for visitors to indicate their favorite work to compete for the assignment of the "1st prize voted by the public" for both categories (OVER 18 and UNDER 18) The authors, participating in the competition, give the non-exclusive right to publish the works on any support for promotional purposes without having anything to claim as copyright. The "S-CooMIX CATALOG" will be distributed to the participants on-line or on paper, with the collection of all the works in the OVER 18 category.

7 - EXHIBITION The inauguration of the exhibition will take place on the occasion of the Feast of the Patron in Piazza della Vittoria on October 7, 2018. In the following days it will be possible to deliver (for the Under category only) new participations and vote for the favorite work (all Under and Over) c / o the Training Room of the S-COOL Commercial Area (located in Via Colombo 1 - 20098 - San Giuliano Milanese - MI - Italy) with free admission open to the public on Monday to Saturday from 7.30 am to 7.30 pm continued. From October 20 to 28 inclusive, the works will be exhibited at the Exhibition Hall of the City Hall in Piazza della Vittoria. AWARDING In the same area in charge of the exhibition, the final award ceremony will be held on 28 October with the coveted presence of all the participants.
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PARTICIPATION CARD

You can fill in this or attach it in the email with which you will send your work, we would also like a photo / caricature and a short resume with the cartoonist but if you do not want, no problem, but at least the address and the phone write to us, otherwise, then in case you win the prize?
Name:……………………………… ………………………………………………………
Surname: …………………………………………………………………………………
Born in:………………………… ……………………………… …………………………
when: :……………………………… ……………………………………..........................
Address:…………… ……………………………… ………………………………………
City…………………………………… …………………………………….........………
Postal Code:…… ………………………… …………………………………………………
Region/State:………………………………… ………………………………………………..
Phone:……………………………………… ………………………………………………
E-mail……………:……………………………… ………………………………………………….
Web site (if exist) :…………………………….
Authorization of the parent or guardian in the case of a minor
:………………………………………………………………………….

Finalisti della prima edizione del Concorso LIBEX-2018

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© Ramses
COMUNICATO STAMPA

Satira politica in mostra a Conversano
55 le vignette selezionate
nel concorso LIBEX-2018 del Centro Librexpression

Sono 55 le vignette selezionate per la finale della prima edizione delconcorso LIBEX-2018 indetto - il 15 maggio scorso - dal Centro Euro-mediterraneo LIBREXPRESSION della Fondazione “Di Vagno” di Conversano. Un concorso internazionale di vignette satiriche, per la promozione della libertà di espressione e della satira politica, che ha visto una giuria composta da vignettisti di fama internazionale, quali Fabio Magnasciutti e Marco De Angelis, e da tre giornalisti, capo redattori, che utilizzano le vignette satiriche sui loro media: Gian Paolo Accardo (Voxeurop.eu), Cristiana Castellotti (RAI-Radio 3) e Piero Ricci (La Repubblica, Presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia).
A presiedere la giuria Thierry Vissol, direttore di LIBREXPRESSION - Fondazione “Di Vagno”.

Una prima edizione di grande successo: 260 candidati da 55 Paesi, per 635 vignette realizzate sul tema scelto per la 14esima edizione del festival Lectorinfabula e cioè “Immaginazione e Potere nell’era digitale”. La selezione non è stata facile. I lavori vantano tutti un livello molto alto ed una sensibilità molto vicina alle sfide della modernità: dallo smartphone all’Intelligenza Artificiale, ai Robot.


Le 55 vignette faranno parte della mostra allestita, nell’ambito del Festival, nel chiostro del Monastero di San Benedetto a Conversano. Le 10 migliori tra queste 55, saranno votate nei prossimi giorni e riprodotte sotto forma di cartoline postale. I tre vincitori verranno premiati durante Lectorinfabula, domenica 16 settembre. Tutti i selezionati riceveranno una copia del catalogo della mostra.


Maggiori informazioni sono reperibili sul sito e sui canali social del Centro Librexpression: www.libex.eu


Di seguito l’elenco dei 55 vignettisti provenienti da ogni parte del mondo, raggruppati secondo il Paese di provenienza:

Algeria Nour El Yakine FERHAOUI
Azerbaijan Seyran CAFERLI
Belgio  Luc VERNIMMEN
Brasile Paulo Sergio JINDLET e Silvano MELLO
Burkina Faso Damien GLEZ
Cina LI JINGSHAN, ZHU SHAOWEI, JIN XIAO XING e DUOYI YANG
Colombia Orlando CUELLAR e Elena OSPINA
Croazia Nikola LISTES
Cuba Yoemnis BATISTA del TORO
Egitto Mustafa OMAR SEDEK
Francia/Iran HEIDARI Shahrock
Francia Pascal KIRCHMAIR
India Kallol MAJUMDER
Indonesia Jitet KUSTANA
Iran Efat AMJADIPOOR, Esmaeil BABAEI, Yalda HASHEMINEZHAD e Javad TAKJOO
Italia Mauro BIANI, Guido CLERICETTI, Lido CONTEMORI, Gabriele CORVI (Lele), Emanuele DEL ROSSO, Giuseppe INCIARDI, Gianlorenzo INGRAMI, Walter LEONI, Andrea PECCHIA, Umberto ROMANIELLO e Lamberto TOMASSINI (TOMAS)
Libano/Francia Patrick PINTER
Macedonia Jordan POP ILIEV
Norvegia Fadi TOON (Fadi Abou Hassan)
Romania CRISAN & PETRY e George LICURICI
Russia WladimirSEMERENKO e Aleksandr ZUDIN
Serbia Milenko KOSANOVIC
Spagna Josef PRCHAL
Stati Uniti d’America Mary ZINS
Svizzera Vincent CHEVALLEY e Vincent DI SILVESTRO
Thailandia Passaprawas A-CHINOBOONWAT
Tunisia Nadia KHIARI (Willis from Tunis)
TurchiaÖmer ÇAM e Oguz GUREL
Ucraina Konstantin KAZANCHEV, Vladimir KAZANEVSKY e Oleksiy KUSTOVSKY
Uruguay Leslie RICCIARDI
Uzbekistan Shavkat MUZAFFAR (TUPAROV)


Lectorinfabula
Fondazione G. di Vagno         T. +39 0804959372
Via San Benedetto, 18           M. +39 3661924625
70014 Conversano (BA)        info@lectorinfabula.eu

Grecia in fiamme

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Καλημέρα(όσο γίνεται...)
από την ΕφΣυν του Σαββατοκύριακου 28,29-07-2018
Buongiorno (per quanto possibile...)
Da ephsyn di fine settimana 28,29-07-2018
di Michael Kountouris


Ad una settimana di distanza i roghi sono stati spenti ma c'è tanto tanto da fare.
Una preghiera per gli amici greci.


Greece is burning...!    Ramses Morales Izquierdo
Greece is burning...!
24 Jul 2018


Fires in Greece    Anthony Garner (Ant)
-
24 Jul 2018



"Greece on Fire"
Devastating wildfires have been targeting Greece´s capital Athens and its surrounding cities, leaving at least 74 people dead and forcing hundreds of residents and tourists to flee for their lives.
#greeceonfire #Greece #Grecia #HelpGreece #EU #Athens #PrayForGreece
rodr
Antonio Rodriguez Garcia


Difficult, sad times :'( My heartfelt condolences... #GreeceInFire #Hellas #firuzKutal #tragedy #fire #sad #sky
Firuz Kutal



Guy Badeaux (Bado)
@guybadeaux  25 lug
Dessin de mercredi: tuerie à #Toronto et incendies meurtriers en Grèce.
Disegno di mercoledì: omicidi #Toronto e incendi mortali in Grecia.


A Bad Moon Rising    Enrico Bertuccioli
Greece on fire...
25 Jul 2018


Greece wildfires    Tasos Anastasiou
25 Jul 2018



Ci sono momenti in cui una risata può darti forza e positività, momenti in cui una battuta può salvarti.
Questo non è uno di quei momenti.
Arkàs.
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Devastanti incendi hanno messo in ginocchio lunedì scorso la Gracia, portando ad un catastrofico numero di vittime. Accertate finora 91 ma mancano ancora molte persone all'appello.
Il premier greco, Alexis Tsipras, in visita in Bosnia, è tornato immediatamente ad Atene ed ha richiesto aiuto a Bruxelles per la catastrofica situazione.
 Il Primo Ministro ha insinuato anche la dolosità degli incendi.
Il ministero delle Infrastrutture annuncia che sono state coinvolte 1.218 case - il 49% di quelle danneggiate - risultano inabitabili e irrimediabilmente distrutte.

Bedonia: Mostra delle Caricature dei World Humor Awards dal 31 luglio - 19 agosto

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Ha scritto Giovannino Guareschi: 

«Il paese di Mondo Piccolo è un puntino nero che si muove, assieme ai suoi Pepponi e ai suoi Smilzi, in su e in giù lungo il fiume per quella fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino: ma il clima è questo. Il paesaggio è questo: e, in un paese come questo, basta fermarsi sulla strada a guardare una casa colonica affogata in mezzo al granturco e alla canapa, e subito nasce una storia.»

I World Humor Awards sono una di queste storie e il puntino nero che si muove arriva anche al Seminario di Bedonia in Val Taro in quella che è un’oasi di pace per rigenerarsi nel corpo e nello spirito. Spiritualità, cultura, natura e sport.


Locandina dell'evento "Mostra internazionale caricatura" dai World Humor Awards organizzati dall'Associazione Culturale Lepidus.it

Fino al 19 agosto 2018, una selezione dei disegni umoristici dei disegnatori che hanno partecipato alla sezione "Caricature" dei World Humor Awards viene esposta al Seminario di Bedonia in Val Taro (PR) ... ecco alcuni momenti dell'allestimento della mostra che verrà inaugurata il 31 luglio - con la partecipazione di Angiolo Tavanti della presidenza di FITeL Emilia-Romagna - e rimarrà esposta fino al 19 agosto 2018.






Seminario di Bedonia
Via Don S. Raffi, 30
Tel +39 0525.824420
e-mail: info@seminariobedonia.it
web site: http://www.seminariobedonia.it
orari di apertura: Lun-Sab: 09 - 12.30 a.m. 15 – 19 p.m. Dom. 09 - 12.30 am
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Approfondisci a questo link: http://www.crtfiteldelducato.it/1/le_caricature_dei_world_h…
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#GiovanninoGuareschi; #WorldHumorAwards; #SeminarioVescovileBedonia; #CRTFITeLdelDucato; #FITeLEmilia-Romagna; #FITeL; #Lepidus


Mostra delle Caricature dei World Humor Awards
L'esposizione dei disegni umoristici, che hanno partecipato alla sezione "Caricature dei World Humor Awards", sarà inaugurata il 31 luglio - con la partecipazione di Angiolo Tavanti della presidenza di FITeL Emilia-Romagna - la mostra resterà aperta al pubblico fino al 19 agosto 2018 nel Seminario di Bedonia in Val Taro (PR). I World Humor Awards arrivano con questa iniziativa al Seminario di Bedonia in Val Taro in quella che è un’oasi di pace per rigenerarsi nel corpo e nello spirito. Spiritualità, cultura, natura e sport.




Bologna, 2 agosto 2018, 38 anni dopo.

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Noi non dimentichiamo:



2 agosto 1980
Sono trentotto anni che è fermo e sono trentotto anni che chi lo ha fermato cerca di farlo andare avanti.
Uber


Apicella




voglio la verità
Magnasciutti


Bologna
Cecigian


2 agosto 1980
Paride Puglia


Perchè Bologna era il mondo. E il mondo somiglia a Bologna, guarda
In cucina, nella televisione piccola in bn, le immagini da Bologna, le stesse identiche sensazioni di sgomento incredulo di oggi. Prima ancora della disumanità, l’irrazionalità carogna. Perché? Poi i perché arrivano. Rimane l’assurdo, a 13 come a 50 anni.
Oggi, per il manifesto. Qui tutte le mie memorie su Bologna 1980.
Mauro Biani


2 agosto 2018 - Strage di Bologna, 38 anni fa la bomba che squarciò la stazione.
© Milko Dalla Battista



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Strage Bologna: 2 agosto 1980, un sabato di sangue e orrore

85 morti e 200 feriti, dall'ipotesi scoppio caldaia alla bomba

Un afoso sabato di esodo, con le foto e le immagini delle code in autostrada pronte, come da 'copione' del periodo, per diventare l'argomento del giorno di quotidiani e tg. Alle 10.25 del 2 agosto 1980, invece, un'esplosione alla stazione centrale di Bologna spezza nel sangue la tranquilla routine del rito delle vacanze: 85 morti e 200 feriti il bilancio finale della strage più sanguinaria nella storia italiana.
Il boato squarcia l'ala sinistra dell'edificio su piazza Medaglie d'Oro: la sala d'aspetto di seconda classe, il ristorante, gli uffici del primo piano vengono disintegrati.
Anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario e in ritardo di un'ora sulla tabella di marcia, è colpito dalla valanga di macerie e detriti che in pochi istanti schiacciano e soffocano inermi viaggiatori di ogni età e provenienza. Nel ristorante-bar-self service perdono la vita sei lavoratrici, tra le vittime anche due tassisti in attesa di clienti. Ovunque lacrime, urla straziate, polvere che entra in gola e soffoca il piano disperato di passeggeri sotto choc che cercano di individuare amici e parenti. La vittima più piccola è Angela Fresu, appena 3 anni, e poi Luca Mauri, di 6, Sonia Burri, di 7, fino a Maria Idria Avati, ottantenne, e ad Antonio Montanari, 86 anni.
In pochi minuti arrivano decine di mezzi dei vigili del fuoco, polizia, carabinieri, vigili urbani, ambulanze, l'Esercito. Saltano le linee telefoniche e i primi cronisti giunti sul posto, per poter raccontare l'inferno di quei momenti, 'espropriano' la cabina dei controllori degli autobus sul piazzale, dove il telefono invece funziona. Cellulari e internet non esistono ancora. Anche il contributo degli autisti si fa determinante, quando di lì a poco un bus giallo e rosso della linea 37, la vettura 4030, nell'emergenza si trasforma in un improvvisato carro funebre per trasportare le salme alla Medicina legale, nella vicina via Irnerio. Alla guida si mette l'imolese Agide Melloni, autista trentunenne: "Mi chiesero di portare via i cadaveri con il bus. Dal mattino alle tre di notte, con i lenzuoli bianchi appesi ai finestrini. In ogni viaggio c'era con me qualche soccorritore, per sostenermi". Le ambulanze servono invece per i vivi, distribuiti in tutti gli ospedali, dove rientrano in servizio medici e infermieri.
Le prime ipotesi investigative prendono in considerazione lo scoppio di una caldaia, ma nel punto dell'esplosione non ce ne sono. Lo si capisce presto, mentre i lavori di scavo procedono a rilento perché si continuano a cercare persone vive tra le macerie. In poco tempo, accantonata l'improbabile fuga di gas, la causa della strage si fa drammaticamente chiara: una bomba ad alto potenziale. In stazione arriva, commosso e angosciato, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, mentre tutt'intorno una catena umana continua a spostare detriti e il silenzio irreale del centro città è squarciato dalle sirene.
La sera piazza Maggiore si riempie: Bologna, attonita e sgomenta, non chiede vendetta ma giustizia, mentre il ricordo torna a un'altra strage, quella dell'Italicus, la notte del 4 agosto di sei anni prima a San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino, con 12 morti e 44 feriti. "La stessa città, lo stesso nodo ferroviario, gli stessi giorni delle vacanze, forse lo stesso proposito - commenterà il giorno dei funerali il sindaco Renato Zangheri - di recitare il crimine anche sul corpo di viaggiatori stranieri, e quindi di dimostrare ad altri popoli e governi la debolezza della nostra democrazia". Intanto in quelle stesse ore, all'obitorio, un maresciallo continua a tentare di dare un nome alle vittime: un'identità più volte affidata a brandelli di indumenti, un anello, i resti di una catenina o un documento. Trentotto anni dopo i familiari delle vittime e Bologna chiedono ancora di conoscere tutta la verità sulla strage e sui suoi mandanti.
Antonio Giovannini

Ahed Tamimi libera

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Ahed Tamimi libera
Gio / Mariagrazia Quaranta


Free Tamimi    Luc Descheemaeker
TAMIMI FREE
29 Jul 2018


Ahed Tamini
Lo Stato di Israele ha scarcerato anticipatamente Ahed Tamimi condannata a otto mesi di carcere per aver schiaffeggiato un soldato durante una manifestazione palestinese nel villaggio cisgiordano di Nebi Saleh.
La condanna non ha fatto altro che far diventare la ragazza un simbolo della resistenza palestinese contro l'occupazione dei territori da parte israeliana.
Gianfranco Uber


<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Palestinian teen <a href="https://twitter.com/hashtag/AhedTamimi?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#AhedTamimi</a> to be released from Israeli prison, after 8 months in jail.<br>Many more Palestinian children remain in jail, trialled in military courts in a language they don’t speak.<br><br>Love! | Ahed Tamimi<br>by <a href="https://twitter.com/channeldraw?ref_src=twsrc%5Etfw">@channeldraw</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/GraphicJournalism?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#GraphicJournalism</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Gaza?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Gaza</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Palestine?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Palestine</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Israel?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Israel</a> <a href="https://t.co/30PteKoCMn">pic.twitter.com/30PteKoCMn</a></p>&mdash; aHuman rEvolution (@aHumanEvolution) <a href="https://twitter.com/aHumanEvolution/status/1023252813135208448?ref_src=twsrc%5Etfw">28 luglio 2018</a></blockquote>
<script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>






Qui sotto alcuni dei tanti cartoon realizzati per la liberazione diAhed Tamini.



Free Ahed Tamimi    Paolo Lombardi
.
30 Dec 2017


Ahed Tamimi    Emad Hajjaj
Ahed Tamimi , Wonder Girl of Palestine !
24 Dec 2017



"Free Ahed Tamimi"   Antonio Rodríguez
...
12 Mar 2018


AHED EL-TAMIMI....    Hassan Bleibel
JAIL
15 Jan 2018

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fonte Amnesty International

Ahed Tamimi, l’attivista palestinese di 17 anni condannata a otto mesi per aver spintonato e preso a schiaffi e calci due soldati israeliani dotati di armi pesanti ed equipaggiamento protettivo, è stata rilasciata il 29 luglio con 21 giorni di anticipo sulla fine della pena.

“È un momento di profondo sollievo per Ahed e per i suoi cari, ma questa gioia è mitigata dall’ingiustizia della sua detenzione e dal fatto che tanti minorenni palestinesi si trovano nelle carceri israeliane, in molti casi per reati non riconoscibili come tali”, ha dichiarato Saleh Higazi, dell’ufficio di Amnesty International di Gerusalemme.

“Il rilascio di Ahed Tamimi non deve far dimenticare le politiche discriminatorie usate dall’esercito israeliano per imprigionare i minorenni palestinesi. L’ingiusta condanna di Ahed è un esempio di come Israele ricorra all’arbitrio dei tribunali militari per punire coloro che sfidano l’occupazione e l’espansione degli insediamenti illegali, senza riguardo per la loro età”, ha aggiunto Higazi.

“Ahed Tamimi è stata condannata per il ridicolo motivo di aver posto una minaccia nei confronti di due soldati ben protetti e armati. La realtà è che, con la sua condanna, le autorità israeliane hanno voluto mandare un messaggio per intimidire tutti coloro che osano sfidare la repressione delle forze di occupazione”, ha commentato Higazi.

Arrestata il 19 dicembre 2017 nel suo villaggio natale di Nabi Saleh dopo aver spinto, schiaffeggiato e preso a calci due soldati israeliani, era stata giudicata colpevole di incitamento, assalto aggravato e impedimento a ciascuno dei due soldati di portare avanti il suo lavoro. Quattro giorni prima il filmato dell’accaduto era stato postato su Facebook dalla madre, Nariman Tamimi, a sua volta rilasciata oggi.

Il padre di Ahed, Bassam Tamini, ha dichiarato ad Amnesty International di essere felice per il ritorno a casa della figlia e della moglie ma di essere ancora preoccupato per suo figlio Wa’ed, di 22 anni, arrestato nel maggio 2018 e da allora detenuto nel carcere militare di Ofer con accuse collegate al suo attivismo contro l’occupazione.

“Centinaia di minorenni palestinesi si trovano, in condizioni assai dure, all’interno di un sistema penitenziario che non rispetta i principi della giustizia minorile e gli standard sul trattamento dei prigionieri”, ha sottolineato Higazi.

Secondo le organizzazioni locali per i diritti umani, nelle prigioni e nei centri di detenzione israeliani si trovano circa 350 minorenni palestinesi.

Ogni anno i tribunali militari processano centinaia di minorenni palestinesi, spesso arrestati nel corso di raid notturni nella Cisgiordania occupata. Dopo l’arresto, vengono sistematicamente sottoposti a maltrattamenti tra cui l’obbligo di stare con gli occhi bendati, le minacce, gli estenuanti interrogatori in assenza di avvocati o familiari, l’isolamento e in alcuni casi la violenza fisica.

In molti casi gli arresti e i processi hanno a che fare con attività pacifiche, come l’espressione di opinioni politiche o l’organizzazione e la partecipazione a proteste non autorizzate dal comandante militare israeliano di zona.

Anche l'artista napoletano JoritAgoch, che era stato arrestato dall'esercito a #Betlemme dopo aver realizzato un murales della giovane attivista palestinese #AhedTamimi, è stato liberato.

42° Campionato Italiano della Bugia : i vincitori

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Lucio Trojano: Bugiardino d’oro sezione italiana


Da www.labugia.it

 42° Campionato Italiano della Bugia : i vincitori

SEZIONE GRAFICA: VINCONO UN CURDO E UN CHIETINO

In Italia vince Lucio Trojano. Nei cinque continenti prevale il 28enne Heibat Ahmadi. I disegni vincitori scelti tra oltre mille vignette. L’alta qualità delle proposte produce una lunga la lista di segnalati. Secondi un russo e un romano. Un vicentino e un turco si piazzano al terzo posto.

Le Piastre (Pistoia) 4 agosto 2018 –  In Italia trionfa, sui 65 partecipanti, il lancianese (Chieti) Lucio Trojano. Il ventottenne curdo Heibat Ahmadi sbaraglia la concorrenza internazionale e quella rappresentata dai 53 (il gruppo nazionale più numeroso) partecipanti iraniani.

Sono loro due, ad insindacabile giudizio della giuria presieduta dal disegnatore Sergio Cavallerin, i vignettisti più bugiardi d’Italia e del mondo, i vincitori della quarantaduesima edizione del Campionato italiano e mondiale della Bugia, organizzato dall’Accademia della Bugia de Le Piastre.

Trojano ha interpretato il tema dei cambiamenti climatici disegnando un plumbeo cielo temporalesco alzato con una leva fino a scoprire l’azzurro retrostante. Dedicata alla siccità l’interpretazione di Ahmadi, che ha disegnato una squadra di pompieri intenta a salvare l’unica goccia d’acqua che cade dalle scarse nubi.

Le due vignette hanno prevalso tra le oltre mille arrivate dall’Italia e da tutto il mondo. Anche i bambini di una scuola cinese e una di Belgrado hanno partecipato al concorso con i loro disegni. A loro andrà un riconoscimento speciale. Tutti i lavori sono esposti fino al 18 agosto lungo le strade de Le Piastre.

Nella sezione italiana secondo è arrivato il romano Gianfranco Tartaglia e terzo il vicentino Sergio Tessarolo. Il premio popolare “Pitillo” va al romano Leonardo Magliacano. Numerosi i segnalati. Si tratta di Marco De Angelis, Luca Ricciarelli, Leonardo Zaza ed Emilio Guazzone.

In campo internazionale al secondo posto il russo Aleksei Kivokurtsev e al terzo il turco Halit kurtulmuş Aytoslu. Intanto il primo dei 293 partecipanti stranieri è arrivato a Le Piastre. Si tratta del tedesco Steffen Jahsnowski-Herschel che, arrivando da più di 200 chilometri, è ospite dell’Accademia.

 DUE BUGIARDI AD HONOREM PER QUESTA EDIZIONE:DARIO VERGASSOLA E VAURO!

Ecco l’elenco dei premiati.

Lucio Trojano: Bugiardino d’oro sezione italiana

Gianfranco Tartaglia: Bugiardino d’argento sezione italiana

Sergio Tessarolo: Bugiardino di bronzo sezione italiana

Leonardo Magliacano: Premio popolare Pitillo sezione italiana

Marco De Angelis, Luca Ricciarelli, Leonardo Zaza, Emilio Guazzone: segnalazioni qualità sezione italiana

Heibat Ahmadi: Bugiardino d’oro sezione internazionale

Aleksei Kivokurtsev: Bugiardino d’argento sezione internazionale

Halit kurtulmuş Aytoslu: Bugiardino di bronzo sezione internazionale

Alirezan Pakdel (Iran), Ba Bilig (Cina), Darko Drljevic (Montenegro), Erdogan Basol (Turchia), Huseyin Cakmak (Cipro), Igor Lukyanchenko (Ucraina), Jitet Koustana (Indonesia), Mozhdeh Malek Oghli (Iran), Olivier Siersma (Olanda), Orhan Ozturk (Turchia), Raed Khalil (Syria), Roman Kubek (Repubblica Ceca), Santiago Cornejo (Argentina), Steffen Jahsnowski-Herschel (Germania), Yoemnis Batista Del Toro (Cuba): menzione d’onore sezione internazionale.

Heibat Ahmadi: Bugiardino d’oro sezione internazionale
Leonardo Magliacano: Premio popolare Pitillo sezione italiana


L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo". (prima parte)

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El humor gráfico de Diego Herrera, “Yayo”.
Especial para Fany Blog
Por Francisco Punal Suarez

El 2018 está siendo un año muy estimulante para el ilustrador de libros infantiles y humorista gráfico Diego Herrera, “Yayo”, un artista universal, un poeta de la imagen, nacido en Colombia en 1961, que reside en Montreal, Canadá, desde 1987, y a quien he tenido la oportunidad de conocer personalmente junto a su esposa Talleen Hacikyan, artista plástica.

Yayo ha ilustrado más de treinta libros de literatura infantil y juvenil y es autor de cinco libros de humor gráfico. Trabaja para editoriales y publicaciones en Canadá, Francia, Estados Unidos y Colombia. Sus obras han sido premiadas en Canadá, Japón, Colombia y Europa.

Entre otros galardones podemos mencionar el Gran Premio Golden Smile en Belgrado en 1997; Mención Especial, 11 Festival Internazionale di Humor Grafico Fuori Gioco. Rome, Italia, 2008; Mención Especial, Biennale Internazionale di Humor Grafico Vino, Humour e Fantasia, Rome, Italia, 2009; Premio Charles Biddle, Montreal, Canadá, 2011; Mención de Honor, World Press Cartoon, Sintra, Portugal. 2013; Gran Premio en el XVI PortoCartoon en Portugal, y el Premio de Excelencia, Concurso Internacional de la Libertad de Prensa, Ottawa, Canadá, en 2014.


“Para mi –dice Yayo- dibujar es como soñar y jugar. Tiene algo de mágico y de misterioso. Dibujar es tal vez la manera más elemental, más simple y económica de reinventar el mundo y de interpretarlo. Y es mi forma favorita de expresar lo que imagino”.

“Defino el humor gráfico –expresa - como una manera de desvelar el lado pretencioso y grave de la realidad. En mis dibujos hago uso del absurdo, de la sátira y de una cierta dosis de poesía. El humor gráfico y la poesía, no solo son compatibles sino indisociables. Y la poesia es como el agua, absolutamente necesaria a la supervivencia humana”.

En abril de este año, Yayo realizó una muestra antológica de sus ilustraciones, en la Casa de la Cultura de Mercier, Montreal, que nos ofrecía un viaje pictórico y narrativo; una invitación a descubrir el arte de la ilustración a través de imágenes de un universo infantil que hace soñar.


Dichas ilustraciones, para libros infantiles, plenas de colores festivos, fueron realizadas en diversas técnicas: acrílicos, lápices de colores, acuarelas, tintas, collages y técnicas numéricas.
Las obras expuestas provenían de los siguientes libros: Piqik, Night Sky Wheel Ride, I Am the Book, Keeper of Soles y The King Who Barked. que fueron publicados originalmente en Canadá y Estados Unidos.

Esta exposición fue muy bien acogida por niños y adultos que apreciaron un hecho cultural de gran significado, y ha sido trasladada al Centro Culturel Notre Dame de Grace, de Montreal hasta el 2 de septiembre 2018.
Durante el mes de julio, y con el título es L’Oeil espiègle ( El ojo Travieso ), Yayo ha realizado una muestra de 27 obras originales en L’Ile-des-Soeurs, (La Isla de las Monjas), una de las islas que forman parte de Montreal, en el Centre Elgar, el cual forma parte de la red de las casas de la cultura de su ciudad.

“En esta ocasión he mostrado una selección – expresa- de mis dibujos de humor gráfico, con temas diversos; el calentamiento global, la libertad de expresión, la salud, el vino, la música, el deporte, los animales, etc. Todos los dibujos, salvo uno, han sido previamente publicados en la revista L´actualité”.

“Fue una nueva oportunidad -añade - de compartir mis obras de manera más personal, con un público de grandes y chicos, sin pasar por el intermediario de una publicación. Cuando un espectador se ve cara a cara con el original de un dibujo, se establece una relación más intima, un encuentro único”.

La obra pictórica de Yayo se carac­teriza por un gran despliegue imaginativo, de notables va­lores  humorísticos y filosóficos, donde predominan el surrealismo y el absurdo. Ya­yo ha creado un universo muy particular que nos presenta su mirada ingeniosa. "El humor gráfico -expresa Yayo- como lo conocemos ahora, le debe mucho al su­rrealismo, por no decir que es un derivado de él, espe­cialmente cuando el lector puede interpretar libremente una imagen. El humor le ha­ce contrapeso al racionalismo disfrazado de buenas razones. Es una forma de confrontar la realidad, incluyendo la política", recalca.






L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo".
Speciale per Fany Blog
Di Francisco Punal Suarez

Il 2018 è  un anno molto impegnativo per l' illustratore e cartoonist,  Diego Herrera, "Yayo", un artista universale, un poeta dell'immagine, nato in Colombia nel 1961, che vive a Montreal, in Canada, dal 1987, e che ho avuto l'opportunità di incontrare personalmente.

Yayo ha illustrato oltre trenta libri di letteratura per bambini e giovani ed è autore di cinque libri di umorismo grafico. Lavora per editori e fa pubblicazioni in Canada, Francia, Stati Uniti e Colombia. Le sue opere sono state premiate in Canada, Giappone, Colombia ed Europa.

Tra i tanti premi possiamo citare il Gran Premio del Sorriso d'oro a Belgrado nel 1997; Menzione speciale, 11 Festival Internazionale di Humor Grafico Fuori Gioco. Roma, Italia, 2008; Menzione speciale, Biennale Internazionale di Humor Grafico Vino, Humor e Fantasia, Roma, Italia, 2009; Charles Biddle Prize, Montreal, Canada, 2011; Menzione d'onore, World Press Cartoon, Sintra, Portogallo. 2013; Gran Premio al XVI PortoCartoon in Portogallo e il Premio di eccellenza, Concorso internazionale di libertà di stampa, Ottawa, Canada, nel 2014.


"Per me", dice Yayo, "disegnare è come sognare e suonare. Ha qualcosa di magico e misterioso. Disegnare è forse il modo più elementare, più semplice ed economico per reinventare il mondo e interpretarlo. Ed è il mio modo preferito per esprimere ciò che immagino. "

"Definisco l'umorismo grafico - dice - come un modo per svelare il lato pretenzioso e serio della realtà. Nei miei disegni uso assurdità, satira e una certa dose di poesia. Umorismo grafico e poesia non sono solo compatibili ma inseparabili. E la poesia è come l'acqua, assolutamente necessaria per la sopravvivenza umana. "

Nel mese di aprile di quest'anno, Yayo ha condotto una retrospettiva dei suoi disegni nella Casa della Cultura di Mercier, Montreal, abbiamo ci ha offerto un percorso pittorico e narrativo; un invito a scoprire l'arte dell'illustrazione attraverso le immagini di un universo infantile che ti fa sognare.

Queste illustrazioni, per libri per bambini, piene di colori festivi, sono state realizzate con varie tecniche: acrilici, matite colorate, acquerelli, inchiostri, collage e tecniche numeriche.

Le opere esposte provengono dai seguenti libri: Piqik, Night Sky Wheel Ride, I Am the Book, Keeper of Suns e The King Who Barked. che sono stati originariamente pubblicati in Canada e negli Stati Uniti.

Questa mostra è stata molto apprezzata dai bambini e adulti e così  è stato portata anche al Centre Culturel Notre Dame de Grace, Montreal fino 2 Settembre 2018.

Durante il mese di luglio, con il titolo è L'Oeil Espiègle (El Travieso occhio), Yayo ha esposto 27 opere originali nell' Isola L'Monache (L'Isla de las Monjas), una dei isole che fanno parte di Montreal, nel Centro Elgar.

"In questa occasione ho mostrato una selezione - dice - dei miei disegni di umorismo grafico, con temi diversi; riscaldamento globale, libertà di espressione, salute, vino, musica, sport, animali, ecc. Tutti i disegni, tranne uno, sono stati precedentemente pubblicati sulla rivista L'actualité ".

"È stata una nuova opportunità - aggiunge - condividere le mie opere in un modo più personale, con un pubblico di adulti e bambini, senza passare attraverso una pubblicazione. Quando uno spettatore si trova faccia a faccia con l'originale di un disegno, viene stabilita una relazione più intima, un incontro unico ".

Il lavoro pittorico di Yayo è caratterizzato da una grande esposizione fantasiosa, da valori umoristici e filosofici notevoli, in cui predominano il surrealismo e l'assurdo. Yayo ha creato un universo molto particolare e ci presenta il suo aspetto geniale. "L'umorismo -dice Yayo- come lo conosciamo oggi, deve molto al surrealismo, per non dire che è un suo derivato, e specialmente quando il lettore è libero di interpretare un'immagine. L'umore fa da contrappeso al razionalismo mascherato da buone ragioni, è un modo di affrontare la realtà, compresa la politica ", sottolinea.

L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo" (seconda parte - i premi).

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El humor gráfico de Diego Herrera, “Yayo”.
Especial para Fany Blog
Por Francisco Punal Suarez
segunda parte - los premios

XVI PortoCartoon -GrandPrize_Canada_Diego Herrera

Reconocimiento en Canadá

Uno de los momentos más importantes en la vida de Diego Herrera, tras sus años de residencia en Canadá, donde se unió a su esposa Talleen Hacikyan, artista plástica especializada en grabado, con quien tiene un hijo adolescente, fue cuando le otorgaron, en el 2011, el Premio Charles Biddle, que destaca la contribución excepcional de un artista que haya emigrado a Quebec, y cuyo compromiso personal y profesional contribuye al desarrollo cultural de esa provincia, en la escena nacional e internacional. El premio le fue entregado por la ministra de Cultura de Quebec, Christine St-Pierre, y Kathleen Weil, ministra de Inmigración y de Comunidades Culturales.

“Fue un gran honor –dice Yayo - y un inmenso reconocimiento a mi obra, a mi carrera, y también a la contribución que hacen los inmigrantes a este extraordinario país. Esta distinción aplaude los esfuerzos y los aportes de una persona, que por sus logros es un modelo a seguir, no solamente en el campo de la cultura, sino para la sociedad de Quebec en general”.

Diego Herrera, Yayo, riceve il premio Charles Biddle, in Canada, nel 2011


XVI  y XVII PortoCartoon, Portugal

Para Yayo un instante culminante en su carrera artística fue la obtención, en el 2014, del Gran Premio en el XVI PortoCartoon, uno de los más importantes certámenes de humor gráfico a nivel mundial, que se realiza en la ciudad portuguesa de Oporto, organizado por el Museu Nacional da Imprensa.

El dibujo nos presenta a un marinero en un bote, que lleva una pequeña pecera, con un pez pequeño, y que trata de remar en un mar de botellas de plástico. La obra, además del galardón del jurado, también ganó el premio del público. Es una manera de constatar que el arte puede actuar para mejorar el mundo.

“Esa obra –manifiesta Yayo - nos recuerda que la codicia humana es insaciable, hasta el punto de convertir el agua, fuente primaria de la vida, en un objeto mercantil, vendida en botellas de plástico, un material que nunca termina de descomponerse y capaz de crear, entre otras cosas, en el Océano Pacífico, una isla de basura plástica, más grande que la superficie conjunta de Portugal, España y Francia. Irónicamente, en un mundo donde la información es más accesible que nunca, por pereza o por conformismo, preferimos mirar hacia otro lado. Frente a esto, el humor con su poesía y su creatividad, es una alternativa a la desesperación. Esperemos que una sonrisa pueda inspirar acciones concretas, grandes y pequeñas, que se multipliquen, como granos de arena, en defensa de un agua más limpia y más justamente distribuida”.

Al año siguiente, 2015, y en el XVII PortoCartoon, Yayo y su esposa Tallen fueron invitados a inaugurar y disfrutar de la Casa del Caricaturista “Georges Wolinski”, dibujante francés asesinado en el atentado a la revista Charlie Hebdo, y durante dos semanas realizaron talleres en el Museu da Imprensa, para niños y jóvenes. Fue en aquella ocasión donde conocimos personalmente a Yayo y su esposa.

En esa edición, fue inaugurada una exposición con decenas de dibujos de Yayo en el centro comercial Dolce Vita, de Oporto, y en sus palabras de presentación, Luis Humberto Marcos, director del PortoCartoon, señaló lo siguiente: “Los dibujos de Yayo aquí presentes, manifiestan la calidad de un pensamiento que sale a la luz deconstruyendo cosas, figuras y situaciones. Yayo nos ayuda a pensar mejor sobre el mundo. Sus causas son las que protegen el medio ambiente, la igualdad de derechos, contra la contaminación, contra el tabaco y otros temas. El juego de la antinomia está muy presente en la obra de Diego. Las contradicciones desconcertantes e inesperadas nos llevan a pensar más profundamente sobre las cosas. Las actitudes sociales cotidianas más rutinarias se giran al revés”.

Encuentro en Galicia
En octubre de 2016, tuvimos oportunidad de encontrarnos nuevamente con Yayo y Tallin, quienes habían realizado el Camino de Santiago, y estaban muy contentos de ese perigranaje por tierras gallegas.
Festejamos este encuentro en un restaurante de Santiago de Compostela, Galicia, y fue una nueva ocasión de valorar su humanismo y humor
De aquel día, no olvido sus palabras: “Los artistas canalizan las emociones y los sentimientos de una sociedad. El arte nos hace más humanos, más sensibles y por lo tanto más propensos a sufrir, pero también puede hacernos más felices y libres”.
Yayo e sua moglie Tallen, a Santiago de Compostela - Francisco Punal.

Planes futuros
Yayo trabaja actualmente en las ilustraciones de un álbum para niños, en inglés. Su título es “La dama de las piedras”. Va a ser publicado el año entrante. El autor del texto es un escritor cubano, Enrique Pérez Díaz. El editor es Tradewind Books, de la ciudad de Vancouver. El tema es una leyenda que sucede junto al mar, en una playa.

En enero y febrero de 2019, Yayo va a hacer una residencia de autor, durante 2 meses, en la ciudad de Québec, en la Maison de la littérature. Durante ese tiempo realizará un proyecto personal de escritura y dibujo, sobre el tema de la Libertad de Expresión. Esta residencia esta organizada por PEN. Este es un organismo internacional que trabaja por la defensa de la libertad de expresión de los escritores y periodistas alrededor del mundo.

“Y noticia importante: en el mes de septiembre del 2018 – dice Yayo - Talleen y yo vamos a hacer otro Camino de Compostela. Esta vez será el Camino Portugues, a partir de Porto. Comenzaremos a caminar el 13 de septiembre, para terminar en Santiago hacia el 10 de octubre. Será una nueva aventura”- finaliza.









L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo" (seconda parte - i premi).

Riconoscimento in Canada

Uno dei momenti più importanti della vita di Diego Herrera, dopo i suoi anni di residenza in Canada, con la moglie Talleen Hacikyan, artista specializzato in incisione, con la quale ha un figlio adolescente,  è stato quando gli è stato conferito nel 2011, il Premio Charles Biddle.
Il Charles Biddle Award sottolinea l'eccezionale contributo di un individuo emigrato in Quebec e il cui impegno personale o professionale contribuisce allo sviluppo culturale e artistico del Quebec sulla scena nazionale o internazionale. Riconosce gli sforzi e il contributo di un individuo che, attraverso i suoi risultati, è un modello di successo non solo nel proprio campo ma per la società del Quebec nel suo insieme.
Il premio gli è stato conferito dal Ministro della Cultura del Quebec, Christine St-Pierre, e Kathleen Weil, Ministro dell'immigrazione e Comunità culturali.

"E 'stato un grande onore, dice Yayo - e un enorme riconoscimento del mio lavoro, della mia carriera, e anche il contributo che gli immigrati fanno in questo paese straordinario. Questa distinzione applaude gli sforzi e i contributi di una persona, che per i suoi risultati è un modello, non solo nel campo della cultura, ma per la società del Quebec in generale ".

XVI e XVII PortoCartoon, Portogallo

Per Yayo un momento culminante della sua carriera è stato vincere, nel 2014, il Gran Premio al XVI PortoCartoon, uno dei più importanti eventi di umorismo di tutto il mondo, che si tiene nella città portoghese di Oporto, organizzato dal il Museo Nazionale di Impresa.

Il disegno ci presenta un marinaio in una barca, che trasporta un piccolo acquario, con un piccolo pesce, e che cerca di remare in un mare di bottiglie di plastica. Il lavoro, oltre al premio della giuria, ha anche vinto il premio del pubblico. È un modo per confermare che l'arte può agire per migliorare il mondo.

"Questo lavoro - dice Yayo - ci ricorda che l'avidità umana è insaziabile, fino al punto di trasformare l'acqua, fonte primaria di vita, in una forma commerciale venduto in bottiglie di plastica, un materiale che non finisce mai e in grado di decomposizione creare, tra le altre cose, nell'Oceano Pacifico, un'isola di rifiuti di plastica, più grande della superficie comune di Portogallo, Spagna e Francia. Ironia della sorte, in un mondo in cui l'informazione è più accessibile che mai, attraverso la pigrizia o il conformismo, preferiamo guardare dall'altra parte. Di fronte a questo, l'umorismo con la sua poesia e la sua creatività, è un'alternativa alla disperazione. Speriamo che un sorriso possa ispirare azioni concrete, grandi e piccole, che si moltiplicano, come granelli di sabbia, in difesa di un'acqua più pulita e più giustamente distribuita ".

L'anno successivo, il 2015, e nel XVII PortoCartoon, Yayo e sua moglie Tallen sono stati invitati ad inaugurare e godere della Casa del Cartoonist "Georges Wolinski," fumettista francese ucciso nel bombardamento della rivista Charlie Hebdo, e per due settimane ha fatto laboratori presso il Museu da Imprensa, per bambini e giovani. Fu in quella occasione che ho incontrato personalmente Yayo e sua moglie.

E' stata fatta anche  una mostra con decine di disegni di Yayo nel centro commerciale Dolce Vita, Porto, e nelle sue osservazioni introduttive, Luis Humberto Marcos, direttore del PortoCartoon, ha dichiarato: "I disegni Yayo qui presenti , manifestano la qualità di un pensiero che viene alla luce decostruendo cose, figure e situazioni. Yayo ci aiuta a pensare meglio al mondo. Le sue battaglie sono per proteggere l'ambiente, la parità dei diritti, contro l'inquinamento, contro il tabacco e altre questioni. Il gioco della contraddizione  è molto presente nel lavoro di Diego. Sconcertanti e inaspettate contraddizioni ci portano a pensare più profondamente alle cose. Gli atteggiamenti sociali quotidiani  vengono capovolti ".

Incontro in Galizia

Nel mese di ottobre 2016, ho avuto l'opportunità di incontrare di nuovo Yayo e Tallinn, dopo che aveva fatto il Camino de Santiago, ed erano molto contenti del pellegrinaggio per la Galizia.
Abbiamo celebrato questo incontro in un ristorante a Santiago de Compostela, in Galizia, ed è stata una nuova opportunità per valorizzare il suo umanesimo e il suo umorismo
Da quel giorno, non dimentico le sue parole: "Gli artisti incanalano le emozioni e i sentimenti di una società. L'arte ci rende più umani, più sensibili e quindi più inclini a soffrire, ma può anche renderci più felici e liberi. "

Piani per il futuro

Yayo sta attualmente lavorando alle illustrazioni di un album per bambini, in inglese. Il suo titolo è "La signora delle pietre". Sarà pubblicato l'anno prossimo. L'autore del testo è uno scrittore cubano, Enrique Pérez Díaz. L'editor è Tradewind Books, dalla città di Vancouver. Il tema è una leggenda che accade vicino al mare, su una spiaggia.

In gennaio e febbraio 2019, Yayo farà una residenza d'autore per 2 mesi a Quebec City, presso la Maison de la littérature. Durante questo periodo realizzerà un progetto personale di scrittura e disegno, sul tema della libertà di espressione. Questo residence è organizzato da PEN. Questa è un'organizzazione internazionale che lavora per difendere la libertà di espressione di scrittori e giornalisti in tutto il mondo.

 "E importanti novità: nel settembre 2018 - dice Yayo - Talleen e io faremo un altro Camino de Compostela. Questa volta sarà la via portoghese, da Porto. Cominceremo a camminare il 13 settembre, terminando a Santiago il 10 ottobre. Sarà una nuova avventura "- conclude.









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Ritratto di Ennio Morricone

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ENNIO MORRICONE
su La Repubblica di Riccardo Mannelli

Nel numero di domenica 12 agosto dei Robinson una lunga intervista dello Straparlando è dedicato a un grandissimo maestro, famoso e celebrato in tutto il mondo, Ennio Morricone. Dall'esordio con la prima colonna sonora commissionata da Sergio Leone (Per un pugno di dollari, 1964) all'Oscar per la carriera nel 2007, è anche un'occasione per fare un omaggio al compositore che compirà 90 anni a novembre.






Biografia

EGLI NON È SOLO UN GRANDE COMPOSITORE FILM CHE È UN GRANDE COMPOSITORE.
GIUSEPPE TORNATORE

Ennio Morricone è nato a Roma l’11 novembre del 1928. La sua lunga e fortunata carriera artistica abbraccia generi molto diversi che vanno dalla musica assoluta, che non ha mai smesso di comporre, alla musica applicata; ha lavorato come orchestratore e direttore d’orchestra nel campo discografico e successivamente come compositore per il teatro, la radio e il cinema. Nel 1946 si è diplomato in tromba e nel 1954 ha conseguito il diploma in Composizione al Conservatorio sotto la guida del maestro Goffredo Petrassi. Le sue prime composizioni per concerto risalgono alla fine degli anni 50 e successivamente ha lavorato come arrangiatore per la RAI e la RCA-Italia. La carriera di compositore per il cinema è iniziata ufficialmente nel 1961 con il film diretto da Luciano Salce Il Federale e la fama mondiale è arrivata con le musiche per i film western di Sergio Leone: Per un pugno di dollari (1964) Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto e il cattivo (1966), C’era una volta il The West (1968) Giù la testa (1971).
Nel 1965 Morricone è entrato a far parte del gruppo d’improvvisazione “Nuova Consonanza”. A partire dal 1961, Morricone ha composto le musiche per più di 450 film collaborando con numerosi registi italiani e internazionali (tra cui ricordiamo Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Lina Wertmuller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma, Roman Polanski, Warren Beatty, Adrian Lyne, Oliver Stone, Margarethe Von Trotta, Henry Verneuil, Pedro Almodovar e Roland Joffè). Tra i suoi film più famosi ricordiamo (oltre ai sopracitati film western italiani): La battaglia di Algeri; Sacco e Vanzetti; Nuovo Cinema Paradiso; La leggenda del pianista sull’oceano; Malena; The Untouchables; C’era una volta in America; Mission e U- Turn. La sua produzione di musica assoluta comprende più di 100 brani composti dal 1946 ad oggi tra i quali ricordiamo: Concerto per Orchestra n.1 (1957); Frammenti di Eros (1985); Cantata per L’Europa (1988); UT, per tromba, archi e percussioni (1991); Ombra di lontana presenza (1997); Voci dal silenzio (2002); Sicilo ed altri frammenti (2007); Vuoto d’anima piena (2008).
Nel 2001, Ennio Morricone ha iniziato un’intensa attività concertistica, dirigendo le sue composizioni per il cinema e la musica da concerto per orchestra sinfonica e coro polifonico tenendo più di 100 concerti in Europa, Asia, Stati Uniti, America Centrale e Sud America.

Nella sua lunga carriera di compositore di musica per il cinema, Ennio Morricone ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui ricordiamo il Leone d’oro e l’Oscar alla carriera, 8 Nastri D’argento, 5 BAFTA, 5 candidature agli Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globes, 1 Grammy e 1 European Film Award. Nel 2009, l’allora presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy, ha firmato un decreto con il quale ha nominato Ennio Morricone cavaliere dell’ordine della Legion d’Honneur.
In campo discografico, Morricone ha vinto 27 Dischi d’oro, 7 dischi di platino, 3 Golden Plates e il premio della “Critica discografica” per la musica del film Il Prato. La colonna sonora del film Il buono, il brutto e il cattivo è stata inserita nella Hall of Fame dei Grammy nel 2009. Nel 2010 è stato insignito del prestigioso premio Polar Music.

Tra le sue opere più recenti ricordiamo le musiche per le serie televisive Karol e The End of a Mystery, 72 Meters e Fateless. Nel 21° secolo, molte delle opere di Morricone sono state riutilizzate in televisione e al cinema, da artisti del calibro di Quentin Tarantino che ha inserito alcuni brani di Morricone in Kill Bill (2003), Death Proof (2007), Inglourious Basterds (2009) e Django Unchained (2012). Nel 2007, Morricone è stato insignito dell’Oscar alla carriera “per lo straordinario e variegato contributo all’arte della musica”.
Nel novembre del 2013, Morricone ha iniziato una tournée per celebrare i 50 anni di carriera nel cinema e ha diretto concerti in città quali Mosca (Crocus City Hall), Santiago del Cile, Berlino, (O2 World), Budapest e Vienna (Stadhalle). Il 6 febbraio del 2014 Riccardo Muti ha diretto la Chicago Symphony Orchestra nell’esecuzione di Voci dal silenzio di Ennio Morricone, una cantata da lui composta in risposta ai tragici eventi dell’11 settembre per dare voce alle vittime innocenti. Nell’autunno del 2014 Morricone ha partecipato alla registrazione di un documentario su di lui realizzato dal regista Giuseppe Tornatore, che sarà distribuito nel 2016.

Il tour europeo è ripreso tra febbraio e marzo 2015 con concerti in 20 città di 12 paesi diversi, nelle arene più grandi d’Europa tra cui la O2 di Londra e lo Ziggo Dome di Amsterdam. Con il tutto esaurito in quasi tutte le date e con un totale di 150.000 biglietti venduti, il tour europeo del Maestro Morricone My Life in Music ha riscosso un successo senza precedenti.
Il 12 giugno 2015, presso la Chiesa del Gesù di Roma, Morricone ha diretto una messa da lui composta in onore di Papa Francesco, a lui commissionata dall’Ordine dei Gesuiti per celebrare il 200° anniversario della Rifondazione dell’Ordine.

Il 2015 segna la prima collaborazione di Morricone con Quentin Tarantino per il quale ha scritto le musiche originali del film The Hateful Eight. Presentato in anteprima a Los Angeles il 7 dicembre, il giorno seguente film ha ottenuto la candidatura al Golden Globe per la Migliore Colonna sonora originale.
La Corrispondenza di Giuseppe Tornatore, con le musiche originali di Morricone è uscito nelle sale italiane il 15 gennaio 2016
Il 26 febbraio 2016, gli è stata attribuita la stella numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame.
Il 28 febbraio 2016, ottiene il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino, The Hateful Eight, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe.

Una Carriera Magistrale

Come Bernard Herrmann sta a Hitchcock, Nino Rota a Fellini, John Barry a James Bond e John Williams a Spielberg, così Ennio Morricone sta a Sergio Leone. E’ impossibile richiamare alla mente i film di Sergio Leone – Per un pugno di dollari (1964), Il buono, il brutto e il cattivo, (1966) C’era una volta il West (1968) e C’era una volta in America (1984) – senza la musica di Morricone.

Il sodalizio artistico tra il compositore e il regista era talmente stretto che una volta Leone usò le seguenti parole per descriverlo: “Un matrimonio come si usava tra i Cattolici prima della legge sul divorzio”. E Morricone contraccambiò il complimento dicendo: “Leone pretendeva molto di più dalla musica rispetto agli altri registi – e dava alla musica molto più spazio”. I film frutto di questo sodalizio sono dei melodrammi mitici, con Morricone a fornire il “melo”.

Dagli schiocchi di frusta, alle campane, dai fischi agli strumenti folk, passando per le liriche incomprensibili e i riff della mitica Strato, – lontano retaggio delle ricerche di Ennio Morricone nella musica di John Cage e dell’idea che tutti i suoni possono essere considerati come membri a pieno titolo del regno della musica – alle composizioni romantiche dell’America con i malinconici zufoli dell’Europa dell’est e la robusta struttura orchestrale, l’opera di questi due artisti corre su binari paralleli. Le note iniziali di Il buono, il brutto e il cattivo, con l’ “Ay-ee-ay-ee-ay” del coyote, sono tra le più riconoscibili nella storia del cinema.

Ciononostante, Morricone ha sempre tenuto a sottolineare che anche nel suo periodo più prolifico, quello tra gli anni 1960 e 1970 – riguardo al quale Bernardo Bertolucci una volta disse scherzando “di questi tempi è impossibile vedere un film italiano importante senza la musica di Ennio” – in realtà ha composto le musiche solo per trentacinque film Western su un totale di 450, pari a circa l’8% della sua straordinaria produzione. Solo trentacinque! Molte di più quelle composte da Elmer Bernstein, Dimitri Tiomkin e Jerome Moross messi insieme.

Nessuno sa dire con certezza quante siano le colonne sonore composte da Morricone, a partire dalla sua prima colonna sonora accreditata nel 1961; certamente sono più di 400, forse 450. Poiché scrive da solo a mano ogni singola nota (a differenza di tanti altri compositori dei quali potrei fare i nomi) e considera la composizione e l’orchestrazione come parti di un unico processo, il risultato appare ancora più straordinario perché ha comunque composto più musica per il cinema di qualunque altro compositore nella storia.

A parte i già citati film Western, ricordiamo gli inni rivoluzionari di Queimada (1969) e Novecento (1976), gli “horror” di Argento e Carpenter, le storie dei gangster di Il clan dei Siciliani (1969) e The Untouchables (1987), oltre a innumerevoli temi d’amore che tendono verso il barocco, le sequenze d’azione atonali, le elegie nostalgiche, gli inni lirici, i minacciosi archi, le avventure stridenti e una hit parade italiana di grandi successi costituiti dai temi principali. Morricone sembra altrettanto a suo agio sia nei film di genere (e mi riferisco a tutti i generi) sia nei film cosiddetti minori, più personali e intimisti. In Mission (1986), ha creato una magnifica colonna sonora che ruota intorno al tema del potere della musica – musica che è vista da un lato come salvezza e dall’altra come simbolo dell’oppressione coloniale: il film si chiude sull’immagine di un violino rotto che galleggia sulle acque del fiume. Nei cinquanta anni di carriera come compositore di musica per il cinema a tutto campo, ha composto creazioni originali e uniche comprendono sia brani semplici (e orecchiabili) sia arrangiamenti complessi, strumenti insoliti, suoni della realtà, l’uso delle voci come strumenti dell’orchestra, lunghi silenzi, gag musicali e singole note sostenute all’infinito.

Parlando di lui, Giuseppe Tornatore, regista tra gli altri di Nuovo Cinema Paradiso, ha detto: “Non è soltanto un grande compositore di musica per il cinema, è un grande compositore”.

Di Sir Christopher Frayling, ex-presidente dell’ Arts Council, England

Catastrofe a Genova: crolla il ponte Morandi

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"Acqua che non si aspetta altro che benedetta, 
 Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale, 
 Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte".

(F. De Andrè)




Ponte Morandi a Genova. Solo una questione di tempo.
Marilena Nardi



Ci son passato poche volte, l'ultima, però, non tanto tempo fa, ma è tutto il giorno che non riesco a non pensare che all'orrore che ti avvolge, all'angoscia che ti attanaglia, al vuoto che ti inghiotte, mentre il terreno svanisce da sotto la tua vettura, l'orizzonte scompare all'improvviso e di tutti i tuoi sogni, i tuoi progetti, le tue speranze in una frazione di secondo rimane solo un remoto barlume di possibilità.

(Augusto Rasori)




#Genova #crollo Fino a qui. Per @ilmanifesto
Mauro Biani



Cemento tarmato.
 Le tarme divorano ponti e maglioni. 
I buchi dei primi lasciano voragini di dolore.
 Non rammendabili.

(Ivano Sartori)






Genova, Italy    Paolo Lombardi
.
14 Aug 2018


Antonio Brencich, il docente di Ingegneria dell’università di Genova da anni era critico del ponte Morandi, e che da ieri è estesamente citato da giornali e televisioni, ha dato delle interviste al Corriere della Sera e all’edizione locale genovese di Repubblica. Brencich ha detto che i problemi del ponte sono gli stessi degli altri due costruiti con la stessa struttura negli anni Sessanta, sulla baia di Maracaibo in Venezuela e in Libia. Quello in Venezuela crollò dopo essere stato urtato da una petroliera nel 1964: «Morandi non mise in conto che una nave potesse sbagliare campata. Due anni dopo una petroliera si incastrò sotto la più bassa. Ci furono sette morti. Era un ingegnere di grandi intuizioni ma senza grande pratica di calcolo», ha spiegato Brancich
«Quel tipo di ponte, a cavalletto bilanciato, ha un’estrema vulnerabilità al degrado» ha detto Brencich, spiegando che «Morandi aveva sbagliato il calcolo della “deformazione viscosa”, quello che succede alle strutture in cemento armato nel tempo».
(fonte)




di Pietro Vanessi


Italian Bridge Collapse    Pete Kreiner
At least 35 persons have died because of a bridge collapse in Italy.
15 Aug 2018


MANUTENZIONE
Nei primi concitati resoconti sul crollo del ponte Morandi a Genova, è venuta fuori una parola che, a mio parere, è la chiave di volta dell'immane disastro: manutenzione. Si è parlato di manutenzione tardiva, insufficiente, mancata e via aggettivando. Dal che mi è parso di capire che le opere pubbliche, siano esse grandi, medie o modeste, prima si fanno e poi si abbandonano a se stesse come figli illegittimi. Controllare che siano sicure e stiano in piedi è faccenda che non interessa. Nessuno ci guadagna. Né le amministrazioni delle infrastrutture, né gli enti locali, né i governi, né le imprese costruttrici.
La manutenzione non fa girare dei bei pacchi di denaro, non crea appalti e subappalti, non fa pubblicità ai politici che possono vantarsene. È solo atto dovuto, sterile dovere istituzionale che non produce visibilità. Quando un ponte collassa o un paese smotta senza neanche l’alibi di un terremoto è solo una grana. Che i responsabili cercano di scrollarsi di dosso dando la colpa al passato, a chi non c’è più, bene che vada a chi ha preso i soldi ed è scappato con il malloppo. È sempre stato così, in Italia. Sarà sempre così. Sepolto un disastro se ne farà un altro. Perché costruzioni e ricostruzioni rendono, mentre la manutenzione è solo un noioso e poco redditizio intermezzo.
(Ivano Sartori)




Giannelli



Favoletta
No, non sono di sinistra, sono solo un vignettaro che ha la sensazione di ritrovarsi nella "terra di mezzo"; e nella società dei consumi, è disdicevole se non peggio, sic! Mentre facevo la vigna, senza sapere nulla o quasi dei risvolti tecnici e politici della cosa, mi chiedevo...perché? Che significa? E' giusto fare la somma dei morti? Quanti sono. due, tre, undici, cento? Una "favoletta", cosa??? [...]
Paride Puglia



Lo stellone
E' chiaro che la tragedia del Ponte Morandi non è una fatalità.
Era un evento che si cercava di allontanare con interventi di manutenzione evidentemente meno costosi di quanto si sarebbe dovuto fare da tempo e cioè la sua demolizione. Costi che ora si dovrà sostenere ugualmente aggravati dalla grave perdita di vite umane.
Un pericolo reale che per la somma di irresponsabilità, superficialità, connivenze, ahimè tipicamente italiana, si è "sperato" di esorcizzare confidando nella fortuna.
Gianfranco Uber



Riccardo Mannelli


Chiedete a Brooklyn
 Dello scarno comunicato che Autostrade per l’Italia ha ritenuto di dedicare al viadotticidio di Genova colpisce anzitutto l’assenza di umanità. Neanche un pensiero per le vittime, una frasetta raccattabile dal prontuario delle condoglianze. Viviamo tempi truci, dove ogni manifestazione di gentilezza è considerata sintomo di ipocrisia o, peggio, di cultura. Ma si pensava che i morti godessero ancora di un regime di extraterritorialità, tale da non rendere l’omaggio nei loro confronti un’ammissione di debolezza. Ebbene, si pensava male.
Quanto al linguaggio scelto dall’anonimo estensore, il quale non ha altre colpe se non quella di avere seguito un copione prefissato dai superiori, appare irto di «solette», «carri-ponte» ed espressioni decodificabili solo dagli addetti ai lavori.

  Come se una tragedia di queste proporzioni fosse da derubricare a disputa tra ingegneri e non riguardasse i milioni di utenti che ogni giorno versano un obolo ai caselli di Autostrade per solcare arcobaleni di calcestruzzo affacciati sul vuoto. Ma l’aspetto più triste rimane il rifiuto preventivo di qualsiasi responsabilità, che nella patria dei paraculi è una specie di riflesso spontaneo. Ci viene fatto sapere che il viadotto era «sottoposto a costante attività di vigilanza» (e meno male), però anche che la sua costruzione «risaliva agli anni 60». Come se un bollettino medico sollevasse il chirurgo dall’errore adducendo l’età del paziente. Tanto più che il ponte di Brooklyn di anni ne ha 135 e resta al suo posto senza bisogno di troppi comunicati.
Massimo Gramellini



Genova
Fulvio Fontana


talking without speaking
hearing without listening
Magnasciutti



Un grande abbraccio a Genova ed una preghiera alle vittime ed ai feriti.

Fany

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Genova risolve il problema del traffico
copertina della Domenica del Corriere 1 marzo 1964

E' stato sotto gli occhi di tutti...

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Cassandra pressing…
17 agosto 2018
di: NADIA REDOGLIA

Ingegneri, giornalisti d’inchiesta, geologi (tutti quelli seri, ovviamente) da decenni avvertono che il nostro Paese è sull’orlo del baratro dato il fatiscente stato idrogeologico e l’immarcescibile stato di corruttori, corrotti e corruttibili tra costruttori, manutentori, controllori (sicurezza/sanità/prevenzione) sapientemente gestiti dalle impunibili mafie.
Ponte Morandi è inferno annunciato (da persone serie) così come sono stati gli inferni precedenti e quelli che seguiranno. E’ l’ interminabile sequela  horror-catastrofico-fantascientifico, trinomio che spesso troviamo nel genere film. Ma qui non è reality, è realtà di quasi 40 morti ammazzati autentici  che aumenteranno nei giorni a venire tra dispersi e feriti e poi ci sono centinaia di sfollati tra permanenti (ché la loro casa sarà subito abbattuta) e temporanei, e i traumatizzati travolti dall’orrore d’esser testimoni. E’ piangere anche di vergogna…
Dice l’Autostrade per l’Italia SpA: “il ponte era monitorato dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche…avvalendosiper meglio controllare,  di società ed istituti leader al mondo in testing ed ispezioni sulla base delle migliori best practices internazionali [e come farci mancare blablologia workshop ndr]. E questi stessi esiti -prosegue l’Autostrade per l’Italia- sono stati utilizzati come base per la progettazione degli interventi di manutenzione sul viadotto approvati dalMinistero delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo le norme di legge e le previsioni della Convenzione…”
Con  tutti ‘sti soloni trimestrali,  i loro super poteri specialistici e i loro supporter garanti, perché dunque questo inferno?!
Sfiga/Malocchio/Fantascienza? Santerie ortottere annuncianciatrici solenni di “la favoletta del crollo del Ponte Morandi” nonché predicatrici dal sacro blog la cecità degli ingegneri (quelli seri) nomati cassandra? Occhio perché oggi è anche più facile credere al malocchio!
Sta di fatto che con certe premesse a molti sembra pur ridicolo rinviare a giudizio per disastro colposo perché questo è disastro annunciato e previsto da quelli seri che il nostro Paese, però, ignora e insulta.



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Genova
Valerio Marini


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Quel che è Stato
Sabato 18 agosto 2018

Con chi ce l’hanno i parenti delle vittime di Genova che sottraggono le bare dei propri cari ai funerali di Stato? In qualche famiglia prevarrà il desiderio comprensibile di preservare l’aspetto privato del dolore anche in una tragedia collettiva. Ma gli altri hanno rifiutato il rito pubblico per incompatibilità ambientale con un Potere che disprezzano e di cui diffidano. Vogliono giustizia e la vogliono subito, perché altrimenti temono di non averla mai. Eppure sarebbe vago e scorretto scrivere che protestano contro lo Stato. Lo Stato sono i vigili del fuoco che hanno scavato tra le macerie con efficienza asburgica e cuore mediterraneo. Sono gli infermieri e i medici della sanità pubblica rientrati spontaneamente dalle vacanze di Ferragosto per dare una mano. Lo Stato è quell’agente della Stradale che con modi gentili ma risoluti (da papà, diremmo, se non lo dicesse già sempre Salvini) ha convinto gli automobilisti a lasciare le macchine sul Ponte per mettersi in salvo. Lo Stato è il suo Capo, la cui sagoma dolente si staglierà stamattina in prima fila, e a cui nessuna di quelle persone straziate ha qualcosa da imputare.

Il bersaglio della rabbia non è dunque lo Stato, ma la politica che si fa dare ordini dalla finanza, ne subisce il fascino e ha perso contatto con la realtà quotidiana dei suoi elettori. La scommessa del governo voluto dagli arrabbiati è tutta qui: salvare la coesione nazionale, impedendo che il Paese si spezzi come quel ponte.



DEL SENNO DEL POI E' PIENO IL POLCEVERA
Tanto per chiarezza io sarei per la nazionalizzazione non solo delle Autostrade ma di tutte le Reti (ferroviarie, telematiche, energetiche) in quanto strategiche e quindi da gestire direttamente dallo Stato e non da lasciare in mano ai privati peggio ancora se in regime di monopolio.
Che questo però possa comportare automaticamente una migliore gestione e manutenzione e quindi una diminuzione dei disastri ce ne corre.
A tal fine occorrerebbero in ogni caso più onestà e meno avidità. Non dico più capacità tecniche perchè sono convinto che queste ci sarebbero, solo che la voce degli esperti è debole e spesso tende ad affievolirsi.
Quando pochi anni dopo l'inaugurazione era già stata evidentemente individuata la criticità degli stralli in cemento forse avrebbe dovuto essere presa la decisione drastica di demolire il ponte subito ma appunto “col senno del poi...”.
Sui motivi e relativi eventuali aspetti penali di non averlo fatto a favore di una continua e costosa manutenzione privata lasciamo indagare solo la Magistratura chè sentir parlare di Commissione d'Inchiesta mi viene molta tristezza.
Gianfranco Uber

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Nota:
foto di Genova di Michele Guyot Bourg scattate negli anni '80






LA MINACCIA ANNUNCIATA (E IGNORATA)
di Doriana Goracci 
Genova, Ponte Morandi | Come vivere sotto una cupa minaccia? Sopra le case deve esserci il cielo, non un’autostrada.
Potrebbero non essere necessarie le parole davanti alle fotografie in quanto sono documento veritiero di una realtà vissuta, se non altro durante l'inquadratura e lo scatto.
E fu così che nel 2012 Michele Guyot Bourg ci presenta su Facebook alcune immagini da lui eseguite a quel mostro della modernità che era il Ponte Morandi. «Nel 2012 ho pubblicato parte di una mia ricerca fotografica effettuata negli anni '80 sull'incidenza negativa dell'autostrada sul quotidiano vivere accanto e sotto questa opera e l'avevo intitolata “Vivere sotto una cupa minaccia”.
Allora mi era costata circa quattro anni di ricerca tra Nervi e Voltri e nelle vallate Bisagno e Polcevera. All'epoca ha avuto un grande successo in molte città italiane e Circoli privati tranne che a Genova, ché alle istituzioni non era piaciuta. Chissà perché! Ne ripubblico una parte in questa purtroppo tragica circostanza per ricordare che alla fine dopo quasi quaranta anni non è cambiato niente».
Ma come hanno potuto costruire quella tenaglia enorme sopra l'esistenza di case persone e le loro cose più care? Come? Quale incuria enorme e sfacciata può avere dato permesso allo Stato di vivere in quel modo pericoloso incivile malato?
Chi è Michele Guyot Bourg? È un non più giovane signore genovese, che ama la fotografia da sempre ed è a questa che ha affidato il compito di trasmettere il suo modo di vedere e interpretare il mondo che lo circonda Usa il bianco e nero per particolari reportages, ed il colore come sorgente di piacere visivo e contemplazione estetica che soltanto nella musica può trovare il suo analogo. Le sue fotografie sono state esposte in varie parti del mondo: dalla Cina alla Russia, dal Sudafrica alle Americhe e nella quasi totalità nelle nazioni europee. Le riviste Qui Touring, Historia, Reflex, New Age hanno pubblicato i suoi servizi fotografici.
È stato insignito del Bfi (Benemerito della fotografia italiana) e dell’Efiap (Excellence de la Federation Internationale de l’Art Photographique).
La biografia di questo signore (privo di qualsivoglia atteggiamento arrogante e/o supponente) l'ho tratta da una mostra avvenuta nel novembre 2017 alla galleria delle Arti del centro Sottostrada: «Questa volta la mostra offrirà uno spaccato dalle tinte oscure che rappresenta senza filtri un realtà che riguarda Genova e i genovesi rappresentata meravigliosamente dal fotografo Michele Guyot Bourg dal titolo «La tenaglia, vivere nell’ombra di una cupa minaccia».
Enormi pilastri di calcestruzzo, collegati da pesanti solettoni precompressi, gettano ombre cupe sulla nostra città, soffocano come una tenaglia interi rioni di un suburbio sempre più triste e spento. Anche il «mugugno», sacro diritto concesso ai Liguri da sempre, sembra non avere più fiato: l’ombra ed il frastuono dei viadotti autostradali lo hanno soffocato rendendo obbligatoria la rassegnazione. La sensazione angosciante di questo quadro, o meglio, di questo spaccato di «non vita» genovese, ce lo comunica drammaticamente Michele Guyot Bourg attraverso le sue fotografie.
La mostra, mai esposta a Genova, resterà in stallo fino al 14 dicembre al Centro Sottostreada, Salita Superiore della Noce n. 41r - San Martino Genova.
Come scrive in un commento alle fotografie di Michele Guyot Bourg, un suo amico FB Marco Fantechi, «Sopra le case deve esserci il cielo, non una autostrada.».
Ringrazio Sandro Tupini, per avermi mandato con un messaggio Facebook il post che aveva condiviso delle sue fotografie, fatte prima di questa ennesima strage italiana. (Genova, venerdì 17 agosto 2018)

Lettera al popolo di Dio

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"La lettera al popolo di Dio"è la lettera di papa Francesco contro gli abusi sessuali compiuti da uomini di chiesa.
È rivolta a tutti i cattolici del mondo ed è stata diffusa pochi giorni dopo il rapporto sugli abusi della Chiesa in Pennsylvania. Più di mille persone sono state vittime di questi orrendi crimini per almeno 70 anni solo in questo stato. E purtroppo non è l'unico, è successo e continua a succedere  purtroppo in ogni parte del mondo.

Prima della lettera alcune delle tante vignette disegnate a commentare e denunciare questi orribili scandali.

Senza parole
GIO / Mariagrazia Quaranta




Celestial Trophy    Omar Perez
For the love of God.


PEDOPHILIA IN THE CHURCH
Rayma


PEDOPHILIA IN THE CHURCH
Osmani Simanca


CATHOLIC CHURCH COVERUP
John Cole

PENNSYLVANIA PREDATOR
Rogers

Escándalo en la Iglesia católica
Chappatte


-PRESUNTOS
El Universal18/8/18
Boligan

"Divine Message"   Antonio Rodríguez




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da w.2vatican.va la lettera integrale:


LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL POPOLO DI DIO

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti. Guardando al passato, non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato. Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità.
1. Se un membro soffre
Negli ultimi giorni è stato pubblicato un rapporto in cui si descrive l’esperienza di almeno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni. Benché si possa dire che la maggior parte dei casi riguarda il passato, tuttavia, col passare del tempo abbiamo conosciuto il dolore di molte delle vittime e constatiamo che le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte; le ferite “non vanno mai prescritte”. Il dolore di queste vittime è un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima e che per molto tempo è stato ignorato, nascosto o messo a tacere. Ma il suo grido è stato più forte di tutte le misure che hanno cercato di farlo tacere o, anche, hanno preteso di risolverlo con decisioni che ne hanno accresciuto la gravità cadendo nella complicità. Grido che il Signore ha ascoltato facendoci vedere, ancora una volta, da che parte vuole stare. Il cantico di Maria non si sbaglia e, come un sottofondo, continua a percorrere la storia perché il Signore si ricorda della promessa che ha fatto ai nostri padri: «Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,51-53), e proviamo vergogna quando ci accorgiamo che il nostro stile di vita ha smentito e smentisce ciò che recitiamo con la nostra voce.
Con vergogna e pentimento, come comunità ecclesiale, ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli. Faccio mie le parole dell’allora Cardinale Ratzinger quando, nella Via Crucis scritta per il Venerdì Santo del 2005, si unì al grido di dolore di tante vittime e con forza disse: «Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! […] Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr Mt 8,25)» (Nona Stazione).
2. Tutte le membra soffrono insieme
La dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere conoscenza dell’accaduto, questo da sé non basta. Oggi siamo interpellati come Popolo di Dio a farci carico del dolore dei nostri fratelli feriti nella carne e nello spirito. Se in passato l’omissione ha potuto diventare una forma di risposta, oggi vogliamo che la solidarietà, intesa nel suo significato più profondo ed esigente, diventi il nostro modo di fare la storia presente e futura, in un ambito dove i conflitti, le tensioni e specialmente le vittime di ogni tipo di abuso possano trovare una mano tesa che le protegga e le riscatti dal loro dolore (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 228). Tale solidarietà ci chiede, a sua volta, di denunciare tutto ciò che possa mettere in pericolo l’integrità di qualsiasi persona. Solidarietà che reclama la lotta contro ogni tipo di corruzione, specialmente quella spirituale, «perché si tratta di una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità, poiché “anche Satana si maschera da angelo della luce” (2 Cor 11,14)» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 165). L’appello di San Paolo a soffrire con chi soffre è il miglior antidoto contro ogni volontà di continuare a riprodurre tra di noi le parole di Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9).
Sono consapevole dello sforzo e del lavoro che si compie in diverse parti del mondo per garantire e realizzare le mediazioni necessarie, che diano sicurezza e proteggano l’integrità dei bambini e degli adulti in stato di vulnerabilità, come pure della diffusione della “tolleranza zero” e dei modi di rendere conto da parte di tutti coloro che compiono o coprono questi delitti. Abbiamo tardato ad applicare queste azioni e sanzioni così necessarie, ma sono fiducioso che esse aiuteranno a garantire una maggiore cultura della protezione nel presente e nel futuro.
Unitamente a questi sforzi, è necessario che ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui tanto abbiamo bisogno. Tale trasformazione esige la conversione personale e comunitaria e ci porta a guardare nella stessa direzione dove guarda il Signore. Così amava dire San Giovanni Paolo II: «Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 49). Imparare a guardare dove guarda il Signore, a stare dove il Signore vuole che stiamo, a convertire il cuore stando alla sua presenza. Per questo scopo saranno di aiuto la preghiera e la penitenza. Invito tutto il santo Popolo fedele di Dio all’esercizio penitenziale della preghiera e del digiuno secondo il comando del Signore,[1] che risveglia la nostra coscienza, la nostra solidarietà e il nostro impegno per una cultura della protezione e del “mai più” verso ogni tipo e forma di abuso.
E’ impossibile immaginare una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio. Di più: ogni volta che abbiamo cercato di soppiantare, mettere a tacere, ignorare, ridurre a piccole élites il Popolo di Dio abbiamo costruito comunità, programmi, scelte teologiche, spiritualità e strutture senza radici, senza memoria, senza volto, senza corpo, in definitiva senza vita.[2] Ciò si manifesta con chiarezza in un modo anomalo di intendere l’autorità nella Chiesa – molto comune in numerose comunità nelle quali si sono verificati comportamenti di abuso sessuale, di potere e di coscienza – quale è il clericalismo, quell’atteggiamento che «non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente»[3]. Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo.
E’ sempre bene ricordare che il Signore, «nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 6). Pertanto, l’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro. Tutto ciò che si fa per sradicare la cultura dell’abuso dalle nostre comunità senza una partecipazione attiva di tutti i membri della Chiesa non riuscirà a generare le dinamiche necessarie per una sana ed effettiva trasformazione. La dimensione penitenziale di digiuno e preghiera ci aiuterà come Popolo di Dio a metterci davanti al Signore e ai nostri fratelli feriti, come peccatori che implorano il perdono e la grazia della vergogna e della conversione, e così a elaborare azioni che producano dinamismi in sintonia col Vangelo. Perché «ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 11).
E’ imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili. Chiediamo perdono per i peccati propri e altrui. La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione.
Al tempo stesso, la penitenza e la preghiera ci aiuteranno a sensibilizzare i nostri occhi e il nostro cuore dinanzi alla sofferenza degli altri e a vincere la bramosia di dominio e di possesso che tante volte diventa radice di questi mali. Che il digiuno e la preghiera aprano le nostre orecchie al dolore silenzioso dei bambini, dei giovani e dei disabili. Digiuno che ci procuri fame e sete di giustizia e ci spinga a camminare nella verità appoggiando tutte le mediazioni giudiziarie che siano necessarie. Un digiuno che ci scuota e ci porti a impegnarci nella verità e nella carità con tutti gli uomini di buona volontà e con la società in generale per lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, di potere e di coscienza.
In tal modo potremo manifestare la vocazione a cui siamo stati chiamati di essere «segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 1).
«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme», ci diceva San Paolo. Mediante l’atteggiamento orante e penitenziale potremo entrare in sintonia personale e comunitaria con questa esortazione, perché crescano tra di noi i doni della compassione, della giustizia, della prevenzione e della riparazione. Maria ha saputo stare ai piedi della croce del suo Figlio. Non l’ha fatto in un modo qualunque, ma è stata saldamente in piedi e accanto ad essa. Con questa posizione esprime il suo modo di stare nella vita. Quando sperimentiamo la desolazione che ci procurano queste piaghe ecclesiali, con Maria ci farà bene “insistere di più nella preghiera” (cfr S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 319), cercando di crescere nell’amore e nella fedeltà alla Chiesa. Lei, la prima discepola, insegna a tutti noi discepoli come dobbiamo comportarci di fronte alla sofferenza dell’innocente, senza evasioni e pusillanimità. Guardare a Maria vuol dire imparare a scoprire dove e come deve stare il discepolo di Cristo.
Lo Spirito Santo ci dia la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere, davanti a questi crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio.
Vaticano, 20 agosto 2018
Francesco


[1] «Questa specie di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno» ( Mt 17,21).
[2] Cfr Lettera al Popolo di Dio pellegrino in Cile, 31 maggio 2018.

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Link:

Charlie Hebdo ha lanciato la stoccata sul ponte Morandi.

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Charlie Hebdo ha lanciato la stoccata sul ponte Morandi.
Gli italiani hanno imbracciato la lupara. Per difendere l’onore ferito. E lo spirito europeista va a farsi benedire. Urge istituzione comitato europeo per il controllo della satira politicamente corretta e batteriologicamente pura.

Quel Je suis Charlie fu messo da molti sull'onda delle emozioni suscitate dalla strage parigina. Poi è bastata la punzecchiatura di Charlie Hebdo sulle case terremotate costruite dai mafiosi con le lasagne e si è scatenata la corsa al ritiro della solidarietà. Gli italiani sono così: pasticcioni, emotivi e permalosi. E spesso preferiscono difendere i connazionali mafiosi anziché i critici irrispettosi.

SCIACALLI NON SONO QUELLI DI CHARLIE HEBDO, MA QUELLI CHE SE NE SONO FREGATI DELLA PERICOLOSITà DEL PONTE E CHE ORA STANNO FACENDOSI UN'IGNOBILE GUERRA PER FAZIOSITà POLITICA. E IL POPOLO SI CONFERMA PLEBE PRENDENDOSELA CON I FRANCESI. VI PIACE LA SATIRA A SENSO UNICO, QUANDO FA COMODO, EH? NON SIETE MIGLIORI DEI POLITICI.

Invece che prendercela con la satira francese, dovremmo vergognarci di non avere una rivista satirica italiana.

Ivano Sartori



3rd edition of World Humor Awards: the prizes

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3rd edition of World Humor Awards.
Saturday 1st September award ceremony in Salsomaggiore Terme, Italy. 🥇🥈🥉
THE PRIZES

WHA 2018 SPECIAL GUEST
GUIDO DE MARIA (ITALY)
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CARTOON 2018, THEME “INDIFFERENCE”
1 – OSAMA EID HAJJAJ (JORDAN)
2 – GIANNI CHIOSTRI (ITALY)
3 – ALEXANDER YAKOVLEV (RUSSIA)
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EXCELLENCE PRIZES
OMAR PEREZ (ARGENTINE)
MUSA GUMUS (TURKEY)
ROBERT ROUSSO (FRANCE)
FARZANE VAZIRITABAR (IRAN)
ASSUNTA TOTI BURATTI (ITALY)
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CARICATURE 2018, THEME “SOCCER CHAMPIONS”
1 – BENNY NICOLINI (ITALY)
2 – ADNANE JABIR (MOROCCO)
3 – ERNESTO PRIEGO (SPAIN)
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“RINO MONTANARI” SPECIAL PRIZE
MARZIO MARIANI (ITALY)
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“BUDUAR” SPECIAL PRIZE
GIULIANO ROSSETTI (ITALY)

The JURY:
Lucio Trojano (Chairman)
Gianandrea Bianchi
Marco De Angelis
Olivier Raynaud
Louise Christine Larsen
Emilio Isca
Raffaella Spinazzi
Giorgio Casamatti
Marzio Dall'Acqua


Marilena Nardi: "Disegnatori del mondo date un segnale forte"

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Marilena Nardi  alza la voce per la parità dei diritti in Iran, ma anche in tutto il mondo.



Se ho questa voce, è per cantare.
Non certo per gridare. 

Io non sono per la distruzione, ma per il cambiamento. 
Questa è la mia battaglia. E la faccio con i miei disegni, che sono la mia voce. Che è una voce libera, come il canto.

Non voglio che siamo uno contro l’altro, ma uno insieme all’altro. 
Non uomini contro donne o donne contro uomini. Ma donne e uomini insieme. 
Pari diritti. Pari dignità. Pari opportunità.

Cari Amici, cari Disegnatori che avete ricevuto un invito a partecipare ad una mostra culturale in Iran. Mi rivolgo a voi. Conosco il vostro lavoro e la vostra buona fede. 
Ora che sapete che la mostra prevede solo una partecipazione maschile, che le donne, le vostre colleghe non sono nella mente di chi organizza questi eventi, se non in apposite sezioni speciali. Date un segnale! La mostra è sulla musica. Ebbene: ci sono molte donne nella musica. Mandate le immagini, le caricature delle donne musiciste, delle cantanti, delle compositrici.
Saremo escluse dalla mostra, ma saremo rappresentate da Voi. 

Così si cambia la mentalità. Con la cultura. Se la mostra vuole essere un evento culturale - e la cultura è la sola cosa che può aprire le menti e operare un cambiamento - date un segnale forte!
Ci sono già molti e molte che chiedono di boicottare la mostra. Ma non ha senso. Voi avete ora l’occasione di cambiarla. Mostrate con l’evidenza della vostra arte che si può. Il mondo può essere diverso, può essere migliore anche lì. Anche in Iran. 
Noi, le vostre colleghe donne, non ci saremo, ma ci sarete Voi a rappresentarci tutte, e con noi anche tutte le altre donne. 

Un ringraziamento sincero a tutti e a tutte per il vostro sostegno.
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If I have this voice, it is to sing.
Certainly not to shout.

I am not for destruction, but for change.
This is my battle. And I do it with my drawings, which are my voice. Which is a free voice, like singing.

I do not want them to be against each other, but together.
Not men against women or women against men. But women and men together.
Equal rights. Equal dignity. Equal opportunities.

Dear Friends, dear Cartoonists who have received an invitation to participate in a cultural exhibition in Iran. I address you. I know your work and your good faith.
Now that you know that the exhibition provides only a male participation, that women, your colleagues are not in the mind of those who organize these events, except in special special sections. Give a signal! The exhibition is about music. Well: there are many women in music. Send images, caricatures of women musicians, singers, composers.
We will be excluded from the exhibition, but we will be represented by you.

Thus the mentality is changed. With culture. If the show wants to be a cultural event - and culture is the only thing that can open minds and make a change - give a strong signal!
There are already many and many who ask to boycott the show. But it makes no sense. You now have the opportunity to change it. Show yourself with the evidence of your art that you can. The world can be different, it can be even better there. Also in Iran.
We, your female colleagues, will not be there, but you will be there to represent us all, and with us also all the other women.

A sincere thanks to everyone and everyone for your support.

Marilena Nardi





Gianlorenzo Ingrami:
Una mostra in Iran annuncia che esporrà "i migliori vignettisti del mondo!". Tra questi nessuna donna. Marilena Nardi lo nota immediatamente, facendolo ironicamente notare all'organizzazione, che risponde "l'evento è di altissima qualità artistica. Le donne sono previste in una apposita sezione speciale". Chiamiamola difficoltà di comunicazione, misunderstanding o espressione di una cultura di quel paese (ma non molto diversa dalla nostra, intendiamoci), ma a quel punto Marilena, giustamente, prende il megafono e annuncia battaglia contro i loro (e i nostri) pregiudizi.


Questo sotto è il manifesto incriminato.


dear friends, dear Alireza Pakdel good luck. respect for women, the real thing, is when men, even more those who call themselves artists, respect as people. you should not cancel an opinion expressed in a civil manner. This is my thought. As a person, even before as a woman, even before as an artist.





I asked for a strong signal. Clear, civil, artistic.
Addressed to the invited Cartoonists, to my Friends invited to the "Stars" exhibition.
Someone has responded publicly, someone has expressed himself in private.
Many have remained silent, which is also an answer, very strong.
I acknowledge and close this chapter here, unpleasant for me, but very useful.
A final clarification.
I will not take part in the exhibition, although I have now been publicly invited. Other women will take part and this is good. A door has been opened for them. I accept the apologies of the organizers, but the facts remain and I don't forget. And I don't forget that they tried to obscure them:
“My friend, this is a very professional event and is run by a professional team; in the following sections, we have a section for women, good luck.”
I didn't want to take part in the Stars exhibition, even less to be relegated to a special section.
I just wanted RESPECT.
I gave my signal.
Thanks to those who understood me and supported me. Good luck to all.
---
Ho chiesto un segnale forte. Chiaro, civile, artistico.
Mi sono rivolta ai cartoonists invitati, agli Amici invitati all’esposizione “Stars”.
Qualcuno ha risposto pubblicamente, qualcuno si è espresso in forma privata.
Molti sono rimasti in silenzio, che è anch’esso una risposta, altrettanto forte.
Prendo atto e chiudo qui questo capitolo, amaro per me, ma di grande utilità.
Un’ultima precisazione.
Non parteciperò alla mostra, benché adesso sia stata pubblicamente invitata. Altre donne vi prenderanno parte e questo è un bene. Una porta è stata aperta per loro. Accetto le scuse degli organizzatori, ma i fatti restano e io non dimentico. E non dimentico che si è cercato di oscurarli:
“My friend, this is a very professional event and is run by a professional team; in the following sections, we have a section for women, good luck.”
Non volevo prendere parte né alla mostra delle Stars, né tanto meno essere relegata in una sezione speciale.
Volevo solo RISPETTO.
Io, il mio segnale l’ho dato.
grazie a chi mi ha compreso e sostenuto. Buona fortuna a tutti.
Marilena Nardi




Qualche opinione dei colleghi

Antonio Antunes :
I did not know the exhibition was exclusively for male cartoonists. This does not make sense. Quality does not have sex.

Angel Boligán :
The "high artistic level" is not exclusive for men, in art there is no gender, a pity the unfortunate criterion of choice of this exhibition where we participate in good faith.

Kianoush Ramezani: 
Angel my friend, I warned you many times about these events inside my country but you don't listen! Of course you have a good faith but they use your name and fame for their own benefit

Omar Zevallos:
My support for Marilena, who is fighting for gender equality!

Francisco Punal Suarez:
Non si può essere ingenui con questo tipo di mostre, non sono escluse solo le vignette di donne, ma il tema della mostra è "artisti musicisti", qualcosa che non è detto nel video promozionale, e questo è perverso in un Paese in cui la libertà di espressione è violata, viene applicata la pena di morte e le donne sono disprezzate. Hanno gettato il gancio e hanno punto. Chi ha il budget per organizzare un'esposizione di questo tipo ma il regime iraniano?
The cartoonists can not be naive with this type of exhibitions, not only the woman is excluded, but the theme of the exhibition is "artist musicians", something that is not said in the promotional video, and this is perverse in a country where freedom of expression is violated, the death penalty is applied, and women are despised. They threw the hook and they have stung. Who has the budget to organize an exhibition of this kind but the Iranian regime?
The exiled Iranian cartoonist Kianoush Ramezani warned of the "trap" of this type of exhibition in Iran. But they did not listen. It was Iranian "friends" who invited. They took the bait and now legitimize with the presence of their works, a perverse exhibition.

Marco De Angelis:
Purtroppo in alcuni Paesi la differenza tra i sessi nella società è ben lontana dall'essere superata o attenuata. Almeno nell'arte, ma soprattutto nella satira e nell'umorismo si sperava che l'Iran avesse fatto un passo avanti - vista la grande tradizione di bravi artisti di ambo i sessi e mostre internazionali - ma questa è l'ultima dimostrazione che bisogna fare ancora molta strada.
E' chiaro che la battuta ha urtato la suscettibilità del nostro amico, che sinceramente credevo meno "integralista" ...sempre che non debba rispettare rigide disposizioni politiche e religiose anche in questo settore.


Paolo Lombardi:


Sono venuto a conoscenza che a Settembre ci sarà una manifestazione in Iran dove sono stati invitati i maggiori disegnatori del mondo, tutti uomini, giustamente la disegnatrice Marilena Nardi ha fatto notare all'organizzatore Iraniano l'assenza delle artiste donne, l'organizzatore ha risposto che le artiste donne parteciperanno in una sezione a loro dedicata, la Nardi ha replicato dicendo che un artista è un artista indifferentemente dal sesso, a questa sua affermazione l'organizzatore ha pensato di cancellare i commenti della Nardi e l'ha cancellata dalle amicizie. Ora io mi chiedo, ma i vari artisti chiamati a partecipare all'evento che intenzione hanno dopo che ormai è stato appurato in maniera evidente la situazione? Alcuni si sono espressi dicendo che hanno aderito alla manifestazione in buona fede, si va bene lo posso capire, ma oggi cosa hanno intenzione di fare dopo l'evidente discriminazione verso le donne? Ma poi , pensiero mio, ma non solo credo, la cosa che mi ha colpito è stato il silenzio totale di molti degli invitati alla manifestazione, pensare che la Nardi li ha espressamente chiamati a esternare il loro pensiero sulla vicenda, nulla, niente, a questo punto non posso fare a meno di pensare e di dire chiaramente che questi artisti si vendono per una comparsata , per un attimo di gloria, magari anche per un viaggio premio in Iran, no !! Da queste persone non lo posso concepire questo atteggiamento, persone che ogni giorno disegnano invocando la libertà di espressione, persone che ogni giorno disegnano denunciando i soprusi che avvengono in tutte le parti del mondo, mi dispiace ma non ho più quella stima che prima avevo di voi.
Poi oggi arriva la rettifica, non so, forse la toppa, il voler rigirare la frittata da parte dell'organizzatore postando foto di donne, compreso sua moglie poveretta, in cui dichiara che le donne in Iran non vengono discriminate , tantomeno nell'arte, dicendo che ci sono tante donne che fanno arte, quindi dice lui, nessuno ha discriminato Marilena Nardi.
Concludo dicendo solamente che un artista serio boicotterebbe questo evento.

Alessio Atrei:
Questa è una vicenda che merita di essere fatta conoscere. Parte da una mostra in Iran, dove una grande disegnatrice italiana scopre che le donne non sono invitate, per loro ci sarà una sezione separata. Questo è il suo appello ai colleghi maschi. L'istinto maschile diceva boicottaggio subito; il suo appello, bellissimo, è invece: partecipate, ma disegnando solo donne. Un messaggio di unità e non di divisione.

Martha Barragan Mar :
Marilena Nardi querida, e silencio es el que habla más fuerte, ponerse del lado de la justicia de la persona vulnerable tiene implicaciones, de ser relegada por ejemplo, pero si UNA CARICATURA NO SIRVE PARA DEFENDER LAS GRANDES CAUSAS DE LA HUMANIDAD entonces ¿cuál sería el sentido?
Sabes que mi causa principal es la defensa de los derechos de las niñas y las mujeres, a eso dedico todos mis días de manera activa.
LA LUCHA DE LA INCLUSIÓN DE LAS MUJERES NO SOLO ES TAREA DE LAS MUJERES es una deuda de toda la humanidad.
Esta es una buena oportunidad para cuestionar que tan incluyentes es el gremio de caricaturistas en el mundo.
Ma llamó fuertemente la atención que muchos creyeron que habías tomado una postura de "buena niña" al tener un tono conciliador en tu anterior comunicado y "o ser conflictiva".... por eso además celebro tu estrategia de permitir que cada uno, una, exprese su verdadera postura ante el tema.
MUCHO POR APRENDER EN TEMAS DE GÉNERO, con gusto los asesoramos, necesitamos que también las plumas masculinas dibujen igualdad para las mujeres de todo el mundo.

Amiga querida, tu grandeza o solo es por ser una gran artista si no por tu corazón puesto en el bien del mundo. Abrazo SORORARIO DESDE MÉXICO.



Saman Torabi:
That’s great! maybe this event will happen like public toilet in the future, men and women sections separated together!




Alireza Pakdel :
dear Marilina I agree with you and we should accept the mistake and change it to a beautiful thing. I create many artworks in my career for women. we keep this together for changing. here I ask and invite you and all artists to accept my request for participation as you said 🕊️🕊️

World Humor Awards: premio Buduàr 2018 a Giuliano Rossetti

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Terza edizione dei World Humor Awards a Salsomaggiore Terme. Hotel Terme Baistrocchi.
Il "Premio Buduàr- Maestro dell'Arte Leggera"è stato assegnato a Giuliano Rossetti.

Prize Buduàr to Giuliano Rossetti.

GIULIANO ROSSETTI GIULIANO
 Premio "BUDUÀR"
Maestro dell'arte leggera










Giuliano Rossetti presso Ristorante con Locanda Alle Roncole.



Biografia
Nato a Campi Bisenzio nel 1935, vive e lavora a Firenze.
Ha esordito verso la fine degli anni '50 sulla rivista Il Travaso; da allora i suoi lavori sono stati poi pubblicati sulle più importanti riviste di satira e umorismo: Bertoldo, Help, Ca Balà, Il Male, Satyricon, Tango. Attualmente collabora con i giornali La Repubblica, Guerin Sportivo, Boxer. Ha pubblicato diversi libri di satira, vinto premi in rassegne umoristiche di tutto il mondo e tenuto numerose mostre personali. Ed è tutto o quasi.



Il “Premio Buduàr”,  è una scultura appositamente ideata e realizzata dall’artista Laura Lapis*. L’opera rappresenta un divano, il simbolo di “Buduàr, Almanacco dell’Arte leggera”,
 e la scultrice sanremese lo ha rappresentato con i cuscini piegati in un simpatico sorriso, nello spirito della rivista umoristica,
 Per realizzare la scultura ha scelto l’ardesia, pietra estratta in Liguria e tipica dell’architettura ligure medievale (portali, stemmi, meridiane) e familiare per l’utilizzo nelle scuole nella fabbricazione delle comuni lavagne.

*= Laura Lapis, umbra di adozione ligure, nasce come grafica e diventa illustratrice umoristica. Ha realizzato il biglietto d’auguri più lungo del mondo(5mt x 32mt) che è presente sul Guinness dei Primati. Ha una lunga esperienza nel settore dei gadgets. Ha curato vari eventi di settore tra cui Il Premio Salemi Disegnatori Umoristi Non Professionisti (1991/93), Mondografico (Lingotto, Torino, 1994), weekend degli umoristi (1994/96), Comic Work Shop (Viterbo, 1995), e altre mostre del settore in Fiera di Milano. Inoltre ha seguito il lancio e lo sviluppo per il primo anno della “Strip più lunga del mondo” (1996). Dagli anni 2000 ha iniziato a sperimentare la lavorazione della pietra.

World Humor Awards : premio "Special Guest" 2018 a Guido De Maria

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Terza edizione dei World Humor Awards a Salsomaggiore Terme. Hotel Terme Baistrocchi.
Il Premio "Special Guest"è stato assegnato a Guido De Maria


GUIDO DE MARIA
"Special Guest"




Il discorso di De Maria alla premiazione



Da World Humor Awards:

Guido De Maria umorista, pubblicitario, autore e regista televisivo nasce nel 1932 a Lama Mocogno, sugli appennini modenesi. Durante gli studi universitari inizia a dedicarsi al disegno umoristico su settimanali nazionali ed esteri. Passa poi negli anni ‘60 alla regia di Caroselli, tra cui “Salomone, il pirata pacioccone” per Amarena Fabbri ed i “Brutos” e “Franco e Ciccio” per Cera Grey.
Nel 1972 inventa il linguaggio dei fumetti in TV creando, con Bonvi, il detective Nick Carter, protagonista delle trasmissioni RAI “Gulp!” e “SuperGulp!” di cui, fino al 1981, firma la regia ed è autore con Giancarlo Governi. Sempre per “SuperGulp!” crea Giumbolo, un buffo personaggio fatto a pera, che irrompe in scena, cantando una demenziale canzoncina scritta dal nostro Guido con Franco Godi.
Negli anni ’90 De Maria dirige, assieme a Beppe Cottafavi, il settimanale umoristico “Comix” per Franco Cosimo Panini. Con oltre 1200 short realizzati, prosegue l’attività di producer e regista per Diaviva, tra Reggio Emilia e Milano, occupandosi, fra gli altri, dei Nanetti della Loacker. Firma la regia dello spettacolo “Favolopera” del Gruppo Amarcord, che ha debuttato nel 2015 al Teatro San Carlo di Milano nell’ambito dell’EXPO.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il “Premio Nazionale Regia Televisiva”, settore Ragazzi, nel 1978 e il “Premio Tenco” come Operatore Culturale nel 2015.
Eclettico, imprevedibile, ancora oggi impegnato a regalare sorrisi, Guido De Maria ha sempre dedicato ogni sua attività al divertimento del pubblico, tanto da definire il suo “un mestiere da ridere”.






Guido De Maria, il padre di Nick Carter e Giumbolo si racconta

World Humor Awards:ecco i disegni premiati

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WORLD HUMOR AWARDS
" dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"
3 ° edition

Ecco i disegni premiati al World Humor Awards per la sezione Disegno umoristico, migliore vignetta per il tema "L'indifferenza", e per la sezione Caricatura, miglior autore per il tema "I campioni del calcio". Inoltre il Premio speciale Montanari, il Premio Buduàr e gli Excellence Trophy. "Special Guest" a Guido De Maria.
Here are the works awarded at the World Humor Awards for the Cartoons section, best cartoon for the theme "Indifference", and Humor Portrait section, best author for the theme "Champions of soccer". In addiction the special Prize Montanari, the Prize Buduàr and the Excellence Trophy. "Special Guest" to Guido De Maria.



Indifference: Golden Trophy, Osama Eid Hajjaj (Jordan).


 Indifference: Silver Trophy, Gianni Chiostri (Italy).


Indifference: Bronze Trophy, Alexander Yakovlev (Russia).


Humor Portrait: Little World Award Golden Trophy, Benny Nicolini (Italy). 
One of the works (Neymar).


Humor Portrait: Little World Award Silver Trophy, Adnane Jabir (Morocco). 
One of the works (Pele).



Humor Portrait: Little World Award Bronze Trophy, Ernesto Priego (Spain).
One of the works (Frank Ribery).



Excellence Trophy: Assunta Toti Buratti (Italy).



Excellence Trophy: Farzane Vaziritabar (Iran).


Excellence Trophy: Musa Gümüş (Turkey).



Excellence Trophy: Omar Perez (Spain).

Excellence Trophy: Robert Rousso (France).



Prize Rino Montanari for Humor portrait: Marzio Mariani (Italy). 
One of the works (Ronaldo).


Prize Buduàr, Master of light art (for the career), Giuliano Rossetti (Italy).

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World Humor Awards : premio "Special Guest" 2018 a Guido De Maria



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